Dai templi alle spiagge, dieci giorni alla scoperta di una Thailandia ‘non convenzionale’
“Ehi, come va? Lo sai che da agosto mi son trasferito a Phuket?”
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“Veramente?!? Allora veniamo a trovarti!”
Nasce così il nostro viaggio in Thailandia, che con la scusa di ritrovarsi con un amico di vecchia data, ci fa scoprire un Paese affascinante, unico nel suo genere di sintesi tra culture diverse. Non conoscevamo molto della Thailandia, per cui le prime tappe sono in biblioteca, libreria e YouTube per documentarci e capire che itinerario scegliere. Abbiamo circa dieci giorni, viaggi intercontinentali compresi, sfruttando le vacanze dei ragazzi (10 e 12 anni). Assecondiamo le preferenze di tutti e componiamo il viaggio in tre tappe: cultura, natura e spiagge.
A Bangkok abbiamo una giornata e mezza, la concentriamo sulla visita della parte storica; ci sarebbe servita un’altra giornata per sperimentare anche la Bangkok moderna.
Arrivo e visita a Bangkok
Arriviamo nel pomeriggio e – dopo il trenino di collegamento con l’aeroporto ed un veloce check-in in hotel – siamo subito a passeggio per sfruttare il tempo a disposizione ed abituarci al fuso orario locale.
La prima tappa è Khaosan road, un dedalo di stradine molto turistiche e zeppe di occidentali, ma che permette un passaggio tra la vita europea e quella thai. Su questa via ci sono decine di negozi, principalmente ristoranti, sale massaggi, locali da serata alcolica, negozi di marijuana, souvenirs, a cui si aggiungono dozzine di stalli ambulanti che vendono soprattutto cibi e frutta locali, ma anche bizzarrie quali scorpioni e coccodrillo allo spiedo, che fanno più successo come foto ricordo che non come cibo (per fortuna!). Assaggiamo il nostro primo pad thai (spaghetti di riso con verdure e carne o pesce), che si rivelerà il mio piatto preferito. Ci aggiungiamo il primo massaggio, Thai per mia moglie Elisabetta, ai piedi per me: i massaggi sono a costi veramente irrisori (5/6 euro per 30 minuti) e diventeranno quindi un’attesa routine giornaliera in questo soggiorno!
Il giorno seguente è dedicato ai monumenti: iniziamo dal museo nazionale, dove un’ottima visita guidata (gratuita, in francese o in inglese) ci permette di avere una panoramica completa sulla civilizzazione siamese degli ultimi millenni. Vediamo quindi il complesso di pagode di Wat Arun – adagiato sul fiume e molto scenografico – e di Wat Pho, dove c’è la statua enorme del Buddha sdraiato, di oltre quaranta metri di lunghezza, contenuto in un tempio troppo piccolo per la stazza della statua! Sembra che i monaci di Wat Pho abbiano inventato il massaggio tradizionale alla thailandese, per cui non ci lasciamo sfuggire l’occasione per averne uno, direttamente nella scuola all’interno del perimetro sacro. Ci sono moltissimi altri templi a Bangkok – avremmo voluto visitare il palazzo reale con il Buddha di smeraldo – ma siamo un po’ provati dal caldo ed il richiamo della piscina dell’hotel è come il canto della sirena.
In serata andiamo a Chinatown, ma non ci colpisce un granché rispetto ad altri quartieri cinesi in grandi città.
Parco nazionale di Khao Sok
La tappa “natura” è al parco nazionale di Khao Sok, nel centro-sud del Paese, dove arriviamo dopo un breve volo interno su Surat Thani ed un paio d’ore di transfer in auto. Breve storia di questo parco: a inizio Novecento, era un’area a forte crescita demografica, come molte altre. Un’epidemia decimò però una parte rilevante della popolazione e la rimanente si trasferì altrove. La natura poté così riprendere il sopravvento e negli anni Trenta si instituì il parco nazionale. Il secondo grande momento fu la costruzione di una grande diga, con conseguente allagamento di un’ampia zona del parco. Questi eventi hanno portato alla creazione di una giungla rigogliosa e di un lago dai paesaggi mozzafiato, con una pletora di piante ed animali autoctoni.
Alloggiamo in una casetta sull’albero e il mattino facciamo colazione osservando delle scimmiette che giocano a poche decide di passi da noi, saltando da un ramo all’altro: bellissimo! Mr. Tee, il proprietario del nostro Khao Sok Nature Resort, ci organizza le escursioni, che sono a prezzo fisso su tutto il parco. Ci avventuriamo nella giungla a piedi: il percorso è semplice, ma non sia mai che una tigre esca di soppiatto! La guida ci fa apprezzare molti piccoli animali, da lucertole con le ali ai ragni, che non avremmo individuato autonomamente. La cena è un momento molto bello, perché è basato sul bambù. La guida taglia un paio di questi alberi e con poche mosse sapienti li trasforma nei nostri piatti e bicchieri; la cena, a base di pollo e verdure, viene cotta all’interno di tronchi di bambù, sul falò a base di legna di… bambù, ovviamente! È stato tra i pasti più deliziosi dell’intera vacanza. Anche il ritorno dalla passeggiata è una piccola avventura, perché avviene al buio, illuminati solamente dalle lampade frontali. L’emozione del silenzio della giungla, unita ai battiti rumorosi e impauriti della mia dolce metà, rendono l’atmosfera davvero unica.
La seconda giornata, invece, è tutta sul lago, dove la tipica imbarcazione “a coda lunga” ci porta a zonzo tra la visita di una caverna, una passeggiata nella giungla, una breve gita in kayak. La vera bellezza, però, è tutta nel panorama: speroni rocciosi e insenature si inabissano in verticale nella verde acqua del lago, con paesaggi mozzafiato. La parte finale del nostro viaggio è infine a Phuket, una grande isola nel mare della Andamane. Fu uno dei primi luoghi scoperti dal turismo di massa, che ha portato una grande urbanizzazione e connessi problemi. Rimangono comunque delle spiagge molto belle e la possibilità di godere di un soggiorno relax. Tra le spiagge visitate, merita una menzione Surin beach, davvero graziosa, dove alternavamo nuotate, pranzi luculliani dai baracchini in riva al mare e massaggi allietati da una piacevole brezza: un vero paradiso.
Col mio amico (vi ricordate della telefonata iniziale ?!) e assieme alle rispettive famiglie organizziamo un’uscita alle isole Phi Phi, a circa un’ora di speed boat. Nonostante siano luoghi molto turistici, certe spiagge sono di una bellezza estrema (Maya Bay su tutte) ed i fondali si lasciano ammirare anche con una semplice maschera da snorkeling. Non posso terminare senza parlare della cucina thailandese: una vera delizia, per dieci giorni abbiamo mangiato solamente piatti locali e tutti – bambini compresi – ce ne siamo innamorati. Piccolo consiglio: i vari venditori ambulanti vendono, mediamente, prodotti di ottimo gusto a prezzi irrisori, non serve andare in grandi ristoranti.
Thailandia, veramente una piacevole scoperta!