3 giorni a Budapest, un tuffo nel passato con vista sul Danubio
Una visita di tre giorni a Budapest ai primi di Febbraio può sembrare un po’ azzardata per le temperature e le relativamente poche ore di luce, ma se le giornate sono soleggiate e senza vento, come è capitato a noi, tutto diventa magico.
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Domenica 5 febbraio, giorno 1
La partenza è stata programmata dall’aeroporto di Pisa il 5 Feb. con il volo delle 19:10 e arrivo a Budapest alle 20:25. Avevamo prenotato dall’Italia un taxi per raggiungere l’albergo, costo 21 euro, che in 30 minuti circa ci ha portato a destinazione: Gerloczy Boutique Hotel, un piccolo albergo stile liberty veramente confortevole e in posizione comoda per visitare la città.
Con una buona dormita si è concluso il primo giorno di viaggio.
Lunedì 6 febbraio, giorno 2
La mattina dopo nel caffè attiguo all’albergo ci aspettava una colazione abbondante e golosa seguita da una bella passeggiata nel centro storico per arrivare alla Chiesa di Santo Stefano. Il biglietto d’ingresso comprende la visita alla basilica in stile neoclassico con interni riccamente decorati, caratterizzata da tre grandi campanili in facciata e la salita al campanile centrale che si può fare sia in ascensore che a piedi salendo 370 gradini; da lassù la vista a 360 gradi sui tetti della città è spettacolare soprattutto in una giornata limpida e soleggiata come è capitato a noi. All’interno della chiesa un imponente organo domina la navata centrale, qui si tengono concerti ogni settimana che è possibile prenotare nella biglietteria all’ingresso.
La nostra seconda tappa è stata la visita al Palazzo del Parlamento. Il palazzo del Parlamento si trova sulla riva di Pest del Danubio, è imponente, di colore bianco e stile gotico: una meraviglia. Avevamo prenotato la visita sul sito ufficiale cosa che consiglio senz’altro per la grande differenza di prezzo tra questo e le varie agenzie italiane che propongono la stessa cosa. La visita con guida Italiana è durata un’ora ed è stata molto esaustiva: scala d’oro, scala principale, corona di Santo Stefano il primo re d’Ungheria, camera alta. Sicuramente il Parlamento, secondo solo a quello inglese per dimensioni, è una delle più belle e interessanti attrazioni di Budapest. La piazza intorno è circondata da palazzi governativi del XIX secolo e da giardini molto curati. Mentre tornavamo verso l’hotel, ci siamo fermati lungo il Danubio a vedere il museo delle scarpe: si tratta di riproduzioni in metallo di scarpe in ricordo degli ebrei a cui prima della deportazione venivano tolte e dovevano proseguire scalzi.
Arrivati in hotel, dopo una breve sosta, siamo andati a cena a Retek Bisztrò. Prenotare un ristorante è stata la cosa più difficile a Budapest; i più erano pieni, alcuni non rispondevano al telefono, altri proponevano orari impossibili. Nessuno della lista che mi ero preparata è stato praticabile, ma fortunatamente siamo cascati in piedi in quanto Retek B. si è rivelato una buona scelta: l’ambiente è familiare e accogliente, la cena molto buona e la musica di un pianoforte in sottofondo rilassante. Abbiamo mangiato gulash di manzo, involtini di verza con carne di maiale e contorno di crauti, abbiamo bevuto una buona bottiglia di vino nero locale e speso una cifra giusta. Fortunatamente il locale era abbastanza vicino all’hotel perché al ritorno la temperatura si era ulteriormente abbassata e non è bastato il vino a riscaldarci.
Martedì 7 febbraio, giorno 3
Il secondo giorno, dopo l’irrinunciabile e raffinata colazione, ci siamo diretti verso la collina di Buda. Purtroppo in questo periodo l’imponente Ponte delle Catene è chiuso per restauro e quindi abbiamo dovuto allungare il giro attraversando il Danubio sul Ponte Erzsebet che si trova più a sud. Arrivati sulla riva di Buda, dopo circa un altro chilometro abbiamo incontrato le scale, più la scala mobile, più l’ascensore che ci hanno portato sulla collina. In cima si trova il Palazzo Reale che contiene la pinacoteca, vari palazzi storici attualmente in ristrutturazione e la bellissima Chiesa di San Mattia, così chiamata in onore di Mattia Corvino uno dei re più amati d’Ungheria.
La chiesa fu costruita nel 1255 in stile gotico e subì varie trasformazioni, solo tra la fine dell’800 e l’inizio del‘900 l’architetto Frigyes la riportò allo stile originario. Per visitarla si paga un biglietto di circa 6 euro, ma ne vale la pena in quanto l’interno, a tre navate, è tutto dipinto a colori vivaci. Con lo stesso biglietto si può salire sui Bastioni dei Pescatori, un imponente muraglione con sette torri, una per ogni tribù magiara che forma la nazione ungherese. Una cosa che vorrei segnalare è la cremagliera che da piazza Adams sale sulla collina con le cabine in stile liberty originali dell’epoca: una bellezza.
In tarda mattinata, dopo un buon caffè, a Budapest in ogni bar abbiamo bevuto ottimi caffè, scendiamo dalla collina di Buda e ci dirigiamo verso il Grande Mercato attraversando il Danubio sul Ponte della Libertà. Questo ponte a quattro campate in ferro fu costruito nel 1846 e dedicato a Francesco Giuseppe. Dopo i disastri della guerra solo nel 1946 fu ricostruito e prese il nome attuale, è molto suggestivo e consiglio senz’altro di vederlo sia di giorno che di notte perché è tutto illuminato. Il Grande Mercato è un enorme capannone liberty dove al piano terra si trovano banchi alimentari di ogni genere, qui abbiamo comprato delle spezie tra cui non poteva mancare la paprika, mentre al primo piano ci sono bancarelle di artigianato locale e ristoranti. Noi ci siamo fermati a fare una sorta di pranzo-merenda data l’ora in un posto molto carino rallegrati da un suonatore di violino e un pianista.
Usciti dal mercato nel pomeriggio inoltrato ci siamo diretti verso il DOCK 7 dove avevamo prenotato una gita in battello. Di queste gite ne esistono per tutti i gusti, noi abbiamo scelto la crociera di un’ora con una bevanda a nostra scelta per 19 euro a persona. La gita ci è tanto piaciuta: alla partenza stava calando la sera e i palazzi si accendevano sotto un cielo azzurro che diventava sempre più cupo fin a sfumare nel nero profondo. La città è tutta sapientemente illuminata da lampioni liberty con luci gialle e i palazzi si riflettono nelle placide acque del fiume creando un’atmosfera fiabesca. Scesi dal traghetto, ormai avevamo percorso circa 15 km, ci siamo diretti verso l’albergo, dove, approfittando del bistrot attiguo, abbiamo mangiato un buon dolce con mousse di lamponi, un frutto che da queste parti usano molto in pasticceria.
Mercoledì 8 febbraio, giorno 4
Alzati di buon’ ora e preparate le borse, la partenza era prevista in serata, ci siamo diretti verso la Sinagoga. Abbiamo visitato tutto il comprensorio con una guida italiana che ci ha spiegato sia ciò che vedevamo sia le vicende della comunità ebraica di Budapest durante l’olocausto. Noi non eravamo molto informati e ci ha fatto piacere conoscere questo pezzo di storia. Terminata la visita alla Sinagoga percorrendo via Andrassy per circa 3 km siamo arrivati a Piazza degli Eroi: una vasta spianata con un grande monumento in bronzo che non ci ha particolarmente entusiasmato.
I 3 km del ritorno sono stati più piacevoli perché eravamo diretti al Cafè Gerbeaud, tempio indiscusso della pasticceria ungherese. Il locale si trova in Piazza Vorosmarty e prende tutto il piano terra del palazzo dedicato al suo fondatore. Gli interni sono sontuosi, il personale gentile e la pasticceria, anche se molto costosa, da sballo. Noi abbiamo assaggiato ben quattro torte e stilato la nostra personale classifica: il primo posto va alla torta Gerbeaud di cui abbiamo fatto il bis.
Nel tardo pomeriggio siamo tornati in hotel dove ci aspettava un taxi per l’aeroporto: la nostra vacanza era finita ma ci ha lasciato un grande entusiasmo di ripartire.