Namibia on the road in automobile: viaggio tra deserto, parchi e riserve naturali
Per organizzare il nostro viaggio in Namibia abbiamo utilizzato i servizi dell’agenzia locale New Earth Tours con la quale è stato possibile personalizzare l’itinerario modificando, rispetto alla loro proposta iniziale, sia alcune mete sia le destinazioni prescelte secondo i nostri interessi e le nostre richieste. Norelle è stata la nostra interlocutrice nei mesi precedenti alla partenza, mostrandosi sempre disponibile a rispondere alle nostre mille domande e all’accoglienza nell’ufficio dell’agenzia Rental Car (Namibia 2 Go) a Windhoek, dove ci ha aiutato a mettere a punto gli ultimi dettagli.
Indice dei contenuti
Il volo è stato acquistato autonomamente da noi alcuni mesi prima, al prezzo di 700 € a persona (a/r). Volo Qatar con partenza il 2 Settembre da Milano alle 16.15, scalo a Doha e arrivo a Windhoek alle 10.00 circa del giorno successivo. Se volete utilizzare il primo giorno già per uno spostamento, dal momento che la capitale non pare offrire nulla di particolarmente interessante da visitare, consigliamo di cercare un volo con arrivo in mattinata il prima possibile, altrimenti, tra il ritiro dell’auto e pratiche annesse, diventerebbe troppo tardi per spostarsi.
Diario di viaggio
Sabato 3 Settembre: Windhoek – Stampriet (km 304)
Al nostro arrivo all’aeroporto troviamo ad attenderci un ragazzo dell’agenzia che, dopo averci aspettato per il cambio di contanti ad uno dei banconi subito dopo l’uscita dal ritiro bagagli e controllo passaporti, ci accompagna in centro città per sbrigare le ultime formalità relative al contratto di viaggio e ritirare la macchina prenotata una Isuzu 4×4 Double Cab (2500 D); è in pratica un grosso pick-up, con un cassone chiuso, dove sistemare bagagli etc.
A Norelle abbiamo chiesto di procurarci una Sim namibiana (in vendita anche all’aeroporto) della compagnia MTC che carichiamo con poco più di 3 € più che altro per avere traffico internet. Durante il viaggio abbiamo ricaricato la scheda settimanalmente attraverso l’applicazione altrimenti è possibile farlo anche nei negozi MTC che si incontrano nelle cittadine. La spesa totale per il traffico telefonico è stata di circa 10 € e abbiamo trovato una copertura di rete discreta.
Obbligatoria per il noleggio la patente internazionale fatta alla motorizzazione per un costo di circa 42 € e valida tre anni (convenzione di Vienna). In pratica è una traduzione in più lingue della nostra patente italiana. Possibile farla anche tramite una agenzia, ma al costo quasi doppio.
I voucher delle sistemazioni prescelte ci sono stati già inviati via mail. Ci viene consegnata una cartina con itinerario tracciato e dopo la spiegazione di alcune informazioni importanti da sapere sul funzionamento dell’auto, non ultimo il modo in cui cambiare una ruota (che noi abbiamo filmato), partiamo verso sud cimentandoci con la non semplicissima, almeno inizialmente, guida a sinistra.
Una breve sosta ad un supermercato poco distante dall’ agenzia di noleggio per acquisto di acqua (ci viene consigliato di tenerne in macchina almeno 5 litri per ogni evenienza, tipo soste forzate in mezzo al nulla) e un po’ di cibo per gli attacchi di fame durante i trasferimenti e imbocchiamo la strada asfaltata B1 che, dopo circa 250 km incrocia la C20, diretta alla nostra destinazione. Raggiungiamo la nostra prima tappa, la Stampriet Historical Guesthouse e veniamo accolti dalla sorridente proprietaria che ci mostra con orgoglio le sue piante coltivate per la vendita. La Guesthouse è molto carina, arredata con gusto e ricca di pezzi particolari. Ceniamo a basa di ottima carne di springbok (costo cena meno di 20 € a testa). Perfetta anche la colazione con frutta proveniente dai loro terreni e marmellate fatte in casa, che è anche possibile acquistare.
Domenica 4 Settembre: Kokerboom forest – Canyon Roadhouse (Km 457)
Dopo aver percorso un bel pezzo di strada asfaltata e in buone condizioni, effettuiamo la prima tappa a Keetmanshoop per rifornimento gasolio e pranzo veloce in un centro commerciale.
Dalla cittadina, con una deviazione di 15 Km, si raggiunge la Kokerboom Forest (ingresso 100 NAD a persona, il biglietto si acquista al Quiver Tree Forest Camp). In questo luogo si può vedere una grande concentrazione di Kokerboom o alberi faretra, piante dalla lunghissima vita, appartenenti alla famiglia della Aloe che incastonate tra rocce nere, creano un paesaggio davvero interessante.
Torniamo a Keetmanshoop per riprendere la direzione verso la nostra meta finale. Percorriamo alcune strade sterrate ma in buone condizioni e alle 17.00 siamo al Canyon Roadhouse. Luogo davvero particolare, arredato, sia nel giardino che nell’interno in stile Route 66. All’esterno fanno bella mostra una serie di auto d’epoca, con i fari che si illuminano di sera. Anche l’interno è un museo di pezzi più o meno originali da scoprire tra i tavoli del ristorante.
Cena con porzioni molto abbondanti di costine e tenerissimi spiedini con contorni vari e molto curati. Prezzi estremamente onesti vista anche la qualità del cibo.
Lunedì 5 Settembre: Fish River Canyon- Greenfire Desert Lodge (km 492)
Di prima mattina raggiungiamo il Fish River Canyon che dista 15 Km dal lodge dove abbiamo pernottato. Entriamo da Hobas pagando l’ingresso (350 NAD per due persone e un’auto) e raggiungiamo il Main View Point da dove si gode una vista spettacolare sul canyon, che è il secondo più grande al mondo dopo il Grand Canyon. Il sito si gira in auto e ci sono altri punti di osservazione. Da qualche anno sono vietati i trekking giornalieri, mentre è possibile prenotarsi per dei trekking di 5 giorni, probabilmente tanto spettacolare quanto impegnativo, dal momento che occorre portarsi tenda e cibo per tutta la durata del cammino.
Verso la fine della mattinata, iniziamo il nostro lunghissimo trasferimento fermandoci per un pranzo veloce presso lo storico Seeheim Hotel. I km da affrontare sono molti, ma le strade, per quanto sterrate per la maggior parte, sono in buono stato e i panorami mozzafiato rendono il viaggio piacevole e per niente faticoso.
Intorno alle 18 raggiungiamo il Greenfire Desert Lodge, posto davvero spettacolare che meriterebbe di essere goduto per più di qualche ora come è stato per noi. Siamo vicini alla Namib Rand Natural Reserve e non appena superato il cancello, dal quale si raggiunge il lodge dopo 7 km, vediamo sulla strada alcuni struzzi e qualche orice, l’animale dalle lunghissime corna simbolo della Namibia. Il nostro voucher comprende la cena, il pranzo che recupereremo domani sotto forma di lunch box e un’escursione che programmiamo per domani mattina.
Martedì 6 Settembre: Desert Quiver Camp (Sesriem) – Namib Naukulf Park (Km 236)
Alle 7 partiamo per un game drive (compreso nel prezzo) di circa un’ora nei pressi del lodge. Vediamo alcune giraffe anche se da lontano e molti orici. Più che per la quantità di animali, la bellezza del giro è data dal luogo e dalla prima luce del mattino. Dopo colazione, sulla strada per raggiungere il cancello di uscita, rimaniamo in osservazione di un attraversamento di struzzi seguiti a ruota da un branco di orici.
Poco più di un centinaio di km ci impegneranno un po’ di tempo, perché in certi tratti le condizioni della strada richiedono molta prudenza e concentrazione a causa del fondo scivoloso.
Nel primo pomeriggio raggiungiamo il Desert Quiver Camp; la sistemazione è una capanna in muratura e con interni più che decorosi. Nello spazio antistante all’aperto ( ma coperto) è presente un angolo cucina e un barbecue per cui, avendo cibo a disposizione, è possibile provvedere autonomamente ai pasti. Noi optiamo per cena (prenotata al nostro arrivo al Desert Quiver Camp) e colazione nel collegato Sossusvlei Lodge che dista 3 km di comoda strada asfaltata percorribile facilmente anche con il buio. Oggi fa molto caldo e in attesa di entrare nel parco delle dune ci rinfreschiamo un’oretta nella bella piscina del Camp.
Intorno alle 16.30 percorriamo i 5 Km che ci separano dal Namib Naukluft Park e paghiamo l’ingresso per oggi e domani (350 NAD al giorno; orari del parco nel periodo in cui lo visitiamo noi 7.15 – 18.30, gli orari sono legati all’alba e al tramonto). Una strada asfaltata centrale percorre il parco per 60 Km. Raggiungiamo la Duna 45, circa a metà del percorso, per le inevitabili foto di rito e la salita quasi sino alla sommità. Il paesaggio è davvero spettacolare e la luce di fine giornata mette in evidenza la bellezza di queste opere d’arte scolpite dal vento. Sono le 18.45 quando raggiungiamo il cancello di uscita, prendendo una bella sgridata dal guardiano per il nostro ritardo. A dire la verità, c’era venuto il dubbio che la chiusura delle 1830 fosse solo per le macchine in entrata, ma evidentemente non è così, quindi ricordate che il tramonto è meglio vederlo da fuori.
La cena al Sossusvlei Lodge offre una grande quantità di cibo a buffet. Il costo è di circa 25 € a persona, leggermente superiore ai prezzi trovati fino ad ora, ma l’ampia scelta delle portate e l’atmosfera del luogo, giustificano ampiamente il tutto.
Mercoledì 7 Settembre: Dead Vlei – Sossusvlei – Namib Desert Tented Camp 2 Go (km 206)
Ci alziamo molto presto, colazione alle 6, sempre al Sossusvlei Lodge e subito dopo ci mettiamo in coda ad aspettare l’apertura del cancello del parco. Ci è stato, infatti, consigliato di fare così, in modo da godersi il paesaggio senza troppa gente intorno. Una volta entrati, andiamo diretti al parcheggio delle 2WD, dove si può scegliere se proseguire per i successivi 5 Km sulla sabbia con navetta a pagamento o se si possiede un 4 x 4, sgonfiare un po’ le gomme (siamo scesi a circa 1.7 atm, misurate con un manometro in dotazione all’auto) e procedere autonomamente. Scegliamo così di proseguire e dotandoci di molta calma e altrettanta prudenza raggiungiamo il secondo parcheggio. Da qui con una passeggiata di 3 km tra andata e ritorno (solo un pochino faticosa, perché nella sabbia si tende a sprofondare) si raggiunge il Dead Vlei. Ci si trova davanti a uno spettacolo che rimanda ad altre ere o forse ad altri pianeti, dove in un avvallamento biancastro i fotogenici alberi neri si stagliano verso il cielo sullo sfondo di dune rosse che paiono forgiate da uno scultore. Visibile da questo punto la duna Big Daddy, una delle più alte del parco.
Guidando ancora avanti per circa 1,5 Km si arriva a Sossusvlei con la sua bella pozza d’acqua e le sue dune intorno, compresa la Big Mama. È l’immagine più famosa della Namibia, quella che si vede sulle copertine delle guide e in tutte le pubblicità.
Riprendiamo la macchina per tornare a parcheggio e complice la mancanza totale di indicazioni, unita al nostro pessimo senso dell’orientamento, sbagliamo strada e in men che non si dica rimaniamo insabbiati. Niente, non c’è verso più di andare né avanti né indietro. Veniamo soccorsi da una gentile ragazza locale che si mette al volante ma senza alcun risultato. Dopo poco si ferma un’auto del parco e il conducente, scuotendo la testa, dice che ci aiuterà, ma a caro prezzo mostrandoci un cartello plastificato dove la recovery costa più di 1000 NAD. In un battibaleno tira fuori la macchina e ci dice che non è il caso di dargli tutta quella cifra. Gli lasciamo meno della metà e mentre lui si insabbia a sua volta, noi percorriamo qualche metro e siamo di nuovo fermi. Questa volta veniamo soccorsi da un altro gentile locale che gratis, ma a discapito di un bel po’ della frizione dell’auto, ci ritira fuori. Insomma se volete percorrere questo tratto da soli fatelo assolutamente, ma tenete traccia della strada che avete percorso, altrimenti è più economico e tranquillo prendere la navetta!
Dopo aver raggiunto l’entrata del parco, aver fatto rifornimento e rigonfiato le gomme (2 atm), percorriamo i 60 km di strada sterrata, ma in discrete condizioni che ci separano dal Desert Tented Namib Camping 2 Go. Sistemazione tendata con letto e bagno in muratura, anche questa più che dignitosa e fornita di angolo cucina esterno. Il Camp è proprio a ridosso delle dune pietrificate; inizialmente avevamo in programma una escursione organizzata dall’albergo al costo di 700 NAD ma vista anche la levataccia decidiamo di riposarci nel pomeriggio in piscina. Cena e colazione al lodge raggiungibile in pochi minuti di macchina (23 € circa).
Giovedì 8 Settembre: Solitaire – Swakopmund – Cape Cross – Swakopmund (km 587)
Partiamo di prima mattina in direzione Solitaire che dista circa mezz’ora dal posto dove abbiamo dormito. Solitaire, vale una tappa per la particolarità del luogo adornato con vecchie auto e pompe di benzina e per la conosciuta torta di mele che ha reso famoso il posto. Noi la abbiamo comprata e portata via per il nostro pranzo.
La strada di oggi è lunga è impegnativa. Occorre valicare il Gaub Pass e il Kuiseb Pass con strada non bellissima e parecchie curve per cui la prudenza è d’obbligo. Pochissime le macchine incontrate lungo il percorso e panorami spettacolari. All’ora di pranzo ci fermiamo alla Duna 7, pochi Km prima di Walvis Bay dove in un ristorante abbastanza deserto ci fermiamo per un caffè.
Ripartiamo subito dopo e superato Swakopmund ci dirigiamo in direzione Cape Cross. Una strada infinita, in parte asfaltata e in parte fatta di sale e quindi un po’ scivolosa, anche per la presenza di una costante nebbiolina, ci conduce dopo ben 120 km alla colonia di otarie di Cape Cross (ingresso 350 NAD). Arriviamo un’ora prima della chiusura del parco che al momento della nostra visita è alle 17. Lo spettacolo che ci si presenta davanti è abbastanza unico. Pur avendo visto in altre parti del mondo gruppi di orarie, non le abbiamo mai potute vedere così da vicino e sono davvero tante! Poiché eravamo a conoscenza del terribile odore che accompagna la visita, ci muniamo di mascherina FFP2 con all’interno qualche goccia di Tea Tree oil (ma qualsiasi profumo o olio essenziale potrebbe andare bene) e ci inoltriamo tra il branco accompagnati da versi e grugniti di ogni tipo. Scavalchiamo anche un cancelletto che porta su una passerella interna, ma una bestiola più intelligente di noi scavalca a sua volta e ci guarda con aria di sfida per cui optiamo per tornare sui nostri passi. Lo spettacolo è davvero sorprendente, anche se alcune di loro non sembrano così amichevoli e prestiamo attenzione nell’avvicinarci troppo. Dopo innumerevoli foto, riprendiamo la strada del ritorno facendo una tappa veloce per fotografare il relitto della Zeila affondata nel 2008, circa 15 km dopo Hentie’s Bay.
A Swakopmund pernotteremo due notti alla Pension d’Avignon, sistemazione discreta ed economica nonché poco distante da alcuni ristoranti dove si mangia bene. Fa parecchio freddo e dopo esserci messi addosso tutti gli strati di indumenti a nostra disposizione. raggiungiamo il ristorante The Tug prenotato qualche giorno prima direttamente dal loro sito internet. Non tranquilli nel muoverci a piedi e non volendo spostare la macchina, ben custodita nel parcheggio dell’albergo, ci muoviamo con un taxi per pochi euro. The Tug viene segnalato sulla guida come uno dei ristoranti migliori della città e in effetti mangiamo e beviamo molto bene per circa 40 € a testa (ostriche divine, calamari e gamberi meravigliosi). Essendo il ristorante a pochi minuti dal nostro albergo decidiamo di tornare a piedi con passo lesto.
Venerdì 9 Settembre: Sandwich Harbour
Prima della partenza, avevamo prenotato con Norelle per oggi l’escursione a Sandwich Harbour con Turnstore Tour, agenzia che ci hanno consigliato come la più affidabile per visitare questa zona. Costo escursione 130 € a testa con pranzo incluso; si trovano tour un po’ di tutti i prezzi, ma il nostro autista ci è apparso attento e poco spericolato il che non è da tralasciare viste le evoluzioni che alcune macchine fanno sulle dune. Considerato uno dei posti più spettacolari della Namibia, forse per il difficile accesso, solo con guide autorizzate e non con auto propria. Alle 8.30 ci vengono a prendere all’albergo ed effettuiamo la prima tappa per ammirare la distesa di fenicotteri rosa di Walvis Bay. Successivamente passiamo accanto alla grande Fabbrica del sale e con il nostro fuoristrada (una vecchia Land Rover modificata), raggiungiamo la battigia percorrendo molti km sulla sabbia proprio dove si infrangono le onde. L’escursione è condizionata dagli orari delle maree e non sempre si riesce a raggiungere la laguna alla fine del percorso, cosa che noi fortunatamente riusciamo a fare. Ma la vista migliore si ha arrampicandosi sulle alte dune che si tuffano direttamente nell’oceano. In certi punti la sabbia assume un incantevole colore rosa. Dopo un infinito numero di fotografie il nostro autista allestisce un bel pranzo con tanto di caffè e dolce. Ripartiamo verso la via del ritorno in una specie di cauta montagna russa scendendo e salendo sulle dune con una bella dose di adrenalina. Raggiunte le saline la sosta è d’obbligo, perché con i raggi del sole si tingono di rosa – viola, creando un paesaggio stupendo. Alle 16 circa siamo di ritorno al nostro albergo.
Per mancanza di tempo rinunciamo all’altra escursione fattibile in loco, il giro in catamarano nella baia di Walvis (agenzia consigliata Mola Mola), per la quale occorrerebbe un’altra mezza giornata in più.
Giriamo un po’ nelle vie intorno entrando in qualche negozio di souvenir con pezzi poco interessanti e ci rechiamo a cena da Fish Deli a pochi minuti a piedi dalla nostra sistemazione. Posto un po’ più informale rispetto a quello di ieri sera, ma ottimo sia il pesce che le ostriche (52 € in due, vino compreso).
Sabato 10 Settembre: Goanikontes Oasis – Moonlandscape – Spitzkoppe (Km 224)
Riprendiamo la comoda e asfaltata B2 e dopo 40 km prendiamo una deviazione per l’oasi Goanikontes, fattoria in mezzo al nulla che merita davvero una sosta per un caffè. Il posto è davvero unico, con un giardino adornato di vecchie auto personalizzate con fiori e fantocci e un piccolo recinto di curiosi animali all’interno. Proseguendo la strada fuori dalla fattoria si sale sino ad ammirare il paesaggio della valle dal nome, non a caso, Moonlandscape. Sembra davvero un paesaggio lunare che si può ammirare dai vari viewpoint.
All’ora di pranzo siamo nell’area dello Spitzkoppe, il vulcano spento, detto anche il Cervino della Namibia per la sua insolita altezza rispetto alle altre montagne presenti. Raggiungiamo il Spitzkoppe Lodge, luogo davvero magnifico, una serie di bungalow montati su sorte di palafitte con meravigliose terrazze che offrono una vista spettacolare. I bungalow si raggiungono dalla zona ristorante con una passerella non accessibile alle auto, ma si che si può percorrere accompagnati dal personale dell’albergo con una golf-car o con una piacevole passeggiata di pochi minuti. Mentre osserviamo incantati il paesaggio ci passano davanti, poco distanti da noi, un gruppo di zebre.
Dopo esserci fatti consegnare la chiave del gate per accedere all’area camping e una mappa del luogo percorriamo con la nostra auto circa 5 km con una iniziale sosta allo Small Bush Paradise per vedere alcune pitture rupestri e poi al famoso arco dove aspettiamo il tramonto del sole.
Cena un po’ sotto le aspettative, visto il livello del luogo, compresa nel prezzo della notte.
Domenica 11 Settembre: Madisa Tented Camp (195 km)
Lungo la strada per la nostra prossima sistemazione vediamo, accanto ad un gruppo di bancarelle, alcuni himba, o per lo meno agghindati come tali, che ci invitano a grandi gesti a fermarci. Per quanto curiosi nel loro abbigliamento ci sembrano trappole per turisti e proseguiamo dritti.
Ci fermiamo ad un mercatino dove alcune donne con vestiti coloratissimi vendono oggetti di dubbia provenienza, molto probabilmente non fatti da loro come invece cercano di farci intendere, allestendo macchine da cucire in bella vista. I prezzi sono davvero eccessivi e c’è poco spazio per la contrattazione, quindi non compriamo nulla. Anche le foto sono, naturalmente, a pagamento il che non fa per noi.
Raggiungiamo il Madisa Tented Camp, campo tendato con tenda senza elettricità. Le tende sono molto belle con letti all’interno e bagno esterno. Viene fornita una lampada a batterie che fa luce a sufficienza e alle 17 viene acceso un fuoco sotto un bombolone ( una specie di scaldabagno) in modo tale che verso le 18 sia possibile farsi anche una bella doccia calda.
La cena è accanto alla reception (17 € a persona) con ottimo spezzatino di carne cotto sul fuoco allestito vicino ai tavoli. Raggiungere la tenda nel buio più completo, addormentarsi con i suoni della natura e svegliarsi all’alba nel nulla è davvero una esperienza emozionante.
Purtroppo l’unica escursione che ci sarebbe piaciuto fare, quella che porta al fiume per vedere gli elefanti, viene effettuata dal mattino alle 8 sino alle 15. Avevamo capito che la stessa cosa si potesse fare anche al tramonto, ma ci dicono che nel tardo pomeriggio è possibile solo un giro con poca probabilità di avvistare animali, quindi rinunciamo e usiamo il pomeriggio per riposarci a bordo piscina. Con il senno di poi questa sarebbe una tappa da programmare diversamente in modo che l’escursione mattutina non ritardi i trasferimenti successivi.
Lunedì 12 Settembre: Foresta Pietrificata – Bergsig – Palmwag (183 Km)
Prima tappa della giornata di oggi alla Foresta Pietrificata a poco più di un’ora dal nostro lodge. Si entra solo con la guida (250 NAD a persona), per un interessante giro di circa 30 min durante il quale, oltre ad alcune cose sui tronchi d’albero fossilizzati, si ascoltano informazioni sulle note piante Welwitschia, tipiche del deserto dell’Africa Sud Occidentale e note per la loro longevità.
Riprendiamo la strada. Ci sarebbero altre due cose da vedere in zona, le pitture rupestri di Twyfelfontein e l’Organ Pipe. Noi decidiamo di saltarle un po’ per scarso interesse e un po’ perché siamo diretti ad una scuola e desideriamo arrivarci prima della fine della mattinata in modo da trovare ancora gli studenti nelle aule.
Ci dirigiamo verso Bergsig e su indicazione di un’amica andiamo alla ricerca della scuola. Al preside consegniamo penne e quaderni portati dall’Italia. Naturalmente non decliniamo la proposta di poter visitare la scuola e accompagnati da un insegnante vediamo due aule gremite di studenti. Ci spostiamo nel cortile, dove ci sono altri edifici, dove rimaniamo un bel po’ di tempo a fare foto ed a scherzare con tantissimi splendidi bambini. Ci sembrano puliti, vestiti bene e soprattutto educati. Vedono un pacchetto di fazzoletti di carta e chiedono se possono averlo. Ingenuamente lo diamo al bimbo che ha allungato per primo la mano non sapendo che avremmo scatenato una rissa per averlo. Molto emozionati da questi incontri, proseguiamo verso la nostra destinazione finale il Palmag Camping 2 Go, sistemazione tendata come quella già incontrata nel Namib Desert. poco distante dal lodge nel quale si può cenare. Rispetto al sud troviamo che qua la gente sia un po’ più scostante. Poche informazioni al nostro arrivo, pochi sorrisi se non da parte del personale delle pulizie.
Per la cena ci dicono che non è possibile usufruire del buffet perché full. Nel lodge c’è comunque un ristorante con scelta non vastissima, ma carne buona come al solito (13 € a testa).
Martedì 13 Settembre: Sesfontein (111 Km)
Questa mattina facciamo un game drive organizzato dal lodge (costo 60 € a persona durata 5 ore e mezza) con partenza alle 7. Nonostante svariati giri non vediamo praticamente animali, tranne gruppetti di springbok e qualche giraffa molto lontano. Con il senno di poi, quindi, nulla di imperdibile. Sempre dallo stesso lodge vengono organizzate anche passeggiate all’alba e al tramonto che per lo meno sono più economiche.
Nel primo pomeriggio ci spostiamo verso Sesfontein dove ci fermeremo due notti alla Sesfontein Guesthouse. Sesfontein è un villaggio rurale, che offre pochissime sistemazioni. La stanza è molto basic, ma pulita, con doccia e wc separati da una paratia di lamiera dal resto della stanza. C’è un bel giardino con piscina che contrasta con la zona circostante, il che a dire la verità ci infastidisce un pochino. Dalla finestra è infatti possibile, vedere le capanne della gente del luogo e i bimbi che guardano incuriositi oltre le staccionate senza essere mai troppo invadenti. Lasciati in stanza portafogli, telefoni e macchine fotografiche andiamo a curiosare intorno arrivando sino alla scuola. Abbiamo portato dall’Italia alcuni vestiti per bambini, ma la signora della guesthouse ci dice che andandoli a distribuirli nei villaggi probabilmente verremmo presi per pazzi e ci troveremmo circondati da gente insistente e magari infastiditi da qualche ubriaco. Chiediamo, quindi, alla scuola se possiamo portare i vestiti da loro e ci accordiamo per passare prima della nostra partenza. A noi tutto sommato la gente sembra tranquilla, ci fermiamo anche in un bar a bere una birra, qualcuno ci saluta gentilmente, nessuno ci importuna. Prima di cena viene allestito uno spettacolo fatto da bambini che fanno danze tribali, molto turistico, ma anche carino se non fosse che alla fine dello show il proprietario passa per raccogliere le offerte intimandoci di dare 100 NAD a testa.
Cena, sempre ottima, compresa nella tariffa pagata.
Mercoledì 14 Settembre: Hoanib River
Oggi visitiamo la splendida zona dell’Hoanib River. Ci accompagna Lapox che lavora nella Guesthouse, attento, gentile e con una vista infallibile (riferimenti per contattarlo in fondo). Il luogo è molto bello, con varie zone verdi, montagne e dune di sabbia che si fondono tra loro. Stiamo fuori tutta la giornata riuscendo a vedere un elefante, diverse giraffe molto vicine, babbuini, springbok, orici e persino una leonessa che inseguiamo a lungo. La troviamo una prima volta in fase di caccia e poi la perdiamo di vista perché il nostro autista, tutto concentrato nel seguirla, si insabbia e dobbiamo aspettare l’aiuto di un’altra auto per tirarci fuori. Non soddisfatto, si rimette alla sua ricerca e la troviamo dormiente, probabilmente a pancia piena, sotto un gruppo di cespugli.
Sconsigliamo vivamente di visitare la zona senza una guida, in quanto oltre una macchina 4×4, serve essere ottimi guidatori ed è facile perdersi.
Tornati alla guesthouse facciamo ancora un giro nel paese tornando al bar di ieri, dove scopriamo esserci un bizzarro juke box a monetine più altri giochi d’azzardo per noi un po’ obsoleti e dove facciamo quattro chiacchiere con un abitante del luogo che prova a scucirci una birra, ma desiste subito al nostro no motivato dal fargli notare che ne aveva già una gigante in mano!
Giovedì 15 Settembre: Karmanjab – Toko Lodge (Villaggio Himba) – Otjitotongwe Cheettah Guestfarm – Karmanjab (348 Km)
Per raggiungere Karmanjab (poco più di 200 km da Sesfontein) occorre calcolare tempi un po’ più lunghi perché la strada del Grootberg Pass da superare non è bellissima e richiede un’andatura non troppo veloce. Superata la cittadina proseguiamo in direzione Toko Lodge per raggiungere un villaggio Himba che volevamo visitare. Ci era stato indicato questo lodge perché vicino ed integrato ad un villaggio Himba dove era possibile organizzare una visita. Appena scendiamo dalla macchina veniamo avvicinati da una ragazza alla quale, scambiandola per personale facente parte del lodge, chiediamo informazioni. Il nostro errore è stato probabilmente di non andare alla reception, ma di esserci fidati di questa persona che si è subito offerta come traduttrice. Non appena iniziamo a parlare con lei compare una donna Himba con un bimbo in braccio. La ragazza si prodiga in una spiegazione alquanto confusa facendoci capire che se si vuole fotografare all’interno del villaggio occorre pagare. Chiediamo più volte quanto e capiamo che con 300 NAD avremmo potuto entrare e fotografare cosa e chi volevamo. Scattiamo alcune foto alla donna con il bimbo e qualche dubbio ci viene quando, prima di entrare, la donna vuole i soldi. Glieli diamo, ma poi scompare. Appena giunti all’interno tra le persone con abiti tipici la traduttrice ci dice che per altre foto avremmo dovuto ripagare. Ci chiedono 300 NAD per ogni persona fotografata! A quel punto le diciamo che non è stata chiara e che non intendiamo pagare altro. Le persone del villaggio non ci sembrano particolarmente cordiali e fatto un giro veloce, naturalmente senza nessuna spiegazione su abitudini e modalità di vita, decidiamo di uscire. La traduttrice ci chiede altri 100 NAD per lei (che non le diamo) e andiamo via parecchio infastiditi.
Avevamo evitato tutti gli Himba incontrati sulla strada che ci invitavano a fermarci a grandi gesti ritenendoli troppo turistici, pur consapevoli che non avremmo trovato troppa autenticità, rimaniamo delusi e anche un po’ arrabbiati per la nostra ingenuità. Scopriremo che nel nostro lodge organizzano escursioni per 200 NAD a persona con guida che ti accompagna facendo da intermediario. Non abbiamo voglia di approfondire come sia il discorso fotografie in queste escursioni e decidiamo di proseguire il nostro viaggio evitando altre possibili fregature.
Ci rechiamo alla Otjitotongwe Cheettah Guestfarm, fattoria che accoglie e cura i ghepardi feriti o che non possono stare in libertà. Se non fosse che abbiamo notizie di questo posto da persone attendibili, la avremmo giudicata una trappola per turisti. Per 400 NAD a testa alle 16 entriamo, ci fanno accarezzare i due ghepardi addomesticati e ci fanno assistere al loro pasto. Andiamo via comunque un po’ perplessi e consapevoli di aver fatto una cosa rara, ma un po’ contro natura, fidandoci della serietà del posto di cui ci hanno parlato ma non pienamente convinti.
Raggiungiamo la nostra sistemazione Oppi Koppi Rest Camp davvero carina.
Ci accoglie una stanza grande con cucina e bella terrazza sul retro. Nel giardino fa bella mostra uno struzzo enorme che appena ci vede si prodiga in bizzarre danze, sicuramente legate, anche se non capiamo bene in che modo, alla nostra presenza.
Cena 25 € in due, mangiamo gamberi e salmone giusto per variare un po’. La particolarità del posto è anche la presenza di un istrice, che alla sera, viene a mangiare gli avanzi della cena, messi appositamente in una zona dietro la piscina. Riusciamo a vederlo più volte ed è davvero bellissimo con i suoi lunghissimi aculei.
Venerdì 16 Settembre: Halali Etosha (335 Km)
Percorriamo circa 70 Km che ci separano da una delle entrate del Parco Etosha (entrata ovest Galton Gate). Le entrate in tutto sono quattro collocate in diverse posizioni del parco per cui è utile studiarsi un itinerario, vista la vastità del luogo, e decidere quale ingresso utilizzare. Occorre tenere presente che da Galton Gate l’ingresso è consentito solo sino al primo pomeriggio, a meno che la destinazione non sia il Dolomite Camp che è il più vicino. Entrando più tardi, sarebbe infatti impossibile raggiungere per tempo destinazioni diverse, perché troppo lontane. Da considerare anche che i lodge hanno orari di chiusura del cancello di ingresso (dal tramonto all’alba), nel nostro caso poco prima delle 19, per cui occorre calcolare bene i tempi per gli spostamenti. L’ingresso in Etosha, costa 350 NAD al giorno e sono considerate 24 h dal momento dell’entrata con una tolleranza di due ore per l’uscita. Compriamo la cartina a 150 NAD un po’ stupiti del costo visto che al nostro lodge (Oppi Koppi) costava 80 NAD. L’acquisto della mappa è abbastanza indispensabile. Vi sono indicate tutte le pozze naturali ed artificiali da raggiungere con strade che partono da quella principale che attraversa il parco. Tutto il parco si può girare in autonomia, basta seguire le strade segnate, non scendere dalla macchina se non nelle aree dove ci sono le toilette ( per la maggior parte in pessimo stato) e le aree picnic. Ci fermiamo a diverse pozze, alcune davvero molto belle, offrono spettacoli con tantissimi animali insieme: elefanti, giraffe, zebre, springbok. Divertente cercare i nomi di animali meno conosciuti guardando le foto riportate sulla mappa. Purtroppo le condizioni della strada in certi punti sono pessime (non così terribili in altre zone del parco) e dobbiamo rallentare parecchio per non fare danni. Superato Okaukuejo, dove dormiremo domani sera, percorriamo senza fermarci i 70 km che ci separano da Halali, la nostra meta finale, che raggiungiamo intorno alle 18.
La stanza è grande e immersa nel verde, per questo forse richiede un po’ di tolleranza per alcuni ospiti. Noi, ad esempio, trascorriamo la notte in compagnia di un bel ragno di dimensioni notevoli.
Dormire dentro il parco permette di vedere le pozze illuminate di notte ed entrambe le nostre destinazioni offrono spettacoli meravigliosi. Prima di cena rimaniamo per tantissimo tempo ad ammirare un folto gruppo di elefanti che si immergono. Torniamo anche dopo cena trovando i rinoceronti, visibili frequentemente in questa zona, che interagiscono in modo divertente con alcune iene.
Il ristorante non offre tantissima scelta, ma la cena è discreta (33 € in due). Dopo aver visto i prezzi accettabili dei game drive tentiamo di prenotarne uno per il mattino successivo, ma non riusciamo perché alle 19 (al tramonto) chiude la reception e non è più possibile farlo. Se vi interessa, quindi, meglio prenotare appena arrivate.
Sabato 17 Settembre: Halali – Namutoni – Okaukuejo (Km 274)
Riprendiamo l’esplorazione del parco in autonomia, muovendoci al mattino presto in direzione Namutoni. La nostra alzata all’ alba viene premiata dalla vista di due leoni che bevono ad una pozza e poco dopo, da due ghepardi che si spostano nell’erba.
Oltre ai tantissimi animali vediamo anche un avvoltoio su un ramo mentre si nutre con un interiora di qualche animale. Raggiunto Namutoni torniamo indietro in direzione Okaukuejo, fermandoci a vedere alcune pozze e arrivando alla nostra sistemazione verso le 15.30.
La stanza lascia un po’ a desiderare, abbastanza trascurata con wc non perfettamente funzionante e doccia senza neanche una tenda per evitare l’allagamento sicuro. Entrambe le nostre sistemazioni nel parco Etosha sono gestite dal N.W.R. (Namibia Wildlife Resort), ente statale che gestisce diverse sistemazioni e ahimè si nota la differenza rispetto alle sistemazioni private. Il rapporto qualità prezzo, qui è scarso anche se niente di inaccettabile, soprattutto perché si è immersi in una natura meravigliosa che fa sopportare qualche piccolo disagio. Il ristorante offre ancora meno scelta di quello di ieri (cena 700 NAD con 2 cocktail).
In compenso anche questa pozza è molto bella. Ci troviamo elefanti, rinoceronti e giraffe che ci permettono di fare splendide foto, soprattutto al tramonto, quando è ben visibile il riflesso degli animali sull’acqua.
Domenica 18 Settembre: Waterberg (km 316)
Questa mattina facciamo un game drive con le guide del parco (650 NAD a persona). Il giro parte alle 6.30 e dura circa 3 ore. A parte un ghepardo con due cuccioli che lo seguono, visti un po’ da lontano, non vediamo niente di speciale né tantomeno i sospirati leoni. Confidavamo nella vista acuta delle guide e della loro conoscenza dei luoghi, ma chiaramente qualsiasi game drive è legato alla fortuna e al trovarsi nel posto giusto al momento giusto.
Subito dopo colazione ci mettiamo alla guida per raggiungere il Waterberg Camp, anche questo gestito da NWR. Il paesaggio cambia nuovamente e ritroviamo la terra rossa e le strade di sabbia. Per accedere alla sistemazione occorre pagare l’ingresso al parco (350 NAD in due). Dormiremo in una casetta con una bella vista sulle montagne, che al tramonto si tingono di splendidi colori. La zona è abitata da babbuini e si viene allertati sulla necessità di tenere chiuse porte e finestre delle abitazioni, per evitare l’ingresso di questi animali. La stanza ha anche un angolo cucina e volendo all’ingresso c’è un negozio non fornitissimo che vende alcuni generi alimentari. Alle 15 è possibile fare l’escursione a pagamento sul plateau per vedere le antilopi nere, ma noi arriviamo poco dopo per cui ci addentriamo nei sentieri indicati come percorribili a piedi in autonomia. Purtroppo i sentieri non sono ben segnalati, per cui dopo aver percorso circa un’ora di strada dobbiamo tornare indietro al punto di partenza. Sconsigliamo, quindi, la nostra scelta. Vicino al ristorante è presente una piscina con alcuni buffi facoceri che zampettano indisturbati tra i turisti.
Lunedì 19 Settembre: Okahandja – Windoek – NaanKuse (km 285)
Oggi è il giorno della consegna della nostra macchina. Sulla strada facciamo una breve deviazione per il mercato di Okahandja. Si tratta di una serie di baracchette che non vendono nulla di originale, ma rimaniamo colpiti dalla gentilezza dei venditori, sorridenti e per nulla insistenti. Un simpatico ragazzo, che riesce anche a parlare qualche parola di italiano, ci segnala il nostro zaino aperto e ci mette in guardia da un gruppo di persone che all’entrata ci aveva chiesto parecchi soldi per fare la guardia alla macchina. Anche la richiesta cortese di fare foto alle persone viene accettata con un sorriso. Ringraziamo dell’accoglienza, lasciando un po’ di cibo che avevamo con noi, ad una famiglia con diversi bambini. Purtroppo non abbiamo più con noi vestiti da regalare, ma qualcuno, cautamente, ci chiede scarpe e magliette, per cui se doveste passare da questa zona e avete vestiario da lasciare, sarà ben gradito.
Raggiunto l’autonoleggio verso le 12.30, lasciamo con una veloce procedura, la nostra fantastica macchina non senza qualche lacrimuccia.
Per la nostra ultima notte abbiamo deciso di non fermarci a Windhoek, ma di farci accompagnare a Naankuse a circa 45 minuti di strada. Si tratta di un resort inserito in un santuario per il recupero di animali feriti, orfani e che per varie ragioni non possono più stare liberi in natura. La stanza è meravigliosa, con doccia e lavandino a vista e arredata in modo particolare. Sul retro una bella terrazza permette di godersi la vastità dello spazio della riserva. Nel pomeriggio facciamo una delle esperienze più belle di tutta la vacanza partecipando all’escursione “Full carnivore tour” (780 NAD a persona). La guida ci accompagna a vedere alcuni animali ospiti del santuario e ci spiega tantissime cose sia sul motivo del loro essere lì, sia sulle loro abitudini. Molti di questi animali non possono tornare in libertà, perché condizionati dall’uomo non potrebbero sopravvivere. Ci racconta, ad esempio, che alcuni provengono da case di privati che tentando di addomesticare questi animali, si sono poi trovati in difficoltà. Altri sono stati accolti come cuccioli, orfani di genitori uccisi per qualche motivo. È vero che gli animali sono all’interno di recinti, ma hanno spazi immensi per muoversi e viste le loro storie, non sarebbero sopravvissuti altrimenti. Visitiamo così i babbuini, i leopardi, i buffi licaoni che si muovono in gruppo facendo particolarissimi versi, gli inquietanti caracal, il leone che si avventa contro il recinto verso di noi, mostrandoci che gli istinti animali non sono affatto scomparsi e i ghepardi. La guida li chiama per nome, ad alcuni porta da mangiare. È possibile avvicinarsi per fare foto, stando attenti a non superare un certo limite ben segnalato, da un filo elettrificato. Consigliamo vivamente questa escursione, che offre l’opportunità di capire meglio il significato dei progetti che vengono portati avanti e la loro politica. In questo luogo non viene permesso di accarezzare gli animali nè di scattare foto con loro, il che ci pare una garanzia sulla serietà del posto.
Cena eccellente compresa nel pacchetto.
Martedì 20 Settembre: volo per Milano
Essendo, ahimè, oggi arrivato il giorno del nostro rientro, alle 9.30 usufruiamo del transfert prenotato con il resort verso l’aeroporto (30 minuti circa). Il nostro volo Qatar parte alle 1230 per arrivare, dopo scalo a Doha, a Milano Malpensa il giorno dopo alle ore 7.
Informazioni pratiche
Costi: per il nostro budget abituale questo è stato un viaggio parecchio più caro del solito che abbiamo voluto regalarci dopo un po’ di anni di fermo forzato.
Il costo totale a persona è stato di 4630 € a persona.
La maggior parte delle sistemazioni scelte erano davvero particolari, ma volendo risparmiare un po’, anche i campi tendati, perlomeno quelli visti da noi, sono più che dignitosi. Soluzione molto diffusa e che non ci siamo sentiti di scegliere pentendocene un po’, è la tenda montata sopra la macchina. I campeggi sono ben attrezzati con grandi piazzole e parecchi servizi a disposizione. Noi siamo stati un po’ scoraggiati dal timore di basse temperature notturne, ma in alcuni posti non avremmo avuto particolari problemi.
Il volo è stato acquistato autonomamente da noi al costo di 700 € a testa.
Il pacchetto concordato con l’agenzia (2885 € a testa) comprendeva tutti i pernottamenti con colazione, 5 cene e un pranzo, il noleggio della macchina con tutte le assicurazioni con franchigia zero e la seconda ruota di scorta, il trasferimento dall’aeroporto all’autonoleggio all’arrivo e dall’autonoleggio a Naankuse l’ultimo giorno, l’escursione a Sandwich Harbour che ci siamo fatti prenotare scegliendo noi il tour operator.
537 € sono stati spesi per il gasolio per un totale di 406 l. Al momento del nostro viaggio il costo del gasolio si aggirava intorno ai 22/22,5 NAD per litro. Abbiamo quindi stimato che il consumo della macchina si è aggirato intorno agli 11 km per litro.
Gli ingressi dei parchi statali costano tutti 350 NAD al giorno per 2 persone e un veicolo (Fish River Canyon, Naukluft Park, Cape Cross, Etosha, Waterberg Park). Altri posti non gestiti dallo stato hanno costi diversi, ma comunque contenuti (250 NAD a testa Foresta pietrificata; 200 NAD a testa Kokerboom forest).
Cibo: le colazioni negli alberghi sono molto abbondanti e permettono di arrivare a sera facendo solo veloci spuntini. In prevalenza troverete scelte salate (uova, formaggi, salumi, salsiccia), ma pane, marmellata e yogurt sono sempre presenti per chi preferisce un’alternativa dolce. Non è diffusa l’abitudine di brioche o torte al mattino, ma in alcuni casi erano disponibili i pancake.
Pranzi: noi ci siamo arrangiati con qualche cracker e carne secca comprata al supermercato ad inizio viaggio. Volendo è possibile chiedere la sera in albergo, la preparazione di un lunch box. Lungo la strada non si trova molto, capita a volte di percorrere moltissimi km senza incontrare nessun posto per acquistare cibo o acqua. È buona norma avere sempre con sé, per ogni evenienza, una scorta di almeno cinque litri di acqua. Noi abbiamo acquistato bottiglie piccole ed alcune confezioni da 5 litri (1,5/2 €).
Cene: tranne che a Swakopmund, abbiamo sempre cenato nei lodge prenotando la cena al momento del nostro arrivo. Le cene, alcune a buffet altre alla carta, si aggirano tra i 15 e i 25 € a persona. Il piatto centrale è generalmente costituito da ottima carne con contorno di riso o verdura. In alcuni casi, la carta offre anche la possibilità di zuppe e dessert. I prezzi delle bevande sono estremamente contenuti (una birra 1,5/ 2 € e anche il vino ha costi più che accettabili).
In molte delle sistemazioni incontrate si ha la possibilità di cucinare. Si trovano supermercati più forniti a Windhoek e Swakopmund e altri meno forniti nelle poche cittadine che si incontrano. Spesso davanti alle sistemazioni è presente un braciere per cuocere la carne, e la legna si può comprare nei lodge stessi.
Auto, guida e strade: era la nostra preoccupazione maggiore prima della partenza, al punto che, avevamo pensato di farci fare anche un preventivo con autista. Sarebbe stato davvero un errore, perché la guida è stata per la maggior parte dei percorsi, la parte più bella del viaggio. Abbiamo richiesto di avere due ruote di scorta, per essere più tranquilli, in quanto pare che sia alta la possibilità di forare. Le strade asfaltate sono state una minima parte (forse il 10% dei nostri 4500 km) . Tra le strade sterrate, alcune sono ben tenute altre richiedono moltissima prudenza. Occorre tenersi larghi con i tempi dei trasferimenti (non basarsi mai sui tempi di Google Maps, ma aumentarli di un bel po’). Non si guida mai con il buio e va tenuto conto che a Settembre il sole tramonta alle 19. Il navigatore che ci è stato fornito dall’autonoleggio ci è servito a poco, spesso ci indicava strade molto lunghe. Per spostarci abbiamo utilizzato la mappa che ci è stata fornita, ma soprattutto le mappe di Google off line, che avevamo scaricato prima di partire. Le strade sono comunque ben indicate : buona la segnaletica orizzontale e verticale. Occorre fare attenzione al livello del carburante poiché i distributori non si incontrano ad ogni angolo, ma basta fare il pieno non appena si incontra un distributore e si eviteranno spiacevoli problemi. I Km totali percorsi sono stati 4553. Consigliamo di non risparmiare sull’auto, occorre una macchina robusta, alta da terra ed anche se le quattro ruote motrici le abbiamo messe pochissimo, la trazione integrale da sicurezza. La nostra auto aveva nel cassone un frigo a 12 volt, che ci ha permesso di avere sempre bevande fresche, chiedetelo al momento del contratto.
- Elettricità: serve l’adattatore (quello con tre rebbi rotondi come in Sudafrica) per far funzionare gli apparecchi elettrici ed il voltaggio è identico al nostro.
- Fuso orario: stessa ora italiana al momento del nostro viaggio.
- Moneta: la moneta locale è il Dollaro Namibiano, che viene cambiato uguale al Rand Sudafricano (ZAR). Durante il nostro soggiorno 1 € era pari circa a 17 NAD). Circolano anche Rand sudafricani ritenuti interscambiabili. Fate però attenzione ad utilizzare i Rand prima della partenza, perché all’aeroporto faranno difficoltà a cambiarli in euro. Utile avere del denaro contante perché molti posti non accettano carte.
- Clima: Settembre è un ottimo mese per il clima. Abbiamo spesso incontrato una notevole escursione termica tra il giorno e la notte, freddo a Swakopmund, soprattutto di sera, molto caldo in alcuni posti, ma sempre sopportabile perché secco. Non abbiamo visto una zanzara, proprio perché siamo nella stagione secca.
- Lingua: la lingua ufficiale è l’inglese che viene parlato da tutti.
Indirizzi utili
- Agenzia: New Earth Tours. Contatto Norelle Emeryl Louw info@newearthtours.net
- Per escursioni nella zona dell’Hoanib River (Sesfontein): Lapox awiseblapox7@gmail.com Whatsapp: +264 814823399.
- Turnstone Tours (per Sandwiche Harbour) : +264 64 403123 Cell: +264 81 1292331 bookings@turnstone-tours.com turn@iafrica.com.na
Concludendo, questo è stato per noi uno splendido viaggio. Ci sentiamo di dire che forse non è un viaggio per tutti. Occorre amare la natura, essere interessati ai paesaggi, non farsi spaventare dalle molte ore di guida (che per noi non sono state pesanti), non farsi prendere dalla solitudine se, per moltissimi km, non si incontra una macchina, ma riuscire a godersi i colori, i tramonti, il silenzio e le avventure che di giorno in giorno si susseguono percorrendo questo meraviglioso itinerario.
Per organizzare il nostro viaggio in Namibia abbiamo utilizzato i servizi dell’agenzia locale New Earth Tours con la quale è stato possibile personalizzare l’itinerario modificando, rispetto alla loro proposta iniziale, sia alcune mete sia le destinazioni prescelte secondo i nostri interessi e le nostre richieste. Norelle è stata la nostra interlocutrice nei mesi precedenti alla partenza, mostrandosi sempre disponibile a rispondere alle nostre mille domande e all’accoglienza nell’ufficio dell’agenzia Rental Car (Namibia 2 Go) a Windhoek, dove ci ha aiutato a mettere a punto gli ultimi dettagli.
Il volo è stato acquistato autonomamente da noi alcuni mesi prima, al prezzo di 700 € a persona (a/r). Volo Qatar con partenza il 2 Settembre da Milano alle 16.15, scalo a Doha e arrivo a Windhoek alle 10.00 circa del giorno successivo. Se volete utilizzare il primo giorno già per uno spostamento, dal momento che la capitale non pare offrire nulla di particolarmente interessante da visitare, consigliamo di cercare un volo con arrivo in mattinata il prima possibile, altrimenti, tra il ritiro dell’auto e pratiche annesse, diventerebbe troppo tardi per spostarsi.