Albania, la perla dell’Adriatico è la meta di mare (e storia) che non ti aspetti
Quest’anno finalmente stiamo riuscendo a recuperare i viaggi perduti da due anni a questa parte. Abbiamo scelto due mete che solitamente non si abbinano tra loro, ma a noi che ci importa!
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Diario di viaggio in Albania
Lunedì 6 giugno
Preparati armi e bagagli, abbiamo scelto di partire per tempo per arrivare in aeroporto a Bologna, ma ovviamente appena entrati in autostrada, già a Imola, fila chilometrica. Così, usciti dall’autostrada, abbiamo percorso la San Vitale fino in aeroporto. Abbiamo lasciato la nostra auto nel parcheggio Park to Air. Tramite la navetta siamo arrivati in aeroporto. Dentro gente ovunque, caos e aria condizionata quasi inesistente. Poco personale a fare check in e ritardo anche per imbarcarci. Saremmo dovuti partire alle 15 per Tirana (222.97 € solo andata per tre con Albawings) ma tra ritardi a terra e ritardi una volta saliti in aereo (ci hanno lasciato più di mezz’ora in aereo con aria condizionata spenta), siamo decollati alle 16,15. Siamo atterrati all’aeroporto di Tirana alle 17,30 circa. Prima di uscire, ci siamo recati al punto Vodafone per comprare una SIM con numero albanese per poter aver internet. Usciti, abbiamo contattato il ragazzo del noleggio auto (Sicily by Car € 659,12 con protezione assicurativa completa e 14 giorni di noleggio), che ci ha portato nel suo ufficio per firmare i documenti del noleggio. Sistemati i nostri bagagli, siamo partiti per Elbasan. Siamo arrivati al nostro primo albergo, Univers Hotel (35.00 €), circa alle 20. La stanza molto bella e confortevole. Ci siamo fatti una doccia e siamo scesi nel ristorante dell’albergo per cenare. Purtroppo il personale parlava solo albanese, però siamo riusciti comunque a capirci e la cena che ci hanno preparato (rotolo di pollo con patate) era ottima!
Martedì 7 giugno
Al mattino, abbiamo iniziato la giornata con omelette e cappuccino. Abbiamo fatto una breve passeggiata per il centro di Elbasan, dove si possono ammirare le antiche mura, e poi ci siamo diretti a Berat. Siamo arrivati in tarda mattinata. Abbiamo lasciato l’auto e i bagagli all’ Hotel Ajka (30 € camera tripla) e ci siamo incamminati a piedi su per il castello. Arrivati in cima alla collina, abbiamo passato le mura e siamo entrati dentro la cittadella. Visto il caldo, ci siamo concessi un gelato e una bibita fresca all’ombra di alcuni alberi. Abbiamo passeggiato tra le vie ammirando il paesaggio dall’alto. Abbiamo potuto vedere anche alcune rovine di antiche moschee e chiese ortodosse. Siamo scesi poi verso la città vecchia.
Ci sono tantissime viuzze tra le antiche case ottomane, ma le stavano ricostruendo e quindi non abbiamo potuto vedere molto. Berat è una bella città, ma non è valorizzata come meriterebbe. Siamo arrivati alla via pedonale che costeggia il fiume e ci siamo fermati in un bar per rinfrescarci. Rientrati in albergo, ci siamo lavati e profumati e siamo usciti per cena. Su consiglio della ragazza della reception, siamo andati al ristorante Wildor. La cena è stata veramente buona. Dopo cena, abbiamo fatto una passeggiata per la via pedonale e siamo rientrati in albergo per la notte.
Mercoledì 8 giugno
Abbiamo fatto colazione sulla terrazza panoramica dell’albergo e poi ci siamo diretti al Parco Nazionale Divjake-Karavasta. Questo parco lagunare è uno dei più estesi nell’adriatico. Ci siamo fermati al centro visitatori per prendere una mappa del parco. Qui c’è una torre dalla cui cima si ha un’ottima visuale di quasi tutto il parco. Come prima cosa abbiamo voluto vedere la piccola laguna che è a pochi passi dal centro visitatori. Qui regna pace e silenzio. Abbiamo poi imboccato un sentiero che dapprima passa sopra una passerella soprelevata e poi entra dentro una pineta dove volano una miriade di farfalle colorate. Proseguendo si arriva dentro alla laguna e il sentiero si restringe e l’acqua è da entrambe le parti. Superato un ponte che sta su per miracolo, siamo arrivati davanti all’isola dei Pellicani. Se si ha la fortuna si possono avvistare i pellicani ricci (in via di estinzione). Noi abbiamo visto altri uccelli, ma i pellicani purtroppo no. Con il sole di mezzogiorno, siamo tornati alla nostra auto. Abbiamo proseguito per la strada, ma ad un certo punto la strada finiva e diventava una pista di sabbia che proseguiva costeggiando il mare. Noi abbiamo preferito fermarci (non volevamo rimanere insabbiati) e ci siamo bevuti una bibita fresca all’ombra degli alberi.
Proseguendo verso Apollonia, abbiamo trovato alcune nuvole di pioggia. Arrivati al sito archeologico, è sbucato di nuovo il sole. Il sito Archeologico di Apollonia è di epoca greca ed è uno dei più importanti in tutta l’Albania. Da vedere la chiesa greco ortodossa, il museo che contiene oggetti e statue trovate, mentre sulle colline circostanti ci sono resti di templi, la necropoli, il teatro e una vista sulla campagna circostante. Ci siamo poi spostati a Fier, al Comfort Hotel (57€ camera tripla) dove i proprietari, marito e moglie, molto gentili ci hanno accolto parlando un ottimo italiano. La nostra stanza davvero bella e lussuosa. Per cena, ci siamo incamminati verso il centro e abbiamo deciso di fermarci a Vila Tupi.
La proprietaria ci ha accolto con cordialità e anche lei parlando italiano. La cena è stata davvero ottima e Jorida (la proprietaria) ci ha consigliato molti posti da visitare e ci ha anche detto che ora molti italiani scelgono di venire in Albania per rifarsi i denti, è la nuova patria del turismo dentale. Buono a sapersi!
Giovedì 9 giugno
Al mattino siamo scesi nel bar dell’albergo per la colazione e per 3 euro a testa era un po’ misera (omelette con verdura e un cappuccino senza schiuma). Lasciata Fier, abbiamo imboccato la strada per la costa. Passata Valona, la strada si inerpica su per le montagne. Tornante dopo tornate, siamo arrivati a circa 1000 metri, immersi nelle nuvole. Man mano che scendevamo dalla montagna, si iniziava ad intravedere il mare. Siamo arrivati alla spiaggia di Livadhi nella tarda mattinata. Parcheggiata l’auto, abbiamo scelto di prendere un ombrellone con due lettini al prezzo di 1000 lek. La spiaggia di ciottoli bagnata dal mare azzurro. Purtroppo il cielo si è oscurato ed è venuto un forte acquazzone, ma poi il vento e la pioggia si sono calmati e siamo riusciti a rimanere in spiaggia fino a pomeriggio inoltrato.
Ci siamo poi diretti a Dhermi, all’Imperial Hotel (120 € due notti camera tripla). Ci ha accolto il proprietario gentilissimo e parlando un italiano fluente. Sistemate le nostre cose nella stanza (due camere con bagno e balcone), ci siamo preparati per uscire a cena. Siamo scesi al paese con l’intenzione di mangiare da Luciano (consigliatoci dal proprietario e a detta suo il miglior ristorante di tutta l’Albania), ma il locale era strapieno. Visto che non avevamo voglia di aspettare delle ore, abbiamo optato per il ristorante a fianco, Pirate. Anche se il locale non era pieno, abbiamo aspettato quasi un’ora per mangiare un hot dog, una fettina di pollo e un hamburger mediocri con in sottofondo la musica a palla e orde di ragazzini inglesi che bevevano. Direi pessima scelta! Siamo tornati all’albergo mentre pioveva a dirotto.
Venerdì 10 giugno
Durante la notte c’è stato un forte temporale, ma al mattino un timido sole splendeva in cielo. Abbiamo fatto colazione in balcone e, indossato il costume, ci siamo diretti a Borsh. Arrivati alla spiaggia, il cielo si era di nuovo ricoperto di nuvole. Abbiamo atteso un po’, ma aveva iniziato a sgocciolare, così abbiamo deciso nel frattempo di visitare i resti del castello che sono sulla montagna adiacente il paese. Parcheggiata l’auto, ci siamo incamminati a piedi risalendo la montagna. Quando siamo arrivati alle rovine ci siamo accorti che era da molto che non venivano visitate da qualcuno. Abbiamo goduto della vista del mare e abbiamo visto un’antica moschea, poi ha iniziato a diluviare. Siamo ritornati all’auto un po’ bagnati. Abbiamo deciso di spostarci verso Porto Palermo. Come noi, anche altra gente era lì per vedere il castello di Ali Pasha, visto il tempo incerto. La vista del mare di color turchese è incantevole. A pochi passi dalle spiagge, c’è una zona militare con un tunnel per sottomarini che viene usata ancora oggi; purtroppo non è visitabile, ma si riesce ad intravedere dalla strada soprastante.
Siamo tornati verso Himare e ci siamo fermati per vistare la città vecchia. Strette viuzze che salgono sulla collina e case di pietra color bianco. Ci siamo diretti poi a Dhermi, mentre il sole stava facendo capolino dalle nuvole, così ci siamo fermati in spiaggia, nel bagno del nostro albergo. Ci siamo sistemati nei lettini e mio marito e mio figlio hanno fatto un tuffo in mare. Tempo due ore scarse e si è scatenato un temporale pazzesco. Le strade erano diventate dei veri e propri fiumi. Siamo riusciti a tornare in albergo, anche se fradici. Dopo una bella doccia, siamo usciti per cena e abbiamo scelto di fermarci da Angelos Souvlaki Grills. Abbiamo preso un bel piatto di gyros che era squisito!
Sabato 11 giugno
Al mattino sembrava che le nuvole di pioggia fossero scomparse. Dopo colazione, abbiamo sistemato le valigie in auto e siamo partiti per Ksamil. Dopo circa un’ora e mezza, siamo arrivati a destinazione. Abbiamo scelto di fermarci alla Spiaggia dei Gabbiani per una giornata di completo relax. Abbiamo preso un ombrellone e due lettini e ci siamo goduti la giornata tra bagni in mare e riposo. Per pranzo abbiamo mangiato un’insalata al ristorante sulla spiaggia. Verso metà pomeriggio, il mare ha iniziato ad agitarsi, regalandoci delle onde magnifiche. All’incirca alle 18, siamo saliti dalla spiaggia e abbiamo cercato il nostro albergo per la notte.
Arrivati al Studios Florand Sela (54 € due notti camera tripla), ci ha accolto il proprietario che parlava un mix tra italiano e inglese. La nostra camera molto spaziosa, con angolo cucina e un balcone immenso. Ci siamo preparati per uscire fuori a cena e ci siamo incamminati verso il centro. Abbiamo deciso di cenare al Brother Fish and Meat Tavern. Due signori anziani ci hanno servito degli ottimi piatti a prezzi contenuti. Finito di cenare, ci siamo incamminati sul lungomare e abbiamo passeggiato per un po’ prima di rientrare in stanza.
Domenica 12 giugno
Al mattino, il proprietario dell’albergo, ci ha preparato una colazione con uova fritte e wurstel, the alla menta e cetrioli del suo orto. Abbiamo preso la nostra auto e ci siamo diretti al sito archeologico di Butrinto. Appena entrati davanti a noi la Torre Veneziana in ottimo stato. Proseguendo per il viale alberato siamo arrivati al teatro romano ben conservato. Attraverso un sentiero, si giunge al castello da cui si ha una magnifica vista sul Lago di Butrinto. Per godere appieno delle rovine, ci si impiega quasi tutta la mattinata e anche se caldo ci sono molti alberi dove poter rinfrescarsi all’ombra. Dopo la cultura, ci vuole anche un po’ di relax. Abbiamo cercato una spiaggia nei pressi di Ksamil. La prima che avevamo trovato su Google Maps, era irraggiungibile perché c’era un cantiere davanti, così abbiamo optato per Paradise Beach. Preso ombrellone con due lettini, ci siamo sistemati qui per il resto del giorno. In mare c’erano molte alghe, soprattutto a riva, però la vista del paesaggio, con le montagne in lontananza, merita di essere visto. Verso metà pomeriggio sono sopraggiunte delle nubi che hanno portato un temporale che è durato una mezz’ora. Nel frattempo ci siamo rifugiati in auto, aspettando che smettesse. Uscito il sole, siamo tornati in spiaggia fino alle 18.
Ritornati in albergo, ci siamo preparati per la cena. Come la sera prima, abbiamo raggiunto il centro a piedi e ci siamo fermati al Fast Food Beshiru. Abbiamo scelto di prendere un piatto unico di carne mista alla griglia con patate, pomodori, cipolla e pita per tutti e tre. Davvero buono e sostanzioso. Ci siamo incamminati verso la strada del lungomare e dato che c’erano gli autoscontri, abbiamo fatto fare un giro a nostro figlio. Poi abbiamo proseguito la nostra passeggiata nella strada pedonale che costeggia il mare, mentre il sole piano piano tramontava, per poi rientrare in stanza per un meritato riposo.
Lunedì 13 giugno
Al mattino, il proprietario ci ha stupito con un’altra colazione; questa volta un panino farcito con pomodori, prosciutto e formaggio. Squisito! Caricate le valige in auto, siamo partiti in direzione dell’Occhio blu (meta molto turistica. Arrivati, abbiamo parcheggiato l’auto e seguendo una strada asfaltata che costeggia il fiume, dopo circa 2 km, si arriva alla sorgente dell’Occhio Blu. Tutt’attorno si è circondati da farfalle dai molteplici colori e libellule di un blu elettrico. Questa sorgente carsica dall’alto ha la forma di un occhio. Si stima che sia profonda almeno 50 metri, ma nessuno ha mai raggiunto il fondo. È vietata la balneazione, ma abbiamo visto una coppia di turisti tedeschi che si sono buttati dalla piattaforma panoramica. Risaliti in auto, abbiamo preso indicazioni per Gjirokaster. Arrivati al paese, abbiamo seguito le indicazione del navigatore, ma ben presto abbiamo scoperto che ci portava in vie senza uscita. Intrappolati nel dedalo di stradine che si inerpicavano su per la montagna, abbiamo chiesto aiuto alla proprietaria dell’albergo per riuscire a trovare la strada giusta per raggiungerla.
Finalmente, siamo riusciti ad arrivare al Stone Rooms 1850 (35 € camera tripla). La camera a noi riservata era bellissima. Parete in pietra e vista sulla città sottostante. Sistemati i bagagli, ci siamo incamminati verso il castello. Alcune zone sono in ristrutturazione, però è il punto panoramico perfetto per vedere tutta la città. Siamo scesi verso il centro e ci siamo trovati nel centro storico dove cinque strade si congiungono e formano il centro del paese. Queste strade sono piene di negozi di souvenirs, ristoranti e bar. Proseguendo per una di queste strade, si arriva alla piazza principale, che però era chiusa per lavori.
Ci siamo rinfrescati con una bibita fresca, poi abbiamo deciso di visitare Casa Skenduli, la più antica casa-torre della città. Oggi restaurata è tornata agli splendori del 1700. Una ragazza molto gentile ci ha accolto e ci ha spiegato, stanza per stanza, gli usi e i costumi dell’epoca. La casa è arredata con oggetti dell’epoca e sembra di fare un tuffo nel passato. Dopo questa visita interessante, siamo tornati in centro per un po’ di shopping. Rientrati in albergo, ci siamo fatti una doccia e siamo usciti nuovamente per cenare. Ci siamo fermati alla Taverna Tradicionale. Il proprietario, un ragazzo giovane, ci ha accolto con gentilezza ed entusiasmo. Subito ci ha offerto un liquore poco alcolico a base di amarene (buonissimo), poi ci ha consigliato su cosa ordinare. Cena superlativa! Per finire ci ha offerto un raki (liquore tipico albanese) e una fetta di torta. Finita la cena, la cuoca (la mamma del proprietario) ha voluto fare una foto insieme con nostro figlio e anche una con noi e in più ha regalato una fetta di torta a nostro figlio e gli ha riempito le tasche di caramelle! Persone davvero squisite e un’ospitalità da 110 e lode!
Martedì 14 giugno
Al mattino la proprietaria ci ha deliziato con una ricca e ottima colazione sulla terrazza con vista montagne. Saliti in auto, abbiamo fatto mente locale per trovare la strada giusta per uscire dal paese. Finalmente abbiamo imboccato la strada per Korce. Questa strada panoramica, che a tratti affianca il fiume, passa attraverso le montagne (alcune ancora con le cime innevate). Lungo il percorso abbiamo attraversato dei piccoli villaggi e anche dei pascoli con pecore e capre. Il primo tratto è stato asfaltato di recente, mentre ci sono alcune pezzi dove l’asfalto è deteriorato e ci sono crateri enormi nella strada. Abbiamo attraversato anche dei fitti boschi dove l’aria era frizzante e dopo numerose curve (forse troppe), eravamo circa a mezz’ora dall’arrivo, nostro figlio ha vomitato in auto…ripulito il tutto (più o meno), siamo arrivati a Korce.
Il nostro albergo, Hotel Kristal (25€ camera tripla), è ubicato sulla collina da cui si vede tutta la città. Arrivati davanti, siamo rimasti interdetti perché c’erano dei giochi per bimbi rotti e arrugginiti e anche la facciata esterna dell’albergo era decadente (nelle foto di booking.com non era così l’esterno). Entrati nella hall, è arrivata una ragazza alla reception che non parlava inglese, così ha chiamato un’altra ragazza che sapeva due parole in più. Ci hanno fatto scegliere tra due stanze (queste erano molto meglio rispetto a tutta la struttura) e scelta una delle due, la ragazza ci voleva far pagare 40 € anziché 25 €. Con la prenotazione in mano le abbiamo fatto vedere il prezzo e lei ha detto che andava bene. Siamo riusciti poi a sistemarci e abbiamo deciso di andare a vedere il paese. Abbiamo parcheggiato l’auto vicino al bazar e ci siamo incamminati a piedi. Questa zona è stata riqualificata da poco, però quasi tutti i negozi erano chiusi, era aperto solo qualche bar, anche la moschea e la torre dell’orologio adiacenti erano chiuse.
Visto ciò, ci siamo spostati alla birreria Korca, dove producono l’omonima birra. Eravamo curiosi di visitare la fabbrica, ma anche questa chiusa. Così abbiamo deciso di prendere una birra (0.70 € una birra da 0.40 l) e delle patatine. Siamo ritornati al nostro “bellissimo” albergo per una doccia e per cena siamo tornati alla birreria visto che era poco distante.
Mercoledì 15 giugno
Al mattino siamo scesi per fare colazione. Una delle due ragazze ci ha portato la solita omelette e abbiamo anche dovuto chiedere per avere un caffè. Arrivato il momento di pagare, ho usato la carta di credito. Quando è uscito lo scontrino dal POS era tutto bianco. Le due ragazze (molto esperte) credevano che il pagamento non fosse andato a buon fine ed erano già pronte a ritentare, per fortuna sono riuscita ad accedere all’app della mia banca e fargli vedere che il pagamento era stato eseguito e che il problema era del loro POS, forse semplicemente non c’era inchiostro! Lasciatoci l’albergo alle spalle, abbiamo fatto rotta verso Pogradec.
A metà mattinata siamo arrivato al Garden Villa Boutique Hotel (43€ camera tripla), un vero albergo. Mentre aspettavamo che la stanza fosse pronta, abbiamo preso un cappuccino e ce lo siamo gustato nel giardino dell’albergo. Abbiamo lasciato le nostre valige in stanza, una bellissima stanza, e ci siamo incamminati a piedi sul lungo lago. Ci siamo fermati in una spiaggia e per 400 lek abbiamo preso un ombrellone e due lettini. L’acqua del lago era fresca e c’erano tanti pesciolini che venivano a mangiare la pelle morta dei piedi, alcuni erano anche un po’ insistenti! Ci siamo rilassati guardando il lago attorniato dalle montagne. Verso sera, abbiamo fatto ritorno in albergo per farci la doccia. Usciti per cena, la strada pedonale era piena di gente che passeggiava.
Abbiamo scelto di cenare al Restorant Pocerina. Cena buona e gustosa e personale gentile. Mentre stavamo tornando indietro, si è scatenato un acquazzone. Abbiamo aspettato che si calmasse un po’ e poi siamo corsi verso l’albergo. Siamo arrivati che eravamo un po’ zuppi!
Giovedì 16 giugno
Al mattino abbiamo fatto un’abbondante colazione in giardino composta da: uova e bacon, pancakes e un ottimo cappuccino. Con la pancia piena, siamo partiti per Scutari. Dopo poco che eravamo in viaggio, mio marito ha sorpassato un camion perché perdeva sassi però la linea era continua, dietro alla curva c’era la polizia che ha visto tutto. Abbiamo cercato di spiegare, ma ci ha fatto comunque una multa di 900 lek (era 1000 lek se non pagavamo subito). Un po’ amareggiati, abbiamo ripreso la strada. Abbiamo incontrato molto traffico e siamo riusciti finalmente ad arrivare a Scutari nel primo pomeriggio. Parcheggiata l’auto all’Hotel Shkodra L (36€ camera tripla), la proprietaria Linda, ci ha fatto vedere la nostra stanza (stanza grande con anche angolo cottura) dove abbiamo sistemato le nostre cose.
Ci siamo incamminati verso il centro e per prima cosa abbiamo voluto vedere il Museo dei Crimini del Comunismo. In questo museo si ripercorre la storia del regime comunista che in Albania c’è stato dalla fine degli anni ‘40 fino agli anni ‘90. Ci sono filmati, testimonianze, oggetti e anche le celle (perfettamente conservate), dove venivano tenuti prigionieri le persone che erano contro il regime. Si può visitare anche la stanza degli interrogatori. Merita di essere visto perché si tratta di storia recente e molto vicina a noi. Ripresa l’auto, siamo andati a vedere la Moschea di Piombo. Questa moschea è priva di minareto ed è stata la prima in tutta l’Albania ad essere riaperta dopo la caduta del regime.
Di fronte alla moschea si trova il Castello Rozafa che controlla dall’alto della collina tutta la città. Al suo interno si trovano dei resti di una chiesa e si ha la vista a 360 ° su tutto il territorio circostante. Per ultimo, abbiamo voluto vedere il Ponte di Mezzo o Ponte di Mes. Questo ponte in pietra è stato costruito nel 1700 ed è uno dei ponti più lunghi dei Balcani. Purtroppo il fiume sottostante era secco e quindi ha perso un po’ di magia. Rientrati in stanza, ci siamo preparati per la cena. Abbiamo raggiunto a piedi l’area pedonale e ci siamo fermati al ristorante Sofra Shkodrane. Ho voluto assaggiare delle polpette vegetariane e sono rimasta piacevolmente colpita. Squisite! Dopo cena, abbiamo fatto una lunga passeggiata per poi rientrare in albergo per la notte.
Venerdì 17 giugno
Al mattino, la signora Linda ci ha portato in stanza una super colazione! Sistemate le valigie in auto e salutato con affetto la signora Linda, siamo partiti per Kruje. Arrivati nei pressi del castello, abbiamo parcheggiato l’auto e proseguito a piedi. Passate le mura del castello, al suo interno c’è un museo dedicato all’eroe nazionale Skanderberg (non abbiamo visitato), un museo etnografico (chiuso per lavori) e la Tekke Dollma, la quale avrei tanto voluto vedere, ma anche questa chiusa per lavori di restauro. Anche la torre che domina la collina era tutta puntellata e impossibile da visitare al suo interno. Scendendo dal castello, ci siamo fermati al vecchio bazar, ancora oggi attivo, dove abbiamo comprato alcuni oggetti. Ripresa l’auto, ci siamo spostati verso Tirana. Abbiamo incontrato traffico caotico e gente che guidava senza regole. Siamo riusciti ad uscirne indenni e siamo arrivati al museo Bunkart 1. Questo immenso bunker antiatomico di 106 stanze, fu fatto costruire dal dittatore Enver Hoxha. Al suo interno viene ripercorsa la storia durante la dittatura attraverso foto, video e oggetti. Disposto su vari livelli, è davvero immenso! Ci abbiamo impiegato quasi 3 ore per vederlo, ma è davvero molto interessante. Usciti dal bunker, abbiamo cercato il nostro albergo, Hotel Areela (106 € camera tripla per due notti). Abbiamo faticato a riconoscerlo perché l’entrata era coperta da una grande magnolia. Sistemati i bagagli e rinfrescati, ci siamo incamminati verso la piazza Skanderberg.
Volevamo ammirare il famoso mosaico che abbellisce la facciata del Museo Storico Nazionale, ma era coperto perché lo stanno restaurando. Ad un lato della piazza si trova la statua dell’eroe nazionale e a pochi passi sorge la Moschea Et’ Hembey. Abbiamo voluto visitarla al suo interno e, anche se piccola, è molto bella. Passeggiando poi lungo le vie, siamo arrivati fino alla famosa Piramide. Ora è tutta transennata perché c’è un progetto di riqualificazione che dovrebbe ridare vita a questo edificio. Un po’ per tutta la città ci sono cantieri e molti grattacieli che stanno prendendo piede, è una città in trasformazione. Siamo ritornati all’albergo per una doccia e siamo usciti con l’intento di mangiare al ristorante Oda, ma purtroppo era pieno (abbiamo però prenotato per il giorno dopo), così ci siamo fermati in una Zgara a pochi passi da li. La carne molto buona! Ci siamo concessi anche un gelato prima di tornare in albergo.
Sabato 18 giugno
Al mattino abbiamo fatto colazione in albergo e poi ci siamo incamminati verso il centro. Visto che la Torre dell’Orologio era aperta, siamo entrati e, salendo le scale fino in cima, arrivati al terrazzino abbiamo visto la piazza dall’alto. Scesi dalla torre, siamo andati a visitare il BunkArt 2. Più piccolo del numero 1, ma comunque molto interessante. Anche in questo museo, si parla del periodo del regime comunista e di quello che ha dovuto subire la popolazione in quegli anni. Usciti dal bunker, siamo entrati nel Castello di Tirana. In realtà sono rimaste solo alcune parti delle mura, al suo interno sono stati costruiti negozi e ristornati di classe. Al fianco del Castello, sorge la Moschea Namazgjah che non è ancora ultimata e sarà la più grande moschea dei Balcani. A due passi da qui si trova anche il Ponte dei Conciatori, questo piccolo ponte in pietra nell’antichità era molto importante per la sua posizione, mentre oggi è al margine di una strada trafficata. Sempre spostandoci a piedi, siamo arrivati al Postbllok Memorial, questo parco è stato creato per ricordare il periodo dell’isolamento comunista. Qui si trova un bunker che veniva usato come posto di blocco per accedere al Blloku, quartiere dove abitava l’aristocrazia ai tempi del regime.
Si può vedere anche un pezzo del muro di Berlino, donato dalla capitale tedesca a quella albanese. Proseguendo per la strada si arriva alla Piazza dedicata a Madre Teresa. Anche qui ci sono molti palazzi in costruzione e anche l’Arena Center, dove si trova lo stadio di calcio, ristoranti, negozi di grandi firme e hotel. Tornando verso la piazza, ci siamo fermati in un Conad per prendere uno spuntino e poi abbiamo voluto visitare la Cattedrale Ortodossa della Resurrezione di Cristo. Al suo interno è veramente bella, tutto d’oro e risplendente. Siamo passati poi dal Bazar che ora è stato rimodernato ed è pieno di locali e ristoranti. Ritornati in albergo, ci siamo preparati per la cena. Visto che avevamo prenotato la sera prima, siamo andati al ristornate Oda. Ci siamo seduti nel giardino interno e, ascoltando la musica popolare albanese suonata dal vivo, abbiamo gustato un’ottima cena a base di piatti tipici albanesi. Vale la pena di venirci.
Domenica 19 giugno
Il nostro ultimo giorno in Albania. Dopo colazione, abbiamo caricato le valigie in auto e, visto che il nostro volo era nel primo pomeriggio, ne abbiamo approfittato per vedere ancora alcune cose. Per primo, siamo andati al Centro Mondiale Bekthasi. Questo ordine religioso fa parte dell’Islam ed è praticato soprattutto in Albania e Kosovo, anche se gli islamici più conservatori non lo vedono di buon occhio perché i bekthasi sono più “libertini”. Il custode del centro ci ha fatto entrare, ma purtroppo il loro punto di preghiera era chiuso, anche se siamo riusciti a vedere qualcosa tramite le vetrate. Abbiamo però potuto vedere alcune delle loro tombe. Ci siamo poi spostati al Monte Dajti. Subito dopo l’ingresso del parco, la strada diventa ad una corsia solo e si inerpica su per la montagna. Arrivati in cima, abbiamo parcheggiato l’auto. Volendo si può salire anche in funivia. Ci sono alcuni ristoranti, aree gioco per bambini e una spettacolare vista sulla capitale. Ci sono sentieri che ti permettono di arrivare in cima al monte e camminare in mezzo alla foresta. Visto che non avevamo molto tempo, abbiamo fatto una breve passeggiata e ci siamo diretti verso l’aeroporto per riconsegnare l’auto. Lasciata l’auto all’addetto di Sicily by Car, siamo entrati in aeroporto. Abbiamo imbarcato le nostre valigie e abbiamo preso il volo delle 17.25 per Atene. Arrivati all’aeroporto di Atene, vista l’ora di cena, ci siamo presi due insalate e un panino (1 litro di acqua Panna 5.90 €, un furto) e abbiamo atteso il volo delle 23.55 per il proseguimento della vacanza (perché non finisce qui!).
Purtroppo l’Albania viene molto snobbata dal popolo italiano, perché siamo rimasti agli anni ’90 quando arrivarono i barconi stracolmi di albanesi in cerca di una nuova vita. L’Albania è un paese che ha molto da offrire e sta nel popolo albanese riuscire a sviluppare al meglio questa potenzialità. Hanno tutto: il mare, la montagna, i laghi, i fiumi e un popolo molto accogliente! Hanno sofferto per 50 anni, costretti in un regime comunista che li ha privati della loro cultura e delle loro tradizioni e ora stanno cercando finalmente di sbocciare come un piccolo fiore delicato. Spero però che il turismo selvaggio non rovini tutto e che lasci intatti quelle piccole cose che la rendono unica, come i carretti trainati dagli asini usati ancora al posto delle auto.