Turisti per Caso Slow Tour numero 21
Turisti per Caso Slow Tour numero 21, il numero doppio di gennaio e febbraio, arriva in edicola martedì 20 dicembre! Disponibile anche in formato digitale interattivo su Sfogliami e in abbonamento sul sito di Sprea Editori. Tante idee per viaggi consapevoli… turista informato, mezzo salvato! Di seguito l’editoriale di Syusy Blady e Patrizio Roversi, con le anticipazioni sugli argomenti trattati.
Indice dei contenuti
L’editoriale
Trent’anni fa abbiamo cominciato a girare il Mondo, a bocca aperta per la curiosità, godendo delle tantissime cose strane che ci venivano incontro. Ci siamo chiamati turisti “per Caso”, alludendo non solo al titolo di un film, bensì al Caos come origine del tutto, concetto della Fisica che rimanda all’Universo metafisico e al Fato, il più importante degli Dei. Attraverso i nostri “filmini delle vacanze” trasmessi dalla TV e anche realizzando poi un sito e una rivista, abbiamo cercato convintamente di stimolare gli altri a fare come noi: “Viaggiate! Se ci riusciamo noi, ce la possono fare tutti”. Era la nostra filosofia: il turismo come pratica democratica collettiva. Il viaggio come diritto e quasi-dovere. Dopodichè si è discusso per anni se il Turismo facesse bene o male. A questo punto la citazione ci sta a fagiolo: “Omnia venenum sunt: dosis sola facit, ut venenum non fit”. Cioè “Tutto è veleno. Solo la dose fa in modo che il veleno non faccia effetto”. (Paracelso, 1493-1541) Fatto sta che – forse anche come reazione dopo la pandemia – oggi la “dose” è esagerata, si è effermato un turismo che si fa fatica anche a definire semplicemente di massa. Le innovazioni tecnologiche (dai voli low cost ai B&B fino ai treni ad alta velocità, per non parlare dei social) hanno moltiplicato all’ennesima potenza la quantità di persone in movimento. È un fenomeno che hanno definito OVERTOURISM, o sovraturismo. Gli effetti sono sotto gli occhi di tutti: nelle città toccate dal fenomeno non si cammina più, si mangia male e si paga tanto, i centri storici si spopolano di residenti, il mercato immobiliare impazzisce, alla popolazione locale rischia di restare ben poco e ci guadagnano i grandi tour operator e le piattaforme. E si produce un inquinamento fortissimo in termini ambientali e culturali. Se si guardano i dati che circolano sul web ci si prende paura. Solo alcuni esempi: a Rimini ogni anno arrivano 7 milioni di turisti. Alle Baleari in 5 anni i consumi di elettricità, per il turismo, sono aumentati del 40%. Barcellona ha 30 milioni di turisti all’anno. Alle Cinque Terre (è solo un altro esempio) gli arrivi sono aumentati esponenzialmente. La città di Ragusa, in Croazia, per il fatto che ci hanno ambientato la serie TV Game of Thrones, è andata in crisi, invasa dai turisti. A Venezia è stato calcolato che c’è posto massimo per 22.000 turisti al giorno, ma in media ne arrivano quasi 60.000. In compenso la popolazione, che una volta era di 200.000 persone, si è ridotta a meno di 50.000. E di questi quasi il 50% vive di solo turismo, col pericolo di diventare Disneyland. Parigi e Amsterdam stanno correndo ai ripari: fare un B&B è ormai difficile. Eccetera… In tutto questo il turista rischia di essere risucchiato in un fenomeno di deportazione di massa, o immandriato e greggizzato in gruppi che si aggirano esausti per le strade di Firenze e lungo le calli di Venezia, col telefonino davanti al naso, per consultare il navigatore o per scattare migliaia di inutili foto. Non trova più autenticità, fa fatica ad avere un contatto con la realtà. Anche perchè in questi trenta anni è anche cambiato il Mondo: a causa della Globalizzazione c’è stata la Grande Omologazione. Nel nostro viaggio in Giappone, più di 20 anni fa, in 7 giorni abbiamo girato tre puntate di turistipercaso perchè ogni cosa che vedevamo era strana e straordinaria. Adesso, a Tokyo come a New York o al Cairo, la realtà si è appiattita, i non-luoghi si sono moltiplicati. A suo tempo si viaggiava spinti da un sogno, da un film o da un libro: adesso in molti si riducono a viaggiare annoiandosi dentro ad una cartolina.
E allora, che fare? Noi non abiuriamo nulla, non ci pentiamo di niente, cerchiamo di evitare la nostalgia, ma a questo punto… bisogna mettere un punto. CI DIMETTIAMO DA TURISTI e, a scanso di equivoci, aggiungiamo al suffisso PER CASO un NON. Perchè oggi viaggiare è ancora cosa buona e giusta a patto di aver chiaro in testa COME, DOVE, PERCHÈ. Bisogna avere un obiettivo da mettere a fuoco e andare dritti alla meta, programmare i viaggi per evitare di finire annegati nella folla (cioè scegliere i periodi, cercare destinazioni in zone marginali). Bisogna avere un occhio all’ambiente (viaggiare slow, rispettare il decalogo del Turista Responsabile). Qui finisce la pagina, ma non finisce il discorso… CONTINUIAMOLO ASSIEME perchè è più che mai importante “fare Comunity”!
Syusy e Patrizio
In questo numero
Tante idee per viaggio consapevoli… turista informato, mezzo salvato! Viva la neve, settimana bianca in Alta Badia, paradiso dello sci. Viaggiare per mostre a Napoli, fotoracconto letterario a Istanbul sulle tracce di Pierre Loti. Lapponia on the snow, Budapest in inverno, inverno al caldo in Madagascar, viaggio alla fine del mondo a Rapa Nui. Le rubriche: turismo accessibile a Siena in collaborazione con Village 4 All e i “viaggi impossibili per guerre dimenticate” nello Yemen, in collaborazione con EMERGENCY. Speciale Carnevale: la mappa dei carnevali d’Italia e gli approfondimenti su Ivrea, Viareggio, Venezia. E per finire, sapete cos’è il Museo del Turismo?
Info
La nuova versione digitale della rivista Turisti per Caso Slow Tour è uno sfogliabile interattivo da leggere comodamente sui vostri dispositivi, che contiene i link diretti ai filmati collegati agli articoli e agli approfondimenti tematici sul web. Costa 1.90€ e il download non richiede registrazioni complicate, la trovi su Sfogliami.