Weekend lungo a Catania
26 Agosto 2022 venerdì. Volo economico (Ryanair) Perugia – Catania AR a 179,26 euro in tre, comprensivo di un bagaglio extra da 10 kg acquistato a fine aprile, ed una buona sistemazione centrale (corso Sicilia) in B & B (camera tripla) a 318,00 euro per cinque notti, tassa di soggiorno e colazione comprese.
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Il volo parte in orario il tardo pomeriggio, e senza particolari problemi atterriamo a Fontanarossa alle 19,30 circa. Usciti dalla stazione ci dirigiamo a destra, in fondo dove è in attesa il mezzo della Alibus, la linea che conduce in città, al costo di 4,00 euro a persona; alle 20,00 si parte. Le indicazioni che appaiono sullo schermo luminoso sono alquanto “all’acqua di rose”, ma l’autista è sicuramente collaborativo. Il traffico è intenso a quest’ora, e ci mettiamo una mezz’ora a raggiungere il centro; scendiamo al numero 22 di corso Sicilia e raggiungiamo il 97 dove è collocata la nostra destinazione, transitando sotto i portici in mezzo a una consistente sporcizia ed un mucchio di diseredati che pigramente bivaccano qua e là.
Sistemati i bagagli usciamo per la cena raggiungendo, dopo circa trecento metri, il monumento a Vincenzo Bellini e Via Etnea, il cuore della città che è tutto in fermento. Chiediamo a due passanti dove poter mangiare gli arancini, e loro senza esitazione ci indicano “Savia”, dove la strada inizia a salire, di fronte a villa Bellini. I pochi tavoli all’aperto sono tutti occupati, così, alla moda locale, adottiamo il mordi e fuggi: tre enormi arancini bollenti, squisito quello “catanese”, per 7 euro e cinquanta! Sostiamo ad un distributore automatico per prendere una birra e due bottigliette di acqua, facciamo giusto due passi e rientriamo per sistemare le nostre cose. Fa caldo, e non riesco a far partire il climatizzatore, ma siamo al quinto piano, e quindi dormiamo con le finestre spalancate fino alle quattro di mattina, quanto iniziamo a sentire berci ed urla dalla sottostante spiazza, unitamente allo sbattere metallico di transenne e sbarre metalliche: si sta approntando il mercato del sabato!
27 Agosto, sabato
Fra maledizioni ed improperi tiriamo le sette, quindi scendiamo per la colazione al dirimpettaio bar Kennedy e raggiungiamo via Etnea per l’inizio delle operazioni: voltiamo a sinistra, direzione mare, in una zona pedonale che sicuramente è la parte più pulita e tirata a lucido della città, ampi marciapiedi in mezzo a palazzi d’epoca di un certo gusto. Polizia municipale, Carabinieri e Polizia di Stato circolano e vigilano in continuazione, infondendo un granitico senso di sicurezza.
Iniziamo con il visitare la chiesa di San Michele, sul lato destro della strada, e più avanti quella di Santa Maria dell’Elemosina (la Collegiata), dopo aver superato la piazza con l’Università. E’ impressionante il numero di edifici religiosi che pullulano in questa città. Proseguiamo e siamo in piazza Duomo, sede dell’omonima costruzione, non visitabile al momento causa la funzione in corso, e del Municipio; superata la porta Uzeda in fondo alla piazza ci ritroviamo di fronte ai giardini, e siamo all’inizio del mercato del pesce, la solita baraonda di suoni, schiamazzi e colori dai quali non ti allontaneresti mai. Risaliamo sulla piazza, dove fanno bella mostra la fontana dell’Amenano con i tritoni e il monumento con l’elefante, al centro. Risaliamo per via Garibaldi e una volta in piazza Mazzini (i quattro canti) prendiamo la parallela via Vittorio Emanuele e la traversa di via dei Crociferi, dove visitiamo la chiesa di San Francesco e quella successiva di San Giuliano (ingresso quattro euro), dove possiamo sostare nel palco del coro delle monache di clausura e soprattutto, continuando l’ascesa, in cima alla cupola, da dove si gode di uno stupendo panorama. Scendiamo ora, passando davanti alle facciate della chiesa di San Benedetto tralasciando il museo, e ci immettiamo in via Teatro Greco, ma l’ingresso è in via Vittorio Emanuele, così percorriamo tutto il perimetro esterno; il costo del biglietto è di quattro euro, e merita una visita veloce. Ridiscendendo la via, a poca distanza c’è la casa di Vincenzo Bellini.
Pranziamo da Scirocco, appena sopra la piazza del mercato de pesce, prendendo al volo un tavolino appena liberato: qui ordini ad una delle due casse e appena pronto uno strillone chiama il tuo nome e ti consegna il pasto. Prendiamo tre cartocci di “fritto senza spine” a 8,00 euro a porzione, senza posate e altri fronzoli: le mani te le risciacqui alla fontanella. Buona la frittura, 28 euro e cinquanta con una birra siciliana e due minerali. Percorriamo ora via Etnea fino al parco di Villa Bellini, fermandoci ad ammirare gli esterni del Palazzo delle Poste, per salire poi fino al Giardino Botanico (chiuso).
Dispiace notare che lasciando il centro aumenta la sporcizia nella strada. Facciamo ora il percorso a ritroso fino al Duomo, ancora non visitabile causa l’ennesima funzione, così ci accontentiamo della Badia di Sant’Agata, nella traversa sinistra all’inizio della piazza. La sera ceniamo in via Gisira, dietro la fontana, da “L’iska”, sotto gli ombrellini colorati: una gustosa focaccia, risotto dei barcaioli, gamberoni, involtini di pesce spada, caponata, verdure grigliate, due bottiglie di minerale ed un mezzo litro di vino bianco per 65 euro e cinquanta.
28 agosto, domenica
Sono riuscito a far partire il climatizzatore, e domenica non c’è il mercato; oziamo a letto un attimo in più. Dopo colazione ci addentriamo in via Dei Crociferi alla ricerca del Monastero dei Benedettini, in cima alla collina; non sapevamo che è un corpo unico con la chiesa Monumentale di San Nicolò l’Arena, aggettivo appropriato. La facciata mantiene alcuni elementi che fanno pensare ad una precedente fortezza, e l’interno è una piazza degli autobus. Fanno bella mostra cinque “candelore” di Sant’Agata, per altrettante congregazioni, e davanti all’altare il pavimento riporta le teorie delle leggi di Keplero. Alle colonne sono affisse innumerevoli lapidi con i nomi di altrettanti innumerevoli caduti della Grande Guerra, mentre sul lato sinistro si accede all’ossario. Facendo un rapido conto della serva, se ogni lapide riporta più di cinquanta nomi, raggiungiamo e forse superiamo le mille unità.
Usciti dalla chiesa entriamo nel convento, ma la visita è guidata, e dobbiamo attendere perché il gruppo è da poco partito; salutiamo e andiamo avanti, sostando ai resti di una domus romana appena fuori la piazza. Scendiamo lungo via dei Crociferi e siamo un’altra volta in piazza Duomo per la visita alla Cattedrale: niente da fare, c’è la funzione! Risaliamo per via Garibaldi e dopo i quattro Canti, la seconda traversa a sinistra ci conduce al Castello Ursino, che già si intravede una volta girato l’angolo. Il maniero Svevo è imponente, e l’interno raccoglie reperti antichi al piano terreno ed una buona collezione di quadri al primo piano, mentre al secondo c’è una collezione di monete e stampe di qualche secolo fa. Prezzo del biglietto 10,00 euro.
Sono le 14 passate e facciamo uno spuntino da Scirocco, mentre nuvole e tuoni non fanno presagire nulla di buono: finiamo il pasto e ci dirigiamo alla nostra camera, giusto in tempo per prendere le prime gocce di pioggia. Il lungo portico ci evita il peggio.
29 agosto, lunedì
Facciamo colazione e ci dirigiamo alla stazione ferroviaria, che dista circa ottocento metri. Acquisto i biglietti per Siracusa (15,20 euro AR con il Regionale veloce) ed alle 8,45 si parte su un treno nuovo ed una volta tanto pulitissimo. Un’ora e dieci e siamo a destinazione, e seguiamo le indicazioni per Ortigia (sinistra), il nucleo primitivo della città. Percorriamo corso Umberto fino a superare il ponticello che collega l’isolotto con la città. Raggiungiamo le rovine del tempio di Apollo, quindi ci inoltriamo negli stretti vicoli della città vecchia, che ci permettono di camminare sempre in ombra. Svoltiamo a destra per dirigerci verso la piazza Archimede con la sua bella fontana, superando l’omonimo museo, quindi seguendo le indicazioni andiamo verso piazza Duomo facendo tappa alla bella chiesa di Santa Maria della Concezione. La piazza ci appare dal lato della chiesa di Santa Lucia, chiusa, ed è un bel colpo d’occhio. Alla biglietteria della Cattedrale (ingresso 2,00 euro) facciamo un cumulativo con la Cappella Sveva, il Carcere Vescovile e la Biblioteca Alagoniana (1,00 euro), e otteniamo un buono sconto per una eventuale visita alle Catacombe di San Giovanni. Chiedo come mai la chiesa di Santa Lucia sia chiusa, e la signora mi anticipa dicendo che il quadro del Caravaggio (fanno tutti la stessa domanda) è stato trasferito alle Catacombe di Santa Lucia, nella parte alta della città, vicino al Santuario della Madonna delle Lacrime che ci consiglia vivamente di visitare. Molto bello il Duomo, costruito sopra un tempio greco del quale sono rimaste le colonne perimetrali, e in una cappella troviamo una teca che conserva la reliquia di una parte dell’omero di santa Lucia. La visita alla Cappella Sveva è veloce, il carcere sono due sale di transito verso la biblioteca, che è sicuramente il pezzo forte del complesso.
Facciamo ora il percorso a ritroso verso la città, facendo una sosta ad una rotatoria che prendendo la via che sale ci condurrebbe al sito archeologico, ma non ce ne accorgiamo e, complici indicazioni molto ma molto approssimative, facciamo un lungo giro fuori dal centro abitato. Giungiamo comunque a destinazione, ma dobbiamo ancora salire di circa duecento metri per arrivare alla biglietteria, dove ci rifocilliamo con una granita dopo la lunga camminata. Il costo del biglietto è di tredici euro, più due per visitare la mostra temporanea “argento vivo” presso la casa Caruso. Iniziamo il percorso indicato con la visita al famoso “orecchio di Dionisio” ed alle grotte “dei cordari” e “del salnitro”, le “latomie” scavate ai tempi dei tiranni di Siracusa, proseguendo per il teatro greco e la grotta del ninfeo percorrendo la via dei sepolcri. Risaliamo verso casa Caruso per vedere le proiezioni di dodici monete antiche d’argento, di pregevolissima fattura, quindi ci indirizziamo verso la tomba di Archimede ma non è visitabile.
Torniamo indietro, occorre attraversare la strada ed entrare in un altro sito per ammirare, lungo un percorso circolare, l’anfiteatro romano. A questo ci siamo resi conto di essere in città, e ci dirigiamo verso la alta cupola del Santuario che svetta sopra i palazzi. Proprio di fronte al cancello di ingresso vediamo una indicazione che ci segnala anche le Catacombe. Il Santuario è una costruzione in stile moderno, ma non per niente una bruttura, sopra l’altare è riposta un’effige in gesso della Madonna, che è l’oggetto di tanta venerazione. Al momento di uscire mi imbatto in una donna (Stefania) che a domanda mi illustra nei dettagli tutta la storia del miracolo delle lacrime. Lasciato il Santuario raggiungiamo le vicine catacombe di San Giovanni (ingresso 7,00 euro in virtù della riduzione) giusto in tempo perché da lì a qualche minuto partirà la visita guidata, tre quarti d’ora che si riveleranno molto interessanti. A questo punto avremmo ancora il tempo per una visita veloce alle Catacombe di Santa Lucia, meno interessanti di queste appena visitate, non fosse che per il quadro del Caravaggio, ma le gambe sono di legno, e decidiamo di raggiungere la Stazione attraverso un percorso urbano più veloce e più comodo rispetto a quello dell’andata. Dobbiamo attendere circa venti minuti, e alle 18,20 puntualissimo parte il treno che ci ricondurrà a Catania, dove arriveremo alle 19,00 surgelati come stoccafissi a causa dell’aria condizionata a palla. La sera, stanchi morti, optiamo per un arancino, ma Savia è già chiuso; troviamo un tavolo alla pasticceria adiacente, non male ma non al livello del vicino, e leggermente più costosa.
30 agosto, martedì
Facciamo colazione al bar convenzionato e mi tolgo lo sfizio della granita con la “brioscia”, un “Must” per i siciliani, e che per una volta nella vita lo può fare anche un continentale. Partiamo alla volta della Cattedrale, ed alla fine la costanza paga: ce l’abbiamo fatta! Ci soffermiamo alla tomba di Vincenzo Bellini ed alla teca che raccoglie le spoglie del Cardinale Dusmet, mentre la cappella di Sant’Agata è visibile solo attraverso le sbarre. Risalendo via Garibaldi, dopo la piazza (i quattro canti) prendiamo via Sant’Anna, una traversa a destra, dove al civico 8 c’è la casa museo di Giovanni Verga. Si sale al secondo piano (biglietto 4,00 euro) e si torna a scuola; nelle teche ci sono copie d’epoca degli scritti che lo hanno reso famoso, dai Malavoglia a Mastro don Gesualdo, alle Novelle Rusticane. La ventilazione è assicurata dalla mancanza di un vetro ad una delle porte finestre della biblioteca! A questo punto facciamo una sosta alla caffetteria Scardaci, in via Etnea, dove ci rinfreschiamo con una favolosa granita agli agrumi, quindi decidiamo di andare al mare per un meritato pomeriggio di relax.
Riscendiamo verso la piazza, usciamo dall’arco e una volta attraversati i giardini sbuchiamo al terminal degli autobus: prendiamo il “D” (biglietto un euro) e scendiamo al lido “arcobaleno”, attrezzato, dove prendo ombrellone e tre lettini al costo di ventisette euro. Trascorriamo in un dolce far niente il pomeriggio (acqua calda e spiaggia di sabbia fine), ed alle cinque torniamo in città; saggia decisione perché i bus sono già stracolmi e c’è il serio rischio che non ti carichino. La sera ceniamo alla “Antica Sicilia”, un locale defilato, in una traversa di piazza dell’università: due grigliate di pesce (freschissimo), spaghetti ai ricci, caponata, verdure grigliate, crocchette di patate, acqua e mezzo litro di vino, totalizziamo 84,00 euro. Facciamo due passi in piazza, e abbiamo la sorpresa di trovare un’orchestrina di cinque musicisti che ci sanno andare davvero, e che ci trattengono una mezz’ora con buona musica.
31 agosto, mercoledì
Il volo è alle 6,10 e la sveglia suona alle quattro. Ho pensato tutta la notte a due opzioni: l’Alibus o la ferrovia. Il bus parte dall’aeroporto alle 4,40 e dovrebbe transitare in via Sicilia alle 5,05 e successivamente essere a Fontanarossa verso le 5,35 (informazioni abbastanza approssimative), al limite del check in. L’alternativa è il treno alle 4,44 alla stazione centrale, ma fare questo tragitto quando ancora è buio mi mette un poco di apprensione. Alla fine decido per questa opzione: finiti i portici dei palazzi saranno cinquecento metri di strada scoperta ma ben illuminata, ed alle 4,20 siamo già in stazione. Al distributore automatico acquisto i biglietti (1,90 euro) ed alle 4,50 scendiamo alla fermata Aeroporto, dove quasi immediatamente giunge la navetta che ci condurrà al terminal. Alla fine la decisione è stata quella giusta, perché già alle cinque di mattina c’è una consistente fila che attende al controllo della sicurezza. A quest’ora l’imbarco è addirittura in orario, e praticamente arriviamo al gate nel momento in cui iniziano le operazioni di transito. Il volo parte spaccando il minuto.