Irlanda del sud on the road
Noi siamo stati 8 giorni, atterrando e ripartendo da Cork. Volo Ryanair da Bergamo, auto Sixt.
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Per la prenotazione dell’auto, un mese prima della partenza ci hanno chiesto oltre 1000 euro (non si trovava niente a meno di 1000), una settimana prima “solo” circa 500! Meno male che la prima prenotazione era cancellabile senza penali! Consiglio di prenotare in anticipo ma assicurarsi che sia cancellabile e poi 10/15 giorni prima controllare i prezzi.
Atterrati a Cork in serata, non è l’orario migliore perché dopo le 9 di sera non si mangia più da nessuna parte e dopo le 10 neanche al Mc, almeno così è la situazione il lunedì sera.
Noi ci siamo dovuti accontentare di un hamburger in uno dei Mc più brutti e sporchi del mondo. La città di sera non si presenta bene, buia, sporca. Unico lato positivo la musica che esce da praticamente tutti i pub.
Di giorno sembra più carina, qualche ora la merita, direi che in una mattina si vede il meglio. Carina la zona di Shandon con le sue casette colorate con porte ancora più colorate, piacevole la camminata lungo il fiume, ottima la colazione al mercato dove ci sono un paio di posticini con una buona offerta sia di salato cucinato al momento che di dolce.
Cobh
Prossima destinazione a mezz’ora di macchina, Cobh.
Dietro alla Cattedrale di San Colman c’è un parcheggio comodo e davanti c’è una bella vista con le solite casette colorate (sarà un crescendo di colori oggi). Poi si scende sul mare e i colori si intensificano, fortunatamente, visto il grigiore diffuso. Facciamo un giretto anche sul mare, non visitiamo il museo del Titanic (questo fu il suo ultimo porto prima della tragedia) e in tre quarti d’ora siamo a Kinsale.
Kinsale
Kinsale è ancora più colorata ma anche abbastanza turistica. C’è un angolo molto fotogenico, forse un po’ troppo. Il mio angolino preferito è il piccolo giardino di fianco alla St. Multose Church, con una panchina su cui si può fare una pausa. Ci sono dei negozi carini, con belle vetrine curate, molti fiori. Salendo la scalinata decorata con le immagini della piratessa, si arriva nella parte alta e lì si può fare un bel giro panoramico. C’è una bella vista sulla città e ci sono un paio di ville spettacolari. Attorno alla città ci sono diversi cammini panoramici, secondo me un giorno lo merita, ma noi avevamo troppa voglia di vedere le scogliere!
Old Head of Kinsale prometteva bene ma non si arriva nella parte finale, completamente occupata da un circolo di golf con custode che ti sbarra la strada. Peccato. La vista però è bella anche da lì, scogliere verdi che si buttano in mare. Anche qui ci sono dei giri panoramici da fare a piedi e se si continua si arriva sulla Garylucas Beach, la prima grande spiaggia che vediamo. Non ci fermiamo perché non ci sembra nulla di eccezionale, e andiamo verso Barleycove.
Barleycove
Barleycove invece è proprio bella, merita una sosta. Ci si arriva attraversando una passerella galleggiante. È in una grande insenatura con due scogliere ai lati quindi il paesaggio è molto bello, i locali fanno il bagno (moltissimi con la muta), su una scogliera ci sono delle ville con delle vetrate meravigliose. Mi piacerebbe starci una notte! Purtroppo non ci si può fermare, non c’è neanche un bar dove bere qualcosa (ci vorrebbe un romagnolo…), ma ci sono degli enormi buchi nel terreno (credo scavati dai conigli ma le dimensioni spaventano). Le ville sono in affitto… varrebbe la pena pensarci.
Continuiamo per Mizen Head ma ci arriviamo verso le sette di sera, è ancora pieno giorno ma l’Info Center è chiuso da un pezzo e purtroppo il passaggio è sbarrato. Peccato, niente panorama. Il consiglio quindi è andare prima a Mizen Head e poi al rientro fare tappa a Barleycove.
Dormiamo vicino a Durrus dove arriviamo dopo le dieci, quindi ci fermiamo a cenare per strada a Schull. La strada da lì a Durrus ha delle parti molto belle. I lati sono pieni di cespugli selvaggi di fiori bellissimi, quasi tutti arancioni o rossi, accesi, vivi, che ci accompagneranno quasi sempre nelle strade vicino alla costa.
Ring of Kerry
Il giorno dopo ci aspetta il Ring of Kerry, che per me merita almeno due giorni, per farlo con calma. Iniziamo con una breve tappa a Kenmare: andiamo a vedere il Cromwell bridge, facciamo un giro in paese, è carino ma secondo me non merita una lunga sosta. Iniziamo il Ring, in senso orario, visto che i pullman lo fanno in senso antiorario. Meglio non trovarsi dietro a un pullman, ma bisognerà fare attenzione quando li si incrocia e ricordarsi più che mai di stare a sinistra!
Passiamo dalla White Strand beach, una piccola spiaggetta deserta.
Alla Derrynane Beach facciamo una pausa. Bella spiaggia, sempre chiusa tra le scogliere, e a destra c’è un sentiero che ti permette di arrivare all’isola di fronte dove ci sono i ruderi di una vecchia abbazia e un vecchio cimitero. Più sopra mucche al pascolo, panorama molto bello, verdissimo. Vale la pena dedicarle un’ora o due.
Riprendiamo la marcia, facciamo una camminata a Waterville dove andava in vacanza Charlie Chaplin, e infatti c’è una sua statua proprio sul lungomare.
Continuiamo lungo la costa, pausa sulla Ballinskelligs Beach, e poi iniziamo il Ring of Skellig, dove non troveremo pullman, lì proprio non ci passano. Le strade si stringono e il panorama diventa mozzafiato. Arriviamo nel punto più vicino alla Puffin Island e ci accorgiamo troppo tardi che la strada, oltre che stretta, è anche senza uscita. Non c’è modo di fare manovra, bisogna farla tutta in retro, e ovviamente è in salita e piena di curve. Fortunatamente la macchina ha quel sistema che aiuta nelle partenze in salita ed è più facile del previsto. Ne è valsa la pena, la Puffin Island dev’essere un posto meraviglioso, anche vista a distanza è bellissima, ricoperta da un fitto tappeto verde fino alle scogliere che precipitano nell’oceano. Tra l’altro, i Puffin sono le Pulcinelle di mare, mi sarebbe piaciuto tantissimo vederle, ma in questo non siamo stati fortunati.
Risaliamo fino al Coomanaspic, un punto panoramico con un ampio parcheggio. Qui attorno è tutto verdissimo, e vediamo per la prima volta le Kerry Cliffs, che per me sono molto più spettacolari delle sorelle più famose, le Moher. A questo punto scendiamo verso le cliffs e paghiamo l’ingresso per vederle da vicino. Ne vale la pena, sono molto belle e c’è un sacco da camminare. Il paesaggio è bellissimo, prati verdissimi in alto e poi giù a strapiombo nell’oceano. Ci sono anche un paio di spaccature nella roccia.
Decidiamo di vedere anche Valentia island ma sinceramente abbiamo perso tempo per niente, per me non ne vale la pena e ci vuole un po’ perché in auto si entra solo da un lato, quindi poi bisogna tornare indietro. Se non si ha molto tempo a disposizione io la salterei.
Invece è interessante il Forte Cahergall, una costruzione in buona parte ancora in piedi, si può anche salire (a proprio rischio e pericolo) e vedere il panorama dall’alto.
A questo punto è quasi ora di cena e abbiamo fatto poco più della metà del Ring of Kerry, quindi ci dirigiamo verso l’hotel e decidiamo di lasciare il resto per il giorno dopo.
Killarney e Torc falls
Dormiamo a Killarney, molto carina e piena di vita. Con il senno di poi ci passerei due notti, primo perché di sera è molto animata, ci sono un sacco di bei posticini e musica dal vivo, e poi perché anche nelle vicinanze ci sono molte cose interessanti. È abbastanza turistica, ma c’è molta offerta di hotel e non dovrebbe essere un problema trovare un posto.
La mattina dopo iniziamo la nostra esplorazione dalle Torc falls, le cascate sono carine e ci vogliono solo 5 minuti dal parcheggio. Subito dopo facciamo una pausa non prevista perché a bordo strada vediamo un cerbiatto con la madre che fanno colazione con molta calma: il piccolo è curioso e attento, la madre mangia tranquillamente.
Continuiamo verso le montagne, Lady’s view, Moll’s gap (bei posti ma la visibilità era minima, eravamo in mezzo a una nuvola) e poi Ballaghebeama Gap, questo è stupendo! La strada è strettissima, incredibile pensare sia un doppio senso ma purtroppo lo è anche se ce la caviamo discretamente anche quando incontriamo un’altra auto. Qui le pecore sono sui prati ma anche in strada, evidentemente passa davvero poca gente, quindi bisogna procedere con cautela, e poi così ci si gode il paesaggio. Sembra di essere in alta montagna mentre le altezze non sono esagerate, ma è così deserto che per un attimo credi di essere rimasto solo al mondo. Troviamo un posto dove fermarci qualche minuto a goderci il silenzio, poi ripartiamo.
Tappa a Inch beach, una spiaggia enorme dove si entra anche in auto e si parcheggia direttamente lì. Alcuni fanno il bagno, qualcuno prova il surf ma il mare è calmissimo (e gelido, o almeno così ci sembra).
Proseguiamo verso Dunmore Head, una scogliera con spiaggetta, il punto più occidentale dell’Europa. Facciamo una bella camminata in alto da cui si vede tutto attorno. Volendo c’è anche una piccola spiaggia da cui fare il bagno, i bambini si divertono un sacco a giocare con le onde, ma per i miei gusti c’è troppa gente e troppo freddo per un bagno. Il paesaggio è bellissimo. Ci sono scogli appuntiti che emergono dalle onde, uno triangolare grandissimo e molto da camminare sia in alto che verso il mare. C’è una foto bellissima con un gregge che scende la stradina lastricata che porta a un piccolissimo molo dove evidentemente si imbarcano anche le pecore per andare al pascolo in qualche isola vicina. Infatti le isole di fronte sono verdissime.
Dormiamo a Doolin, pensavamo di arrivarsi lungo la costa ma ci accorgiamo che praticamente non ci sono strade o ci metteremmo una giornata, il navigatore suggerisce di fare superstrade passando per Limerick e quindi deviamo e aggiungiamo questa tappa. Ceniamo a Limerick e facciamo un giretto dopo cena approfittando del tramonto dopo le 21.30. In realtà Limerick non ci è piaciuta molto. Come sempre c’è un Castello, un fiume, delle casette colorate, un po’ di street art…ma non ci ha colpito.
Quindi andiamo a Doolin, dove arriviamo che è già buio. Siamo cotti, e domani abbiamo le Moher’s Cliffs.
Le Cliffs of Moher
Nel B&B ci dicono che il pezzo più bello delle scogliere non è quello che inizia a Doolin ma piuttosto quello attorno al Visitor Center e va verso sud. Noi siamo a metà strada, loro ci danno le indicazioni per inserirci sul cammino e iniziamo. Si sale, si scende, si cammina tanto. Il sentiero è tenuto bene, in alcuni punti lastricato, in altri invece puoi avvicinarti allo strapiombo quanto vuoi. Qualcuno, a giudicare dai numerosi cartelli con il telefono dei “Samaritans – Talk to us” ci si deve essere avvicinato un po’ troppo. Lo percorriamo tutto, fino al Visitor Center e poi ancora oltre fino a dopo la Moher Tower. Sarà che avevamo grandi aspettative, sarà che la giornata è grigissima, ma ci sono piaciute di più le scogliere viste nei giorni precedenti. Tra l’altro, vorremmo rientrare con il bus proprio perché la camminata è molto lunga (abbiamo già fatto 7/8 km) ma di bus ce ne sono pochissimi, sembra ci sia da aspettare almeno due ore, e comunque bisogna arrivare in un villaggio che è ancora più lontano. Quindi ci armiamo di pazienza e dopo una veloce pausa al Visitor’s Center ci rimettiamo in marcia. Non contenti, abbiamo anche prenotato il giro in barca, altra grande delusione: sarà che appena partiti è iniziato a piovere, sarà che non ci hanno spiegato molto, la pioggia impediva di vedere nitidamente, e la barca sta molto distante dalle scogliere… ma proprio non ci è piaciuto; 25 euro a testa per 45 minuti di navigazione e aver visto poco o niente, non ne vale la pena.
Galway
Ormai sono le 5 e abbiamo un’ora e mezza di macchina per Galway, sotto l’acqua. Venerdì sera estivo, ma temperature da ottobre, piove, ma evidentemente loro non se ne accorgono. Scegliamo una camera in pieno centro e trovare i tappi per le orecchie nel kit sul letto mi fa venire qualche dubbio. Meno male che abbiamo il sonno pesante. La città è animata come se fosse l’ultimo dell’anno, piena di giovani elegantissimi che camminano velocemente da un locale all’altro (e suppongo che nei locali bevano, e molto). Ragazzi in camicia e spesso gilet, ragazze seminude, molte scalze o con infradito (una aveva le classiche ciabatte da hotel, di stoffa, sotto l’acqua) e sandali in mano. Quelle che si ostinano a camminare con i sandali hanno un male ai piedi terrificante, si vede benissimo. Guardare lo struscio di Galway è molto meglio di andare al cinema!
Verso mezzanotte, nel pieno della movida, noi ce ne andiamo a letto, i 15 km di scogliere si sentono. Il giorno dopo iniziamo con un bellissimo Free Walking Tour organizzato da Tribes Free Walking Tour. La guida, Eilish, è una ragazza bravissima, fantastica, il tour è interessante e divertente, magari fossero tutti così! Ci racconta le origini, vediamo le cose principali, e da soli facciamo un giretto aggiuntivo uscendo dal piccolo centro verso il Westend (con locali più per i nativi che per i turisti), lungo i canali (ci sono bellissime passeggiate) e fino al Quadrangle, il verdissimo giardino del college. Ci hanno detto che c’è una bella passeggiata a Salthill Prom ma è fuori città e dalla parte opposta a quella dove dobbiamo andare, e poi Dublino ci aspetta!
Un piccolo inciso sulle strade: quando ci si allontana dalle scogliere a mio parere il paesaggio non ha nulla di interessante. Dolci colline, verdi e anche un po’ gialle con la siccità di questa estate, mucche, pecore e cavalli sempre presenti, ma nulla di impressionante. Il centro dell’Irlanda non ci è sembrato molto interessante.
Dublino
La dividerei in tre zone. Quella più nuova, nella zona del porto, che a me è piaciuta molto. Ci sono molti edifici nuovissimi, con le solite grandi vetrate, ben inseriti nel contesto dei vecchi docks, alcuni rimessi a nuovo. Immagino sia una zona piena di uffici e brulichi di gente durante la settimana, noi ci siamo passati in un giorno festivo e non c’era quasi nessuno in giro. Segnalo la Grand Canal Square. Una particolarità tutta irlandese: abbiamo visto un gruppo di donne diversamente giovani (60 e oltre) che si dedicavano al canottaggio! Sembra che lì il canottaggio sia lo sport delle signore di una certa età, il che la dice lunga sulla loro tempra. Noi avevamo scelto l’hotel in questa zona, ma dal centro diventa un po’ lunga farla a piedi. In zona c’è il museo dell’emigrazione, che forse era interessante ma non siamo riusciti a vedere. E il ponte Samuel Beckett, che è di Santiago Calatrava.
La zona a nord del fiume mi è sembrata poco turistica, magari andava esplorata meglio, ma non ci è sembrata né bel frequentata né interessante. Mi è piaciuto molto The Spire, nella sua semplicità estrema. Lì di fianco c’è la statua di James Joyce.
Ma è nella parte a sud del fiume che c’è la Dublino sicuramente più turistica. Tappa obbligata il monumento a Oscar Wilde, non tanto per il valore artistico dell’opera ma per quello del personaggio. Si trova in un bel parco un po’ decentrato vicino alla National Gallery, anche questa da vedere, tra l’altro gratis.
Da vedere anche il Trinity College con la famosa Biblioteca. Noi abbiamo fatto il tour guidato e siamo rimasti molto delusi. Costo 29 euro a testa per una visita di gruppo del college, guidati da una ragazza svogliata e frettolosa. La biblioteca invece la vedi da te, la prima occhiata effettivamente colpisce, ma è piena di gente e questo le fa perdere molto del suo fascino.
Si gira volentieri nel quartiere Temple Bar, sia di giorno che di notte. Carino il Wall of Love, c’è molta street art in giro (anche se nulla di impressionante), bello il Castello, il Dubh Linn Garden, la Printworks Event and Exhibition dove c’era una bella mostra di foto, la Cattedrale di San Patrizio e poi tanti angolini che si scoprono perdendosi nelle strade della città.
Anche qui abbiamo fatto un walking tour ma ci ha molto deluso, sempre in mezzo al traffico non si riusciva a sentire nulla, e il loro inglese ci vuole un po’ prima di capirlo…
Uscendo da Dublino andiamo a sud e cerchiamo di costeggiare la spiaggia per vedere il mare, così per caso arriviamo a Bray, dove c’è lo Swan Santuary, Santuario dei cigni. Il paese non ha davvero nulla di interessante se non che nel porto ci sono decine e decine di cigni! Mai visti tanti tutti assieme! Un po’ in acqua, altri sulla spiaggia, non hanno paura, si avvicinano, ci sono addirittura le istruzioni per dargli da mangiare, cosa di solito proibita. Che strano posto! Sicuramente interessante! Restiamo ancora un po’ sulla costa poi ci dirigiamo verso Carlow, dove dormiremo.
Kilkenny
Carlow non ha nessun interesse se non quello di essere a metà strada tra Dublino e Cork da dove ripartiamo. C’è un rudere di un castello, un fiume, anche un museo di arte contemporanea che ci dispiace non vedere perché è già sera, ma c’è di meglio. Ad esempio Kilkenny, che è un gioiellino! Noi purtroppo ci abbiamo passato solo mezza giornata. Il centro è molto carino, pieno di ottimi forni, bar carini, negozietti pieni di belle cosine con le vetrine curate. Le case colorate con le porte coloratissime non mancano, e poi c’è anche un bel castello, da visitare, con un bel parco attorno, dei lunghi percorsi immersi nel verde di fianco al fiume, la Black Abbey e la Cattedrale di San Canice con la sua torre rotonda. Raccomando la salita per godersi il panorama, solo se non siete sovrappeso, mai vista una torre così stretta! Non ho assaggiato la famosa birra Kilkenny, shame on me! Dovremo tornarci.
Con il senno di poi: essendo atterrati a Cork (era l’unica città in cui i prezzi dei voli fossero accettabili, avendo prenotato solo un mese prima) forse era meglio lasciar fuori Dublino e dedicare due giorni in più al Ring of Kerry e alle altre scogliere, per esplorare meglio la parte sud ovest. Certo che andare in Irlanda e non passare da Dublino, dove non eravamo mai stati, ci sembrava un’eresia.
Km totali in 8 giorni: 1600 in auto e 140 a piedi.
Consigli sulla guida. Ovviamente essendo dal lato “sbagliato” ci vuole un po’ ad abituarsi. Per me è essenziale essere almeno in due, uno che guida e uno che non si agita e fa il navigatore e all’occorrenza ti ricorda che devi stare a sinistra. Dopo un giorno ti senti più tranquillo ma il primo giorno è complicato. Io raccomando anche di scegliere un’auto con il cambio automatico, aiuta moltissimo, non solo per avere qualcosa di meno a cui pensare (soprattutto nelle terrificanti svolte a destra) ma anche perché capita spesso di dover fare diversi metri in retromarcia in salita o discesa quando si incontra un’altra auto (le strade sono strette e spesso in due non ci si sta) e avere il cambio automatico rende tutto più semplice. Per lo stesso motivo prenderei un’auto piccola o media, non grande.
Se potete, capitate nelle città nei weekend, così evitate di vedere le zone verdi quando c’è troppa gente e vi godete la movida serale cittadina che non ha niente da invidiare a quella spagnola degli anni ’80.
See you next time Ireland, stavolta è toccato al sud, la prossima si andrà al nord.