I colori della Namibia

9 giorni in self-drive
Scritto da: jaguar89
i colori della namibia
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Premessa

Questo racconto sarà così organizzato: all’inizio raccoglierò una serie di consigli utili per coloro che vogliono organizzare un viaggio simile, cercando di rispondere a quelle che erano le mie perplessità prima del viaggio. Per i più pazienti, seguirà il diario del mio viaggio, che rappresenta anche per me un modo per poterlo rivivere anche in futuro. Non descriverò i singoli siti o cosa abbiamo visto nel dettaglio, compito per cui le guide cartacee sono sicuramente più adatte di questo diario. Nel diario, per dare al lettore un’idea delle mete che mi sono piaciute di più e quelle che invece sono ‘sacrificabili’ utilizzerò la seguente scala:

***** = imperdibile, **** = molto interessante, *** = interessante, ** = medio,  * = si può saltare

Dopo l’emergenza Covid protrattasi per due anni la voglia di tornare a viaggiare era davvero tanta: dopo qualche tentennamento abbiamo deciso di riprendere in mano il progetto di viaggio in Namibia previsto inizialmente per l’estate 2020 e a cui avevamo dovuto rinunciare. Purtroppo i giorni di ferie disponibili a Maggio erano molto limitati e quindi abbiamo dovuto programmare attentamente l’itinerario e fare qualche rinuncia. Raccogliamo di seguito alcune indicazioni utili.

Informazioni utili

Prenotazioni e itinerario

Diversamente da quanto siamo abituati a fare, organizzare un viaggio in completa autonomia in Namibia è difficile, soprattutto perché gli alloggi sono in gran parte opzionati dalle agenzie di viaggio locali e risultano quindi molto più cari per i privati. Dopo alcune indagini ci siamo rivolti alla HB Safaris, agenzia di Windhoek gestita da due italiani: li abbiamo contattati fornendo già un’idea di massima del viaggio che avevamo in mente e loro ci hanno aiutato a metterla in pratica e ci hanno dato alcuni suggerimenti per pianificare l’itinerario. Abbiamo deciso di concentrare il viaggio sul deserto del Namib e l’Etosha National Park, con deviazioni al Kalahari Desert, nel Damaraland e al Waterberg Plateau. Abbiamo invece tagliato il Kaokoveld, il Fish River Canyon e la zona al confine col Botswana per ragioni di tempo. Oltre al veicolo l’agenzia ci ha prenotato i pernottamenti nelle diverse strutture, ci ha fornito una SIM Namibiana e ci ha fornito un’utilissima mappa della Namibia (navigatore satellitare assolutamente inutile).

Meteo

Maggio corrisponde all’inizio del loro inverno in una stagione complessivamente secca e caratterizzata da una forte escursione termica tra notte e giorno. Nel deserto siamo arrivati a 36-37°C nelle ore di punta, mentre di notte il termometro scendeva a 5-6°C.

Veicolo e strade

Abbiamo noleggiato per 8 giorni un 4×4 Isuzu D-Max sotto consiglio dell’agenzia che ci ha spinto verso questa scelta: è assolutamente necessario avere un suv per percorrere le molte strade non asfaltate, ma col senno di poi e considerando i costi molto alti del noleggio, un 2×4 sarebbe stato più che sufficiente per il giro fatto. Le strade da noi percorse sono in prevalenza sterrate ma non presentano particolari difficoltà. A Sossusvei l’ultimo tratto presenta 5km su sabbia piuttosto impegnativo e che abbiamo preferito non percorrere in autonomia: è a disposizione una comoda navetta. Ci sono lunghi tratti di strada senza distributori quindi consigliamo di fare frequentemente rifornimento. Sconsigliato viaggiare di notte.

Spesa e denaro

Il costo totale della vacanza è stato di circa 3000€ a testa, considerando circa 900€/pp per volo e relativa assicurazione. Il costo dei pernottamenti e del noleggio auto è molto elevato, nonostante avessimo scelto soluzioni di fascia media: purtroppo non esistono sistemazioni low-cost se non si vuole dormire in tenda. Vengono accettati indifferentemente dollari namibiani (NAD) e rand sudafricani che vengono cambiati 1:1. Sorprendentemente bancomat e carte di credito sono accettate praticamente ovunque. Gli sportelli bancomat sono presenti solo nelle cittadine più grandi. Cambio al momento del viaggio: 1€ = 17 NAD circa

Itinerario di viaggio

13/5/22: volo

Partenza post uscita da lavoro alle 18:20 da Pisa con Air Dolomiti in direzione Francoforte da dove, dopo uno scalo di 1h50min partiamo in direzione Windhoek con Eurowings Discover su un volo Lufthansa. Eurowings Discover è in pratica una low-cost per lunghe distanze: viene servita solo una scarna cena e soprattutto, cosa problematica per me che sono alto 1,95 m, lo spazio per le gambe è paragonabile a quello di un volo Ryanair. Comunque cerchiamo di dormire il più possibile in vista del giorno successivo.

1°giorno – 14/5/22: Kalahari Desert

Alle 07:50 atterriamo nel piccolo aeroporto di Windhoek dopo aver visto un’alba dai colori incredibili in volo. Superiamo i controlli doganali e anti-Covid, ritiriamo le nostre valigie e un po’ di contanti dall’ATM dell’aeroporto e veniamo prelevati dall’addetto che ci porterà alla sede dell’autonoleggio in città per il ritiro del nostro 4×4. Dopo 15 minuti di strada vediamo subito una giraffa! In 40 minuti siamo alla sede dell’autonoleggio, dove veniamo accolti da Emiliano di HB Safaris per il meet & greet: ci spiega l’itinerario da fare e ci consegna i voucher per le diverse strutture, inoltre ci dà alcune utili informazioni generali. Poco dopo ci viene consegnata la vettura, un’enorme 4×4 stile pick-up con la parte posteriore coperta, che insieme alla guida a destra richiede un po’ di attenzione nei primi spostamenti in città.

Facciamo una piccola spesa e acquistiamo una ricarica per la SIM namibiana e alle 11:30 circa siamo finalmente in marcia verso il Kalahari Desert***. La strada è asfalta ma, appena fuori dalla città, poco trafficata per cui la guida a destra non è un grande problema. La strada è tutta dritta e un po’ noiosa, con la temperatura che aumenta progressivamente. Verso le 13 facciamo una sosta in una piazzola sotto un albero per mangiare un panino che abbiamo acquistato, quindi proseguiamo in direzione del Kalahari Anib Camping2Go, facente parte dell’omonimo lodge: arriviamo verso le 15 e subito siamo accolti alla reception. Dormiremo in una tenda attrezzata, con servizi privati e isolati dal resto della struttura: per noi va più che bene così.

Decidiamo di partecipare al game-drive in programma per le 16, al non economico prezzo di 725 NAD/pp. Condividiamo una jeep con una coppia di francesi e 2 coppie di namibiani: qui capiamo che in realtà ci sono molti namibiani non di colore (non so per quale ragione ma non ce lo aspettavamo), discendenti dei colonizzatori tedeschi. Facciamo un lungo giro nella riserva, dove facciamo i primi incontri con la fauna locale: vediamo zebre, giraffe, orici, springbok e gnu, per completare quindi il giro su una panoramica duna dove ci godiamo un magnifico tramonto dai colori incredibili.

Ci accorgeremo in seguito che la fauna del parco non è paragonabile a quella che è possibile vedere ad esempio nell’Etosha, ma come primo approccio con la Namibia è comunque molto interessante e la guida che ci ha spiegato alcune cose sui diversi animali è stata molto brava. Arrivati al lodge decidiamo di andare subito a cena: è previsto un ricco buffet, dove mangio una minestra e delle poco namibiane costolette di maiale, comunque molto buone. Accompagniamo il tutto con una birra locale, per altro molto economica. Torniamo alla nostra tenda dove ci accorgiamo subito della grande escursione termica ma imbacuccati nei nostri letti passeremo la notte senza soffrire eccessivamente il freddo.

2°giorno – 15/5/22: Namib Desert

Stamattina piccolo inconveniente con l’auto: l’apertura a distanza dell’auto non funziona e aprendo con la chiave scatta l’allarme: panico! Riusciamo comunque infine ad aprire e l’agenzia ci suggerisce di non usare i comandi a distanza (che fanno inserire in automatico l’allarme) ma sempre la chiave. Facciamo colazione (sarà simile in tutta la vacanza con ampia prevalenza di salato e qualche opzione dolce) e ci mettiamo in auto per il lungo trasferimento verso il Namib Desert: dobbiamo percorrere circa 300 km, ma lo sterrato ci costringe a ridurre la velocità.

Per l’ora di pranzo arriviamo al Desert Camp, dove passeremo la notte. Ci viene assegnata una casetta indipendente molto curata e dopo un rapido cambio e aver mangiato qualcosa ci dirigiamo subito all’ingresso del Namib-Naukluft Park (150 NAD/pp + 50 NAD per veicolo al giorno) dove incominciamo ad esplorare il parco.

Facciamo la prima sosta alla Duna 45****, una bellissima duna di sabbia rossa fiancheggiata da alcuni alberi secchi molto scenografici. Salgo anche sulla cima della duna, continuamente modellata dal vento, mentre scattiamo numerose foto del contrasto tra la duna stessa, il nero degli alberi e il cielo di un blu accecante. Ci spingiamo quindi fino alla fine del parco per fare una delle escursioni meno note, quella all’Hiddenvlei**, una piccola valle nascosta circondata da dune solitarie che si raggiunge in circa 40 minuti di cammino. Il paesaggio seppur non imperdibile è affascinante e siamo completamente da soli.

Ci rimettiamo in auto per avvicinarci all’ingresso del parco (a circa 65km di distanza), da dove dobbiamo uscire entro il tramonto. Facciamo però prima una deviazione verso la Elim Dune*, che è considerata un buon punto per vedere il tramonto: in realtà non ci sembra niente di che, ma facciamo il nostro primo incontro ravvicinato con un bellissimo orice. Dopo quest’ultima deviazione usciamo dal parco e torniamo al nostro alloggio per una meritata doccia. La cena viene servita presso il vicino Sossuvlei Lodge, mega struttura di lusso dove la cena a buffet è costituita essenzialmente da pietanze alla griglia: assaggiamo quindi l’orice, lo springbok e altri animali locali, la cui carne risulta essere sorprendentemente buona. Oggi la serata è molto più calda e quindi mangiamo all’aperto, seppur debitamente coperti. Dopo la lauta cena torniamo al Desert Camp per la notte: domani la sveglia è prevista molto presto!

3°giorno – 16/5/22: Namib Desert

Oggi è uno dei giorni più attesi: quelli della visita a Sossusvlei e al Deadvlei. L’apertura del parco è prevista per le 07:15 e, come consigliatoci, siamo in coda all’ingresso già alle 06:55. Siamo la 4a auto della fila. All’apertura ci facciamo di nuovo i 65 km fino al parcheggio di Sossusvlei: qui chi ha un 4×4 potrebbe proseguire con marce ridotte per ulteriori 5km. Tuttavia i namibiani incontrati il primo giorno ci hanno sconsigliato di farlo non avendo esperienze di guida di un fuoristrada su sabbia e quindi decidiamo di prendere la navetta al costo di 180 NAD/pp. A posteriori credo abbiamo fatto bene, perché un’auto è rimasta insabbiata e i suoi occupanti hanno dovuto pagare una cifra assai più cospicua per essere soccorsi.

Alle 8:10 circa iniziamo la nostra visita del Deadvlei*****: con 15 minuti di cammino circa arriviamo in questa palude prosciugata dove innumerevoli alberi secchi si stagliano sulle dune rosse, il cielo blu e il bianco del suolo riarso: uno spettacolo incredibile, che tra l’altro cambia in continuazione a seconda della diversa provenienza della luce del sole.

Dopo aver scattato numerose foto ci dirigiamo verso la Big Daddy****, la più alta duna che sovrasta il paesaggio. La salita è lunga, calda e difficoltosa (considerate circa 1h dalla zona principale del Deadvlei) ma viene ripagata di una vista spettacolare sul deserto, da cui si è circondati a 360° con le sue dune dai mille colori continuamente modellate dal vento. Dalla cima quindi ci si butta di corsa in discesa lungo il fianco più ripido per arrivare al punto di partenza in 2-3 minuti. Riprendiamo quindi la navetta per arrivare al Sossusvlei***, una pozza d’acqua circondata da alte dune di sabbia rossa. Anche qui è possibile salire su una delle dune, la Big Mama, ma quasi nessuno lo fa per il caldo e l’impegno fisico richiesto. La salita al Big Daddy ci ha fatto capire anche la ragione per cui quasi tutti visitano questi luoghi la mattina presta: con il caldo la salita alla duna sarebbe ancora più difficoltosa.

Completata la visita a Sossusvlei riprendiamo la navetta fino al parcheggio, facciamo pranzo con un panino e riprendiamo quindi l’auto per dirigerci verso l’ingresso del parco. Sosta tecnica per rinfrescarci e quindi puntiamo al vicino Sesriem Canyon***, che è possibile ammirare sia dall’alto che scendendo lungo il sentiero che lo percorre dal basso. Facciamo un tratto di questo sentiero, piuttosto piacevole anche perché prevalentemente all’ombra. Ci dichiariamo quindi soddisfatti delle visite fatte e ci dirigiamo verso l’Ababis Guest Farm, il nostro alloggio per la notte che si trova a meno di 100km di distanza, non lontano da Solitaire.

Arrivati a destinazione scopriamo che dormiremo in una sorta di casa colonica privata, con ampio giardino e animali. Abbiamo un paio d’ore di relax (dove faccio anche un rapidissimo bagno nella gelida piscina) prima della cena che consumeremo insieme ai padroni di casa (che parlano quasi esclusivamente tedesco) e un’altra coppia di ospiti (anche loro dalla Germania). Cena a base di una sorta di polpettone e quindi a nanna in vista dell’indomani.

4°giorno – 17/5/22: Welvis Bay e Swakopmund

Facciamo colazione con yogurt, pane e marmellata, succhi e cereali nella tenuta colonica che ci ha ospitato e quindi ci mettiamo in macchina in direzione di Walvis Bay. Breve sosta nella vicina Solitaire per assaggiare la famosa torta di mele e quindi continuiamo per la lunghissima strada sterrata che si dirige verso il mare attraversando i passi Gaub e Kuiseb. La strada è quasi completamente sterrata e piuttosto monotona ma per le 12 arriviamo al waterfront della cittadina per il check-in presso Laramon Tours, con cui abbiamo prenotato l’escursione sulle dune di Sandwich Harbour****.

Nell’attesa facciamo due passi sul lungomare, dove vediamo addirittura dei delfini che nuotano vicino al porto! Mangiamo del polpo in uno dei locali del lungomare e alle 13 ci uniamo ai nostri compagni di escursione, in gran parte provenienti dall’escursione del mattino per vedere i delfini. Siamo sistemati in diversi fuori strada 7 posti, che puntano verso le incredibili dune a picco sul mare di Sandwich Harbour. Dopo aver diminuito la pressione degli pneumatici il nostro autista percorre un lungo tratto lungo la spiaggia, dove vediamo diverse foche spiaggiate e morte. Dopo un piccolo aperitivo offerto, inizia la salita sulle dune, piuttosto emozionante e che soprattutto regala dei magnifici panorami sulle dune del deserto a picco sul mare. Siamo in un gruppo di 3 veicoli per ragioni di sicurezza, infatti la guida è assai complessa e anche noi abbiamo un breve insabbiamento prontamente risolto. Ci fermiamo a diversi punti panoramici sulle cime delle dune per fare due passi e scattare numerose foto e siamo di ritorno al porto per le 17 circa.

Riprendiamo l’auto e ci dirigiamo a Swakopmund** dove pernotteremo: prima di dirigerci alla Namib Guesthouse però, visto che è l’ora del tramonto, decidiamo di goderci il momento andando a fare una passeggiata al famoso molo della cittadina, una lingua di ferro che si estende per circa 500m nelle acque dell’oceano. Lo spettacolo di colori è al solito superbo. Facciamo quindi il check-in alla nostra guest-house, nella zona residenziale e con una serie di stanze costruite attorno a due cortili centrali, molto curati. Per la cena decidiamo di gustare un po’ di pesce a Fish Deli, un locale molto semplice che vede la presenza sia di turisti che di locali: complessivamente promosso, con una spesa di circa 20€/pp. Ritorniamo quindi a piedi alla guesthouse per la notte.

5°giorno – 18/5/22: Spitzkoppe e Damaraland

Dopo aver fatto rifornimento di benzina e una piccola spesa ci dirigiamo a nord verso la regione del Damaraland e in particolare al parco dello Spitzkoppe***. All’ingresso paghiamo il biglietto e ci viene consegnata una mappa del sito: questa montagna (1728m) è chiamata, con toni un po’ pomposi, il “Cervino d’Africa”: facciamo un giro tra le affascinanti formazioni rocciose, fatte di una roccia granitica che ne rende particolarmente agevole l’ascesa.

Con la macchina è facile spostarsi per poi scendere e visitare meglio a piedi le diverse attrazioni, tra cui un arco naturale di roccia, le formazioni delle vicine Pontok Mountains e infine il Bushman Paradise**: questo è accessibile solo con una guida dietro compenso di 100 NAD per gruppo. Si percorre una salita agevolata da alcune catene per reggersi, non difficile ma che necessita di avere almeno scarpe da ginnastica. Sul successivo altopiano la guida ci illustra le particolari piante di questo ecosistema e di come queste venivano originariamente utilizzate dai boscimani. Quindi ci mostra delle particolari pitture rupestri con illustrati i diversi animali. La visita non è imperdibile ma comunque piacevole. Conclusa questa escursione facciamo una breve passeggiata per fotografare alcuni alberi con rami che sembrano radici e quindi ci dirigiamo al centro visitatori per mangiare i nostri panini e bere qualcosa.

Il Damaralnd offre altre attrattive che avevamo deciso di non visitare anche a causa della distanza, sempre piuttosto elevata: dopo pranzo ci dirigiamo quindi verso i Monti Erongo e la Omandumba Guest Farm, dove siamo accolti dai gentilissimi proprietari (lui namibiano, lei di origine tedesca). Nella loro farm passano tantissimi animali, tanto che hanno creato un piccolo pond artificiale dove gli animali, soprattutto di notte, si abbeverano. Ci riposiamo un po’ prima di cenare con i proprietari nello spazio esterno della casa: ci viene servito un ottimo piatto a base di zebra mentre il proprietario ci racconta della propria infanzia in Namibia e la compagna di come abbia deciso di trasferirsi definitivamente qui. Una bella esperienza, con racconti di vite distantissime dalle nostre. Notte al riparo della retina anti-insetti che in questa zona sono molto abbondanti.

6°giorno – 19/5/22: Etosha National Park

Dopo la colazione preparata in casa e consumata con i padroni di casa ci dirigiamo verso una delle principali mete del viaggio, l’Etosha National Park. Il percorso è abbastanza lungo e in buona parte su strada sterrata; facciamo quindi una breve sosta alla Bakery di Outjo per mangiare qualcosa. Verso le 14 entriamo nel parco, superiamo i controlli di sicurezza e ci dirigiamo subito verso l’Okakuejo Camp dove abbiamo prenotato per due notti. Facciamo rapidamente il checkin, compriamo una mappa più dettagliata del parco con un depliant a colori degli animali che si possono vedere e ci lanciamo subito alla scoperta dell’Etosha National Park*****.

Giriamo in totale autonomia e dati gli enormi spazi il parco non sembra essere affatto affollato. In questa prima mezza giornata ci concentriamo sulle pozze della zona del Gemsbokvlakte: zebre, springbok e giraffe diventano presto una visione costante ma è grande l’emozione quando incontriamo il nostro primo elefante a pochissima distanza da noi. Iniziamo a distinguere i vari erbivori che vediamo con maggiore facilità (kudu, gnu, orici, springbok, etc.) e al tramonto vediamo molto lontani con l’ausilio di un binocolo due leoni distesi al sole. Sono talmente lontani da essere praticamente indistinguibili a occhio nudo, ma è comunque emozionante. Rientriamo quindi al camp, che chiude i battenti al tramonto.

Ci godiamo un bellissimo tramonto (questo sì un po’ affollato) alla pozza (artificiale) del camp, dove numerose zebre vengono ad abbeverarsi alla luce rossissima del sole. Dopo una doccia andiamo a cena al ristorante del camp: la cena è deludente e consumata all’aperto con un freddo pungente, tanto che indossiamo tutti gli abiti che abbiamo a disposizione. La fettina di carne e lo squallido dessert passano però in secondo piano quando decidiamo di ritornare alla pozza del camp, illuminata dalla luce artificiale. 6 rinoceronti (di cui due piccoli) si stanno abbeverando, sotto gli sguardi estasiati dei turisti: un gran bello spettacolo. Ci tratteniamo un’oretta prima di andare a dormire nella nostra camera.

7°giorno – 20/5/22: Etosha National Park

Oggi giornata completamente dedicata all’Etosha. Ci allontaniamo in direzione est lungo l’Etosha Pan, fino ad arrivare al Namutoni Camp. Nelle varie soste incontriamo un rinoceronte lungo la strada in piena luce e successivamente una coppia di bellissime leonesse che stanno facendo un lauto spuntino con uno springbok che stanno sbranando. Si avvicinano ulteriormente e vanno a riposarsi all’ombra a meno di 5 metri dal nostro veicolo: che spettacolo!

Per l’ora di pranzo siamo a Namutoni, letteralmente preso d’assalto dalle manguste che provano ad infilarsi anche nella nostra auto! Mangiamo i nostri panini (tenuti al fresco nel comodissimo congelatore dell’auto) e ci dirigiamo quindi alle pozze poco vicine. Qui vediamo un’intera mandria di elefanti (circa 12 esemplari con diversi piccoli) che compaiono dal nulla e vanno ad abbeverarsi alla pozza: davvero bellissimo! Quindi prendiamo lentamente la via del ritorno facendo alcune ulteriori soste e rientriamo al camp nel tardo pomeriggio.

Ancora tramonto alla pozza del camp, docce e cena un po’ meglio di ieri (carne di orice) ma sempre consumata con un freddo pungente. Anche oggi dopo cena alcuni rinoceronti vanno ad abbeverarsi alla pozza e ci regalano un bello spettacolo prima di andare a dormire.

8°giorno – 21/5/22: Etosha National Park e Waterberg Plateau

Ultima colazione al camp, anche questa non memorabile e ultima mezza giornata in giro per l’Etosha. Personalmente abbiamo trovato 1 giornate piena e due mezze giornate nell’Etosha ampiamente sufficienti, ma questo dipende molto dall’interesse personale. Stamattina ci dirigiamo a nord verso l’Okondeka ma non facciamo nessun ulteriore avvistamento di rilievo. Verso le 12 usciamo dal parco e ci dirigiamo di nuovo alla Bakery di Outjo per il pranzo e per comprare qualche manufatto in un vicino negozio di artigianato locale.

Ci dirigiamo quindi verso il Waterberg Plateau**. Dobbiamo prima attraversare Otjiwarongo dove però le indicazioni sono completamente assenti e ci perdiamo. Ci sono solo locali in una cittadina abitata quasi esclusivamente da famiglie di colore: sembra un altro mondo, anche rispetto alla Namibia vista finora, molto più povera ma anche più “vera”. Si sta giocando una partita di calcio tra ragazzi su un campo di terra e sarebbe forte la tentazione di fermarsi a fotografare ma temiamo di essere troppo fuori luogo visto che sicuramente non passiamo inosservati. Con l’aiuto del navigatore (sintonizzato per la prima volta in 9 giorni) riprendiamo la via maestra e puntiamo alla Waterberg Wilderness Private Reserve dove trascorreremo la notte.

La struttura che ci ospita è il Waterberg Valley Lodge dove abbiamo una tenda immersa nel verde ai piedi dell’altopiano rosso. Facciamo il check in e prendiamo accordi per fare l’escursione sull’altopiano l’indomani mattina (si può fare solo con una guida) e prima di cena decidiamo di fare la passeggiata lungo il Dassie Trail** che conduce dal nostro alloggio fino al Wilderness Lodge, un’altra sistemazione di categoria alta facente parte della stessa struttura. La passeggiata dura un’ora abbondante sola andata ma è piacevole e all’ombra. Il ritorno lo facciamo lungo la strada principale in modo da arrivare puntuali a cena, servita sulla terrazza dal lodge. Nonostante i funghi caloriferi e il fuoco acceso fa veramente freddo. Mangiamo del goulasch, un main che non ricordo e un dolce spacciato per un brownie ma che comunque non è male, in un’atmosfera molto curata e, a parte il freddo, piacevole. Quindi andiamo a letto.

9°giorno – 22/5/22: Waterberg Plateau, Windhoek e partenza

Colazione standard presso la struttura e quindi per le 8 siamo pronti per la salita al Waterberg Plateau*** con la nostra guida e altre due coppie (una francese e una tedesca). La salita è facile e non necessiterebbe di una guida, ma è comunque interessante capire alcuni dettagli del paesaggio circostante, della flora locale e degli animali che sono stati trasportati qui (per molti di loro l’accesso a questo altopiano sarebbe infatti praticamente impossibile). La vista è ampia e bella. Il giro si conclude dopo poco più di 2 ore e numerose soste fotografiche: la deviazione al Waterberg Plateau ci è sembrata complessivamente piacevole ma non imperdibile. Si è fatta l’ora di mettersi in marcia per il rientro e ci dirigiamo quindi verso Windhoek.

Vorremmo fermarci lungo la strada ma è praticamente tutto chiuso essendo domenica, quindi decidiamo di fare benzina e sosta pranzo direttamente nella capitale nelle vicinanze della Christuskirche, chiesa luterana che come dice giustamente la guida sembra un po’ la casetta di marzapane delle fiabe. Nelle vicinanze c’è il memoriale dell’Indipendenza, ottenuta dalla Namibia solo nel 1990. Ci si avvicina un ragazzo che ci racconta la sua storia: mandato in Germania Est poco dopo la nascita sulla base di un accordo con i paesi comunisti è stato rimpatriato al crollo del muro di Berlino senza conoscere una parola della lingua né essere mai stato in Africa: un bello shock. Si propone come guida per visitare alcuni quartieri popolari, visita che penso si rivelerebbe più interessante di un giro della città, che penso abbia in generale poco da offrire: purtroppo però dobbiamo riconsegnare l’auto per prendere l’aereo e dobbiamo quindi rifiutare.

Alle 15 come da accordi lasciamo l’auto e attendiamo la navetta che ci conduce in aeroporto. Ci sistemiamo, imbarchiamo i bagagli e prendiamo l’aereo delle 19 per Francoforte, che sancisce il nostro definitivo ma provvisorio saluto a questa magnifica terra che è l’Africa. Alle 5:30 circa atterriamo in Germania e due ore e mezzo dopo abbiamo la coincidenza per Pisa dove arriviamo per le 09:30, giusto in tempo per cominciare una nuova giornata di lavoro: sigh!

Conclusioni

Un bellissimo viaggio, ricco di colori e animali e molto più fattibile di quanto si pensi. Se non avete problemi a guidare in autonomia e avete un minimo di esperienza di viaggio all’estero un itinerario in Namibia difficilmente vi riserverà pericoli, facendovi d’altro canto apprezzare il meglio che questo paese ha da offrire (e che non si limita certamente al solo Etosha National Park). Unica considerazione negativa che mi sento di fare è che un viaggio del genere è per sua natura “molto bloccato” nel senso che è difficile uscire dai percorsi turistici più battuti e entrare veramente in contatto con le persone del luogo. Questo premesso, l’Africa vi ruberà certamente un pezzo di cuore, facendovi ardentemente desiderare di ritornare al più presto.

Per ogni informazione o consiglio potete contattarmi all’indirizzo e-mail ricky.pittis@hotmail.it.

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