Tra Liguria, Toscana e… ancora Toscana. Destinazione: Lucca
Ultimo controllo bagaglio.
Macchina fotografica? C’è.
Taccuino e penna? Ci sono.
Guida rossa? C’è.
Guida rossa della Toscana, specifico perché la meta è Lucca e perché non bisogna mai dare per scontato che quando si viaggia ne serva solo una di guida, soprattutto se si devono attraversare più regioni italiane.
Eh già… perché partendo dalla provincia di Como si attraversano la Lombardia, l’Emilia Romagna, la Toscana (percorrendo la famigerata “Cisa”), la Liguria e di nuovo la Toscana e viene voglia di fare soste ovunque, perché ovunque c’è qualcosa da vedere.
Dopo esserci lasciati alle spalle diverse località “senza” indugio (come disse Virgilio a Dante “Non ti curar di loro, ma guarda e passa”), comunque una sosta è d’obbligo e decidiamo di fermarci a Luni (in provincia di La Spezia- quindi in Liguria, quindi? Manca la guida rossa…).
Numerosi sono i cartelli stradali che segnalano l’Antica Luni; ad un certo punto arriviamo ad un bivio: bisogna scegliere se visitare prima l’anfiteatro o il museo e la zona archeologica che sono collegati tra di loro anche da una pista ciclopedonale.
In auto, raggiungiamo l’anfiteatro percorrendo una strada di campagna: bisogna stare attenti perché sulla destra si trova un mausoleo che, come si legge sul cartello, “costituisce la testimonianza meglio conservata delle necropoli lunensi”. Dopo una doverosa sosta, proseguiamo e raggiungiamo l’anfiteatro che fu costruito all’esterno delle mura dell’antica città di Luni: si tratta del monumento meglio conservato, nonostante siano andati perduti i due piani superiori ed i rivestimenti; visitarlo riporta indietro nel tempo e ci sentiamo immersi nell’atmosfera dei giochi gladiatori e delle cacce alle fiere.
Il salto nel passato prosegue visitando il piccolo museo che, fondato nel 1964, permise e permette tuttora di conservare in loco alcuni reperti scoperti nell’attigua area archeologica, l’antica colonia romana Portus Lunae di cui sono ancora visibili il cardo ed il decumano, l’area del foro, domus, templi ed il teatro.
Terminata la visita, c’è ancora tempo per la scoperta di questa terra tra Liguria e Toscana, prima di proseguire il viaggio verso la destinazione finale. La gente del luogo, interpellata, ci consiglia Montemarcello (ad una ventina di minuti, sempre in Liguria e quindi manca sempre la guida rossa…): uno dei Borghi più Belli d’Italia, posto su un’altura, da cui si possono ammirare da una parte i profili delle Alpi Apuane con le loro cave di marmo e dall’altra la Riviera Ligure di Levante con Portovenere e le isole di Terizzo e del Tino.
Passeggiando per il borgo, oltre ad imbatterci in scorci sulle montagne e sul mare, attraversiamo piazzette e viuzze dal sapore ligure che sono parte integrante di sentieri CAI ben segnalati dalle tipiche bandierine. In una di queste piazzette sorge la chiesa parrocchiale di San Pietro, con diverse opere d’arte, tra cui un rilievo marmoreo del XVI secolo raffigurante il “Volto Santo di Lucca con i santi Rocco e Sebastiano”.
Dopo un ultimo giro nel borgo, ripercorriamo la strada della salita e scendiamo per riprendere il percorso che ci porterà a Lucca, costeggiando il mare e le Alpi Apuane ed attraversando Carrara, Massa, Forte dei Marmi e Camaiore, prima di deviare verso la città toscana. Qui arriviamo nel tardo pomeriggio e, dopo esserci sistemati in hotel (sono numerosi i luoghi dove poter pernottare, sia all’esterno che all’interno delle mura), possiamo iniziare la ricerca… del ristorante!
Consiglio: chiamare per prenotare, soprattutto nei periodi di maggiore affluenza di turisti, altrimenti si rischia di rimanere con lo stomaco vuoto!
Prima di partire ci erano stati suggeriti due locali ma, essendo stanchi e trovandoci dalla parte opposta della città, abbiamo chiesto due dritte al proprietario dell’albergo che ci ha consigliato un posto: “Gli Orti di via Elisa”. Ottimisti, ci avviamo verso il ristorante… pieno! Come altri in quella zona, tranne “Cibus & Pizza”, non proprio una tipica osteria toscana, ma certo non sfigura.
Il giorno dopo siamo pronti per iniziare l’esplorazione della città e, finalmente, possiamo sfoggiare… la guida rossa!
Il tour non può che cominciare dalle mura, non mura qualunque: fino a qualche decennio fa, si poteva salire anche con le auto! Ora rappresentano uno dei più grandi parchi di Lucca, si percorrono a piedi, in bici o con i pedalò (sono numerosi i negozi per il loro noleggio, sia vicino alle porte, sia all’interno della città) ed offrono punti di vista e scorci particolari sul centro storico.
Decidiamo di iniziare da Porta Elisa (la più vicina al nostro alloggio) e di dirigerci verso Porta San Pietro: in questo tratto si possono ammirare dall’alto l’orto botanico e la Cattedrale; proseguiamo poi verso Porta Sant’Anna (vicino alla quale sorge la piccola cappella musicale di Santa Cecilia), dove decidiamo di scendere per andare ad esplorare il centro della città, puntando prima verso Piazza Grande (chissà per quale motivo ha questo nome?!) con il Palazzo Ducale (sede della Provincia che viene aperto al pubblico solo in particolari occasioni), poi verso piazza San Michele e la sua Chiesa di San Michele in Foro (consiglio: guardatevi intorno lungo tragitto e anche in altre zone del centro storico, antiche insegne di negozi creano interessanti contrasti: ad esempio, l’insegna di una vecchia farmacia è posta sopra l’ingresso di quella che oggi è una… pasticceria!).
Prima di dirigerci verso Palazzo Mansi, adiamo a chiedere informazioni sull’orario di apertura dell’Antica Bottega di Prospero, altro luogo che ci è stato suggerito da un toscano doc per fare rifornimento di prodotti tipici (tra cui le famose minestre toscane): non vorremmo rimanere a bocca asciutta!
A Palazzo Mansi visitiamo le varie sale (tra cui una “sobria” camera da letto) e la Pinacoteca (che conserva opere dal XVI al XVII secolo).
Dopo la pausa pranzo, riprendiamo il nostro tour dalla Chiesa dei Santi Giovanni e Reparata (consiglio: acquistare il biglietto cumulativo per l’ingresso a questa chiesa, alla Cattedrale, al campanile ed al Museo- https://www.museocattedralelucca.it/cattedrale-lucca/), un complesso che permette di fare un viaggio nel tempo: nell’area archeologica all’interno della chiesa, sono visibili le stratificazioni ed i resti di edifici che si sono susseguiti nel corso dei secoli, dall’epoca romana al medioevo.
La nostra visita prosegue alla Cattedrale di San Martino, famosa per il “Monumento funebre ad Ilaria del Carretto”. Consiglio: non bisogna focalizzarsi solo sull’opera di Jacopo della Quercia, bisogna prendersi del del tempo per osservare i numerosi dettagli della facciata e scoprire le numerose opere d’arte custodite al suo interno, una vera sorpresa!
Per concludere la giornata saliamo sul campanile (una bella scarpinata, ma anche una bella vista!) e visitiamo il Museo della Cattedrale. Alla sera (questa volta non siamo impreparati: abbiamo chiamato per prenotare) ceniamo alla “Trattoria da Giulio in Pelleria”, tipica e storica trattoria lucchese che non delude le nostre aspettative.
Il giorno successivo girovaghiamo tra viuzze, palazzi medievali e torri (tra cui la Torre Guinigi famosa per i suo giardino pensile) in una zona ancora inesplorata (da noi) del centro storico per raggiungere prima la Basilica di San Frediano, di cui mi colpiscono particolarmente la fontana lustrale all’inizio della navata destra e l’ancona intagliata e policroma della quinta cappella, poi Palazzo Pfanner , dimora signorile il cui giardino ed il cui scalone monumentale hanno fatto da sfondo a diversi film.
Dal palazzo raggiungiamo le vicine mura e ne percorriamo un altro tratto, prima di rientrare nel centro storico per dirigerci alla famosa Piazza dell’Anfiteatro; dopo la foto d’obbligo, percorriamo il perimetro esterno: in più punti si possono ancora notare i resti dell’antico anfiteatro romano.
Il tour di oggi termina alla Chiesa di San Francesco, il cui interno non ha nulla da invidiare agli altri edifici religiosi della città, ed al Museo Nazionale di Villa Giunigi con cui possiamo completare la conoscenza artistica di Lucca.
In realtà, concludiamo la scoperta della città alla sera, passeggiando tra i suoi monumenti illuminati, dopo aver cenato alla “Trattoria da Leo” (altra trattoria storica).
L’ultimo giorno di questa breve vacanza è dedicato al viaggio di ritorno, ovviamente con sosta. La prima scelta era stata Sant’Anna di Stazzema, ma purtroppo quel giorno il museo era chiuso, quindi abbiamo optato per il Castello Malaspina di Fosdinovo (è obbligatoria la prenotazione). Se si ha del tempo, prima o dopo, si può andare alla scoperta di Sarzana e del borgo di Fosdinovo che sorge ai piedi del castello. La guida accompagna nelle stanze del maniero, raccontando le sue vicende storiche e le sue leggende (tra cui l’immancabile fantasma). La visita si conclude su una torre da cui Dante Alighieri ammirava le montagne: una di queste sembra il profilo di una donna sdraiata, ovviamente… Beatrice!