La perla dello Jonio è l’isola low-cost della Grecia dove ancora non è arrivato il turismo di massa

Preveza, la perla dello Jonio. Un weekend low-cost in Grecia per scoprire un'isola, con le sue spiagge, non ancora preda del turismo di massa
Scritto da: fabri979
la perla dello jonio è l'isola low-cost della grecia dove ancora non è arrivato il turismo di massa
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Weekend a Preveza, una perla dello Jonio. Volo economico (Ryanair) Fiumicino –  Aktio A/R a 32 euro, acquistato in promozione ad aprile, e una ottima sistemazione centrale in appartamento a 113 euro per due notti.

Albeggia quando lasciamo l’auto al parcheggio lunga sosta; meno di venti euro per tre giorni, prenotato e pagato sul sito web degli Aeroporti di Roma, che alla fine è risultato il più economico.
Il volo è di prima mattina, puntualissimo. Tranquillo il viaggio, un’ora e mezza trascorsa in un aereo non pieno che ci permette di usufruire di uno spazio supplementare. Atterriamo sull’isola di Lefkada circa alle undici e mezzo locali, e dopo il breve trasferimento a piedi raggiungiamo nel terminal l’area dedicata degli autonoleggi, fortunatamente fra i primi; ho prenotato l’auto al risparmio, considerata la breve permanenza, e la scelta si è rilevata decisamente infelice. Economy Car Rentals usufruisce dei servizi di sub noleggiatori che mi hanno fatto maturare la convinzione di aver fatto un’esperienza da non ripetere.

Ci avviamo in direzione di Preveza, fermandoci dopo circa un chilometro per pagare il pedaggio del tunnel sottomarino che congiunge l’isola alla terraferma (tre euro). Il tragitto è breve, ed alla prima rotatoria siamo praticamente arrivati: parcheggiamo davanti al cancello, la signora che ci apre ci comunica di salire che la chiave è nella porta. L’appartamento si chiama “Soffitta luminosa”, una carinissima mansarda dotata di tutto e di più. È stata una scelta azzeccatissima. Posati i bagagli, usciamo in direzione del mare, e costeggiamo il porticciolo turistico fino alla fine della banchina, per prendere la via parallela e percorrerla a ritroso, dato che siamo nel centro cittadino, costeggiato di ristorantini, taverne e negozi. Sostiamo ad una panetteria dove acquistiamo il necessario per uno spuntino: una focaccia riempita di spinaci e una con feta e pomodoro, ottime entrambe.

preveza

Calmata la fame rientriamo in camera, dove facciamo la conoscenza di Panos, il nostro host, che non era presente al momento del nostro arrivo. Persona squisita, si informa sulla nostra sistemazione e del livello di gradimento, oltre che sull’orario del nostro rientro; appurato che abbiamo il volo la sera, senza noi chiedere nulla, ci concede l’appartamento fino alle ore 16.
Raggiungiamo quindi la vicina spiaggia, sotto le rovine dell’antico castello (300 metri) e prendiamo posto su due sdraie all’ombra di un ombrellone della piccola struttura attrezzata. Il tutto è gratuito, e la consumazione facoltativa (!). Prendiamo due bibite ed oziamo al dolce tepore del sole, riuscendo a fare anche il primo bagno stagionale.

La sera passeggiamo per le viuzze del centro alla ricerca di una taverna dove cenare; ci fermiamo da To Rempetiko Steki, a un tavolino esterno lungo la stradina, e non potrebbe essere scelta più azzeccata. Ci portano l’Ouzo come aperitivo di benvenuto, accompagnato da alici marinate ed una salsa di uova di merluzzo che da sole valgono un antipasto; poi sardoncini, gamberi e seppie grigliate che sono un trionfo, per finire con gelato e digestivo offerto dalla casa: quaranta euro in due. Avevano terminato il polpo, che è il piatto forte della cucina, così ci consigliano di tornarci anche domani sera. La levataccia si fa sentire, così prendiamo la via del ritorno; usciti dal centro dobbiamo attraversare la via principale, Irinis Avenue, e salire per circa trecento metri, in una zona molto tranquilla.

Weekend a Preveza. Diario di viaggio

28 maggio, sabato – Castello di Vonitsa e spiaggia di Alonaki

spiaggia di alonaki

La mattinata la dedichiamo ad un giro sull’isola. Dopo aver preso un cappuccino niente male ad un tavolo di un bar che sbandiera un’insegna “Illy caffè”, ci mettiamo in viaggio raggiungendo l’isola tramite il tunnel, e dopo aver pagato il pedaggio e superato l’aeroporto ci immettiamo sulla superstrada A52 in direzione sud. La percorriamo fino dove è possibile, poi, di fronte alle barriere usciamo verso il paesino di Vonitsa, niente di ché se non per un maestoso castello che lo domina, che decidiamo di visitare.

Lasciata l’auto lungo la strada del porticciolo saliamo a piedi lungo un percorso indicato, ed accediamo dopo aver pagato il biglietto (3 euro). La costruzione è imponente, con tre cerchie di mura prima di giungere in cima alla cittadella fortificata, l’ultimo baluardo all’assedio. Nonostante finanziamenti europei per lavori di recupero, all’apparenza in corso, l’area si presenta alquanto desolata, con erbacce e rampicanti che si stanno impossessando di terreno e mura, una costante che purtroppo si ripresenta puntuale in quasi tutte le aree archeologiche elleniche.

La visita comunque merita anche una sosta per ammirare lo splendido panorama. Ci dirigiamo ora a un isolotto che abbiamo notato dall’altura, raggiungibile tramite uno stretto e lungo ponticello in pietra, e visitare una piccola chiesetta che però è chiusa. Riprendiamo l’auto e partiamo in direzione Lefkada città, sulla costa opposta. Parcheggiamo al porto turistico, zeppo di barche ormeggiate battenti principalmente bandiera britannica e tedesca, e ci inoltriamo nella parallela che rappresenta la passeggiata del borgo turistico. Facciamo una sosta ad un bar per dissetarci con un caffè frappè e proseguiamo gironzolando fra i tanti negozi che riempiono la via, quindi rientriamo a Preveza (altri tre euro di pedaggio al tunnel).

Il pomeriggio andiamo a farci un bagno, in previsione di un peggioramento meteorologico nelle prossime ore. Percorsi meno di cinque chilometri siamo alla decantata spiaggia di Alonaki, molto bella e completamente selvaggia: la struttura di accoglienza non è ancora entrata in servizio. Sabbia fine e fondali puliti, non fosse che si è alzato il vento ed il mare comincia a essere troppo ondoso. Ci mettiamo comunque a mollo, e ci godiamo un attimo di completo relax. La sera prendiamo un aperitivo in uno dei tanti bar sulla via, in attesa dell’ora di cena. Dobbiamo solo voltare l’angolo, e siamo di nuovo seduti al ristorante della sera prima. Solita cortesia da parte del proprietario, che questa sera è anche molto loquace, e si sofferma a raccontarci brevemente la storia dell’isola attraverso le varie dominazioni, oltretutto in un italiano più che comprensibile. Penso che siamo riusciti ad artigliare l’ultima porzione di polpo disponibile (che ci aveva promesso la sera prima), che è veramente superlativa. Aggiungiamo gamberi e triglie fritte, accompagnati da un eccellente vino bianco (non locale, specifica Kostas).

Alla fine prendiamo il consueto liquore offerto e salutiamo. Abbiamo scoperto un’ottima taverna gestita da persone squisite, e abbiamo gustato due ottime cene a prezzi più che onesti. Decisamente soddisfatti.

29 maggio, domenica – Nikopolis, Cassope e Zalongo

nikopolis

Il meteo ha messo pioggia, anche se la mattina splende il sole. Accantoniamo il progetto delle spiagge, e prendiamo in direzione nord per raggiungere il sito archeologico di Nikopolis. Si tratta di una vasta area cinta da mura, nella quale sono oggetto degno di attenzione i mosaici dei pavimenti della basilica “A” , una fonte parzialmente restaurata, e l’Odeum, l’anfiteatro, che a suo tempo doveva rappresentare una chicca, avendo una copertura. Il costo del biglietto è di otto euro, ma comprende la visita al museo archeologico, dentro la città.

Lasciamo la visita per il pomeriggio, e proseguiamo verso nord in direzione Cassope e il monastero. Le indicazioni stradali sono piuttosto precise, e a un certo punto lasciamo la strada principale per cominciare a salire lungo il fianco di un monte, in mezzo ad una classica vegetazione mediterranea. Quasi alla sommità troviamo il sito dell’antica Kassope, tre euro veramente spesi male. La zona archeologica versa in uno stato di totale abbandono, qualche sasso qua e là rende l’idea di qualche muro che costituiva un comunque vasto complesso urbano. Il cartello che pubblicizza il finanziamento della Comunità Europea per lavori di ripristino appare come una barzelletta. Unica nota positiva la splendida vista sulla valle ed il mare.

Saliamo ancora forse per un chilometro, e raggiungiamo il monastero, da dove parte il sentiero che conduce a Zalongo, il luogo dove una serie di bianche sculture visibili da grande distanze ricorda il sacrificio delle donne che con i loro bambini si gettarono dalla rupe per non finire preda dei turchi, durante una delle tante lotte che nel corso dei secoli hanno fomentato odio fra questi due popoli. Il cielo è sempre più scuro, l’aria decisamente fredda, ed abbiamo fatto forse cinquanta metri dal parcheggio che cadono le prime grosse gocce di pioggia. Rapido dietro front e ci infiliamo nell’auto giusto in tempo un attimo prima del diluvio. Iniziamo la discesa, e constatiamo che l’auto è praticamente sprovvista delle spazzole del tergicristallo: la gomma delle lame è finita da tempo, così che siamo costretti a fermarci alla prima piazzola che incontriamo in un tratto sicuro da eventuali tamponamenti. Il rientro ci appare un’eternità, in un percorso a singhiozzo dovuto alle frequenti soste nei momenti nei quali l’acqua copiosa ci impedisce quasi totalmente la visuale. Giunti finalmente alla periferia di Preveza c’è un attimo di tregua, e ne approfitto per fare il pieno di benzina (2,319 euro/litro), unica nota stonata nei prezzi registrati in tutte le spese sostenute.

Dopo la grande sfuriata, ora appare ora un raggio di sole, e ne approfittiamo per andare a pranzo. Ci sediamo all’esterno, ma al riparo, di una taverna all’inizio della zona turistica, e ricomincia a piovere, fortunatamente per una breve durata. Rifiutiamo la gentile offerta dell’ouzo e ordiniamo moussaka ed insalata greca con un quarto di vino: buone ed abbondanti le portate, per venti euro. Rifiutiamo anche il bicchierino offerto dalla casa, e mi sento in dovere di scusarmi, ma non si tratta certo di scortesia.

È pomeriggio, e ci prepariamo a lasciare l’appartamento. Salutiamo e ringraziamo sentitamente Panos, e ci dirigiamo verso il museo archeologico, forse cinque chilometri dalla parte opposta della città, percorrendo Irinis Avenue, per terminare la giornata. Il museo è piccolo ma ben disposto e con interessanti reperti provenienti dalla battaglia di Azio e dalla necropoli di Nikopolis.
Ci dirigiamo quindi all’aeroporto per la riconsegna dell’auto (altri tre euro di pedaggio). Faccio presente al funzionario che una macchina in quello stato non è nelle condizioni di essere noleggiata, e quello mi ringrazia “so much” per la segnalazione (…). prenderanno provvedimenti! Il tipo deve essere una persona molto pratica, perché capisce di dover chiudere alla svelta, e si limita a verificare il livello del carburante e dare una sommaria occhiata alla carrozzeria. Quindi mi presenta lo scontrino della transazione di rimborso del deposito a garanzia. A questo punto ci salutiamo e ci dirigiamo ai controlli di sicurezza, apprestandoci al rientro, ma, dulcis in fundo, un’ora e mezzo di ritardo.

Conclusioni e considerazioni

è stata una vacanza “conoscitiva” su una destinazione che merita un approfondimento. L’isola di Lefkada presenta spiagge molto belle e ancora non è invasa dal turismo di massa (ma sono considerazioni da bassa stagione). La zona di Preveza offre la possibilità di spiagge e di varie escursioni. In questo periodo abbiamo potuto constatare buona qualità della vita a prezzi decisamente abbordabili. Decisamente alti i costi di carburanti, eccessivo quello del pedaggio del tunnel, passaggio obbligato per passare dall’isola al continente. In linea con i nostri gli ingressi ai musei.

Negativa l’esperienza del noleggio “low cost”, anche se, a onore del vero, il prezzo è stato decisamente competitivo (105 euro per tre giorni con copertura assicurativa totale). Per un utilizzo di circa 200 chilometri, ed in mancanza di pioggia, anche con un’auto datata e non in piena efficienza, forse ne sarebbe valsa la pena.

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