Pils e palafitte nella Valle di Ledro

un lungo weekend "slow"
Scritto da: Benesentinel
pils e palafitte nella valle di ledro
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C’era una volta un angolo di paradiso situato fra la provincia di Brescia e la sponda trentina del Lago di Garda.

Questa valle ha poche centinaia di abitanti sparsi fra Molina di Ledro, Pieve di Ledro, Bezzecca, Concei, Tiarno di Sotto e Tiarno di Sopra, frazioni che dal 2010 fanno tutte capo al comune di Ledro.

Il lago omonimo, che nella stagione autunnale regala un foliage da cartolina, è circondato da un percorso ad anello lungo una decina di chilometri, facilmente percorribile a piedi con i bambini oppure in bicicletta. Partendo da Pieve di Ledro si raggiungono in un’ora circa Molina di Ledro e il suo Museo delle Palafitte, patrimonio Unesco con una storia millenaria da raccontare. Nel 1929 è stato riportato alla luce un villaggio risalente all’età del Bronzo e attorno al lago ne è stato ricostruito uno degli esempi meglio conservati dell’arco alpino. Il museo espone utensili di vita quotidiana dell’epoca e organizza attività didattiche, creando una vera e propria immersione nella preistoria.

Proseguendo il giro ad anello si raggiunge Mezzolago, con un bel punto panoramico e le stradine acciottolate che raccontano la storia del lago e del ritrovamento delle palafitte attraverso alcuni pannelli appesi sui muri delle case.

La Farmacia A. Foletto

Una volta terminato il percorso si ritorna a Pieve di Ledro, dove si può ammirare il paesaggio seduti sulle panchine davanti al lago sorseggiando un tè o una cioccolata. Oppure, per chi ama le gradazioni forti, è d’obbligo una visita alla Farmacia A. Foletto.

Giovanni Foletto arrivò nella valle nel 1855, in breve tempo diventò direttore e proprietario della farmacia. Suo figlio Angelo, grande appassionato di botanica, creò diversi prodotti a scopo terapeutico dopo aver raccolto e analizzato moltissime erbe intorno al lago. Si possono ancora vedere le attrezzature, un campione dell’erbario, il mobilio originale della farmacia e alcuni manifesti pubblicitari dell’epoca. La conversione definitiva del laboratorio da farmaceutico ad alimentare avvenne nel 1990. La produzione attuale è infatti focalizzata su sciroppi prodotti con frutti di montagna e liquori che si possono degustare o acquistare al termine della visita.

Locca e Bezzecca

Una volta usciti da questo luogo dal sapore antico e osservate le riproduzioni di fotografie d’epoca lungo le stradine, ci si rimmerge nel silenzio del bosco, rotto solo dai campanacci delle mucche, per raggiungere Locca. È un piccolissimo centro dove il tempo sembra essersi fermato: tutto ruota attorno alla piazzetta principale, a una fontana di pietra e una chiesetta situata pochi metri più in alto del paese, da cui si gode un bel panorama.

Proseguendo a piedi dopo Locca si arriva a Bezzecca, il centro storicamente più interessante della Valle di Ledro. Qui infatti si trova uno dei numerosi musei di guerra del Trentino, il Museo Garibaldino e della Grande Guerra che racconta la battaglia del 1866 durante la Terza Guerra d’Indipendenza e le sorti della valle durante il primo conflitto mondiale. Percorrendo una salita di poche centinaia di metri si trova il Colle Ossario Santo Stefano, dove si vedono i resti di una trincea, il monumento ai Caduti, alcune mine e pannelli che raccontano l’esodo della popolazione in Boemia e Moravia nel 1915-1918. Intere famiglie vennero private delle proprie case e dei propri beni e, quando vi fecero ritorno alla fine della guerra, portarono con loro l’eredità gastronomica delle zone che li avevano ospitati.

Il modo migliore per assaporare questa storia nella Storia è un pranzo da Elda Slow Restaurant, raggiungibile da Bezzecca con una breve passeggiata in mezzo al verde. I piatti del ristorante, gestito dai nipoti di una donna esodata, raccontano l’incontro fra il popolo boemo e quello trentino con un menù essenziale ma curatissimo sia nella qualità che nella presentazione. Il piatto-simbolo sono gli gnocchi boemi, una pasta lievitata ripiena di prugne che si può accompagnare con uno spezzatino di carne oppure mangiare dolce, con un pizzico di cannella. Un’altra pietanza semplice ma buona sono i bramborak, frittelle di patate con un’insalata di cavolo cappuccio. Per finire in bellezza, anzi, in bontà, ci sono le livanze, dolci simili a pancake serviti con marmellata di prugne o di arance. Da Elda si può anche dormire: la struttura è stata rinnovata di recente, con una particolare attenzione al benessere e alla sostenibilità.

Un altro locale da provare per immergersi nella cultura gastronomica della valle è l’Osteria La Torre a Pieve di Ledro. Anche qui si possono assaggiare gli gnocchi boemi, oppure specialità 100% trentine come la carne salada coi fasoi; non mancano anche i pesci d’acqua dolce come il salmerino.

In entrambi i ristoranti si può gustare un’ottima bevanda del territorio. Il Birrificio Leder utilizza acqua pura di sorgente alpina e produce soprattutto tipologie a bassa fermentazione come la pils: un altro omaggio alla Boemia, che il mastro birraio ha visitato più volte e da cui si rifornisce di luppolo in grande quantità.

Visitare la Valle di Ledro fa bene agli occhi, al palato e, perché no, anche allo spirito. Per qualche giorno ci si lascia alle spalle la frenesia della vita quotidiana e ci si immerge nella pura semplicità, anche quella della gente del luogo che parla in dialetto nei bar di paese.

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