Roma per principianti
Vi è una piccola premessa al nostro diario: originariamente l’orario di arrivo del nostro treno da Milano era fissato per le ore 12.20 a Termini, ma la nostra rinomata sfortuna ci ha permesso di trascorrere tre bellissime ore aggiuntive di sosta all’interno delle gallerie poco prima di Firenze, per un totale complessivo di sei ore e mezza di viaggio, anziché tre dell’Alta Velocità. Cose che succedono (a noi). Una meraviglia.
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1° giorno
Nonostante il piccolo disagio delle ferrovie siamo riuscite ugualmente a portare a termine le cose che avremmo dovuto fare durante la prima mezza giornata in terra capitolina. Il mio maniacale bisogno di organizzazione, che mi spinge in anticipo di mesi a compilare itinerari super dettagliati e un po’ ossessivo-compulsivi, alla fine aiuta sempre.
Superato l’iniziale problema che ha rischiato di minare la mia sanità mentale (e quella di Laura che mi deve sopportare), ci siamo subito dirette a piedi verso il nostro alloggio, in zona San Giovanni, una camera in un B&B a poche centinaia di metri dalla basilica di San Giovanni in Laterano, ‘Le stanze di Elle’. Consiglio vivamente la sistemazione di Antonella – un host molto gentile e disponibile – in quanto locata in una zona comoda e tranquilla, ben collegata e con un ottimo rapporto qualità-prezzo (nei quattro giorni del ponte dell’Immacolata abbiamo speso un totale di 191 euro per tre notti).
A noi piace camminare, soprattutto dopo le sei ore e mezza trascorse sedute in 30 cm quadrati, dalla stazione in 25 minuti si arriva in zona San Giovanni; la mezza giornata ho cercato di organizzarla nella stessa zona, quindi sud-est di Roma. Preventivamente abbiamo acquistato qualche biglietto dei mezzi, ma durante la prima giornata non ne abbiamo utilizzati.
Una volta sistemate siamo uscite a dare un’occhiata alla Basilica di San Giovanni in Laterano, senza entrare, ma se volete approfittare l’ingresso è gratuito. Ci siamo poi dirette alle Terme di Caracalla, ad un chilometro e mezzo di distanza: abbiamo ammirato le imponenti mura sotto i riflettori notturni -e la pioggia – ma non siamo riuscite ad entrare causa tempistica (in inverno chiude alle 16.30). Sicuramente un motivo per ritornare a Roma in futuro, il biglietto d’ingresso acquistato online costa 10 euro, complessivo di prevendita.
Proseguendo lungo il viale delle Terme di Caracalla siamo arrivate al Circo Massimo, costeggiandolo abbiamo iniziato la salita per l’Aventino: il tutto in 20-25 minuti al massimo, che in una giornata assolata è super, immergendo un intero piede sino alla caviglia in una pozzanghera un po’ meno, ma si fa. Accompagnate dalla meravigliosa sensazione dell’acqua all’interno della mia scarpa ci siamo ritrovate in un colle deserto, piacevolissimo, riuscendo infine ad intrufolarci nel Giardino degli Aranci poco prima che il guardiano chiudesse il cancello. La vista delle luci della città dalla terrazza Belvedere è impagabile.
Io ero già stata a Roma diverse volte, ma per Laura era la prima occasione in età adulta: spacciandogliela per una sciccheria segreta che in pochissimi conoscono l’ho trascinata poco più avanti, alla Villa del Priorato di Malta, costringendola ad avvicinarsi al portone. Laura, ignara del fatto che fosse oramai una tappa mainstream per chi si reca a Roma, dopo un attimo di titubanza si è convinta a guardare dal celeberrimo buco della serratura, ringraziandomi poi per averle fatto conoscere quel meraviglioso scorcio da cui si può vedere la cupola di San Pietro, esattamente inquadrata.
Dopo quella finezza la giornata si poteva concludere, e così è stato (soprattutto a causa del ritardo del treno), quindi siamo scese e ci siamo incamminate verso Trastevere, vagando per i numerosissimi locali e lasciandoci andare nella cosa che più ci piace fare in vacanza: mangiare. In questi quattro giorni avevo un obiettivo principale: gustarmi tutti i primi piatti più famosi, gricia-carbonara-amatriciana-cacio e pepe.
Vi consigliamo quindi un ristorante storico e tipico esattamente a Porta Portese, “Trattoria Dal Cordaro”, in cui abbiamo cenato benissimo spendendo relativamente poco, e non lo dico solo da veneta che si è inesorabilmente abituata ai prezzi di Milano.
2° giorno
Il secondo giorno ci siamo svegliate senza l’ansia dei treni, abbiamo fatto colazione e abbiamo preso il nostro primo bus che ci ha lasciato in una mezz’oretta sotto piazza del Campidoglio. Non ci fanno impazzire le metropolitane e cerchiamo di evitarle se non strettamente necessarie, e poi in autobus puoi godere della vista della città e del sottofondo conciliante del traffico romano.
Siamo salite alla piazza, non siamo entrate nei Musei Capitolini in quanto prima domenica del mese con ingresso gratuito, ergo file chilometriche dalle prime luci dell’alba, preferendo passeggiare. Vi consiglio di recarvi al Belvedere di Via Monte Tarpeo, da cui si gode una vista straordinaria sui Fori Imperiali.
Dopo un book fotografico di una mezz’ora dei Fori Imperiali siamo scese per recarci in Piazza Venezia, e siamo salite al Vittoriano, che ha ingresso libero (se non volete perdervi il cambio della guardia alla Tomba del Milite Ignoto sappiate che avviene ad ogni ora); dalla cima del Vittoriano si è in posizione privilegiata per ammirare e invidiare tutti i terrazzini delle case romane.
La nostra camminata è iniziata dalla Colonna Traiana, proprio a fianco Piazza Venezia, per proseguire verso Largo di Torre Argentina, sino ad arrivare al ghetto ebraico. Passeggiare per il ghetto la mattina è molto rilassante, ci sono un sacco di locali di cucina kosher e pasticcerie; in Piazza Mattei abbiamo fotografato la Fontana delle Tartarughe, acculturandoci a riguardo: le tartarughe originali sono conservate nei Musei Capitolini, in quanto nel passato oggetto di numerosi furti, ed esiste una copia della fontana in un parco a San Francisco!
Abbiamo proseguito per l’Isola Tiberina, passando per il Portico d’Ottavia, attraversando il Tevere sul Ponte Fabricio (il più antico di Roma); vista la giornata di sole siamo arrivate sino a Campo de’ Fiori e abbiamo beccato il mercato, nonostante fosse domenica: solitamente è aperto dal lunedì al sabato, dalla mattina presto sino al primo pomeriggio. Il mercato è molto caratteristico, si trovano al centro le bancarelle storiche di frutta, verdura, salumi e formaggi, fiori, e le meno storiche di borse, vestiti, oggettistica varia e souvenir.
Siamo arrivate poi al Pantheon e, memore delle mie capate precedenti a Roma, mi illudevo di potervi entrare in pochi secondi: abbiamo invece trovato una fila interminabile di persone e, come due stolte, ci siamo accodate, pensando scorresse velocemente. Causa pandemia e restrizioni, invece, i tempi si sono protratti, e solo dopo mezz’ora siamo riuscite ad arrivare al controllo Green Pass per l’ingresso. In quell’esatto momento, e solo allora, leggo un minuscolo cartello riportante la scritta “Ingresso riservato solo alle prenotazioni”, evidentemente per l’afflusso che avevano prospettato per il ponte di festività. Ci hanno rimbalzato, senza pietà.
La mia parte ossessivo-compulsiva che organizza tutto nei minimi dettagli si è sentita morire, ma dalla mia avevo il ricordo delle volte precedenti in cui non occorreva nessuna prenotazione. A quel punto l’unica cosa che poteva risollevarmi il morale era mangiare, perciò ho prenotato al volo un locale poco distante chiamato “Mr. 100 Tiramisù”. P.S. il locale è stata una sorpresa, propone taglieri di salumi e formaggi con prodotti ricercati, bruschettine eccezionali e una bella selezione di vini, oltre a 100 tipologie diverse di tiramisù, il paradiso.
Uscita dal locale di nuovo felice e satolla ho portato Laura nel mio luogo preferito di Roma, Piazza Navona. Mentre tentavo di illustrarle le meraviglie della piazza l’ho persa di vista, rintracciandola dopo qualche minuto accucciata mentre cercava di fare una cosa che probabilmente non aveva mai fatto nessuno in vita: la foto alla fontana centrale prendendola di riflesso in una pozzanghera. Forse in quella giornata non ci aveva ancora pensato nessuno, visto che dopo di lei si sono messi ad imitarla svariate persone. Mentre lei si sentiva orgogliosamente la capostipite di quella tecnica sopraffina, l’ho trascinata di peso alla Chiesa di San Luigi dei Francesi, per mostrarle dei Caravaggio e riportare un po’ di serietà a quel pomeriggio. La Chiesa è visitabile gratuitamente, tutti i giorni (escluso il giovedì pomeriggio), munitevi di molta pazienza –noi siamo riuscite ad intravedere i quadri di Caravaggio arrampicandoci sulle persone, però ne valgono decisamente la pena.
E la marea di persone l’abbiamo trovata anche alla Fontana di Trevi, dove ci siamo recate successivamente passando per Palazzo Montecitorio, ma a quello ero preparata. Siamo ritornate dopo cena alla Fontana perché volevamo ammirarla con le luci della sera e scattare qualche bella foto, e miracolosamente abbiamo avuto la fortuna di ritrovarci quasi sole. Incredule ma felici.
3° giorno
Lunedì mattina è iniziato con il nostro viaggio di mezz’ora in autobus per arrivare in Piazza di Spagna (per chi non ha disagi psicologici la metro è molto più veloce, pratica e ci mette 10 minuti da San Giovanni).
L’itinerario della giornata prevedeva Piazza del Popolo e una bella passeggiata nei giardini di Villa Borghese, in cui abbiamo trascorso almeno un’oretta a girare sostanzialmente a caso, sorseggiando bevande calde per riscaldarci dal freddo. Ci sono piaciuti un sacco l’orologio con meccanismo ad acqua del Pincio, e un piccolo laghetto in cui è possibile noleggiare barche (qualche turista del nord Europa ha remato, il 6 di dicembre), al cui centro si trova il Tempio dedicato ad Esculapio, patrono della medicina, alla cui vista Laura si è emozionata, memore probabilmente delle tribolazioni dei suoi anni di studi di medicina.
Scendendo in Piazza del Popolo ci siamo avviate verso il Mausoleo di Augusto e il Museo dell’Ara Pacis, che abbiamo visto solamente da fuori, per una questione di scelta di visite di musei e tempistiche. Sicuramente al Mausoleo varrà la pena ritornarci, il prezzo del biglietto è di €. 5,00 + €. 1,00 di prevendita, mentre per i residenti l’ingresso è gratuito.
Una chicca sul tragitto per il Mausoleo: in via Ripetta, un bellissimo viale con edifici e botteghe storiche, si trova l’Ospedale delle Bambole. Si tratta di un negozio aperto dal 1939 che restaura bambole, una bottega artigiana bellissima, con vetrate piene di teste e altre parti del corpo di bambole e bambolotti, un po’ creepy ma fico!
Proseguendo abbiamo passeggiato sul Lungotevere Marzio, che un pochino mi ha ricordato le passerelle lungo la Senna, forse per la presenza dei chioschetti che vendono libri e cartoline, fino a quando ci siamo ritrovate davanti l’imponente sagoma di Castel Sant’Angelo. Avremmo voluto scattare bellissime fotografie dal suggestivo Ponte Sant’Angelo (che fece costruire l’imperatore Adriano), ma la ressa di persone non lo permette, quindi semplicemente ce lo siamo goduto. Da lì abbiamo imboccato Via della Conciliazione, arrivando a Piazza San Pietro.
Subito dopo pranzo avevamo prenotato l’ingresso ai Musei Vaticani (17 euro il normale biglietto intero, con ingressi ogni mezz’ora), e vi abbiamo trascorso gran parte del pomeriggio.
Prima di cena, dato che ci avanzava un po’ di tempo, abbiamo riprovato a fare un salto al Pantheon visto che, non essendo un giorno festivo, non occorreva la prenotazione: peggio della giornata precedente, un’ora buona di coda. Alla fine siamo riuscite ad entrare e siamo rimaste all’interno 5 minuti, forse. Pantheon spettacolare, ma se vi capita di trovare una fila chilometrica secondo noi non ne vale la pena.
Nota ‘vita notturna’ perché poi sembra che non ne facciamo: abbiamo fatto aperitivo e cenato al Pigneto, una zona appena oltre a dove alloggiavamo, super carina, piena di locali alla mano che, a detta di chi abita a Roma, si sta super rivalutando.
4° giorno
L’ultimo giorno dopo le ore piccole (non è vero, siamo vecchie dentro) l’abbiamo dedicato alla visita cumulativa di Colosseo, Fori Imperiali e Palatino.
Avevamo già acquistato il biglietto, che per l’appunto è cumulativo e che ho trovato piuttosto conveniente: lo si acquista sul sito del Parco Archeologico del Colosseo, l’intero costa 16 euro, vale 24 ore e permette di entrare e uscire dai tre siti come si desidera; sul sito comunque si trovano diverse tipologie di ingressi. Si tratta di tre siti archeologici che non avevo mai visitato dall’interno, mi sono piaciuti moltissimo, trascorrendoci perciò tutta la mattinata (c’è molto da vedere!).
Per il pranzo abbiamo cercato un posticino nei dintorni e abbiamo trovato un piccolo localino di pesce o, come si evince dal loro sito “Il primo fast gourmet di pesce al centro di Roma”. Si chiama “Aromi Bistrot”: pochi piatti, ovviamente di pesce, ma di qualità ottima, cucinati con passione da una chef giovanissima. Consigliamo vivamente. Unica piccola pecca, non dispongono di un bagno, perciò organizzatevi.
Le poche ore che ci rimanevano prima della partenza le abbiamo impiegate facendo un giretto al Cimitero Acattolico e alla Piramide Cestia, perché i cimiteri mi piacciono moltissimo, e li cerco sempre nelle città che visito.
Siamo ripartite poi alla volta del capoluogo meneghino, questa volta senza ritardi dei treni!
Roma lascia sempre moltissime cose da vedere, occorrerebbe recarvisi almeno un paio di volte l’anno. Purtroppo anche in questa occasione abbiamo dovuto scegliere quali monumenti e ingressi a siti archeologici prediligere, soprattutto perché Laura non aveva visitato mai nulla, alcune decisioni vanno intraprese.
Sulla via del ritorno Laura si è lasciata andare a considerazioni come “Però, in questa città potrei abitare!”, quindi chi lo sa, un giorno potremmo avere molto più tempo per scoprirla nel dettaglio!