Parco Naturale Regionale della Lessinia
Parco Naturale Regionale della Lessinia – Ponte di Veja
In una giornata di pioggia, lungo l’impervio sentiero che mi portavano ai siti archeologici delle grotte di Fumane, scendendo verso il Riparo Solinas, nel Parco Naturale Regionale della Lessinia, in Italia; osservavo il paesaggio che mi circondava, e come un film che si ripete, mi ricordava mille altri posti che avevo già visitato in precedenza. Come se i nostri antichi avi cercassero posti seriali dove lasciare attraverso il fare dell’arte, tracce del segreto di antiche verità, libri viventi di Storia e Natura.
E il ponte di Veja è il simbolo di quell’arco d’unione temporale con altri prestigiosi siti francesi (grotta Chauvet Vallon-Pont-d’Arc), spagnoli e mondiali. Territorio con pitture rupestri e resti di antichissimi insediamenti preistorici, ricco d’acqua, oggi anche Parco delle cascate Molina a Verona. Uno dei luoghi Italiani più importanti in Europa per la frequentazione sia dell’homo neanderthalensis che dell’homo sapiens dell’Aurignaziano abitato dal 100.000 a.C., ma forse anche molto prima da antichissimi esseri provenienti dall’Africa. Seguendo il mio filo sapevo quello che stavo cercando in questi luoghi e anche che lo avrei trovato attraverso l’arte.
Le Origini risalgono all’archeoStoria, ma visibili nel loro percorso nell’arte Parietale e Mobiliare. Tecniche potenti e chiavi interpretative della semplicità complessa del loro dispiegarsi. Così gli Esseri Preistorici hanno dato realtà alle loro Opere, raccontandone il lato nascosta e segreto che nacque con l’art’è sei milioni di anni fa, e così preservandolo dallo scorrere del Tempo ci è giunto fino a noi.
Tecniche effettuate con Strumenti complessi, consapevoli e utilizzati intelligentemente. I quali sfruttavano il rilievo naturale dei materiali che le ospitavano, e giunsero a ideare il disegno, il colore, la pittura, la scultura con il modellato in argilla, il suono, la danza, il movimento delle figure, anticipando idealmente la cinematografia, dando vita al linguaggio, alla scrittura e alla nostra Storia.
Nella culla dell’umanità in Africa troviamo giacimenti intenzionali di frammenti d’ocra, pitture, gusci con incisioni geometriche e sculture monolitiche risalenti dai 200.000 ai 70000 anni fa; rappresentanti antiche credenze. Tecniche presenti anche a Fumane che hanno dato vita alla figura antropomorfa in ocra dello Sciamano, scoperta dal Prof. A. Broglia nel 1996, oggi in esposizione al museo Paleontologico e Preistorico di Sant’Anna D’Alfaedo. La curiosità è che lo stesso Sciamano l’ho potuto ammirare alla Grotta del Genovese in Sicilia, datata al 9680 a.C. e in altri posti precedentemente visitati, fino ad arrivare nella Val Camuna.
Inoltre dai livelli musteriani della grotta di Fumane, risalenti a 44-45 mila anni fa, sono emersi di recente altri straordinari reperti, alcuni ossicini di uccelli con la straordinarietà di avere microscopici ma nettissimi segni di tagli intenzionali effettuati con schegge di pietra, in modo da rimuovere le penne per decorarsi; né più né meno come gli indiani d’America. Inoltre nel 1995 in Slovenia, nella Grotta di Divjebabe I, è stato trovato un flauto antico di 43.100 anni. Tutto questo è stato ricondotto ai neanderthal, i quali ad oggi risultano molto più pensanti di quello che si era creduto fino a qualche decennio fa, e un tre per cento del loro DNA è stato trovato nel nostro dalla ricerca scientifica.
Il ponte di Vejo lo troviamo presente nel dipinto di Andrea Mantegna riprodotto a Mantova nel Palazzo Ducale, all’interno degli affreschi della Camera degli Sposi. È nota la passione archeologica del Mantegna e il collezionismo dei Gonzaga. Nel 1488 Francesco Gonzaga inviò Mantegna dal Papa a Roma, e nel viaggio tramite Melozzo degli Ambrogi, passò in visita alla bottega di Domenico il Ghirlandaio in cui conobbe il giovanissimo Michelangelo, influenzandolo per sempre nel suo Pensiero, quello poi espresso negli affreschi della Cappella
Adele Arati ArtiStà