La via del sale, Varzi – Sori in 3 giorni
Questa mia avventura è stata decisa al più qualche giorno prima della partenza. Ho avuto uno spiraglio di tempo per buttarmici e.. direi che ne è valsa la pena! Sono stati 3 intensi giorni di cammino ma, come tutti i cammini, il tempo percepito è stato molto più ampio: in questo caso potrebbe essere paragonabile a un mese!
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Questo in realtà non è esattamente un cammino. I sentieri sono veri e propri sentieri di montagna di difficoltà E/EE. Un tratto, infatti, è condiviso con l’Alta via del monti liguri. Insomma non è un percorso da sottovalutare, lo vedremo meglio. Per intanto vi dico che sono andato da Varzi (Lombardia) a Sori (Liguria) percorrendo le creste dell’Appennino ligure. Il rientro è stato coi mezzi: fino a Voghera in treno e poi da lì a Varzi in autobus.
Giorno 1 – Monte Chiappo e Capanne di Cosola
L’avventura è iniziata il giorno prima della partenza, con l’arrivo a Varzi. Tempo di cenare con una mega pizza al “Romana Cafè” e di fare quattro passi per vedere il paese, che è arrivato pure il mio socio al B&B “Le Fragranze”. Questo B&B si trova leggermente fuori paese, ma un breve sentiero lo collega al centro in pochi minuti. Pernottamento e colazione sono venuti 30 euro a persona. Tra l’altro ringrazio ancora la signora Silvana che, mentre facevo questo giro, ha tenuto la mia pasta madre in frigo.
L’indomani ci siamo alzati verso le 7 e, dopo colazione, abbiamo lasciato le macchine al mega parcheggio gratuito vicino al torrente Staffora (attenzione: in alcuni giorni il piazzale è adibito a mercato), ci siamo fiondati al supermercato per procurarci il pranzo della giornata e siamo partiti.
È stata quasi una salita unica, più intensa nelle prime ore (in cui essendo uno davanti all’altro ci guardavamo costantemente il sedere a vicenda). Ci siamo fermati a pranzare nei pressi del bivacco “Rifugio Pian della Mora”, dove il sentiero ha iniziato a spianare un po’, salvo dare il colpo di grazia per raggiungere i 1700 m del monte Chiappo. Lì il panorama è stato metà nuvoloso e metà pazzesco. Siamo quindi tornati alla civiltà scendendo a Capanne di Cosola e da lì ci siamo spostati circa mezzo km per arrivare all’albergo di Capannette di Pey (50 euro per cena, pernottamento e colazione). Statistiche della giornata: 22km, 1700m d+, 600m d-, arrivo in albergo alle 16.
Giorno 2
L’indomani è stato più clemente in termini di dislivello ma più impegnativo per la distanza. Anche il percorso è stato più vario: oltre ai tratti di montagna (es: monte Carmo, monte Antola) ci sono stati dei bei tratti boschivi e delle creuze, le mulattiere liguri. Ebbene sì! In questa tappa, dopo esser stati a lungo sia sul confine tra Emilia Romagna e Piemonte sia su quello tra Piemonte e Liguria, ci siamo addentrati in Liguria! Tra l’altro la creuza per arrivare a Donetta è stata particolarmente snervante perché c’è voluto un’ora per scendere: non finiva mai!
In questa tappa abbiamo allungato il percorso senza volerlo, questo ci ha reso un po’ tesi. Innanzitutto ci siamo fermati a pranzo leggermente fuori percorso, al bar ristorante “Casa del Romano” dove personalmente ho preso giusto un panino. Seguendo il percorso poi abbiamo superato senza accorgerci Torriglia, la nostra meta! Credevo che ci saremmo arrivati senza uscire dal sentiero ma non è stato così. Quando ci siamo accorti siamo dovuti tornare indietro. Giunti in paese ci siamo rilassati mangiando un bel gelato, io al gusto canestrelli. Abbiamo pernottato in un posto che normalmente è un centro di turismo equestre, ma fa anche ospitalità per gli escursionisti: il “Mulino del Lupo” (40 euro per cena, pernottamento e colazione). L’ambiente era familiare e il suo proprietario ci ha dato volentieri delle dritte sul percorso. In serata abbiamo deciso di accorciare di un giorno il nostro trekking per evitare la pioggia. Statistiche della giornata: 25km, 1000m d+, 1700m d-, arrivo in albergo alle 18.
Giorno 3
Dell’ultimo giorno di cammino ricordo che verso mezzogiorno piovigginava e che c’è stata un po’ di tensione per scegliere dove pranzare (era lunedì, rischiavamo di trovare dei bar chiusi). Ricordo che c’erano dei pezzi di sentiero davvero brutti da fare e che la discesa per arrivare a Sori è stata particolarmente infida per i sassi scivolosi, tanto che al mio socio ho chiesto di prendermi a schiaffi se mi fossi infortunato a poche centinaia di metri dalla nostra meta!
Ricordo che tre giorni prima non ci immaginavamo la fine, nemmeno quella stessa mattina, nemmeno mezz’ora prima di arrivare. Quella volta ha avuto la forma del mare e la consistenza di un abbraccio.
Statistiche della giornata: 28km, 650m d+, 1400m d-, arrivo in spiaggia ore 16.