Nei luoghi della Grande Guerra
Poco più di 100 anni fa si svolse la I Guerra Mondiale, periodo che il Trentino ha vissuto con particolare intensità e ne cambiò la storia. All’epoca il territorio trentino era parte dell’Impero Austro-Ungarico, nel Maggio 1915 il Regno d’Italia dichiarò guerra all’Austria-Ungheria e il Trentino si trasformò in un campo di battaglia.
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Centinaia di trentini “irredentisti“, molti di loro erano studenti educati da scuola e famiglia a sentimenti di italianità, si arruolarono volontari nel Regio Esercito Italiano. Il loro obiettivo era di far annettere il Trentino al Regno d’Italia, tra questi giovani vi erano anche Cesare Battisti, Fabio Filzi e Damiano Chiesa, successivamente catturati dagli austriaci, processati ed uccisi per tradimento.
Tra il 1861 e il 1915 furono costruite circa 80 fortificazioni e un sistema trincerato lungo 300 chilometri, testimonianza di ciò ne rimangono ad oggi numerosi resti.
Rovereto e la Grande Guerra
Il Regio Esercito Italiano concentrò i primi attacchi decisi con l’obiettivo di risalire la valle, giungere a Rovereto e puntare dritti verso Trento.
Rovereto e la zona circostante, raccolgono diverse testimonianze sulla guerra, all’interno del Castello di Rovereto (XV sec.) si trova il Museo Storico Italiano della Guerra (1921) tra le migliori esposizioni sulla Grande Guerra in Italia. Il Museo successivamente estese l’interesse ad altri conflitti, al suo interno si trovano armi, uniformi, fotografie, documenti e cimeli.
A pochi chilometri dal centro storico si raggiunge il Sacrario Militare di Rovereto (1938), tra i luoghi più significativi in ricordo della Grande Guerra in Italia. Il suo interno ospita oltre 20.000 salme di soldati di entrambi i fronti in conflitto, delle vetrate permettono di visionare tutti i nomi dei caduti scolpiti sulla parete, mentre al piano superiore si trovano le tombe di Damiano Chiesa e Fabio Filzi, trasferite qui nel Secondo Dopoguerra.
L’imponente monumento cilindrico, sorge sulla cima di una collina ed è ben visibile da ferrovia ed autostrada, una ripida scalinata permette di accedere al monumento.
Lungo la strada prima di arrivare al Sacrario, nei pressi del Mausoleo della Famiglia De Tacchi (1862), si trova la Fontana della Pace, dove i soldati dei due eserciti nemici, come fratelli, si trovavano a bere l’acqua.
Una incisione su pietra posta sul fianco della fontana riporta:
A questa fonte tra le due linee nemiche “terra di nessuno” dal Natale 1915 al Maggio 1916 venivano ad attingere da virtuosa sorella acqua brevemente affratellati i soldati dei due eserciti.
Poche centinaia di metri di distanza si trova la Campana dei Caduti che dal 1925 suona ogni sera 100 rintocchi dal colle di Miravalle, costruita per onorare i caduti di tutte le guerre e per invocare pace e fratellanza fra i popoli del mondo.
La campana (chiamata Maria Dolens), è stata realizzata grazie al contributo dei 19 Stati che parteciparono al conflitto, donando cannoni in bronzo che vennero fusi. Quella attuale è la terza fusione avvenuta nel 1965, la prima campana purtroppo non aveva un bel suono e la seconda presentava una crepa che non le permetteva di suonare. La campana pesa oltre 226 quintali, ha un diametro di 3,21 metri e una altezza di 3,36 metri.
Nel 1968 il Parlamento Italiano ha istituito la Zona Monumentale che comprende il Sacrario Militare di Rovereto, la Campana dei Caduti e la Strada degli Artiglieri, luogo ricco di resti della Grande Guerra.
Centro storico di Rovereto
Ringrazio fin d’ora l’Ufficio Informazioni Turistiche di Rovereto per la cortesia, disponibilità e il materiale fornitomi.
Rovereto si raggiunge comodamente in treno da Trento in circa 15 minuti, il centro storico della città è raggiungibile con una bella e tranquilla passeggiata.
Rovereto vanta importanti palazzi storici, tra questi vi è Palazzo Todeschi (XVIII sec.) dove nel Natale 1769 Mozart tenne il suo primo e molto apprezzato concerto italiano, alla presenza dell’alta borghesia cittadina.
La sede del Municipio di Rovereto si trova nell’elegante Palazzo Pretorio (XV-XVIII sec.), caratterizzato dall’ampia “doppia facciata”, quella porticata del Quattrocento e l’altra Settecentesca.
L’edificio più ricco e magnifico per le sue decorazioni è Palazzo del Bene (XV sec.), la facciata è elegantemente affrescata con decorazioni che rappresentano le stagioni. Oggi è sede della Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto.
Attraversando il Ponte Forbato (1840), opera in pietra sul torrente Leno non molto distante dal Municipio, si raggiunge dopo circa 500 metri la Chiesa di S. Maria del Carmine (XVII sec.), è tra le chiese più antiche della città.
Da qui, tornando verso il centro storico è impossibile non vedere il Castello di Rovereto (XIV sec.), sorto in posizione strategica sulla cima di un colle roccioso sulla sponda del torrente Leno. Sotto il dominio veneziano fu una fortezza militare difensiva, dotata di una robusta cinta muraria e bastioni per alloggiare decine di cannoniere. In passato ha custodito la Campana dei Caduti, in una delle sale delle sue sale è visibile il modello originale in gesso.
Poco distante e non lontano dalla Torre Civica, si raggiunge la sgargiante barocca Chiesa di San Marco (XV sec.), sulla cui facciata spicca la statua in pietra del Leone di San Marco, testimonianza dell’antica dominazione della Serenissima Repubblica di Venezia.
Rovereto profuma di caffè
Un luogo che un Italiano dovrebbe visitare a Rovereto, è la Torrefazione Bontadi (Vicolo del Messaggero, 10), fondata nel 1790 risulta essere la più antica torrefazione d’Italia. Carlo Bontadi era un commerciante di caffè, il pronipote Oddone quasi un secolo dopo iniziò a tostarlo con le prime macchine. Oggi Remo Bontadi dirige l’azienda di famiglia seguendo tutte le fasi salienti della torrefazione e custodisce segretamente i segreti delle miscele.
Presso la Caffetteria Bontadi (Piazza Cesare Battisti, 14) è possibile gustare un ottimo caffè scegliendo (o facendosi consigliare) tra le loro miscele, io ho provato la miscela CUBA.
Nel Museo Bontadi è possibile vedere una bellissima collezione di circa 300 pezzi che ripercorrono la storia dell’azienda e quella del caffè.
Al suo interno molte particolarità e pezzi rari come la prima macchina del caffè espresso detta “a colonna” (1884) per la sua forma cilindrica verticale.
Ala, città barocca
Ala è una cittadina molto carina, lo si denota già passandovi in treno vedendo in lontanaza, situata sopra la cima di una collina, la maestosa chiesa. Per raggiungere Ala in treno non ci vuole molto, dista circa 30 minuti da Trento e circa 15 minuti da Rovereto.
E’ tra i borghi più belli ed importanti d’Italia segnalato dalle Bandiere Arancioni del Touring Club Italiano.
L’attività delle Bandiere Arancioni del TCI (fin dal 1998) favorisce il patrimonio storico e culturale italiano dei piccoli borghi dell’entroterra, promuovendo uno sviluppo turistico sostenibile, tutela del territorio e del patrimonio.
Fu famosa tra i secoli XVII e XVIII per la produzione dei velluti di seta, la ricchezza del periodo la si ritrova negli splendidi palazzi barocchi edificati lungo le vie e piazze del borgo.
Ne è un esempio Palazzo de’ Pizzini, un complesso di tre edifici barocchi, ospitò personaggi illustri tra i quali anche Mozart e il padre. Oggi ospita il bel Museo del Pianoforte Antico.
Si raggiunge poi l’ampia ed elegante Piazza San Giovanni, dove si trovano il Municipio, la Chiesa di San Giovanni (1342) e Palazzo Malfatti-Azzolini.
Poco distante sorge il Palazzo Zanderighi, sede della Biblioteca Comunale che raccoglie oltre 80 mila volumi, tra questi anche importanti opere rare e di pregio.
Proseguendo lungo i vicoli cittadini, si raggiunge in posizione dominante sul centro storico, la Chiesa Parrocchiale di Santa Maria Assunta (XVII sec.). Nel corso dei secoli ha visto molte trasformazioni ed estensioni, venne danneggiata durante la I Guerra Mondiale e restaurata nella forma attuale nel 1929.
La facciata era affrescata da motivi ornamentali e delle tre porte d’ingresso originarie, ad oggi rimane solo quella centrale su cui si erge la statua della Vergine.
Da segnalare anche un’altra bella chiesa situata poco fuori dal centro cittadino, la Chiesa di San Francesco d’Assisi dei frati Cappuccini (XVII sec.) dalla caratteristica facciata a righe orizzontali bianche e rosse. L’interno molto semplice è caratterizzato da navata unica con volta a botte.
Percorrendo la strada in direzione stazione, mi imbatto nella Cappella della Madonna Addolorata, nota anche come “Cappella dei ferrovieri” vista la vicinanza della linea ferroviaria del Brennero. Il suo interno a navata unica, presenta un frammento dell’affresco con l’immagine della Madonna Addolorata.