L’intervista alla Duchessa Rossa..
Se la forma e i periodi e non sono perfetti, abbiate pazienza. Abbiamo dovuto tradurre dal francese parlato da persona di lingua...
Parte prima
LE MAPPE
Syusy: Sono molto contenta di averla incontrata. Da tempo m’interrogo su i misteri attorno alla figura di Cristoforo Colombo. Qui in Andalusia ho trovato sul sito Internet webislam il contatto con lei.
Duchessa: E io sono contenta di poter parlare di questo perché in Spagna non siamo in molti a coltivare dubbi su quest’argomento.
Syusy: Allora cominciamo dai misteri sulle mappe geografiche antiche che tracciano precisamente la terra com’è molto prima che fosse esplorata completamente in epoca moderna.
Duchessa: Le carte esistevano, lo dico nel mio libro. Tutto ciò che dico nel mio libro è documentato.
(Mi mostra un libro sugli interrogatori di Colombo facente parte di una collana degli Archivi delle Indie).
Questo e’ un procedimento contro Diego, il figlio di Colombo. In questo documento molte persone, marinai che hanno viaggiato con Colombo, fanno le loro deposizioni. Nel quarto viaggio ci sono 3 testimoni che parlano del problema delle carte. Tutti avevano delle carte. Gli stessi marinai facevano delle carte. Colombo si arrabbia con un suo servitore perché ha passato una carta a Rouan de la Cosas. Colombo, infatti, aveva come amico il bibliotecario del Papa Innocenzo VIII che gli cedette una carta. Bisogna sapere, infatti, che in quei tempi il Papa si considerava sovrano di tutti i territori che non erano cristiani. Colombo arriva a Palos e comincia ad organizzarsi per andare alle Americhe, con la carta del Papa. Ma era vietato a tutti coloro che non erano signori di Palos di andare per quelle rotte. Anzi, più esattamente si poteva andare a pescare ma non a commerciare. Questo divieto è espresso con un’ordinanza del 1485 contenuta nel mio archivio.
Syusy: L’archivio dei Medina Sidonia, la sua è la famiglia più importante dell’Andalusia e l’archivio contiene gli incartamenti relativi a parecchi secoli di storia spagnola.
Duchessa: Si. Dunque, c’erano delle carte ma sono tutte sparite. E la spiegazione c’è.
Syusy: Quale?
Duchessa: Carlo V ordinò di cercare tutte le carte nautiche, pubbliche e private, le mappe ecc., di distruggerle e farne delle nuove. Le mappe di allora sono state distrutte.
Syusy: Perché?
Duchessa: Per nascondere che si andava in America. E in questo luogo che veniva choiamato “Guinea”, per nascondere che si andava là. Le terre oltreoceano, come abbiamo detto, erano del Papa e già nel 1430 Martino V aveva diviso le terre americane tra i prediletti gli spagnoli e i portoghesi. Il Papa aveva vietato a chi non era Portoghese o Spagnolo di recarsi oltreoceano. Chi andava senza permesso sarebbe stato scomunicato. Martino V ha posto questo divieto, si doveva avere il permesso del Portogallo o di Castiglia, in caso contrario si poteva andare. Però ci andavano lo stesso tutti! Ma i genovesi ci andavano, gli inglesi ci andavano e gli altri vi andavano, è per questo che è scoppiata la guerra della Guinea da parte della Regina cattolica perché tutti ci andavano. Che cosa succede quando Carlo V vuole favorire così la Spagna? Semplicemente prende impulso il progetto dello scisma in Inghilterra.
Syusy: L’Inghilterra diviene protestante e quindi si libera dal potere papale che promuove la Spagna.
Duchessa: Esatto la storia si è ” fatta ” così, dunque la storia per gli storici ortodossi ” deve “essere così. Tutte le cose che non rientrano in questa storia sembrano impossibili! E’ impossibile pensare che una Signora possedeva un pappagallo prima della scoperta dell’America, ma io possiedo il documento nel quale si parla di questa dama che aveva un pappagallo, ma non ne parlano perché non è accettabile per la storia ufficiale. In uno scritto datato prima della scoperta dell’America si parla di mais. Gli storici dicono che probabilmente si tratta di un errore. Un momento, ma se dicono mais significa che conoscevano il mais.
Syusy: Dunque conoscevano il mais e i pappagalli prima della scoperta di Colombo!
Duchessa: Nella cronaca di Alonzo de Palencia, morto nel 1412, prima che Colombo partisse, si parla del mais. Ma gli storici non lo riportano!
Syusy: Io capisco che stiamo parlando di un periodo storico pesisimo, era l’epoca dell’Inquisizione, ci si metteva un attimo ad essere tacciati di eresia ed ad essere scomunicati…
Duchessa: …Avevano ragione di avere paura perché le rappresaglie erano e sono terribili…
Syusy: Anche oggi?
Duchessa: Anche oggi
Syusy: Come “anche oggi”?
Duchessa: Non posso raccontarglielo perché stiamo parlando di un’altra cosa. Posso dirle, però, che le rappresaglie sono terribili.
Syusy: Ma l’inquisizione è finita.
Duchessa: Si sviluppa sotto un’altra forma…
Syusy: Siamo arrivati allo Scisma d’Inghilterra.
Duchessa: Lo scisma in Inghilterra costrinse Carlo V e il re del Portogallo a dimostrare al mondo che l’America era stata scoperta da loro, quindi era loro di fatto, perché in questo modo erano stati loro i primi ad essere andati là.
Syusy: Colombo ha detto fino alla fine che aveva trovato le Indie. Ma sapeva che non erano in realtà le Indie?
Duchessa: I testimoni definiscono l’America col nome di Guinea. Questa terra che chiamavano Guinea un certo Palenzia riteneva che si trovasse a 1.000 miglia dal Gualdalquivir, distanza in cui si trova l’America.
Syusy: Effettivamente quando sono stata a Capo Verde, che è un’isola vicino all’Africa ho saputo che dei marinai con una barca, in 15 giorni, sono arrivati, trasportati dal vento e dalla corrente, in Brasile. Gli alisei portano matematicamente là.
Duchessa: In 20 giorni le barche riescono, ora e allora, ad attraversare l’Oceano: scivolano come se fossero in discesa, è scritto su di un documento che ho esaminato. Rientrare era molto più complicato.
Syusy: In effetti dovevano risalire fino alle Azzorre.
Duchessa: Non necessariamente ma dovevano giungere sino al 30° parallelo. Nel 1525, Oviedo scrive che delle barche hanno impiegato 25 giorni da Santo Domingo a San Lucar. Dipendeva dal periodo dell’anno in cui partivano; generalmente si trattava di piccole barche. Il più grande che avevano nel XV secolo era di 45 tonnellate non di più. Le migliori erano quelle di 12 tonnellate che andavano a remi e a vela. Era lo stesso sistema utilizzato da Ulisse.
Syusy: Se c’era bonaccia si andava a remi, come Ulisse, come i Fenici ,come i Vichinghi!
Duchessa: Nel mio libro ” Africa versus America” spiego come si è giocato sull’equivoco parlando di luoghi africani mentre si trattava di luoghi americani. Il primo capitolo del libro è il più semplice. Voglio che leggendo le prime 18 pagine il lettore si renda conto che gli storici o si sono sbagliati o che si stanno burlando di noi.
Syusy: Avrà sentito parlare delle miniere d’oro vicino a Tombouctou; i neri arrivavano con dell’oro sulle spalle, c’era questo mercato dove si scambiavano il sale.
Duchessa: Le miniere d’oro non erano miniere ma piuttosto luoghi dove le persone portavano l’oro per scambiare le merci e la porpora. La miniera d’oro era chiaramente situate tra San Luis in Brasile, l’Orinoco e il Minas Gerais. La più preziosa era a San Tomé vicino all’Orinoco. Ci sono 2 lettere di Condo de Condomar, dell’ambasciatore a Londra nel 1618 e Garcia de Toledo che descrivono un viaggio fatto alla miniera d’oro nell’Orinoco La miniera è nominata, apparteneva al re di Spagna ma non era stata ancora scoperta! La storia ufficiale accenna a questo viaggio ma senza alcun riferimento alla miniera d’oro.
(La duchessa , a questo punto, mi mostra delle carte.)
In Africa, dove si diceva di andare a prendere l’oro, non c’era nulla perché in realtà ci si riferiva ad un’altra terra, infatti vi erano i corrispondenti toponimi in America. Tutti si riferivano a dei luoghi con toponimi simili che non erano in Africa ma in America. E quindi non potevano essere dichiarati. Tutti questi commerci che si facevano erano riferiti all’Africa ma in realtà erano in America come a Rio dell’Oro, a Capo de Aguel, a Capo de Vogador. Ecco dove ho trovato la chiave. In un archivio ho trovato un documento del 1463 che sancisce la cessione di un territorio tra Capo de Aguel e Capo de Vogador a dei Signori. Descrivendolo ne evidenzia la ricchezza: ci sono dei neri, dei fiumi molto pescosi e con una portata d’acqua tale da permettere di entrare con le navi. Evidentemente non si tratta di Africa del nord, in quanto non vi sono né fiumi pescosi né così grandi. Questi possedimenti dovevano trovarsi in Brasile e in America Centrale. Osservando molti documenti e grazie al fatto che il nome di Macapà si conserva ancor oggi in Amazzonia sono arrivata a questa conclusione.
Syusy: In quest’ottica tutto si spiega
Duchessa: Conoscete l’Isola di Mogador? In tutte le guide turistiche è descritta come zona desertica; è dunque impossibile che nel XVII ci fosse della canna da zucchero. Vi è una descrizione del XVII secolo che descrive l’Isola di Mogador con fiori, foreste, fiumi e pascoli. C’è una città che si chiama Santa Cruz. Evidentemente si parla di Brasile. Nel 1600 Filippo III ha dei problemi perché gli olandesi vanno a cercare del sale vicino alle Canarie. E’ ciò che dice la lettera. Ma vicino alle Canarie non c’è sale!
Syusy: C’erano saline all’isola di Sal a Capo Verde; fosse quella? Duchessa: Loro la chiamavano così ma invece , passando tra le Berberia e Forteventura nel Mar dei Carabi si va all’isola della Margherita poi all’isola del sale. Nel 1607 il Duca si rende conto che i toponimi sono cambiati: tra Santa Lucia e Matarino, nel Mare Piccolo.
Syusy: Il Mare interno dei Carabi
Duchessa: Si deve discendere lungo la costa da Santa Lucia e San Vincente. A 12 ore vi è l’Isola della Margherita, per giungere alla penisola di Araya dove c’è il sale. Se mettete i documenti insieme l’isola di Capo Verde è la penisola di Araya. Nel 1680 la dogana di Capo Verde doveva dare 5.000 ducati al re del Portogallo e forniva dell’oro, della canna da zucchero e molte altre cose. Vi erano 450 case. Nello stesso tempo gli storici portoghesi si riferiscono a Capo Verde dicendo che non devono nulla. Mi dispiace c’è qualche cosa che non funziona. Nell’isola chiamata Capo Verde c’era un commercio enorme. Ci sono dei documenti dove i toponimi sono citati. Senza dubbio si riferiscono alle famose saline di Araya ancora oggi utilizzate.
Syusy: La sua è una ricerca e scoperta molto interessante , non capisco perché le debbano creare difficoltà per diffonderla. Qual è il problema oggi? Bisogna riscrivere tutta la storia? e va bene, riscriveremo i sussidiari di storia ma almeno diremo la verità! Non è un problema…
Duchessa: Per gli spagnoli si. In Spagna, sfortunatamente si. Bisogna proteggere la gloria spagnola.
Io invece attacco la gloria spagnola.
Continua…