Continua l’intervista alla Duchessa Rossa
Syusy: Quali sono le sue personali scoperte sui retroscena della partenza di Colombo?
Duchessa: La mia ricerca parte da un documento colombiano, che ho personalmente esaminato, sul quale c’è scritto che la Corona mette a disposizione di Cristoforo Colombo 3 barche per andare in un luogo assolutamente sconosciuto. Però si sapeva che il viaggio sarebbe durato 6 mesi. Colombo, infatti, si impegna a servire 2 mesi gratuitamente, mentre gli verranno pagati i restanti 4 mesi di viaggio. Nel 1493, quando Colombo va a Barcellona, la Regina lo nomina Capitano Generale delle Indie e gli vieta di andare, nel suo prossimo viaggio, nelle miniere in possesso del Portogallo. Dunque, sia prima che dopo il 1492 sapevano esattamente dove erano le miniere. E dovevano essere necessariamente in America. Se fossero state in Senegal, come ci raccontano, non Colombo ci poteva andare con le Caravelle.
Syusy: Colombo era in buona fede o in malafede?
Duchessa: Per quanto ne sapeva la regina, Colombo veniva da Lisbona e faceva il tipografo.
Syusy: E allora perché Colombo?
Duchessa: La regina aveva bisogno di qualcuno che non fosse spagnolo, che non avesse relazioni, che avesse un aspetto adeguato e che conoscesse molto poco la navigazione.
Syusy: Colombo era la negazione del marinaio
Duchessa: Colombo aveva navigato come passeggero e non come marinaio.
Syusy: Era anche naufragato?
Duchessa: Non era lui. Si tratta si un altro Colombo. Si tratta di un equivoco.
Syusy: La cosa sorprendente è che nello stesso anno viene liberata Granada, vengono cacciati gli arabi, gli ebrei e gli zingari. Lo stesso anno viene dato il permesso a Colombo di partire dopo molto tempo che aspettava. Perché?
Duchessa: …Attenzione non fu un permesso…
Syusy: certo, fu un comando!. Comunque ha un senso il fatto che avvenne tutto nel 1492.
Duchessa: Ma sa, tutti i re spagnoli che si occuparono degli abitanti delle terre al di la dell’Oceano si opposero agli ebrei perché in America ci andavano anche loro. In un altro documento c’è scritto che il Portogallo riconosce con un trattato alla Castiglia le Canarie e il nuovo regno di Granada. E il nuovo regno di Granada era in America Centrale.
Syusy: Si, nei Caraibi c’è un’isola che si chiama così!
Duchessa: Lo sa che un Marchese della mia famiglia era là e ha lasciato degli appunti a riguardo?
Syusy: Dunque membri della sua famiglia stipularono accordi col i reali di Spagna per questi territori lei, la loro discendente, ora vuole raccontare la verità documenti alla mano…
Duchessa: E’ per questo che ho dei problemi… Comunque, Colombo nel 1492 parte e scopre le Indie. Promette al re di cedergli Tierra Firme, che è una zona portoghese dove c’era dell’oro e una miniera. Però capite bene che e’ come se dicesse “datemi della terra portoghese”. Questo era l’obbiettivo della guerra che Isabella la Cattolica aveva perso. Innocenzo VIII non avrebbe mai rettificato la divisone fatta da Martino V. Prima di mandare Colombo in America aspettavano la morte di Innocenzo VIII perché altrimenti l’avventura non sarebbe valsa a nulla.
Syusy: Questo è uno studio eccezionale! Quindi è una questione di oro?!
Duchessa: In Africa l’oro era nel sottosuolo e fu scoperto più tardi e nell’Africa sud orientale le miniere erano molto piccole.
Syusy: Quindi, queste miniere hanno riferimenti africani ma in realtà si trovavano in America. E’ è da qui che proveniva l’oro per decorare le grandi cattedrali europee!
Duchessa: Nel XIII secolo in Europa vi è un grande sviluppo economico, c’è molto oro. Da dove viene quest’oro? E’ il risultato dei primi viaggi che cominciano a portarlo dall’America. Arrivare in America era molto facile. Tutti arrivavano ma arrivare nei luoghi in cui c’era l’oro non era così semplice. Vi è un documento di Isabella la Cattolica del 1480 che ordina di imprigionare tutti gli inglesi che cercano dei marinai per andare nelle miniere d’oro in Nuova Guinea. Nel mio libro utilizzo 600 documenti presi dall’Archivio nazionale di Simanca. Ho impiegato più tempo ad ottenere le fotocopie che a terminare la ricerca.
Syusy: Lei quindi ha fatto ricerche su questo argomento sotto diversi profili?
Duchessa: Sotto il profilo storico, geografico e botanico
Syusy: Botanico?
Duchessa: Si, la botanica antica e moderna. Per esempio c’è una pianta che non può sopravvivere se non in America almeno fino al XIX secolo, la pianta dell’anile. Si produceva in Berberia (americana) e la migliore era in Guatemala. In un documento contenuto nel mio archivio si parla di una barca a Messina che trasporta dell’anile. Nel 1465, quando la regina cattolica comincia la guerra per conquistare la parte portoghese, invia a cercare dell’oro, degli schiavi e dei peperoni. E curiosamente Oviedo dice che il fico d’india è americano e lo disegna…
Syusy: E poi una signora spagnola possiede un pappagallo prima che Cristoforo Colombo andasse in America…
Duchessa: Un corrispondente di Colombo nomina gli elefanti in un luogo detto Paria (in America). Il traduttore di questo libro è venuto a casa mia e gli ho detto “Lo hai notato?” e lui mi ha risposto che lo ha tradotto ma non lo ha notato.
Syusy: Questo è un classico. Molte persone guardano cose eccezionali, incredibili, ma non se ne accorgono. Questo è il caso dell’elefante in America, o il caso delle deportazioni di schiavi verso l’America: quei viaggi non potevano che essere fatti verso questa terra e non verso altri luoghi. Certo, lei con la disponibilità del suo archivio ha potuto controllare, rivedere… Ma quanti documenti ci sono in questo archivio? Duchessa: L’archivio contiene 6 milioni di documenti, originali Syusy: Tutti catalogati?
Duchessa: Sì, in 19 volumi.
Syusy: Da chi?
Duchessa: Sona stata io a realizzare l’archivio. Ho cominciato a 19 anni. Ma ho dovuto interrompere all’epoca di Franco, perché sono stata in prigione e poi in esilio…
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