Syusy in Africa come Viaggiatrice per Caso
Poi c’è l’aspetto artistico, l’arte africana colpì molto Picasso e gli artisti degli anni ’30 per la sua estetica del tutto eccezionale. E voglio vederla, per questo farò anche un giro in Benin dove visiterò una mostra d’arte cinquecentesca, per fare un po’ di confronti con il nostro Rinascimento. È un’arte interessante perché molto antica e velata di un aspetto spesso mistico, ma allo stesso tempo molto viva e in pieno sviluppo. A Dakar, in Senegal, ho già in programma l’incontro con alcuni artisti moderni e con uno stilista. Si associa sempre all’Africa un immaginario tribale, voglio mostrarne invece anche la grande raffinatezza.
Mi interessa poi l’aspetto religioso collegato alla musica, alla danza e al rito. Andrò al concerto di Amadou et Mariam, un duo di musicisti malesi. Per tutta la prima parte del viaggio sarà con me anche il mio amico musicista Jesus Issa Sek, anzi, vi anticipo che tutta la prima puntata che abbiamo intenzione di realizzare sarà incentrata su di lui! Accompagniamo sua moglie a sposarsi col rito africano, presso la sua etnia (i Lebou) e seguiamo tutto il rito.
In Togo poi assisterò anche ai riti Voodoo locali, il Voodoo è ben altro rispetto ai nostri stereotipi, è una vera e propria religione, da capire.
Quando si parla di Africa poi, non si può evitare di parlare delle sue ferite e della sua storia spesso controversa legata allo sfruttamento coloniale e allo schiavismo. Seguiremo il corso del Niger (zona di intensi scambi…) e le carovane di sale che attraversano il Sahara, visiteremo la Moschea di sabbia e andremo a vedere gli animali estinti trovati alle porte di Timbuktu.
Ormai però mi conoscete, sapete che sono molto attratta dal mistero! E di misteri qui ce ne sono eccome. Non vedo l’ora di confrontarmi direttamente con persone delle etnie Tuareg e Dogon… In questi giorni leggo tutto quello che mi capita a tiro sull’argomento, ho la testa come un cocomero! Ma voglio prepararmi bene. Dei Dogon e della loro complessa mitologia, ha scritto molto Marcel Griaule negli anni ’50 (il suo lavoro più famoso è “Il dio d’Acqua”). È legato al loro nome il Mistero di Sirio, indagato da Robert Temple. Brevemente, pare che i Dogon conoscessero l’esistenza di una stella compagna orbitante attorno a Sirio (definita dagli scienziati Sirio B) già 500 anni fa, solo che questa stella è invisibile a occhio nudo ed è stata individuata dalla scienza occidentale solo nel XIX secolo. Come facevano a conoscerla senza strumenti di osservazione astronomica? È proprio questo discorso legato allo Zodiaco, alla conoscenza del cielo e degli equinozi che mi interessa di più, perché mi permette di fare un collegamento diretto tra i Dogon, i Sumeri e gli Egiziani. Ho fatto di recente un bellissimo viaggio in Siria, dove ho scoperto molte cose proprio sulla popolazione sumera: ho visitato anche Mari, l’ultimo avamposto babilonese raggiungibile prima di sconfinare in Iraq, tra i bombardamenti.
Questo mi piacerebbe raccontare nelle nuove puntate che abbiamo in mente. Questa volta più che Turisti, ci definirei dei “Viaggiatori per Caso” (forse la serie potrebbe chiamarsi così, vedremo…). Sì, saremo meno turisti e più viaggiatori, penso infatti che in Africa non si possa essere più di tanto dei turisti. Senza contare i rischi che si corrono: campeggeremo accodati agli accampamenti e alle carovane, navigheremo lungo il corso del fiume, staremo in tenda… Chi lo sa cosa può succedere? E poi c’è il problema delle malattie e delle difficoltà burocratiche e tecniche.
Avete capito un po’ l’idea, si parlerà di Africa (Pat in questi giorni è in Etiopia) e un po’ anche di Medioriente (la Siria, come vi dicevo e poi gli Emirati Arabi). Il mio obiettivo è ripercorrere le orme dei grandi esploratori, come René Caillié, il primo europeo a raggiungere e ritornare dalla misteriosa Timbuktu. Sono eccitatissima, mi arrovello e cerco di collegare tutto all’origine dell’uomo… Robina da nulla, insomma! A presto, Syusy