Benvenute Bulgaria e Romania!
Con l’inizio del nuovo anno sono entrati a far parte della Comunità Europea due nuovi stati dell’Europa orientale: la Bulgaria (8 milioni circa di abitanti) e la Romania (22 milioni).
Si completa così il processo di allargamento della UE iniziato nel 2004, quando si passò da 15 a 25 membri. Per il momento ci si ferma a quota 27.
È un avvenimento importante non solo per i milioni di nuovi cittadini, ma anche per noi “vecchi” europei: la vita di ognuno di noi nel proprio piccolo viene toccata dalla novità. Procediamo con ordine.
Noi turisti veniamo subito facilitati dall’evento alla frontiera: non serve più il visto né per chi entra né per chi esce, ma la semplice carta d’identità valida per l’espatrio se il soggiorno è inferiore ai 90 giorni. Non importa la motivazione (studio, viaggio, lavoro…).
Se il soggiorno fosse più lungo di 90 giorni, entro un semestre dovremo (noi “vecchi” europei e loro “nuovi”) fare richiesta della carta di soggiorno – che ha validità di 5 anni ed è rinnovabile a tempo indeterminato – presso l’Ufficio immigrazione di zona o un qualunque ufficio postale in Italia.
Questo aspetto è forse il più importante di tutta la vicenda. Significa che i cittadini rumeni e bulgari che al 31 dicembre 2006 erano presenti in Italia come stranieri o clandestini sono adesso “legalizzati”, hanno acquisito lo status di cittadino europeo e sono liberi di circolare in tutto il territorio della comunità con molte meno restrizioni.
Inevitabilmente il provvedimento si ripercuote sul settore del lavoro visto il gran numero di persone che prestano servizio in Italia e il gran numero pronto a farlo. Emergeranno dal lavoro nero tantissimi lavoratori, anche perché sarà più semplice assumerli. Difatti il Governo italiano, come altri paesi UE, ha varato un provvedimento apposito lo scorso 27 gennaio 2006. Col 2007 entrerà in vigore il regime transitorio per un anno, prima di liberalizzare completamente l’accesso al lavoro subordinato dei cittadini bulgari e rumeni, mentre resta privo di limitazioni il lavoro autonomo. Tale regime transitorio prevede l’apertura immediata nei settori: agricolo e turistico alberghiero; lavoro domestico e di assistenza alla persona; edilizio; metalmeccanico; dirigenziale e altamente qualificato; lavoro stagionale.
Chi, invece, vuole assumere un lavoratore rumeno o bulgaro per tipologie di lavoro che non rientrano nelle categorie specificate, dovrà solo spedire allo Sportello unico per l’immigrazione una raccomandata a/r con la quale chiede il nulla osta al lavoro, utilizzando un apposito modulo. Lo Sportello unico rilascerà quindi il nulla osta grazie al quale il lavoratore potrà poi chiedere la carta di soggiorno, rivolgendosi direttamente alla questura o all’ufficio postale.
Rumeni e Bulgari residenti in Italia potranno acquisire la cittadinanza dopo soli 4 anni, e non più dopo 10 come accade per i cittadini extracomunitari. Sempre a partire dalla mezzanotte del primo gennaio sono scattati sostanziali cambiamenti anche per il ricongiungimento familiare: non è più necessario fare domanda e ottenere il nulla-osta, ma figli e coniugi potranno raggiungere liberamente i parenti in Italia o in qualunque altro dei 27 stati europei.
Non essendoci più un confine “comunitario” sono stati sospesi anche i provvedimenti di espulsione, fatti salvi quelli con motivazione di pubblica sicurezza e ordine sociale.
Le lingue ufficiali della comunità europea passano così da 20 a 23: si aggiungono il bulgaro, il rumeno e il gaelico. Si aggiungono, inoltre, due nuovi commissari al Parlamento Europeo: Leovald Orban, rumeno con delega al multilinguismo e Melena Kuneva, bulgara con delega ai consumatori.
Queste le novità più evidenti e importanti all’atto pratico, ma cosa c’è alla base di questo cambiamento? Ci sono due stati liberi dai totalitarismi da soli 17 anni, ossia dalla caduta del muro di Berlino. Due nuove democrazie staccatesi dall’egida sovietica e che con notevole fatica sono giunte prima nella NATO (2004) e nella UE ora. Due stati che si sono rimboccati le maniche e con rilevanti sforzi hanno cercato di allinearsi alle richieste europee. Saranno monitorati per tre anni e semestralmente dovranno far rapporto sull’andamento delle riforme. Si impegneranno sempre più per raggiungere i traguardi di sicurezza e lotta alla corruzione e criminalità. Si accenderanno i riflettori su di loro perché, diciamo la verità, si è scettici nei loro confronti e nei confronti della loro economia, visto il consistente divario di sviluppo che c’è. Io, personalmente, mi auguro che i riflettori possano servire anche per illuminare due realtà, perché no, diverse dalla nostra, due nazioni che offrono dei paesaggi e delle culture lontane da quelle che siamo abituati a vivere. Spero che noi turisti potremo fungere da collante, perché le unioni statali, formali e burocratiche sono fini a se stesse se non supportate da una reale voglia individuale di confrontarsi e amalgamarsi.
Abbiamo molto da conoscere e da apprezzare in queste nazioni, come ci insegnate voi Turisti per Caso con i contenuti con cui arricchite il nostro sito: itinerari di viaggio da capitali incantate (Sofia e Bucarest), vallate mozzafiato, città medievali, regioni incontaminate, oasi naturalistiche protette dall’Unesco (come il Delta del Danubio), viaggi alla ricerca di miti e leggende secolari o arti e manifatture pregiatissime. Per non parlare della cucina tradizionale, a base soprattutto di carne e pesce, molto semplice da realizzare. E non dimenticate i dolci! Direi, quindi, di cominciare ad accogliere questi due stati iniziando dal loro ambiente e la loro cultura: siete tutti invitati a rovistare nelle pagine del sito alla ricerca di testimonianze e pareri, a contattare le guide per caso, c’è Gianluigi B. Per la Romania, mentre il “posto” di Guida per Caso della Bulgaria è vacante: chi si offre?, a cercare e condividere quante più informazioni possibili. E poi fermiamoci a parlare con bulgari e rumeni per avere testimonianze dirette, o, meglio, andiamo in Bulgaria e Romania: saremo noi i “benvenuti”.