Ultimissime per i Turisti per Caso: uno spettacolo, una mostra, un libro e una spedizione umanitaria
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Una mostra: “L’artista viaggiatore”, da Gauguin a Klee, da Matisse a Ontani
Segnalata da Syusy! A Ravenna dal 22 febbraio al 21 giugno al Mar Museo d’Arte puoi visitare una rassegna molto importante curata da Claudio Spadoni e Tulliola Sparagni che raccoglie le opere dei più noti artisti-viaggiatori europei degli ultimi due secoli: grandi pittori che hanno tratto suggestioni e ispirazione artistica dal viaggio e nel viaggio. Da Paul Klee, che si entusiasma per «la bellezza indescrivibile» delle sere tunisine ai ricordi di Henri Matisse, che sospira per i «grigi verde giada» delle lagune polinesiane, popolate di «bande di pesci blu, gialli, zebrati di nero», praticamente il tripudio di colori dei suoi dipinti, a Emil Nolde che rievoca gli sguardi ostili come di «pantere o leopardi» degli indigeni della Nuova Guinea. Un viaggio espositivo che tocca quattro continenti (Africa, Asia, America Latina e Oceania), colti dall’occhio di artisti europei interessati talvolta a panorami, deserti e barriere coralline; altre alle popolazioni locali e ai loro costumi, altre ancora alle forme dell’architettura orientale. Ci sono le suggestioni polinesiane di Paul Gauguin, la ricerca di luce e colore di Klee, Macke e Moillet a Tunisi e ad Hammamet, i deserti algerini anni ’50 di Dubuffet, il calligrafismo giapponese rivisitato da Tobey e Mathieu… Fino ai contemporanei Mondino, Boetti e Ontani.
Tutte le informazioni utili per organizzare una visita a questa mostra sono sul sito del Mar (il Museo d’Arte di Ravenna).
Un libro: “Il viaggiatore responsabile: Un altro turismo in Africa, Asia, Medio Oriente e America Latina”
Segnalato da Patrizio! Ti consigliamo un libro appena uscito, si intitola “Il viaggiatore responsabile: Un altro turismo in Africa, Asia, Medio Oriente e America Latina” di Roberto Dati, pubblicato da Infinito Edizioni e sostenuto dai nostri amici dell’Associazione Italiana di Turismo Responsabile.
Il libro di Roberto è una guida indispensabile al viaggio come non avete mai fatto; per capirne meglio i toni leggi questi due stralci tratti dalla prefazione: Maurizio Davolio: “Il viaggio ispirato ai princìpi del turismo responsabile è semplicemente un viaggio diverso dagli altri compiuto del rispetto di princìpi etici e di regole, ma deve essere una esperienza piacevole, gioiosa, divertente, che lascia un ricordo positivo e appagante. E, soprattutto, è un viaggio che consente un rapporto non superficiale ed effimero con la gente del posto” Lorenzo Hendel: “La cosa che più resta impressa nella memoria, dopo aver scorso i racconti di Roberto Dati, è la galleria dei personaggi incontrati per strada. Ousmane, Abdoul, Sulayman, Solomon Sonko, Amandah… Non sono soltanto accompagnatori e dispensatori di servizi utili per arrivare da qualche parte: l’impressione è che in qualche modo essi siano una meta in se stessa, o almeno una delle mete, dei punti di arrivo”
Un eco-spettacolo: Patrizio presenta “Rusco senza frontiere”
Premessa necessaria: “rusco” è una parola priva di significato fuori dal circondario bolognese! Capita spesso che alcuni termini locali siano talmente abituali nel linguaggio comune da essere scambiati per italiano corrente… Per scoprire, invece, che oltre a non figurare in alcun dizionario, non vengono nemmeno compresi da chi abita nella provincia accanto! A Bologna il “rusco” è la spazzatura. Detto questo, Patrizio ti invita a partecipare a uno spettacolo organizzato il prossimo 6 marzo alle ore 21.00 al Teatro Santa Maria di Baricella (provincia di Bologna): “Rusco senza frontiere”. Una serata per parlare con chi nel Comune si occupa di riciclo e smaltimento dei rifiuti: amministratori e cittadini a confronto chiamati a giocare a una specie di “Giochi senza Frontiere del rusco”. Un pretesto divertente per parlare di raccolta differenziata e sostenibilità. L’ingresso è libero, Patrizio ti aspetta! Un viaggio-avventura solidale: Marco Banchelli pedala nel deserto per la libertà del popolo Saharawi Il 27 febbraio 2009 è il 33° anno dalla proclamazione della Repubblica Democratica Araba Saharawi, proprio quel giorno il nostro amico ciclista per caso Marco Banchelli partirà per una pedalata solidale attraverso Algeria, Mauritania e Marocco, per incontrare questo popolo in esilio. Sandro Volpe, presidente del Coordinamento Toscano Associazioni Solidarietà Saharawi, ci riassume la triste storia recente: I Saharawi (legittimi abitanti del Sahara Occidentale) vivono oggi dispersi e divisi. Una parte è rimasta nei territori occupati dal Marocco, un’altra nei territori liberati e la parte più numerosa si è rifugiata, dopo una fuga sotto i bombardamenti con il napalm e con le bombe al fosforo, nel deserto algerino nei pressi di Tindouf, dove sorgono i campi profughi. È un mare di sabbia e roccia, d’estate la temperatura raggiunge i 60° e d’inverno si va sotto zero. L’acqua dei pozzi è salata e non cresce un filo d’erba. Circa 400.000 persone vivono qui dal 1975. La RASD (Repubblica Araba Saharawi Democratica), nasce il 27 febbraio 1976, ha un’organizzazione straordinaria: il territorio è diviso in 4 province (wilaya) ripartite in 8 comuni (daira), frazionati in quartieri (barrios). Le province portano i nomi delle principali città del Sahara Occidentale (El Aaioun, Smara, Dajla, Auserd), dove un giorno sperano di tornare. Vivono di aiuti che provengono da organizzazioni umanitarie, dagli enti locali gemellati e dalle molte associazioni di volontariato. La solida struttura comunitaria, permette una divisione equa del poco disponibile. Le donne hanno mantenuto un ruolo centrale nella vita sociale e tra i Saharawi la segregazione sessuale non ha mai trovato spazio. La lotta di liberazione è iniziata nel 1973 (il Fronte Polisario è stato fondato il 20 maggio 1973), contro gli spagnoli ed è proseguita poi dal 1975 contro il Marocco. Il conflitto armato è provvisoriamente cessato dal 1991. Da allora stanno aspettando che venga attuato il piano di pace varato dall’ONU, che prevede il diritto all’autodeterminazione del popolo Saharawi, da esercitare attraverso un referendum, con il quale potranno scegliere tra l’indipendenza e l’integrazione nel regno marocchino. Il Marocco ha costruito un muro di sabbia imbottito di mine e presidiato da soldati, lungo il confine del Sahara Occidentale (2500 Km). È grande l’amarezza dei Saharawi per l’indifferenza dei governi stranieri che non intervengono per promuovere una soluzione che ponga fine alle loro sofferenze, apprezzando la loro scelta di civile pacifismo. Marco Banchelli è pronto a partire e dice della sua nuova impresa sportiva e umanitaria: Nel 1999 avrei dovuto raggiungere i Saharawi dopo una pedalata di oltre 2000 km, con una specie di vera e propria carovana di aiuti umanitari di materiali e di Amicizia. Per motivi di sicurezza (in quei tempi c’erano molti atti terroristici in Algeria) l’allora Sindaco di Sesto Fiorentino, Andrea Barducci, non autorizzò la spedizione e, come dire, decidemmo di deviare per l’Himalaya! Pedalai dal Ponte dell’Amicizia sul confine del Tibet fino al Campo Base Annapurna, dove dedicai al Popolo Saharawi (per l’occasione unito a quello tibetano) una “vetta” per la Libertà. La sacra “piramide” del Machhapuchhre… Dopo dieci anni ecco che dovrei finalmente arrivare anche nel deserto! Avrò con me certo anche una bicicletta (tra l’altro “specialissima”) ma l’impresa di cui sarò protagonista questa volta sarà vissuta e condivisa da tanti altri. Come tanti altri potranno tornare, con me, magari già dal prossimo anno e magari anche loro con una bicicletta, per un progetto a cui già stiamo lavorando e che oltre a vecchi e nuovi “Ciclisti per Caso” riguarderà un grande amico di tutti, bambini e non, ciclisti e non: Pinocchio! Nato dalla penna di Carlo Lorenzini (Collodi) in una villa di Castello (sulle colline di Firenze) e protagonista di infiniti fantastici viaggi nella fantasia di bambini come dell’eterno dibattimento umano, ma che di sicuro nel deserto non c’era ancora mai stato…” Due i momenti più importanti della spedizione: l’incontro con l’Unione Nazionale Donne Saharawi (UNMS) e la partecipazione alla marcia internazionale al “muro della vergogna”, quasi 3000 km di un divisorio eretto dalle autorità marocchine a dividere il popolo Saharawi del deserto da quello rimasto nei territori di origine. Segui la ciclo-rotta di Marco dal suo sito ufficiale.