Turisti per Caso Book: Valeria Sala ci racconta chi sono gli Epera e cos’è il progetto “Que Ecuador”
TpC: Come è nato il tuo interesse per l’Ecuador ed in particolare per la causa degli Epera? Valeria Sala: Il mio interesse per L’Ecuador è nato partecipando, come membro del team dell’Università Milano Bicocca, al programma di Patrizio e Syusy “Evoluti per Caso” che voleva ripercorrere alcune delle tappe del viaggio di Darwin a bordo del Beagle. Al mio gruppo era stata assegnata la tappa dell’Ecuador centrale. Il nostro compito era quello di parlare di evoluzionismo e di diversità biologica e culturale. Credo non ci fosse posto migliore per farlo dell’Ecuador: un paese molto piccolo che ospita una straordinaria diversità di ambienti naturali, in cui vivono più di quattordici gruppi indigeni diversi. Durante il viaggio abbiamo cercato d’illuminare il rapporto tra uomo e ambiente, viaggiando dalla costa pacifica all’Amazzonia, attraversando le Ande, valli fluviali e città, per conoscere le persone che abitano questi luoghi tanto diversi. Così abbiamo incontrato i membri di diversi gruppi indigeni, tra cui, appunto, gli Epera. Gli Epera sono il più piccolo gruppo indigeno dell’Ecuador, poco più di duecento persone che vivono lungo le rive del río Cayapas nel piccolo villaggio di Santa Rosa. Ci ha condotto da loro Fabio Tonelli, la nostra preziosa ed insostituibile guida, che li conosce da tempo e che cerca di aiutarli perché possano continuare a vivere a Santa Rosa, senza doversi spostare o emigrare per trovare lavoro. Fabio porta loro generi di prima necessità e accompagna al villaggio gruppi di turisti, che gli Epera accolgono con entusiasmo e raccontandogli la loro storia. Quando li abbiamo incontrati siamo stati accolti dalla presidentessa Epera, dal maestro di scuola e da tutta la comunità. Più che turisti, ci consideravano membri di una delegazione di un paese straniero, e dopo le presentazioni ufficiali ci hanno raccontato la loro storia, spiegato come vivono e come convivono con l’ambiente che li circonda. Abbiamo così scoperto che gli Epera, dopo un lungo periodo vissuto in Ecuador senza essere riconosciuti come etnia indigena, hanno da poco ottenuto tale riconoscimento e, in seguito, anche la proprietà delle terre che circondano Santa Rosa. Abbiamo scoperto che, per loro, Santa Rosa è il luogo in cui far vivere le proprie tradizioni, la propria lingua, la propria identità. Abbiamo scoperto che gli Epera considerano l’ambiente che li circonda un prezioso alleato per la sopravvivenza, per cui lo usano in modo responsabile, senza depauperarne le risorse, cosci che non sono infinite. In poche ore, l’allegria e lo spirito d’accoglienza degli Epera sono riusciti a conquistarci. Come aiutarli ce l’hanno suggerito loro stessi, dicendoci che il turismo potrebbe essere un’opportunità di sviluppo per la comunità e per il villaggio, che diventerebbe così un luogo dove poter lavorare.
TpC: Concretamente quali sono le dotazioni che Progeo si propone di acquistare a beneficio della comunità Epera? Valeria Sala: Prima ancora di portare i turisti a Santa Rosa, vorremmo migliorare le condizioni di vita degli Epera dotando il villaggio di alcune strutture e servizi attualmente mancanti. A Santa Rosa mancano acqua potabile, elettricità, un sistema di gestione dei reflui e dei mezzi di trasporto per raggiungere la costa. Stiamo quindi studiando il modo di risolvere questi problemi in modo sostenibile, rispettando sia l’ambiente sia il sistema culturale degli Epera. Quest’estate Progeo sarà di nuovo a Santa Rosa per compiere i sopralluoghi necessari e valutare quali siano le migliori soluzioni per la potabilizzazione delle acque, la gestione dei reflui e la costruzione di una struttura per l’accoglienza turistica. Per farlo ci avvarremo della collaborazione di esperti di diverse Università, vorremmo infatti mantenere lo spirito di collaborazione che nel viaggio degli “Evoluti per Caso” ha portato dodici atenei italiani sulle orme di Darwin insieme a Patrizio e Syusy. Il problema dei mezzi di trasporto sarà tra i più semplici da risolvere. Abbiamo pensato di regalare agli Epera una lancia dotata di un motore fuoribordo che servirà loro per muoversi più velocemente dal villaggio alla città di Borbon, per rifornimenti, emergenze o quant’altro. La lancia sarà costruita da artigiani del posto secondo le tradizioni locali, mentre il motore lo acquisteremo da produttori ecuadoriani, così che i pezzi di ricambio siano in futuro più facilmente reperibili in loco. La progettazione di una struttura di accoglienza turistica e l’organizzazione delle attività e dei servizi per i turisti seguiranno questi primi interventi, necessari perché Santa Rosa sia un villaggio più vivibile per gli Epera e più attrattivo per i turisti!
TpC: In che modo il turismo può arricchire senza intaccare l’essenza di questa comunità? Valeria Sala: Credo che questa sia la vera sfida del turismo responsabile, una sfida che però a mio parere vale la pena di raccogliere se vogliamo continuare ad agire come viaggiatori, come organizzatori ed anche come comunità ospitanti, considerando le esperienze negative, che nel settore non mancano, degli indicatori per indirizzare i nostri comportamenti e proporre delle soluzioni alternative. Personalmente penso che qualsiasi strumento non sia positivo o negativo in sé, ma che la sua qualità dipenda dal modo in cui si sceglie di utilizzarlo. Così, credo che il turismo – indirizzato, guidato e progettato debitamente – possa rappresentare un’opportunità di sviluppo per la piccola comunità degli Epera, una comunità indigena che ha già dovuto e voluto fare i conti con la modernità, con le sue opportunità e le sue contraddizioni. Gli Epera vivono a stretto contatto con la realtà ecuadoriana, molti di loro lavorano nelle vicine città, i bambini e i giovani vanno a scuola, le donne vendono i loro prodotti artigianali nei mercati delle città vicine. Sono loro stessi a considerare il turismo un’opportunità in più di sviluppo. Fabio accompagna già dei gruppi al villaggio, ma in modo saltuario, dato che questo non è facile da raggiungere e che è privo delle necessarie strutture di accoglienza. Naturalmente il turismo che proponiamo è un turismo responsabile, lontano dalle logiche del turismo di massa, che cerca di massimizzare i benefici della comunità ospitante e di minimizzare i rischi legati a questa attività. È un turismo attento al rispetto dell’ambiente e della cultura. Un turismo fatto di piccoli gruppi di persone, preparate all’esperienza e interessate a conoscere la cultura del paese che visitano e che li ospita. È, soprattutto, un turismo in cui proventi sono destinati in larga parte alle comunità ospitanti, direttamente implicate nella gestione dell’accoglienza e prime beneficiarie dell’ampliamento dei servizi e delle strutture. Nella realtà del progetto Epera, questi principi si tradurranno nella realizzazione di strutture e servizi, e nel coinvolgimento di membri della comunità nella gestione dell’accoglienza, della ristorazione, della organizzazione di attività culturali e di svago. Al villaggio arriveranno piccoli gruppi di turisti che, preparati all’incontro con la comunità, si fermeranno a Santa Rosa mangiando cibo locale e dormendo in strutture simili alle case Epera. Insomma Progeo, come organizzatore di viaggi responsabili, cercherà di creare i presupposti perché la visita al villaggio di Santa Rosa sia un esperienza positiva sia per il turista, sia per gli Epera. Il completo successo del viaggio dipenderà dallo spirito del viaggiatore: rispetto, curiosità, capacità di ascolto e adattamento saranno sicuramente da portare in valigia!
TpC: Ti va di raccontare perché vale la pena di fare un viaggio in Ecuador ed in particolare a contatto con la realtà degli Epera? Valeria Sala: L’Ecuador è un paese bellissimo e interessante. Offre paesaggi splendidi e molto diversi tra loro: penso alle spettacolari vedute del vulcano Chimborazo, alla proliferante ricchezza della foresta amazzonica, alla dolcezza dei paesaggi costieri e fluviali, all’aspro paesaggio andino. In ambienti tanto diversi si incontrano persone altrettanto diverse e sorprendenti, portatrici di culture, tradizioni, lingue e storie che lo rendono un posto unico ed affascinante. Se si percorre l’Ecuador cercando di scoprirne la diversità biologica e culturale non si può che rimanere affascinati e sorpresi da tanta ricchezza! Incontrare gli Epera è un’opportunità straordinaria per venire a contatto con una delle culture indigene che rendono così ricco questo paese e scoprire più da vicino la realtà delle persone che lo abitano. Gli Epera hanno una storia affascinante: vivevano dispersi nell’Ecuador centrale fino al 2000, anno in cui si sono riuniti ed hanno deciso di fondare Santa Rosa per avere un luogo dove vivere e riconoscersi come comunità indigena unica e portatrice di cultura, lingua e tradizioni proprie. Ascoltare la loro storia dalla voce viva di Eneida, la loro presidentessa, scoprire il loro modo di vita e farsi coinvolgere dal loro entusiasmo e dal loro spirito di accoglienza è senza dubbio un esperienza unica!
TpC: Come è nata la vostra associazione? Valeria Sala: Progeo è nata proprio per aiutare gli Epera ed avviare con loro il progetto di turismo responsabile che vi ho descritto e che abbiamo chiamato “Que Ecuador”. Di ritorno dal viaggio in Ecuador io, Fabio Tonelli, Patrizio, abbiamo cominciato a pensare di aiutare gli Epera attraverso il turismo responsabile. Abbiamo contattato AITR (Associazione Italiana Turismo Responsabile) per avere dei consigli e ci hanno suggerito di fondare l’associazione. Così, io e Fabio Tonelli abbiamo fondato Progeo coinvolgendo altre persone, professionisti esperti in turismo, biologi, architetti, restauratori, medici e viaggiatori che condividevano gli obbiettivi e la logica del turismo responsabile. Con l’ingresso di nuove figure e con il tempo, al progetto “Que Ecuador” si aggiunti altri progetti e gli obbiettivi dell’associazione si sono estesi alla promozione del turismo responsabile in Italia e all’estero e alla valorizzazione della diversità biologica e culturale dei territori. Se volete saperne di più visitate il nostro sito: www.Pro-geo.Org
TpC: Siete contenti della collaborazione con Turistipercaso Magazine? Valeria Sala: Certo! Siamo molto felici ed orgogliosi che Turistipercaso Magazine abbia deciso di sostenere la nostra associazione ed il progetto “Que Ecuador” così come siamo felici di poter far conoscere le nostre attività e le nostre proposte ai vostri lettori! Tra i lettori di “Turisti per caso Magazine” ci sono molte persone che condividono la nostra filosofia di viaggio e, quindi, saremo felici di restare in contatto con loro per aggiornarli sulle nostre attività! Questa estate saremo in Ecuador per seguire il progetto “Que Ecuador” far eseguire i sopralluoghi e le analisi di cui necessitano gli esperti geologi ed architetti che collaborano con noi e fare il punto della situazione. Scriveremo un diario di viaggio che pubblicheremo on-line, in cui faremo il punto sull’andamento del progetto, racconteremo la storia degli Epera e gli episodi non comuni e correnti di tutti i viaggi! Saremo in tre, tre donne e tre zaini, e oltre a Santa Rosa visiteremo altri villaggi e città ecuadoriane in cui si può fare del turismo responsabile, in modo da suggerire un itinerario che possa poi essere variamente ripercorso da tutti. Chi ci conosce non dubita che ci sarà da divertirsi, seguiteci!
…Lo faremo sicuramente! Sul nostro sito tutti gli sviluppi e gli aggiornamenti direttamente dall’Ecuador.