Turisti per Caso in primo piano: Robin
Sono felicissima di poter scambiare quattro chiacchiere con Silvia/Robin. Incontrandoci sui vari forum di TPC avevo già scoperto di avere molte cose in comune con lei (soprattutto l’amore per l’America Latina) e quest’intervista non solo ha confermato le mie prime impressioni, ma mi ha fatto conoscere meglio un’utente “storica” del sito. Ecco a voi… Robin! Nickname: Robin Nome: Silvia Pankarita: Ciao Silvia, partiamo subito da una mia curiosità: come mai hai scelto Robin come nickname? Robin: Mi viene da sorridere a questa prima domanda perché il mio nick è stato scelto letteralmente a caso! Non avevo mai frequentato dei forum e quando mi sono iscritta a TpC mai avrei immaginato che, quella che io pensavo sarebbe stata una visita pressoché occasionale, sarebbe divenuta poi una frequentazione più o meno assidua e costante; così ho messo il primo nome che mi veniva in mente. Caso vuole che la sera prima avevo visto il film Robin Hood… Quando la frequentazione del Bla Bla prima e di altri forum poi è diventata pressoché giornaliera non ho più voluto cambiarlo perché ormai in TpC… Io ero Robin e tutti mi conoscevano così (anche se spesso vengo appellata al maschile da chi non mi conosce ahaha)
Pankarita: Ti va di parlarci un po’ di te? Da dove vieni? Cosa fai nella vita? Robin: Certo! Dunque, svelato che dietro il nick Robin si nasconde una fanciulla (ci volevo mettere un graziosa… Ma poi sembra che me la tiro 😉 , mi presento ufficialmente con il mio nome che è Silvia. Abito e lavoro come impiegata in un’azienda di servizi a Erba (purtroppo ormai tristemente nota in tutta Italia e non solo), ma sono originaria di un piccolo paesino – Valbrona – al quale mi sento fortemente legata. Sono una persona che ama viaggiare, scoprire nuove culture ma ho le radici ben piantate nel mio paesello ad un tiro di schioppo dal bellissimo Lago di Como. Non credo riuscirei mai a fare una scelta di cambiamento drastica come la tua di trasferirmi non solo all’estero, ma addirittura in un altro continente.
Pankarita: Cosa ti piace fare nel tempo libero? Robin: Ne ho sempre troppo poco! Come ti dicevo, amo viaggiare… Ma mi riesce un po’ impossibile farlo diventare un hobby “a tempo pieno”; così mi consolo dando suggerimenti o informazioni ad altri viaggiatori, che in fondo è un modo per farlo costantemente, almeno con la mente. Amo molto camminare in montagna e stare all’aria aperta, sono una lettrice vorace con una predilezione per gli autori dell’America Latina – terra che amo profondamente – e mi piace fregiarmi del titolo di “ballerina”. Adoro tanto il liscio quanto i balli caraibici, ma mi sono cimentata anche nella danza del ventre! Quest’ultima mi si addice in maniera particolare in quanto sono fornita della materia prima ;-D che mi regala un’altra mia passione: la cucina, dove mi diletto a sperimentare piatti tipici italiani e non. Ultimamente mi sono avvicinata anche al mondo dei bonsai e dell’uncinetto… E basta! Pankarita: Se potessi scegliere un paesaggio qualunque del mondo, cosa ti piacerebbe vedere adesso dalla tua finestra? Robin: Non credo di riuscire a dirti un luogo specifico che vorrei vedere al di fuori dalla mia finestra. Amo molto i paesaggi dove la natura si esprime in tutta la sua forza come le scogliere a picco sul mare, le montagne innevate, le grandi cascate ecc; tuttavia temo, che anche il paesaggio più bello del mondo, quello che ci ha colpiti in maniera indelebile, visto quotidianamente perderebbe parte della sua magia e del suo fascino. Ti rispondo perciò che quel che vorrei vedere è un paesaggio molto semplice, tanti prati, un bel bosco di pini e magari un laghetto, sullo sfondo qualche montagna. Un paesaggio come tanti, che magari colpisce meno nell’immediato, ma sul quale è sempre piacevole posare lo sguardo.
Pankarita: Solitamente, come scegli le mete dei tuoi viaggi? Robin: E’ abbastanza facile per me scegliere una meta! Ho sempre una scorta di idee su dove mi piacerebbe andare, così di volta in volta mi basta “aprire la mia lista dei desideri” e vedere quello che è possibile fare in quel momento, considerando disponibilità economiche, tempo e stagione. L’America Latina, torno a ripetere, è la mia meta per eccellenza per tanti motivi e sono talmente tanti i posti che vorrei vedere laggiù che avrei solo l’imbarazzo della scelta. In generale un libro letto, una foto che mi colpisce in modo particolare sono sufficienti a mettermi la voglia di partire (fortunatamente mio marito è un fantastico compagno di viaggio e mi lascia quasi sempre carta bianca quando si tratta di viaggi).
Pankarita: So che la Patagonia è una delle passioni che abbiamo in comune… Io devo ancora andarci e sicuramente, quando accadrà, ti chiederò alcuni consigli. Chatwin nel suo “In Patagonia” ha scritto: “La Patagonia!/E’ un’amante difficile./Lancia il suo incantesimo./Un’ammaliatrice!/Ti stringe nelle sue braccia/e non ti lascia più.” Ha fatto anche a te questo effetto? Vorresti ritornarci un giorno? Robin: Ci potremmo andare insieme allora ;-D! Sia io che Stefano ne siamo rimasti incantati e nella mia lista dei desideri è sempre al primo posto!
Pankarita: Guarda che ti prendo in parola!!! Sarebbe proprio bello! 🙂 Robin: Grandissimo Chatwin! Solo un grande scrittore come lui poteva esprimere, in maniera così concisa ed efficace, l’incanto di quella splendida terra. In effetti è molto difficile trovare un “perché” univoco al fascino della Patagonia. Gli spazi sconfinati che lasciano quasi storditi, la natura pressoché incontaminata, i ghiacciai mozzafiato, le balene al porto… Insomma tante cose, ma che da sole non riuscirebbero a spiegarne in toto la magia! Ho sentito dire che parte del fascino della Patagonia è anche la luce particolare dovuta alla latitudine… Probabilmente è anche questo… Certo è che mi rivedo totalmente in questa suo splendido pensiero.
Pankarita: Un’altra delle cose che abbiamo in comune è l’amore per tutta l’America Latina. Com’è nato per te? Robin: Penso che nel mio caso se ne stava lì quieto in attesa di essere scoperto, perché da quel momento in poi non ha avuto cedimenti! Fin da bambina mi sono sempre sentita attratta dai paesi lontani, dai loro miti e dalle loro usanze e mi sono interessata per periodi più o meno lunghi a varie culture (non ci crederai ma ho avuto anche un “periodo” indiano). Alle superiori mi imbatto nel mito del Che, della rivoluzione a Cuba, di Evita in Argentina e Salvador Allende in Cile e dell’EZLN in Messico. Resto affascinata da questi grandi personaggi – e di molti altri – e dalla storia dei loro rispettivi paesi. Con autori come Isabel Allende, Jorge Amado, Marcela Serrano scopro la narrativa che mi conquista definitivamente per via di quella capacità, tipica di molti autori dell’America Latina, di scrivere una storia come si racconta una favola, dove il confine tra la realtà ed il mondo delle credenze popolari è spesso molto labile, dove la vita e la morte viaggiano a braccetto e dove la tristezza è in grado di confondersi con il canto e la rinascita. Come ciliegina sulla torta, la musica: come non entusiasmarsi per un tango di Gardel o per “Alturas” degli Inti-Illimani?
Pankarita: Visto che hai citato la musica… Succede anche a te che delle canzoni ti riportino alla mente delle mete che hai visitato? E quanto è importante la musica durante i tuoi viaggi? Robin: Molto! Ogni viaggio ha la sua colonna sonora, la sua canzone e risentirla, una volta a casa, è un tornare un po’ a quei momenti! Non parto mai con dei Cd da casa (l’i-pod non ce l’ho… Sono rimasta un po’ indietro!! ;-D), ma preferisco scoprire la musica del paese che sto visitando – penso avrebbe poco senso ascoltare ad esempio De Andrè in Argentina o a Cuba: difficilmente torno a casa senza un album in tema. Inoltre c’è un album particolare che non è legato ad alcun paese, ma che non posso fare a meno di associare al viaggio in senso stretto, allo stare su un treno o su un bus tante ore ed è una raccolta di brani Simon e Garfunkel. Sono passati più di 15 anni e stavo andando ad Hannover, in Germania, a trovare un’amica. Lunghissimo viaggio in treno (eheheh… Dovevano ancora inventare i low-cost… E per un verso era bello anche così), walkman, cuffie e zainetto con le musicassette (mi sembra di parlare dell’epoca dei Flinstone!) ed il dondolio del treno. Mrs Robinson, Cecilia… Chiudendo gli occhi potrei quasi essere ancora su quel treno… Ricordo ancora quale romanzetto stavo leggendo!
Pankarita: Qual è il viaggio che ti ha più emozionato? E perché? Robin: Sono monotona se rispondo l’Argentina per i motivi che ti dicevo? ;-D Ma forse è vero solo in parte. Ogni viaggio regala tante emozioni, ognuna legata a quel momento ed a quella situazione in particolare e fare una classifica mi risulta abbastanza difficile. Ho avuto la fortuna di poter visitare alcuni tra paesi che mi stavano maggiormente a cuore ed ovviamente ogni volta è stato un susseguirsi di momenti bellissimi e difficilmente paragonabili. A Cuba è stata l’emozione di essere nella terra del Che, della salsa, del fascino un po’ decadente dell’Habana; in Messico quella di essere di fronte alle splendide rovine dei Maya, di passeggiare la mattina presto per San Cristobal, meta irrinunciabile dove aver letto Marcela Serrano; in Kenya quella che solo gli occhioni scuri ed i grandi sorrisi dei bambini sanno regalare.
Pankarita: So che anche tu, come me, ami la lettura e sei molto attiva nel forum “Libri per caso”. Oltre a San Cristóbal, ti è capitato altre volte di amare tanto un libro da voler vedere i luoghi in cui era ambientato? Robin: Assolutamente si! Marcela Serrano ha dato un grande contributo in questo senso: “Antigua vita mia”, letto più di una volta, ovviamente mi ha fatto venir voglia di partire per l’Antigua guatemalteca; “L’albergo delle donne tristi” – sebbene il tema non sia leggerissimo – mi ha fatto venir voglia di andare a esplorare l’arcipelago di Chiloè in Cile. Da quel poco che ho potuto scoprire è una zona piuttosto inospitale, fredda e dura… Ma la Serrano è riuscita ad ammantarla di un “non so che” che mi incuriosisce. Credo che questa sia un’altra delle mete che potremmo visitare insieme… Chiloé e Puerto Montt sono nella mia lista di posti imperdibili… ;-P Salvador de Bahia e dintorni – mirabilmente descritti nei libri di Jorge Amado – e che immagino tutti da scoprire nei loro riti legati al candomblè e agli Orixa… E poi: Lalibela in Etiopia, scoperta grazie al libro di Kapuscinski “Ebano”. Il solo nome è bastato ad incuriosirmi! E’ considerata la Gerusalemme d’Africa per le sue cattedrali scavate nella roccia, unite da labirinti e canyon sotterranei. Pensa che la chiesa più bella sia quasi invisibile finché non si raggiunge il bordo della trincea nella quale è stata scavata. Insomma, dev’essere qualcosa di straordinario!
Pankarita: Quale sarà la tua prossima meta? Robin: La Francia, e nello specifico un bel tour tra Loira, Bretagna e Normandia. Con un po’ di rammarico (ma non troppo, dopotutto siamo tra i fortunati che quest’anno possono permettersi di pensare alle vacanze) abbiamo dovuto scartare il Perù a causa del budget decisamente elevato, così per quest’anno abbiamo deciso di “accorciare il tiro” e partire alla scoperta di un pezzetto della nostra bella Europa. La scelta di questa meta, un po’ insolita per me, è tutta merito di amici conosciuti sul sito – grazie Holderlin e Acacia! – che con le loro foto ed i loro racconti mi hanno incuriosito ed affascinato! Altri racconti di viaggiatori ci hanno poi convinto definitivamente. Non vedo l’ora di partire!
Pankarita: Quali sono 3 Paesi che vorresti proprio visitare? Robin: Solo 3? ;-D! Dai ti dico i tre più importanti!! Perù, ovviamente! Potrei mai farmelo mancare? Macchu Picchu, il Titicaca sono mete pressoché irrinunciabili per una persona come me! Poi il Guatemala, innanzitutto per Antigua e per i suoi mercati colorati, ma anche per le rovine Maya e tutta la sua storia ed infine… La Finlandia in inverno quando fa un freddo barbino, ma intorno tutto è ricoperto dalla neve… Me la immagino “magica” con gli alberi imbiancati, il silenzio e le casette in legno calde ed accoglienti.
Pankarita: C’è un posto dove vorresti assolutamente tornare? E uno in cui invece non torneresti più? Robin: Domanda difficile, considerando che sono una persona sbadata e che, quando viaggio, mi capita spesso di dimenticarmi in giro pezzetti di cuore… Per recuperarli tutti dovrei tornare in molti dei posti dove sono stata! Ma se devo utilizzare l’aggettivo “assolutamente”, tornerò a ripetermi, ma è la Patagonia. Mentre non tornerei in Kenya per un solo motivo: il clima. Novembre non è la stagione top, lo so, ma un’umidità così spossante non l’avevo mai sperimentata. Ricordo di essere stata felice di tornare a casa per il solo fatto di ritornare a “respirare” aria e non acqua!
Pankarita: Parliamo di un altro aspetto del viaggio quello delle precauzioni sanitarie da prendere prima di partire. E’ una questione che molti sottovalutano. Tu cosa ne pensi? Robin: Questa è una domanda alla quale rispondo davvero molto volentieri perché è un tema, a mio dire, estremamente importante. Personalmente cerco di informarmi il più possibile in merito al paese che intendo visitare, a volte anche troppo forse, però penso che l’aspetto sanitario non sia mai da sottovalutare, soprattutto se si scelgono mete, per così dire, “esotiche”. La facilità – sia in termini di costi che di tempi – con cui oggi è possibile raggiungere qualunque meta spesso è accompagnata da un’altrettanta faciloneria legata alla salute. Ed informarsi non è una cosa impossibile o complicata sia per chi ha accesso a internet, sia per chi non l’ha. Basterebbe andare in una biblioteca e prendere a nolo una guida per qualche giorno per farsi un’idea di massima delle malattie endemiche che esistono in un paese. Tuttavia sento che molta gente nemmeno ci pensa… Ed io non me ne capacito. A casa ci spaventiamo per una banale influenza e siamo di corsa dal dottore; in vacanza? Vale forse meno la salute? Voglio aprire una breve parentesi prima di continuare onde evitare fraintendimenti. Non sono assolutamente qui a denigrare le agenzie di viaggio, i villaggi, i viaggi organizzati e quant’altro. Sono ottime soluzioni per chi non se la sente di organizzarsi un viaggio fa da te, per chi viaggia solo o non conosce le lingue o semplicemente vuole una vacanza “tutto relax”; detto questo, in merito all’argomento “precauzioni sanitarie”, vorrei tirare in causa anche loro. Alcune agenzie – non tutte per fortuna – infatti, anziché rispondere con un po’ di criterio e correttezza ad eventuali dubbi dei loro clienti, a volte aumentano la disinformazione con risposte che mi lasciano di sale… Per non dire che mi fanno imbestialire. Una fra tutte, appena riportatami da una conoscente che voleva andare in Africa – ma non è la prima volta che la sento o leggo – “se non si esce dal villaggio non serve l’antimalarica” O_O … Non credo d’aver mai letto che le zanzare non sono ammesse nei villaggi. Queste cose mi fanno davvero arrabbiare! Anche perché si tratta di salute, non del colore dei teli mare! Ammetto che le agenzie fanno il loro lavoro cioè vendere… Ma dovrebbero anche informare. Ed anche chi riceve queste informazioni… Insomma, forse farebbe meglio a fermarsi un secondo e riflettere. Con ciò non significa che si debba scartare questo o quel paese… solo che è fondamentale andarci “informati”.
Pankarita: Il giornalista Guido Piovene diceva: “Viaggiare dovrebbe essere sempre un atto di umiltà.” Secondo te è così? Robin: Assolutamente sì. Innanzitutto viaggiare significa anche “voler conoscere” un luogo, abitudini, tradizioni ecc. Quindi è necessario lasciare a casa – o almeno cercare di farlo il più possibile – pregiudizi e convinzioni varie ed essere pronti ad accettare tutto quello che il viaggio stesso ci offre… Molte volte si tende a giudicare un paese – anche all’altro capo del mondo – usando come unico termine di paragone il nostro standard di vita, la nostra cultura, ciò che per noi è scontato ma che magari in quelle zone no lo è. Di conseguenza si finisce con il non apprezzare la realtà che si sta visitando, solamente perché la si è voluta giudicare senza cercare di capirla, rapportandola all’Europa o all’Italia e non al contesto sociale, storico e culturale di quel determinato paese.
Pankarita: Visto che la cucina è uno dei tuoi hobby, che mi dici delle specialità culinarie straniere? C’è un piatto che nei tuoi viaggi ti ha colpito particolarmente per la sua bontà, tanto da provare a rifarlo a casa? E uno che invece proprio non ti è piaciuto? Robin: Per la bontà me ne colpiscono vari ;-D … Un piatto che ho provato a rifare più di una volta è il famoso “moros y cristianos”, mi piace davvero un sacco, ma devo dire che non riesco mai a farlo buono come quello mangiato a Cuba… Manca sempre quel qualcosa che non so… sarà l’aria? Quello invece che in assoluto non mi è piaciuto per nulla è stato il “pan de cazon” mangiato in Messico. E’ una tortilla tipica di Campeche a base di squalo ed inondata di pomodoro; naturalmente io non potevo non provarla… Ero anche abbastanza certa che mi sarebbe piaciuta visto gli ingredienti… Invece proprio no!!! Terrificante, per una volta ho invidiato mio marito che si è mangiato una “milanesa”.
Pankarita: Ci sono delle persone conosciute durante i tuoi viaggi che non dimenticherai mai? Robin: A Cuba – un nonnino al quale chiedemmo delle indicazioni stradali. Fu gentilissimo e ci salutò con un “buen viaje companeros” … Quel “companeros” mi è rimasto impresso. Era abbastanza anziano e sicuramente aveva vissuto la revolucion. Mi sarebbe piaciuto molto parlare un po’ con lui, chiedergli tante cose purtroppo, per vari motivi, non fui capace di cogliere l’occasione al volo. E ancora oggi mi spiace un sacco!
Pankarita: Poco tempo fa, proprio qui sul sito, ho letto un sondaggio su quanto sia importante lo shopping durante un viaggio… Tu cosa ne pensi? E cosa succede agli oggetti che riporti in Italia? Hai un posto speciale nella tua casa dove tieni tutti i tuoi ricordi? Robin: Tendenzialmente non amo lo shopping … anzi lo fuggo, ma in viaggio amo davvero tanto portare a casa souvenir del luogo, che poi sparpaglio per casa! Li devo avere sotto gli occhi… Altrimenti che senso avrebbe? Tutti i soprammobili che ho arrivano da qualche viaggio: una coda di balena in legno e una bombilla dall’Argentina, la “tazza giusta” di Pitagora da Samos, ciotole in legno dal Kenya e così via! Mi piace vedermeli intorno… Perché sono tutti bei ricordi! E poi adoro i mercatini coloratissimi tipo quello di San Cristobal in Chiapas… Lì ho superato me stessa! Pensa che ho persino comprato un copriletto! E poi scialponi colorati e pochos, un crocefisso in legno dipinto… Insomma ho fatto incetta! Mentre se vado in luoghi dove c’è una buona tradizione enogastronica … Beh, lo shopping diventa d’obbligo con prodotti locali.
Pankarita: Ma veniamo al sito di TPC… Quando sei approdata su questo sito per la prima volta? Robin: Non ricordo esattamente ma credo intorno al 2005. Cercavo informazioni sulla profilassi antimalarica e poi ho scoperto il Bla Bla. In breve sono diventata un’assidua frequentatrice del sito forum dove commentavamo le notizie del giorno, lanciavamo sondaggi e, a volte, ci scaldavamo parecchio in scambi di opinioni piuttosto accesi! Mi sono divertita un sacco!
Pankarita: Ci sono delle cose che vorresti migliorare? Robin: Sicuramente i metodi di ricerca. Gli interventi vecchiotti sono abbastanza complicati da recuperare. Però sono molto contenta che abbiamo inserito la possibilità di pubblicare le foto. Mancava proprio.
Pankarita: Hai conosciuto qualche TPC di persona? Robin: Si più d’uno! Koalina, insieme al Koala ;-D, li ho conosciuti al Raduno di Bologna di un paio di anni fa e ci siamo poi rivisti un’altra volta. Poi CaterinaC e Chiarina (tra l’altro abitiamo abbastanza vicine), insieme ad Aurora ed Arturo. Sai che è stranissimo incontrarsi? Anche se ci si è già visti in foto… Trovarsi di fronte chi conosci così bene a livello virtuale è dargli una voce, ma anche espressioni, accenti… insomma… All’inizio è quasi imbarazzante! Ma dura poco, poi si riprende subito il ritmo.
Pankarita: E per finire, chi vorresti intervistare? Robin: Devo dire che la maggior parte delle mie conoscenze è già stata intervistata, ma mi piacerebbe davvero Laura Grignani, Tamara e naturalmente Koalina.
Pankarita: Grazie Silvia per questa bella chiacchierata: è stato un piacere conoscerti meglio! E chissà che un giorno non ci incontriamo a Chiloé per un bicchiere di “tinto”!