Spirito Cartoneros
Spirito Cartoneros
di Laura Pagani Il report di viaggio scritto da Patrizio e Susy su Buenos Aires e l’Argentina mi ha come sempre coinvolto e mi ha fatto rivivere le emozioni e quei ricordi indelebili che questo Paese e in particolare la città di Buenos Aires, hanno lasciato nella mia memoria e nel mio cuore. Mi sono “trasferita” a Buenos Aires nel Giugno 2008 , per scrivere la mia tesi di laurea presso la Universidad de Belgrano e sono stata cittadina“porteña” per sei indimenticabili mesi.
Vi scrivo per ricordare una vera e propria classe sociale di cittadini che non sono stati citati nell’ articolo, ma sono i “pilastri” della vita quotidiana di Buenos Aires: i cartoneros. I cartoneros, sono uomini, donne, famiglie intere che per pochi pesos riciclano con meticolosità la spazzatura: erano la classe operaia prima della tragica crisi che ha colpito l’Argentina nel 2001, e ora rimasti senza lavoro si sono ingegnati a “inventarsi” una nuova attività per sopravvivere. Infatti hanno capito un bisogno immane della loro metropoli e hanno organizzato la raccolta differenziata, che nella città di Buenos Aires è inesistente, infatti la legge argentina non permette ai comuni di riciclare la spazzatura.
Ora dopo numerose interpellanze e battaglie i cartoneros hanno deciso di unirsi in cooperative, per aver maggiore disponibilità di mezzi e per migliorare questo lavoro indispensabile per loro e per la società: dividono la plastica e la carta e poi i rifiuti per diverse tipologie e li caricano su dei carretti di legno, costruiti da loro, per poi portarli verso le industrie della carta e del vetro percorrendo innumerevoli chilometri a piedi. Ogni giorno portano sulle loro spalle il duro lavoro di una intera giornata che verrà ricompensato con quel poco per cui potranno continuare a vivere.
Io per mesi ho osservato queste persone iniziare il loro lavoro al tramonto: a mani nude rovistare nella spazzatura in cerca di tutto quello che è riciclabile e che per loro può diventare una forma di speranza. Li ho ritrovati nella notte silenziosi e laboriosi come formiche che non lasciano indietro neppure un quadratino di cartone. Ho visto i loro figli, bambini e ragazzi di ogni età spingere faticosamente carrettini e sollevare cartoni tre volte più grandi di loro. Non si guardano intorno, sembra che non vedono neppure la gente che corre o cammina, hanno altri interessi loro,hanno altri pensieri. L’umiltà di queste persone nel saper affrontare le avversità della vita con grande coraggio non potrò mai dimenticarla e sempre mi sarà di grande esempio nelle difficoltà della vita quotidiana.
Viaggiare non significa solo scoprire nuovi luoghi o rimanere sempre e comunque affascinati dalle “diversità” che ciascun paese può offrire. Significa anche capire le sofferenze e le tragedie degli umili che pagano per le scelte inique dei potenti. A volte alcuni paesi ci riservano anche degli aspetti tristi che fanno riflettere, essere viaggiatori significa anche questo: capire, non dimenticare. La loro grande dignità, l’instancabile forza di coraggio e il loro spirito di vita mai dimenticherò!