Go local, eat local: prodotti tipici greci per vacanze di qualità
Le vacanze in Grecia sono particolarmente famose per i tramonti romantici che sprigionano un incredibile arancione intenso contro il profilo bianco delle casette arroccate sulle pendici delle mille isole, interrotto qua e là da qualche pennellata dell’azzurro dei tetti. Che dire poi delle magnifiche spiagge e del divertimento notturno che ogni anno attirano milioni di turisti da tutto il mondo, richiamati dalla meraviglia naturalistica, epica e goliardico che caratterizza la costellazione di isole attiche. Eppure, tra un tuffo nelle acque cristalline e una visita archeologica, la Grecia merita di essere esplorata anche nelle sue tradizioni più radicate, quelle nascoste agli occhi del grande turismo ma che da secoli (anzi millenni) accompagnano la vita della popolazione locale. Un viaggio alla scoperta dei prodotti tipici greci potrebbe essere ad esempio l’idea per definire un itinerario completo e vivere una vacanza ricca di esperienze, alla scoperta delle specificità geografiche e culturali.
Indice dei contenuti
Cosa mangiare in Grecia per vere esperienze locali
Oggi molti turisti non si accontentano più di essere vacanzieri, ma vanno alla ricerca di esperienze genuine che li mettano in contatto con la vera vita locale. Le isole greche sono una meta privilegiata in cui potersi immergere in un ritmo di vita lento, in attività tradizionali tramandate da secoli, scoprendo come gli abitanti di questi luoghi vivano da millenni in simbiosi con la natura. Possiamo dire semplicemente che oggi sempre più persone sono alla ricerca di vacanze di qualità, proprio in Grecia. I sapori e la ritualità intorno al cibo sono una delle principali manifestazioni della cultura locale, oltre ad essere una delle più goduriose! Infatti la cucina mette in tavola le caratteristiche di una società, della sua storia popolare ed economica. Noi vogliamo suggerirvi due mete, una più conosciuta e una un po’ più defilata, in cui assaporare la vera essenza della Grecia.
Ad esempio la tradizione di essiccare al sole frutta e verdura sotto il caldo sole greco è stata tramandata di generazione in generazione, e affonda le sue radici nell’antichità. All’epoca c’era la necessità di conservare frutta e verdura estiva durante l’inverno preservandone però gli aromi estivi. Già Omero scrisse che Ulisse ammirava la vigna del re sull’isola di Corfù, dove c’erano aree designate per l’essiccazione dell’uva al sole e la pigiatura; così come Esiodo nell’VIII sec. a.C. fornì informazioni dettagliate sulla tecnica della pigiatura dell’uva nella zona della Beozia, mentre altri segnalano il vino essiccato al sole di Siatista. Nei secoli scorsi, i tetti delle case isolane bruciavano sotto il sole cocente, ricoperti com’erano da grandi assi di legno su cui venivano lasciate frutta e verdura ad essiccare, per poi essere riposte in sacchi di tela. Durante l’inverno gli abitanti sommergevano i loro prodotti secchi in acqua per recuperare la loro umidità e poi cucinarli in vari modi.
Oggi i prodotti essiccati costituiscono deliziosi snack, perfetti da sgranocchiare esplorando il territorio. Fichi, uva e pomodori sono i principali prodotti secchi prodotti nella maggior parte delle isole greche così come in alcune zone della Grecia continentale. I fichi essiccati al sole e le famose uva sultanina di Corinto sono i prodotti esportatori più importanti della Grecia.
Uva sultanina del Peloponneso
L’uva sultanina e il ribes di Corinto sono prodotti coltivati e lavorati nella stessa maniera fin dall’antichità. La scienza dell’alimentazione oggi ne riconosce le proprietà benefiche. Corinto, e l’intero Peloponneso, è considerato il luogo di nascita di questo prodotto unico e dolce, utilizzato nella cucina tradizionale. Il ribes prodotto a Zante ha anche lo status di Denominazione di Origine Protetta (DOP).
Formaggi greci: il cibo greco per eccellenza da provare assolutamente
Morbido o duro, bianco o giallo, fresco o stagionato, salato o dolce; alla piastra, fritto, a pezzetti o sbriciolato: ogni regione che ha sviluppato le sue speciali varietà di formaggio. Nella zona dell’Egeo nord-orientale si concentra un’incredibile varietà di formaggi. Manoura di Sifnos è ad esempio una qualità che viene affinata sulle vinacce; Il Kalathaki di Limnos è un delizioso formaggio bianco di capra in salamoia simile alla feta e prende il nome dal cesto utilizzato per produrlo.
Scendendo più in basso arriviamo nel Dodecaneso. Il Krassotyri è una specialità di Kos, è caratterizzato da coste bagnate nel vino ed è realizzato anche a Nyssiros e Leros. Il Sitaka, uno dei prodotti lattiero-caseari più insoliti in Grecia, è una crema da spalmare acida e cremosa a base di latte di pecora e/o di capra. Si tratta di una specialità di Kassos e viene servita con un delizioso piatto di pasta locale insieme a cipolle caramellate.
Alle Cicladi vi aspetta il San Mihalis nell’isola di Syros, il Manoura di Sifnos, dal colore rosato e dall’aroma scuro e vinoso, il Chloro di Santorini, da consumare fresco o stagionato sulla pasta.
Tutti i formaggi di Creta sono a base di latte di pecora o capra. Il Graviera, forse il più famoso, spazia dal dolce al nocciolato, quando stagionato. Ormai questa varietà è prodotta fino alla Macedonia e Corfù. La Kefalograviera, più duro e piccante, è un formaggio da tavola che viene spesso utilizzato anche in piatti da forno come il pastitsio e la moussaka. A Creta si produce poi il Myzithra, un formaggio fresco di siero di latte, relativamente povero di grassi e simile alla ricotta. Staka, preparato con la crema scremata dalla parte superiore del latte di pecora, si realizza solo nella parte occidentale di Creta.
In Epiro si produce la popolarissima Feta, il formaggio di pastore per eccellenza. A Dodoni, nel quartiere intorno all’antico anfiteatro, si produce il migliore del paese. Qui si realizza anche il Galotyri, cremoso e piccante, geloso vanto pastori di Epiro, della Tessaglia e di Roumeli. Il Kefalotyri, duro e pungente, è prodotto con latte di capra e pecora e viene utilizzato principalmente per grattugiare.
Miele: il nettare degli dei tra i cibi greci d’eccellenza
In Grecia vengono prodotte ogni anno 12.000 tonnellate di miele, soprattutto di pino, di abete e di quercia. Questi tipi di miele non cristallizzano e hanno un alto valore nutritivo. L’unicità del miele greco deriva dalla ricca flora locale selvaggia, che comprende numerosi fiori ed erbe selvatiche. Tra i più pregiati ci sono: il miele di timo, il miele di arancio aromatico, il miele di erica, il miele di castagno, il miele di cotone (ricco di attributi antibatterici) e diversi tipi di miele di fiori raccolti dalle piante aromatiche delle campagne greche, come l’origano selvatico, la lavanda selvatica, salvia e molti altri.
Il miele è stato il primo – e per molto tempo l’unico – dolcificante che i Greci avevano a disposizione. Ancora oggi rimane il più prestigioso. Con la sua importanza fin dall’antichità, il miele, insieme all’olivo e all’uva, ha segnato l’inizio della gastronomia greca e di una cucina che conserva ancora oggi i suoi aspetti unici e originali.
Anzi, il miele rimane l’ingrediente principale dei dolci greci, soprattutto di quelli legati alla Pasqua. Alcuni dolci al miele sono molto comuni in tutto il paese e dovrebbero essere una sorta di tradizione nazionale. Tra questi i loukoumades, baklava e torte di miele.
Santorini: percorso enogastronomico sull’isola del vino
Il sole del Mediterraneo, il fertile suolo vulcanico e la brezza dell’Egeo rendono il territorio di Santorini particolarmente generoso, donando ai prodotti locali caratteristiche organolettiche davvero inconfondibili. Tra i frutti della terra più pregiati dell’isola c’è sicuramente la fava. Questa viene servita o appena bollita o con carne di maiale, con passata di pomodoro o come zuppa, ma anche con riso o in una frittata. Tipiche di Santorini sono poi le melanzane bianche che devono il loro colore al suolo vulcanico e vantano una polpa succosissima. Ci sono poi i capperi, sia i fiori che le foglie, utilizzati nella cucina locale per il loro aroma pungente e speziato. Da non perdere sono poi i pomodorini coltivati in questa varietà dal XVIII secolo.
I vini di Santorini
Tuttavia, nel caso di Santorini, piuttosto che go local, est local, dovremmo dire: go local, drink local. Infatti, se c’è mai stata un’isola degna del soprannome di “l’isola del vino”, allora quella è senza dubbio Santorini. Gli scavi nel sito di Akrotiri hanno dimostrato che la produzione e il commercio di questo prodotto erano tra le attività più importanti già per i locali preistorici. La cenere, la lava e la pomice, prodotte dall’attività vulcanica hanno finito per coprire il sottosuolo di calcare e ardesia, dando origine all'”aspa”, cioè ad un terreno duro e solido.
Nel corso degli anni, i viticoltori hanno adattato il territorio alle proprie necessità, costruendo terrazzamenti per evitare che il suolo venisse eroso dai forti venti e per trattenere la poca pioggia che cade in questa zona. Il sole caldo e i forti venti su Santorini asciugano l’umidità sui frutti e prevengono malattie, così come altri problemi come peronospora e botrite. In altre parole, qui vengono applicati automaticamente i principi della coltivazione biologica, in quanto ai coltivatori vengono lasciati solo i compiti di solforazione e potatura. Quest’ultimo prevede l’utilizzo di una particolare tecnica per formare un “cesto” all’interno del quale l’uva viene protetta dalla sabbia portata dal vento.
Tra le varietà più conosciute, c’è l’Assyrtiko che costituisce l’80% della produzione dell’isola. Questa varietà è coltivata in tutta la Grecia grazie alla sua elevata adattabilità alle diverse condizioni bioclimatiche. Un’elevata acidità e la sua freschezza sono le caratteristiche più identificative dell’Assyrtiko. Insieme all’Assyrtiko viene talvolta unito l’Aidani che, con il suo aroma deciso, aggiungere aromi per realizzare il vinsanto: un vino dal colore oro intenso e dall’aroma esplosivo, ottenuto grazie a molti anni di maturazione e affinamento in bottiglia e alle uve bianche appassite al sole extra mature con cui è prodotto.
Ricco di elementi fenolici e di una straordinaria capacità di invecchiamento, il Mavrotragano è una varietà rossa originaria delle Cicladi coltivata anche a Santorini. Altro vanto dell’isola è un vino bianco chiamato Nykteri, che matura in botte per diversi mesi e raggiunge un’elevata gradazione alcolica. Il suo nome, che in greco significa “notte”,deriva dal fatto che in passato la vinificazione avveniva nelle ore di buio per eliminare il rischio di ossidazione.
Molte cantine dell’isola di Santorini, una delle zone vinicole più antiche del mondo, sono state ora aperte ai visitatori o trasformate in musei. Non perdete quindi l’occasione di visitarli, godere di una piccola degustazione di vini e avvicinarmi alla tradizione millenaria della viticoltura di Santorini.
Ma come organizzare una vacanza in Grecia all’altezza delle vostre aspettative?