I racconti del viaggiatore – Destinazione Madagascar
La prima tappa del nostro viaggio ci porterà in Madagascar, nell’Oceano Indiano, nel cuore di quella che è stata ribattezzata l’Isola Rossa a causa della forte concentrazione nel suolo di laterite (ossido di ferro) che fa arrossire queste terre.
Madagascar – Agosto 2003 “Passeggeremo a piedi nudi lungo la spiaggia di Morondava, sulla costa ovest, bagnata dal canale di Mozambico, una distesa di sabbia bianca finissima in cui lo sguardo si perde fino all’orizzonte, fino alla punta estrema in cui il mare confluisce in un fiume parallelo che bagna l’entroterra.
Rimarremo sorpresi osservando la rapidità con la quale il sole va a dormire in tutta fretta alle spalle dell’ “allèe de baobab”, una lingua di terra rossa alle cui estremità si erge un’intera fila di maestosi baobab, alberi imponenti dal caratteristico tronco bianco che riflettono la nostra immagine quasi fosse una pallida ombra. Entreremo successivamente, con passo discreto, nella riserva naturale degli Tsingy de Bemaraha, e, dopo aver indossato l’equipaggiamento da trekking, scaleremo l’ammasso di rocce calcaree che caratterizza la regione. Solcheremo su agili piroghe, disegnate con precisione “collodiana”, i canali di Panganales che corrono paralleli alla costa orientale tra paludi, canne di bambù, banani e laghi dalla più diversa conformazione fino a raggiungere le mangrovie immersi in una pace ed una quiete che difficilmente si avvertono alle nostre latitudini.
Saliremo insieme sul treno in direzione di Manakara, verso la costa Est fino a tuffarci nell’Oceano Indiano. 7 ore di viaggio in cui rimarremo ammirati, seduti sui gradini del vagone, scorgendoci il più possibile per ammirare in beata solitudine, quasi con ingordigia, le meraviglie della foresta pluviale aprirsi ad ogni curva al nostro sguardo estasiato.
Ma l’immagine regina che rimarrà nei nostri pensieri, da conservare gelosamente nella memoria, rievocandola nei momenti meno lieti, sarà probabilmente quella degli occhioni, “tinti” di un marrone scuro color noce, dei tantissimi bambini incontrati nel nostro passaggio, occhi di disperazione, bisognosi di aiuto, che, per imbarazzo, a volte abbiamo faticato ad incrociare, tanto ci sentivamo impotenti ed inutili. Occhi di paura certo ma che rivelano, ad un più attento sguardo, una flebile speranza, un’ardente voglia di aggrapparsi con ogni forza a quel che il mondo può offrirgli, mostrando a noi Vasà, stranieri, un modo più naturale e sereno di vivere e comportarci.” Così vorremmo che fosse il nostro viaggio, come una pagina di diario da rispolverare e da condividere con gli amici e con tutti coloro che sono animati dalla nostra stessa passione per l’avventura, vogliosi di trascendere i propri confini.
Vorremmo che il nostro fosse un viaggio dell’anima, nello spazio e nel tempo, più che un semplice spostamento sulla cartina geografica; un viaggio pensato ed organizzato assecondando le nostre curiosità, senza seguire la via maestra indicata, a caro prezzo, dall’operatore turistico del caso, ma avvalendoci semplicemente di una buona guida o magari navigando su Internet.
Ci piacerebbe che quello con “I racconti del viaggiatore” diventasse un appuntamento mensile, un modo originale ed intelligente per ritrovarsi, per confrontare le reciproche esperienze divenendo altresì il punto di partenza per nuove ed emozionanti avventure.
Antonio Conte