L’India va scoperta un po’ alla volta, senza fretta!
Girando l’India capita spesso di parlare con persone che, come me, stanno visitando questo grande Paese e scopri che le motivazioni sono molteplici e le più svariate: chi è spinto da curiosità, chi dalla voglia di misticismo, chi per cercare di capire un mondo così diverso dal nostro. Non c’è un metro di paragone con altre mete, l’India è a sé, nel bene e nel male. Non è né meglio né peggio, è l’India. Potresti odiarla e riprometterti di non metterci più piede oppure trovarti ogni anno a programmare un viaggio in una parte di quel paese per visitarlo ancora.
Molte persone pensano che un viaggio in India sia pericoloso, igienicamente preoccupante e scomodo, beh, le cose sono cambiate anche lì… “all’indiana”, ma sono cambiate. Il paese è pericoloso tanto quanto altri paesi di questi tempi, anche se qui i controlli sono a volte ossessivi, gli hotel e i ristoranti hanno alzato il loro livello igienico e una buona parte dei vecchi problemi sono stati risolti. Ma non bisogna mai dimenticare di essere in India, dove il concetto di pulizia si scontra spesso con il nostro.
Ma allora perché andarci? Perché una visita al Taj Mahal è una meraviglia che ti apre il cuore, perché i templi colorati del sud sembrano acquerelli, perché i profumi delle spezie e dei fiori ti stordiscono, perché i sorrisi della gente sono ancora genuini e unici. L’India è immensa e va presa a piccole dosi: si può iniziare visitando il Rajasthan, uno stato che negli ultimi anni si è attrezzato in maniera soddisfacente per il turismo e dove ci sono alcune delle più belle città dell’India. La bellissima Jaipur, l’affascinante e azzurra Jodhpur, Jaisalmer immersa nel deserto. La romantica Udaipur adagiata attorno al suo lago, la piccola ma affascinante Pushkar attorniata dal deserto, anche lei con un piccolo lago dove alla sera si raccolgono suonatori, saltimbanchi e quanto di meglio l’India offre. E come non parlare di Agra, come città dice poco o nulla ma il Taj Mahal è veramente una delle meraviglie di questo mondo. Se poi hai almeno quindici giorni a disposizione puoi inserire la discreta Orcha, i templi erotici di Khajuraho tenuti in maniera impeccabile e la sconvolgente Varanasi dove gli induisti sognano di andare a morire. È una città che può lasciare il segno, dura e sconvolgente ma piena di energia e sacralità. Se invece di templi e storia hai voglia di meditazione oppure di un bel corso di yoga allora consiglio Rishikesh nello stato dell’Uttarakand.
L’India va presa a piccole dosi, senza fretta. La si può girare con i driver, costano poco e con un po’ di attenzione se ne trovano di ottimi, se hai tempo i treni arrivano dappertutto ma qui bisogna aver pazienza e un po’ di spirito d’avventura. Tranquillamente si può organizzare un “fai da te” senza rischi e poi non resta altro che respirare a fondo la magia di qui posti.
Namastè
Riccardo – Bikaner1948
Guida per caso dell’India