Se è Soave c’è più gusto

Da Verona, con pochi chilometri tra le colline, si arriva in questo bel paese, cinto da mura e circondato da filari di viti, in cui si vive, si beve e si mangia bene
Patrizio Roversi, 05 Apr 2012
se è soave c'è più gusto
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Basta il nome per introdurre alle caratteristiche del luogo: Soave è un bel borgo murato, perfettamente conservato, che sorge tra Verona e Vicenza, tra colline “pettinate” da filari di vite. Sì, perché oltre a rimandare alla bellezza e armonia del luogo, il nome richiama il vino che qui si produce dall’antichità, un bianco dal sapore asciutto e armonico. Attorno al re della produzione locale ruota buona parte dell’identità del paese, celebrata con appuntamenti fissi e in modo privato non appena possibile, attorno a una tavola, in abbinamento con gli ottimi piatti della tradizione. Che sono ottimi, sì, ma non proprio per il gusto di tutti: a cominciare dai bogoni (lumache) con polenta, fino alle tagliatelle in brodo con i fegatini. Per andare sul sicuro, meglio scegliere il risotto al Soave e, adesso che arriva la primavera, i piatti a base di insalate ed erbe spontanee, come il pasticcio di radicchio rosso e le sparasine (asparagi selvatici) in padella.

UN CASTELLO, DUE STRADE, OTTO PORTE

Il perimetro delle mura (circa 2 km) racchiude un tesoro fatto di chiese, palazzi, porte e, quindi, il castello, che sorge sul punto più alto ed è uno degli esempi meglio riusciti di architettura militare del Medioevo in Veneto. Il suggerimento per visitare il paese è girarlo senza un itinerario prefissato, camminando (e non ci si perde, visto che ci sono solo due vie, tutto il resto sono vicoli e stradine) naso in sù. Volendo fare una scelta di monumenti, non perdete la Porta Verona, maestosa costruzione scaligera da cui si accede al paese, il quattrocentesco palazzo Conti Cavalli, splendido esempio di gotico-veneziano e quindi, sulla scalinata che porta al castello, la piccola e fascinosa chiesa dei Domenicani. E, ovviamente, il castello. Lo spettacolo prosegue oltre il paese, lungo quella che viene definita la strada del Soave, un percorso di 50 chilometri tra vigneti, pievi e castelli, che tocca i tredici comuni interessati alla Denominazione e che abbraccia i cru più qualificati per la produzione del Soave. Inutile negare, però: non tutti i paesi sono belli e pieni di personalità. Alcuni sono davvero piccoli, recenti e… niente di speciale. Se volete sceglierne uno, andate a Cazzano di Tramigna, centro abitato fin dalla preistoria che sorge attorno alle risorgive del torrente Tramigna, che affiorano nel centro del paese in un caratteristico laghetto. Accanto alla viticoltura e vinificazione, le principali attività sono la coltivazione delle ciliegie, dette “le more” e degli iris, le cui radici (rizomi) si vedono disposte a essiccare in suggestive collane lungo i muri. Un altro spettacolo da non perdere? La chiesetta di San Pietro, edificio del XII secolo immerso in un uliveto.