Il mio viaggio a Capoverde

La "porta" per la rotta degli Alisei... Un mix di culture e di paesaggi
Syusy Blady, 28 Lug 2011
il mio viaggio a capoverde
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Quello a Capoverde è stato uno dei viaggi che più mi ha colpito, per questo ne parlo spesso. Capoverde ritorna sovente all’interno delle mie passioni di natura storica, innanzitutto perché è un luogo strategico fondamentale: è la porta della rotta degli Alisei, cioè della rotta atlantica che ha permesso da sempre alle navi di arrivare dall’Europa e dall’Africa alle Americhe. E questa sua collocazione si vede, nella sua storia, nella sua gente, nella sua cultura. Capoverde è stata “scoperta” ufficialmente nel 1456 da Antonio e Bartolomeo da Noli (due liguri) per conto dei Portoghesi, ed è stata la tappa obbligata del viaggio degli Schiavi africani deportati in America. I Portoghesi erano però colonialisti atipici, più disposti di altri a mescolarsi con le popolazioni locali. E si è creato quindi a Capoverde questo strano e bellissimo popolo: anche culturalmente a Capoverde si sentono molto vicini all’Europa, e al Portogallo in particolare. Basta pensare alla musica, al fado: consiglio a tutti, se andate in viaggio in una qualunque delle isole, di andare a ballare…

La cosa meravigliosa comunque è la diversità delle isole (che sono dieci): innanzitutto Sal con la sua salina (ho fatto bagni in acqua salata in cui praticamente galleggiavo sopra alla superficie). Poi Fogo, che è l’isola nera e vulcanica, dove si atterra su una pista improbabile e dove, con un frate cappuccino, sono andata a vedere una vigna sperimentale piantata in piccole conche riempite di terra, scavate dentro la lava. Il tutto promosso da amici italiani dell’AMSES, con il progetto “A Vigna”. Arrivando a Fogo si fa una strada che passa in mezzo alla colata lavica più grande e bella che ho mai visto, e poi nella bocca del Vulcano trovi una paesino con tanto di B&B. Un posto e un paesaggio unico. A Boa Vista arriva, portata dal vento, la sabbia del deserto, a ricordarti che sei in Africa. Qui, dove ci sono dune incredibili, tra l’altro c’è un magnetismo particolare che manda in tilt le bussole delle navi: non a caso la costa è piena di relitti. Strano destino per un’isola che sta sulle rotte più frequentate… A Sao Vicente, vicino a Salamansa, ho visitato un sito archeologico quasi sconosciuto, coi resti di un Porto: una scoperta straordinaria! Se c’era un porto, molto prima dei Portoghesi, significa che per forza anche nell’antichità, molto prima di Colombo, si andava in America. Infatti ancora oggi i pescatori di Capoverde che rompono il motore della loro barca, in 15 giorni, con la corrente e il vento, si ritrovano invariabilmente ai Caraibi…

Syusy