Perdersi nel deserto

Viaggio al centro della Tunisia, fra città incantate, freschi palmeti, dune di sabbia e laghi salati. Da Tozeur a Nefta, da Midès a Chott el-Jerid i paesaggi sono sconfinati, l'atmosfera incantata e la magia assicurata
Turisti Per Caso.it, 29 Set 2010
perdersi nel deserto
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La parte meridionale della Tunisia è ben diversa da quella del nord, più dolce e addomesticata”, che si affaccia sul Mediterraneo; in questa parte di territorio che si trova a metà strada tra le montagne dell’Atlante e lo sconfinato spazio vuoto del deserto, il paesaggio assume una profondità sconfinata. Il Jerid è la regione che va da Gabés fino al confine algerino dove si trovano solo villaggi oasi costruiti intorno alle sorgenti e alle profonde gole. Questa stretta striscia di terra, il cui nome significa “il paese dei palmeti”, si estende tra i due principali laghi salati il Chott el-Jerid e il Chott el-Gharsa, e le sue oasi sono da sempre famose per i dolcissimi datteri; la stagione della raccolta, in ottobre, è un momento perfetto per visitarle.

LA RICCHEZZA DI TOZEUR

Il sud della Tunisia era l’avamposto più meridio­nale dell’Africa romana, dove alcune città, tra cui Tozeur, formavano il Limes Tripolitanus, una linea di fortificazioni posta a difesa del confine sud occidentale dell’impero. Tozeur e Nefta sono le due città più grandi della regione dello Jerid. Tozeur, centro politico e commerciale, è ricca di palme, con 200 sorgenti che zampillano. Il quar­tiere di Ouled Haddef rappresenta il cuore della città antica e fu costruito nel XV secolo con una cinta muraria tutta in mattoni fatti a mano. Anche gli edifici hanno un’architettura particola­re, che si ritrova soltanto qui e a Nefta, con le facciate delle case in mattoni che disegnano, spor­gendo, motivi ispirati alla calligrafia islamica. La sua intricata struttura urbanistica, con viuz­ze strette e camminamenti a zig-zag è stata studiata per far fronte alle tempeste di sabbia che si abbattono sul paese soprattutto in primavera. Merita una visita il museo Dar Cherait, in realtà un centro culturale che comprende un museo de­dicato agli aspetti della vita quotidiana tunisina con statue di cera e ambienti perfettamente ricostruiti. A est e a sud di Tozeur si estende la vasta oa­si lussureggiante situata proprio ai margini del Chott el Jerid, il lago salato. Nell’oasi, grazie a una rete di canali costruita nel 1270 che distribuisce l’acqua, oltre alle palme da datteri (quelli di Tozeur sono considerati i più buoni del mondo) crescono piante di melograno, fichi e banani. Al limite meridionale sorge il villaggio di Abbes, e poco lontano il Marabutto di Sidi Ali Bou Lifa, fa­moso per l’enorme albero di giuggiolo che vanta una circonferenza di ben 10 metri e che, secondo la tradizione, fu piantato quattro secoli fa dal santo a cui l’edificio è dedicato. Qui si trova an­che il Paradiso, un vivaio-giardino ricco di pian­te mediterranee, esotiche e di un’incredibile va­rietà di fiori. Un elegante ristorante in mezzo alla palmeraie è il Planet Oasis Tozeur (www.planet-oasis.com) in villaggio di tende berbere (molto chic) dove potrete anche assistere a un spettacolo di suoni e luci, proprio nel cuore dell’oasi. Per divertirsi www.sahara-lounge.com, un Eco-park con pon­ti tibetani e percorsi avventura tra le palme; dal café-terrazza dell’Eden Palm (www.eden-palm.com) si può partire per scoprire il ciclo delle sta­gioni e la vita nell’oasi, le specie vegetali, le palme da dattero e i loro frutti.

LE 24 MOSCHEE DI NEFTA

Il sito romano di Nefta è un importante centro re­ligioso tradizionalmente legato alle confraternite mistiche del sufismo. I vecchi quartieri del paese riescono ad accogliere ventiquattro moschee e più di cento marabutti. A rendere particolar­mente suggestiva la città vecchia di Nefta sono le vie strette spesso coperte da volte a botte, le molte cupole dei marabutti e le facciate delle ca­se trapuntate di mattoni a motivi geometrici con la stessa architettura che si trova anche nel cen­tro di Tozeur. L’oasi di Nefta, molto vicina al lago di Chott El-Jerid e al confine con l’Algeria, si divi­de in due grandi palmeti: quello di La Corbeille a nord e quello di Paradis, il più vasto dei due, a sud. Il primo è un profondo avvallamento quasi circolare coperto di palme sul quale si affaccia la cit­tà vecchia. Le due zone sono collegate tra loro da una rete alimentata dalle oltre 150 sorgenti di La Corbeille. È possibile entrare in una delle pianta­gioni di datteri dove vengono offerte bevande a base di succo di palma oppure sigari fatti con le foglie di queste piante.