The Grand Circle. Far West al cubo!

Itinerario a cavallo di cinque stati che congiunge i parchi nazionali più mirabolanti del sud ovest americano
Turisti Per Caso.it, 18 Ago 2010
the grand circle. far west al cubo!
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Grand Circle è il cuore del Sud-ovest americano, un’idea, un sogno, un nastro d’asfalto che collega i parchi più belli del continente. Un concentrato di natura selvaggia e spettacolare, stemperato dagli spazi immensi dei deserti, punteggiato da tutte quelle stranezze che rendono unico l’American Dream. È il viaggio perfetto, il grande cerchio del West che riassume tutte le ragioni che spingono ogni anni su queste strade milioni di turisti da tutto il mondo. Eppure, spesso, si viaggia da soli. È un territorio infinito, dove le strade corrono dritte e si perdono nell’orizzonte che separa un mondo assai poco abitato da un cielo perfetto. Grand Canyon, Valle della Morte, Monument Valley, Route 66, Las Vegas: solo alcuni dei nomi evocativi tagliati da questo percorso che noi scegliamo di intraprendere lasciandoci alle spalle San Francisco con le sue guglie e i suoi ponti sulla laguna. Il primo appuntamento con la natura è Yosemite National Park, delirio di granito, reso famoso dalle immagini del mago del bianco e nero Amsel Adams. Pareti di roccia verticali, cascate spettacolari, sentieri da sogno. Conviene fermarsi qualche giorno, anche se il parco è spesso sovraffollato durante i mesi estivi ed è meglio prenotare un bungalow telefonando con largo anticipo. Fantastica la (lunga) salita alla cima dell’Half Dome e il tramonto a Sentinel Dome.

All’InfeRno CI SI ARRIvA PeR gRAdI

Si scavalca la Sierra Nevada per scendere verso i deserti ed ecco la Death Valley. Il posto più caldo del mondo! Almeno così giurano i ranger che vivono e lavorano nella Valle della Morte. Con una temperatura massima registrata di 57°C è probabile che abbiano ragione. E’ un mondo di magnifica solitudine questo deserto al confine fra California e Nevada che si trova per buona parte al di sotto del livello del mare. All’inferno ci si arriva per gradi, senza quasi rendersene conto: la quiete diritta e asfaltata di una tipica highway americana, il traffico che lascia posto al silenzio, l’aria condizionata che maschera il calore. Bisogna fermarsi e scendere dall’auto per sentire il fuoco nei polmoni: brucia l’aria, bruciano la strada e le rocce. Creato nel 1933 il Death Valley National Monument ha ottenuto lo status di parco nazionale solamente nel 1994. Quello della Valle della Morte è uno degli habitat più aridi del mondo: le precipitazioni annue sfiorano a malapena i 4 centimetri. Nel punto più basso la Death Valley si trova 86 metri sotto il livello del mare, eppure la cima del Telescope Peak, che si trova a breve distanza, è a 3 mila e 300 metri di altitudine. In mezzo a questi due estremi sono rappresentati quasi tutti gli ambienti desertici del pianeta: dalle dune di sabbia alle distese di sale, dalle pietraie roventi ai canyon angusti e contorti. Inaspettatamente, entro i confini del parco si contano ben 900 specie diverse di piante e una fauna sorprendente: insetti, roditori, serpenti, piccoli predatori e perfino grandi ungulati. Una miriade di abitanti che perpetuano il loro ciclo vitale prevalentemente di notte, per sfuggire alla implacabile calura del giorno. La loro presenza si avverte, s’indovina. Le loro storie si leggono il mattino presto sulle dune di sabbia. Sono storie di vita e di morte raccontate da semplici orme che il vento si porta via in pochi attimi. È una terra dominata dalla natura, i segni dell’uomo sono pochi, fugaci. Il sottosuolo nella Valle della Morte è ricchissimo di minerali. Una ricchezza che, nel corso dei secoli scorsi, ha attratto avventurieri e disperati, società minerarie e banditi. Oggi rimangono le tracce di qualche miniera, di poche città fantasma che il deserto smonta pezzo per pezzo con una pazienza infinita. In questa fornace ci si muove il mattino presto e al tramonto: il resto della giornata bisogna dedicarlo a se stessi, al relax, alla cura del proprio corpo e della propria mente. Ecco perché ci si ferma al Furnace Creek Inn. Situato proprio al centro della Valle della Morte è in posizione strategica per raggiungere facilmente tutti i luoghi di maggior interesse. Inaugurato nel lontano 1927, la sua caratteristica principale è quella di essere al centro di una vera e propria oasi. Uno splendido palmeto che regala frescura e quel tocco in più d’atmosfera. Da non perdere l’alba a Zabriskye Point, una sosta a Badwater per una passeggiata sulla crosta di sale che ricopre il terreno, le dune di sabbia di Mesquite Flat, vicino a Stovepipe Wells, anche se le più spettacolari sono le Eureka Dunes che superano i 200 metri di altezza. Infine la magia di “the racetrack” il letto asciutto di un lago dove misteriosi massi si muovono da soli lasciando tracce incredibili. Si prosegue per il rettilineo che porta a Las Vegas, due ore attraverso il nulla. Il contrario di the strip, l’arteria principale della capitale del gioco, sulla quale si affacciano i grandi casinò e che sembra uscita dalla penna di un folle visionario: un riassunto della geografia e della storia dai colori sgargianti. Vulcani che eruttano ogni mezz’ora, piramidi egizie, la Tour Eiffel, il ponte di Rialto: Las Vegas è il paradiso dell’immaginazione e la negazione della prospettiva, è un’orgia di controsensi, la metafora dell’esagerazione. E’ la città con il più alto tasso di crescita del mondo, e si vede. Grattacieli che vengono fatti implodere con la dinamite per far posto a nuovi edifici fa parte di una quotidianità che non ha pari altrove. Lasciato alle spalle il delirio di vetrocemento, si entra nell’anello magico del Grand Circle vero e proprio. Percorrendo verso Nord la Intestate 15, si lascia il Nevada per entrare nello Utah.

UtAH, SI entRA In CIRColo

In questo stato il nostro percorso tocca per primo Zion National Park con le sue grandi montagne e le pareti di roccia che sembrano scolpite. Ma questo è solo l’inizio. Poco più a nord ci si perde nel labirinto di pinnacoli di Bryce Canyon: un giardino di pietra dai colori infuocati creato dal ciclo millenario di gelo e disgelo piuttosto che dal lavorio di erosione di un fiume. Una strada panoramica permette di raggiungere comodamente i view point più spettacolari (come Paria View, Bryce Point, Fairyland Point e Rainbow Point) ma, per capire appieno il fascino incantato di questo luogo, bisogna lasciare l’auto o la moto e addentrarsi nel labirinto seguendo uno dei molti sentieri ben marcato che percorrono l’intero parco. Lasciato Bryce Canyon si può imboccare la Scenic Byway 12, una strada poco frequentata e molto panoramica che attraversa l’Escalante National Monument e Capitol Reef National Park, prima di spingersi fino a Moab per visitare l’incredibile Arches National Park. Intuibile dal nome, questo parco è caratterizzato dagli archi naturali di roccia scolpiti dal vento e dall’acqua. Sorprendenti sono la bellezza e l’eleganza di alcune di queste sculture di pietra: basti pensare al bellissimo Delicate Arch (raggiungibile in un’ora di cammino), allo slancio di Landscape Arch (considerato il più lungo arco naturale del mondo) e alla cornice grafica di Window Arch. A questo punto il tracciato del Grand Circle punta decisamente a sud, verso l’Arizona di John Ford, quella degli indiani Navajos, per intenderci.

ARIzonA, fAR weSt In PReSA dIRettA

Il paesaggio cambia di nuovo, si torna verso il deserto e si percorrono infiniti rettilinei solitari, accompagnati solo dal cielo immenso fino alla Monument Valley. Bisogna arrivare al tramonto, guidare fino al visitor center e affacciarsi improvvisamente sulla vista mozzafiato che ha reso questo luogo così famoso. È l’immaginario collettivo del West americano, immortalato da innumerevoli film, ambientazione di fumetti (uno su tutti, Tex Willer). Ciò nonostante è inevitabile rimanere a bocca aperta. Una distesa interrotta da montagne dalla forma più inconsueta, la patria dei Navajos è uno dei posti più belli che si possano immaginare. Ed è meglio affidarsi proprio a loro per farsi accompagnare alla scoperta dei misteri di questa zona (si tratta di terreni tribali, soggetti a precise regole e limitazioni nei confronti dei visitatori). Chiedete di visitare il Key Hole, fuori dei percorsi turistici. Bisogna organizzare un’escursione apposita di un paio d’ore, ma regala un colpo d’occhio assolutamente unico. Lasciata la Monument Valley, si percorrono prima la Highway 160 e poi la 98 fino a Page. Preludio blu ai rossi del Grand Canyon, Page è una cittadina senza carattere, scorticata tutto l’anno da un sole feroce. Difficile immaginare una ragione per fermarsi, se non per prendere un elicottero e fare un volo panoramico sul lago Powell. Nei dintorni, alcuni canyon davvero unici: in particolare Antelope Canyon. Si tratta di uno “slot canyon”, una fessura stretta quanto basta per lasciar passare una persona. Quello che rende così speciale Antelope Canyon sono i colori della roccia. Tutte le sfumature del rosa, del giallo e del rosso in continuo mutamento a seconda dei raggi di sole che riescono ad aprirsi un varco nel labirinto di roccia.

Il gRAnd CAnyon In HoUSeboAt

Lake Powell: immaginate il Grand Canyon, con tutti i suoi rami, riempito d’acqua. Lo crea la diga del Glen Canyon che sbarra il corso del fiume Colorado. Un vero e proprio labirinto immenso (oltre 300 chilometri di lunghezza), dalla pianta tortuosa e spettacolare tutto da scoprire in barca: anzi a bordo di una villa galleggiante. Proprio così, il modo migliore per godere la bellezza selvaggia di questo lago nel deserto è noleggiare una houseboat: sono facilissime da guidare, dispongono di tre o quattro camere da letto, doppi o tripli servizi e perfino il camino. Ormeggiata l’houseboat di nuovo in auto verso sud lungo la Highway 89 e quindi a ovest per la 64. Il paesaggio cambia progressivamente, dalla prateria ai boschi di conifere, e nulla lascia presagire lo spettacolo che ci aspetta una volta raggiunto l’orlo del più grande canyon del mondo. La strada costeggia il versante sud del Grand Canyon, un tracciato emozionante lungo il quale alternare la guida alle brevi passeggiate per raggiungere i balconi panoramici affacciati nel vuoto. Quattrocento cinquanta chilometri di lunghezza per 1600 metri di profondità, una larghezza massima di 25 chilometri, questa titanica ferita è stata scavata dall’irruenza del fiume Colorado nel corso degli ultimi 5-6 milioni di anni. Si tratta di uno spettacolo indimenticabile, specialmente al tramonto. Epilogo perfetto per un viaggio di così ampio respiro, il Grand Canyon chiude il cerchio. Da qui si scende a Flagstaff sulla leggendaria Route 66: siamo nel West e si potrebbe raggiungere il Messico passando per Tucson e il territorio degli Apaches…

cahieR de Voyage

Come arrivare: In aereo si vola in California con la British Airways (www.ba.com) che offre le tariffe migliori fra l’Italia e San Francisco.

Valuta: Il dollaro statunitense è pari a circa € 0,74.

Fuso orario: Fra le nove e le otto ore in meno rispetto all’Italia.

Per telefonare: Per chiamare dall’Italia si compone lo 001 seguito dal prefisso e dal numero. Per chiamare l’Italia si compone lo 011-39 seguito dal prefisso e dal numero telefonico.

Room service:

Death valley Furnace Creek Inn P.O. Box 1, Death Valley, CA 92328 Us Tel. 001 303 2972757 www.furnacecreekresort.com Grand canyon The Grand Hotel P.O.Box 3319, Grand Canyon, Arizona Us Tel. 001 520 6383333 www.grandcanyongrandhotel.com

Monument valley Goulding’s Lodge P.O. Box 360001, Monument Valley, Utah 84536 Tel. 001 435 7273231 www.gouldings.com

Lake Powell Houseboat – Lake Powell Resort & Marina 2233 West Dunlap, Suite 400, Phoenix, Arizona Tel. 001 602 3315200 www.lakepowell.com

Mesa Verde National Park Far View Lodge Mesa Verde National Park, P.O. Box 277 Mancos, Colorado 81328 Tel. 001 970 5294421 www.visitmesaverde.com

Food: Durango Seasons, Main Street tra le 7th e la 8th Cucina fusion e continental con grande attenzione alla ricerca degli ingredienti. www.seasonsofdurango.com Panguitch Cowboy’s Smoke House Per gustare le costine del West. In alternativa, la famosa bistecca alta di Tex Willer merita perfino una deviazione. www.cowboyssmokehousecafe.com

In valigia: Anche in estate è consigliabile un maglione e un cappello. Oltre alla crema solare per le gite sulle dune, scarpe comode e un binocolo per avvistare la fauna.

In internet: www.nps.gov per tutti i parchi www.arizonaguide.com www.visitcalifornia.com www.utah.com www.colorado.com