Sei “turista” o “viaggiatore”?
Ma se una rivista prestigiosa basa la sua strategia pubblicitaria su questa dicotomia, vorrà dire qualcosa. Forse davvero ancora nella testa della gente queste due definizioni hanno un senso, e un senso ben diverso fra loro. Interessante! Noi però questa differenza fatichiamo a capirla, allora cerchiamo di fare mente locale.
La differenza fra turisti e viaggiatori potrebbe essere innanzitutto “storica”, tipo a.C e d.C., che potrebbe significare non tanto avanti Cristo e dopo Cristo, ma avanti-Chatwin e dopo-Chatwin, il famosissimo viaggiatore che dalla fine degli anni ’60 ha girato il mondo, autore di “In Patagonia”, “Che ci faccio io qui”, “Le vie dei canti” ecc ecc. In pratica potremmo concludere che chi ha viaggiato prima di una certa data, quando erano pochi privilegiati o audaci a farlo, può essere considerato viaggiatore, e chi invece si è mosso dopo gli anni del boom economico e di massa, è un turista. Oppure la discriminante può essere la durata del viaggio: se uno sta via meno di 15 giorni è un turista, più di un mese è viaggiatore… Altra ipotesi: se uno parte per un viaggio organizzato è un turista, se viceversa si organizza tutto da solo è un viaggiatore: peccato però che molti viaggi-fai-da-te si rivelino poi piuttosto maldestri, quindi più che mai “turistici”. Oppure la discriminante potrebbe essere economica: se uno ha pochissimi soldi o tantissimi soldi da spendere è un viaggiatore, se spende una cifra normale è turista. In questo senso viaggiatore ha il significato della straordinarietà, cioè uno che dorme per strada o uno che dorme nei posti più esclusivi sarebbero a pieno titolo viaggiatore, mentre chi dorme in una Pensione o in un Villaggio-vacanze sarebbe un semplice, banale, ordinario turista. Altra ipotesi: chi viaggia per lavoro è viaggiatore, chi viaggia per diletto è turista: quindi un rappresentante di spazzole o un grande manager sarebbero viaggiatori, chi va in vacanza o in villeggiatura sarebbe turista. Oppure: chi sa bene la lingua, è esperto e si muove bene è viaggiatore, chi non sa una parola d’inglese, chi si perde, chi non sa litigare bene con i poliziotti degli aeroporti e si lamenta che si mangia male, sarebbe il perfetto turista. Pian piano ci stiamo avvicinando ad una conclusione: il viaggiatore è originale, straordinario, competente, romantico (sia che sia ricco che molto povero), mentre il turista prevedibile, inadatto, quindi è banale, ordinario,viaggiatore uguale gran figo, turista uguale sfigato.
A questo punto ci sembra evidente l’inutilità, la vaghezza e l’idiozia di queste definizioni. Ne facciamo molto volentieri a meno e quindi, con grande orgoglio e una punta di understatement ci piace molto definirci con orgoglio semplicemente turisti. E basta. O forse no, forse una differenza e una specifica c’è: va bene essere tutti turisti, ma ci sono turisti che si fanno trasportare dalla corrente come sardine e turisti che nuotano anche controcorrente come salmoni. Questi ultimi, semplicemente, sanno dove andare e perché: riescono a dare al proprio viaggio un senso, una logica, un obiettivo. Leggono prima un libro, sono spinti da una curiosità, o almeno da una suggestione.
Non viaggiano a caso, anche se si chiamano… turistipercaso.
Syusy & Patrizio