Que viva Mexico!
La mattina dopo, alle 5 e mezza, andiamo allo Zocalo, la piazza di Città del Mexico, che per i messicani è la piazza più grande del mondo. Non c’è nessuno, soltanto un signore che gira per la piazza, con una bandierina messicana: protesta per un broglio elettorale subito dal suo partito, da solo, 24 ore al giorno, con determinazione “pannelliana”. Poi, nel silenzio surreale, si spalanca il portone del Palazzo Nazionale, dove si intravedono i murales di Diego Rivera, ed esce uno squadrone di militari che trascina un lenzuolone lunghissimo, mentre nel silenzio esplode la banda che rimbomba sulla facciata della Cattedrale. Nel centro della piazza issano la bandiera del Messico, la bandiera più grande del mondo, un bandierone smisurato che inizia a sbattere come una vela immensa. Musica, ordini concitati, tacchi che sbattono, saluti, poi il drappello torna dentro, si chiude il portone, silenzio. E intanto il manifestante solitario ha continuato imperterrito a marciare lungo il perimetro della piazza (sia chiaro: la più grande del mondo), che di soprannome fa Zocalo, ma di nome fa piazza della Costituzione!
Poco dopo spuntano gli artigiani e gli operai (fabbri, idraulici, muratori, elettricisti) che si mettono in fila lungo il bordo della piazza, in attesa che venga qualcuno ad ingaggiarli. Più in là apre il Monte di Pietà, il più grande e frequentato del mondo.
Eccolo il Messico: smisurato, orgoglioso, povero, ricchissimo, patriottico, esplosivo, anarchico, rivoluzionario, passionale…
Il Messico è mille strade, mille percorsi, mille viaggi…