Il Marocco secondo me
Il Marocco per me è la terra più bella del mondo, una terra fertile, rossa, ricchissima. È il deserto dove siamo andati per vedere il tramonto e l’alba, ma non abbiamo visto niente perché… è piovuto! Non succedeva da 20 anni, e volevano tenerci là perché dicevano che portiamo fortuna, visto avevamo portato l’acqua.
Il Marocco sono le donne che mi hanno insegnato a fare il cus cus, accosciate in cucina, mentre gli uomini fumavano di sopra, nel diwan, il soggiorno. Marocco sono gli uomini che io ho scandalizzato andando poi (una donna!) a chiacchierare e a fumare con loro, con grande disappunto di Patrizio. Sono i ragazzi che ho scoperto che vengono in Europa non solo per necessità, quanto per curiosità, come viaggio di iniziazione e per sottrarsi a una società chiusa e patriarcale, modellata sulla struttura gerarchica di potere dell’esercito, ma con una donna come giovane regina che ha voluto più libertà per le donne del suo paese.
Poi il Marocco è la musica, la musica berbera e la musica contaminata di giovani autori come il mio amico Nureddin, che poi è venuto a trovarci in Italia. Quante cose è il Marocco.