Viaggiare a Panama, itinerari da scoprire e consigli

Breve itinerario tra i posti meno conosciuti del Chiriqui sviluppato ripercorrendo l’Interamericana dal confine con la regione di Veraguas al confine col Costa Rica...
La Spiaza, 02 Ott 2008
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Secondo appuntamento con gli approfondimenti a cura delle nostre infaticabili Guide per Caso. Dopo il reportage di Ric su Zambia e Malawi, leggi quello di Elisa & Massimo (alias La Spiaza) su Panama!

Questo è un breve itinerario con i posti meno conosciuti del Chiriqui sviluppato ripercorrendo l’Interamericana dal confine con la regione di Veraguas al confine col Costa Rica. Alcuni dei posti elencati non sono facilmente raggiungibili dai mezzi pubblici, in quanto per niente turistici. Starà a voi vedere che fare…Mountain bike, cavallo o macchina in affitto… O a piedi! Un’altra curiosità: Panama è praticamente sconosciuta ai più per quel che riguarda la sua storia precolombiana…In realtà l’istmo è sempre stato popolato e i vari siti archeologici, perlopiù tombe e geroglifici, sono spesso gestiti dai proprietari della terra che tengono pulito il terreno e lo recintano per evitare che le mucche lo rovinino. Talvolta, invece, si può vedere il bestiame che passeggia liberamente su vasellame semi interrato…Con catastrofiche conseguenze…Non c’è nessuno che voglia farci su una tesi di laurea??? Così magari, finalmente, qualcuno potrà aiutare i locali a scoprire le proprie origini e, magari, a rispettare di più i discendenti di questo pezzo di storia a noi ignoto: i molti indigeni Ngobe Bugle che popolano la zona.

Si comincia da Tolè: un paesone arroccato sulle prime avvisaglie della “Cordillera Central”. La stragrande maggioranza della popolazione si occupa di agricoltura e allevamento. E’ possibile scendere in spiaggia (tra la foresta di mangrovie) per affittare una “lancha” piccola imbarcazione a motore che vi permetterà di scoprire isolotti perfetti per il surf e per lo snorkeling. Tra i tanti il più gettonato (e caro per pernottare) è Morro Negrito, famoso tra i surfer professionisti. Le altre isole non hanno strutture turistiche e spesso sono private. Basti pensare che le due isole Silva (“de adentro” e “de afuera”) sono proprietà privata e vengono usate come pascolo. Non dimenticate che la legge panamense garantisce a tutti, locali e stranieri, il diritto di passeggiare sulla battigia che, per costituzione, è patrimonio pubblico. Quindi, se passeggiare all’interno di un’isola privata è reato, passeggiare o fare il bagno nelle sue spiagge non lo è.

A pochi kilometri da Tolè si trova El Nancito, una piccola comunità rurale che ospita una grande ricchezza…Las piedras pintadas…Ovvero antichi geroglifici indios ben conservati. Da Tolè è possibile prendere un “collectivo” per Nancito, dove i locali saranno più che disponibili ad indicarvi la via che porta alle pietre da raggiungere, ovviamente, a piedi.

Proseguendo verso ovest si incontra il porto di pesca artigianale di Remedios. Il paese di per sé non ha niente di speciale, è il porto che conferisce a tutta la zona un’aria piratesca particolare…Un po’ una via di mezzo tra Popeye e i Pirati dei Carabi. Il piccolo porto, infatti, altro non è che un’insenatura nelle mangrovie, navigabile solo con marea alta. E’ questo, infatti, il momento migliore per visitarlo: oltre a poter acquistare pesce fresco a buon prezzo (trattate sempre un po’…Con gli stranieri ci provano sempre…Se trattate aumenterete il loro rispetto nei vs confronti), potrete anche vedere la fabbrica del ghiaccio in azione…Ed è incredibile! Un grosso tubo spara una cascata di cubetti di ghiaccio dentro la stiva della barchette (quando fanno centro) direttamente dalla sommità di una collina. Il tutto sotto gli occhi rapaci dei “gallotes” (avvoltoi) che non perdono l’occasione di andare a recuperare qualche pesce che cade dalle reti. Unica raccomandazione…Attenzione a non comprare cose strane…La cittadina, infatti, è sotto l’occhio vigile non solo dei gallotes ma anche degli agenti della DEA che, assieme alla polizia panamense, cercano di estirpare commerci poco leciti con la Colombia. Sempre per questo motivo è buona norma andarci di giorno anche se, fino ad oggi, nessun turista ha avuto problemi in questa zona.

Inoltre il “pueblo” di Remedios è stato il primo insediamento stabile dell’Oriente Chiricano e risale, se non sbaglio, agli inizi del 1600, quando i pirati spadroneggiavano per queste coste. Ci è stato raccontato che la cittadina subì perfino un attacco diretto e che i suoi abitanti resistettero all’assedio, ma non abbiamo conferme storiche.

Poco più ad ovest di Remedios, si arriva a San Felix da dove è possibile raggiungere (in taxi o bicicletta) la spiaggia di Las Lajas (4) a circa 20 km. Un consiglio è quello di non tralasciare una visita al pueblo, davvero caratteristico. In zona è possibile prenotare un tour nei progetti di riforestazione che, assieme ai grandi allevamenti bovini, rappresentano una delle maggior fonti di occupazione. Altra zona interessante e sconosciuta è il corregimento di Santa Cruz da dove è possibile scendere nelle mangrovie e fare un giro in “lancha” tra gli intricatissimi canali che, dalla foresta, portano al mare con la possibilità di vedere scimmie, alligatori e una grande varietà di volatili.

Inoltre in spiaggia, nel periodo che va da fine agosto a fine settembre è possibile scorgere le tartarughe marine, per la stragrande maggioranza Caretta Caretta, che arrivano a deporre le uova, soprattutto le notti intorno ai giorni di luna piena. Se vi capitasse di avvistarne una, la cosa migliore da fare è godersi lo spettacolo (senza illuminare o scattare foto con il flash) e scortare la tartaruga fino al mare, una volta chiuso il nido. Nel tragitto tra il nido e il mare è possibile scattare qualche foto, ma ricordatevi sempre che la luce disorienta gli animali, che tornano al mare seguendo il riflesso della luna sulle onde. Una cosa molto importante: prendetevi la briga di cancellare tutte le orme lasciate dalla tartaruga sulla sabbia: purtroppo molti locali considerano sia le uova che le tartarughe stesse una pietanza prelibata. Se notate che il nido è in una zona “a rischio” (ad es. Troppo vicino alla linea di alta marea o a zone abitate) contattate i proprietari di Panamax (o uno di noi due, basta chiedere de “los italianos locos”) che ci aiutano nella nostra crociata per la salvaguardia delle tartarughe marine (tra l’altro protette per legge). Anche i geroglifici sul “Cerro Divisa” sono da vedere nonostante siano difficilmente raggiungibili (più comodi e conosciuti quelli di Nancito o Caldera).

Proseguendo: da San Felix, sull’Interamericana, non solo è possibile scendere in spiaggia, ma consigliamo caldamente un’escursione nei territori degli indios Ngobe Bugle, che si trovano nelle vicinanze. La strada è in buone condizioni ed è possibile percorrerla in macchina (anche non 4×4) oltre che in bicicletta o cavallo, per un buon tratto. Il rio San Felix, lassù nella Comarca, è una bellezza: scende sinuoso verso valle, formando innumerevoli piscine naturali di acqua fresca e limpidissima. Il turismo ancora non esiste per cui è facilissimo che gli unici “vicini d’ombrellone” siano una famiglia di indigeni che scende al fiume a lavare i panni: la mamma lava secondo la tradizione, arrotolando i panni e battendoli con forza sulle rocce, mentre i bimbi, quasi immancabilmente nudi, vi insegneranno quali sono i punti migliori da dove tuffarsi.

Un avvertimento: spesso gli indigeni che vivono nei loro territori non sono abituati ai nostri bikini. E’ buona norma appartarsi in un luogo non troppo in vista e, eventualmente, indossare una t-shirt quando si è fuori dall’acqua. Le donne Ngobe Bugle sono molto timide, mentre i bambini amano giocare con tutti, stranieri inclusi. Se dovete chiedere informazioni preferite l’uomo di famiglia o i bambini più grandicelli per non mettere in imbarazzo la mamma (o, se proprio non c’è alternativa, è meglio che sia una donna a parlare). NON andate in queste zone se piove, il fiume, che d’estate (dicembre-marzo) è tranquillo, si può trasformare in un pericolo. E’ consigliabile andare con una persona del posto che conosca i sentieri e i possibili pericoli.

Proseguendo sull’interamericana in direzione David, troverete il “cruce” (crocevia) di Horconcito. Una trentina di kilometri su strada sterrata vi porterà nel piccolo porto di pescatori di Boca Chica. Da lì, a meno che non vogliate spendere dai 250 USD in su a notte nei vari resort di lusso sulla terraferma, potete chiedere un passaggio per l’Isola di Boca Brava dove Frank, un signore tedesco, ha un ostello (anche con camere private) dai prezzi assai più ragionevoli. Dall’Isola è possibile fare escursioni in barca nel Parco Marino Golfo del Chiriqui, perfetto per snorkeling, surf e avvistamenti di cetacei (delfini ma, con un po’ di fortuna, anche balenotteri). Una caratteristica particolare delle isole pacifiche di Panama: innanzitutto si dividono in due tipi: quelle “costiere” come, ad esempio, Morro Negrito, che vengono chiamate “isole di mangrovie” in quanto staccate dalla terra ferma da un canale con questo tipo foresta (impenetrabile). Le altre, un po’ più lontane dalla costa, hanno per la stragrande maggioranza origine vulcanica, come l’arcipelago di Islas Secas, con la bellissima particolarità della barriera corallina che le rende molto simili ai Caraibi, unendo, però, la ricchezza di fauna marina del Pacifico (nelle province centrali un altro bellissimo esempio di questa particolarità è Isla Iguana, di fronte a Pedasì). L’arcipelago di Islas Secas è privato, ma le spiagge panamensi e le acque costiere non possono essere vietate al pubblico quindi, con un po’ di fortuna, magari trovate qualcuno che vi porta a fare un giro proprio lì.

Ecco il video del Eco-Resort Islas Secas che comprende immagini del fondale:

Proseguendo verso il capoluogo Chiricano, vi consigliamo di svoltare, 10 km circa prima di David, al bivio per Gulaca (direzione Bocas del Toro, località Chiriqui – paese omonimo alla regione). David, infatti, non ha nessun interesse turistico a meno che non viaggiate in autobus e dobbiate andare alla stazione centrale per cambiare mezzo.

Gualaca è un ridente paesino dalla spiccata matrice campagnola: tutti o quasi i suoi abitanti sono “ganaderos” e, a giudicare dalle case e dal paesino in generale, non se la passano per niente male. C’è anche un affittacamere appena prima del centro nonostante Gualaca sia completamente sconosciuto al turismo, in particolare a quello straniero. E a torto…Per due ragioni importanti: la prima è che questo paesino è l’esempio perfetto della vera atmosfera ranchera della campagna del Chiriqui: uomini a cavallo con il loro cappellone tipico che “parcheggiano” i destrieri davanti alle cantinas, bestiame a perdita d’occhio e buonissime bistecche e grigliate di carne, feste di paese rumorose e briose, al ritmo della musica tipica. Altro motivo per visitare Gualaca sono i suoi “Canguilones”, appena fuori città: una sorta di canyon scavato nella roccia viva, dalle acque azzurrissime e fredde, perfetto per i tuffi o, semplicemente, per il relax nel fresco delle vasche naturali. Attenzione però ai bambini: la corrente, anche se solo per pochi metri, è abbastanza forte anche se non impetuosa, preferite il lago naturale ai piedi del canyon e andateci solamente quando c’è sole. Di sicuro la stagione migliore è quella secca, quando le piogge non sporcano la purezza dell’acqua col fango e le correnti sono ridotte al minimo.

Proseguendo sulla strada secondaria vi trovate di fronte ad un bivio (ben segnalato) a destra si prosegue per Bocas del Toro, scavalcando la catena montuosa Talamanaca e passando sull’enorme diga La Fortuna. Lungo questa strada segnaliamo il bellissimo Lost and Found Resort, un ostello con camerate e camere private sperso sulla cordillera tra Chiriqui e Bocas del Toro, un perfetto e fresco pit-stop nella foresta, perfetto come break tra un bagno nel Pacifico e un tuffo nei Carabi. I ragazzi del Lost and Found vi aiuteranno a organizzare escursioni e vi indicheranno i sentieri vicini da dove è possibile fare bird-watching e trekking. Non dimenticatevi una felpa, calzini e pantaloni lunghi…La sera fa freschino! Prendendo la strada a sinistra, invece, si prosegue alla volta di Caldera. Solo la strada, di per sé, vale la pena: una striscia di asfalto nuovissimo che passa dalla pianura alla prima collina, fino a diventare ripidissima nei pressi della cittadina di montagna, il tutto passando per la diga sul Rio Caldera. (Curiosità: la stragrande maggioranza dell’energia panamense è prodotta da fonti idroelettriche). Interessante la minuscola comunità di “Escuela Esperanza”…Un gruppo di 4 o 5 case costruite attorno alla scuola pubblica.

Arrivati al paesino di Caldera godetevi tutta l’autenticità del “pueblo de montana” chiricano, caratteristica che, oramai, la ben più famosa Boquete ha un po’ perso di vista…L’aria è fresca, i giardini sono dei rigogliosi angoli di giungla, dall’erba corta e dall’aspetto curato. Le strade sono pulite e il traffico ridotto, la gente cordiale e amichevole…Salutate tutti mentre passate: gli fa piacere e di sicuro risponderanno. Potete mangiare in una delle parrilladas che si trovano sulla strada principale…Non perdetevi la “carne guisada” e le tipiche “hoaldres” (focaccine di farina fritte). Proprio da una di queste parrilladas è possibili raggiungere, in pochi minuti a piedi, le “Piedras Pintadas” ovvero antichi geroglifici scavati in basso rilievo nella roccia vulcanica e comunque ben segnalati da cartelli stradali.

Proseguendo per la via principale arriverete al bivio per “los pozos de agua caliente”, anch’essi ben segnalati. Consiglio: prendete un tour o un taxi 4×4, se andate con la vostra macchina siate pronti a fare circa 100 mt di strada davvero accidentata. Una buona alternativa è prendere un cavallo in paese, oltretutto vi eviterete gli ultimi 2 km circa a piedi: nel parco termale non sono ammessi veicoli a motore, ma gli animali hanno libero accesso. L’entrata ai pozzi è di 1 USD a persona da pagare alla prima casa che incontrerete; è possibile prolungare l’escursione fino a dopo il tramonto previo assenso del “jefe de la finca”. L’escursione ai pozzi termali è buona in tutte le stagioni: d’estate è possibile rinfrescarsi tra una vasca e l’altra, tuffandosi nelle acque gelate del Rio Caldera, d’inverno vi potrete godere la pioggia direttamente spaparanzati nell’acqua calda. Portatevi indumenti lunghi, oltre al costume…Appena cala il sole tutto ciò che non è ammollo nell’acqua sulfurea viene bersagliato dagli insetti, specialmente in inverno.

Proseguendo verso Boquete vi potrete godere ancora un tratto di paesaggi di montagna (quasi) incontaminati, fino alla congiunzione con la caotica via principale. Nella città ci sono svariati albergi, ostelli, guesthouse: per tutti i gusti e tutte le tasche. Il nostro consiglio è di “scavalcare” il centro città e dedicare tempo alle zone “sconosciute” di Boquete, come per esempio Alto Lino o Bajo Mono…Se siete curiosi di vedere tutto il ciclo produttivo del caffè (biologico) di alta qualità, Boquete è il posto giusto…Anzi giustissimo…E se riuscite a trovare un mezzo chilo di caffè Geisha non fatevelo scappare!!! Sulle aste online viene venduto a prezzi astronomici (è tra i caffè più ricercati, e cari, al mondo) ed è una produzione specializzata della zona, che gode di un particolarissimo microclima.

Altro paese di montagna incredibilmente fertile è Cerro Punta, dove le fragole crescono tutto l’anno, così come moltissimi altri ortaggi e frutti impensabili in altre zone a queste latitudini. Per raggiungerlo dovete tornare sull’Interamericana, passare David e, proseguendo in direzione frontiera, arrivare a Conception, da dove potrete prendere la strada secondaria. Sulla via non dimenticate di dare anche un’occhiata a Bambito dove, tra l’altro, vi è un grande allevamento di (succulente) trote e il “pueblito” Nueva Suiza, ovvero La Nuova Svizzera…Un nome, una promessa.

Altro luogo di montagna è la seconda frontiera che il Chiriqui condivide col Costa Rica, frontiera assai meno conosciuta di Paso Canoas sul Pacifico o Changuinola, nella regione di Bocas del Toro. Il paese si chiama Rio Sereno ed è un placido villaggio arroccato sulla cordillera. L’ufficio della dogana ha tutte le caratteristiche di un sonnacchioso ufficio di confine e non è raro dover aspettare che “finiscano la pausa pranzo” per farsi timbrare il passaporto. Una buona alternativa per chi si vuol evitare il caos e il calore polveroso di Paso Canoas che, invece, consiglio agli amanti dello shopping tax free…Paso Canoas infatti conta di svariati “almacen” ovvero centri commerciali sorti su quella striscia di terra tra Panama e Costa Rica che è “terra di nessuno”. Buonissimi i prezzi dei capi di vestiario americani e non come Quicksilver, Everlast, etc. Oltremodo conveniente anche per chi vuole comprare oggetti d’alta tecnologia come laptop, i-pod e chi più ne ha più ne metta…Tutto regolarmente venduto, anche con fattura, e, quindi, coperto dalle garanzie, oltre che legale. Le maggiori carte di credito sono ben accette anche se viene applicato un rincaro del 5%, per questo motivo è consigliabile pagare cash.

Ultimo posto “sconosciuto” del nostro amatissimo Chiriqui è Punta Burica (15) dove l’ultimo tratto della penisola non ha strade: si arriva all’unico posto che offre alloggio, l’eco-resort Mono Feliz, o a piedi o in 4×4 durante la marea bassa, passando direttamente sulla spiaggia. Sulla punta il surf è ottimo, scimmie, bradipi e uccelli tropicali abbondano e le spiagge di certo non lasciano a desiderare. Per raggiungerlo potete prendere un collectivo per Puerto Armuelles e da lì potete chiedere informazioni su taxi etc. Per raggiungere Punta Burica, in alternativa potete contattare i proprietari di Mono Feliz e chiedere a loro informazioni su come raggiungerli.

Per concludere in bellezza ecco un decalogo per godere al meglio della vostra vacanza in Chiriqui e a Panama:

  1. E’ vero, siamo al tropico, ma in alta montagna fa freddo. E’ indispensabile mettere in valigia: scarpe chiuse, comode per far trekking e camminate in mezzo alla giungla (non fate come me che mi dimentico sistematicamente che le infradito non sempre sono abbastanza…E finisco immancabilmente con i piedi gelati!); pantaloni lunghi, anche un paio di jeans o pantaloni della tutta possono andare; calze di spugna; felpa e polo a maniche lunghe.
  2. Sugli autobus di linea per lunghe distanze (ad es. Il PADAFRONT- Panama, David, frontiera, il TICABUS, etc) fa un freddo tremendo. Mettete tranquilli il vostro zaino nel bagagliaio (vi viene dato un tagliando che è la prova di consegna, proprio come sull’aereo) ma non dimenticatevi di portare con voi pantaloni lunghi, calze e maglione, se viaggiate di notte anche una copertina o un asciugamano non guastano. Ci è capitato più volte di vedere turisti raffreddati e febbricitanti scendere dai bus: i conduttori non aprono il bagagliaio a metà viaggio.
  3. Comprate una macchina fotografica subacquea usa e getta. Utile non solo nei pressi della barriera corallina ma anche nei fiumi, a Los Canguilones e, perché no, a Caldera nei laghetti termali.
  4. Portate sempre un buon repellente per gli insetti, soprattutto nel periodo Maggio-Novembre. Anche uno stick post-puntura all’ammoniaca è un buon compagno d’avventura, così come una pomata apposita in caso di reazione allergica. Non dimenticate che in loco si trovano ottimi rimedi naturali: l’Aloe Vera viene venduta a foglia ed è un ottimo rimedio contro punture di insetto e scottature. I locali conoscono questa pianta meravigliosa col nome di “sabila”. Se campeggiate fare un piccolo fuoco con la barba del cocco: è uno zampirone naturale e assai più efficace del suo cugino a base chimica. Anche dell’ottimo olio o burro di cocco, facilmente reperibile, specialmente nella regione di Bocas del Toro, è un’ottima barriera naturale anti-insetto, oltre che avere proprietà emollienti utili alle pelli seccate dal sole e dal sale. In alternativa potete cospargervi di fango di mangrovie…Ma dall’odore vi posso assicurare che non solo terrete lontani gli insetti, ma anche tutti gli altri animali forniti di olfatto, uomo compreso! Ehehhe
  5. Anche una buona crema solare ad alta protezione è indispensabile…Anche se siete già abbronzati…Il sole d’estate non perdona! Portatevi anche un cappello per le ore più calde, specialmente nel periodo tra Dicembre e Maggio.
  6. Se guidate ricordate che la patente italiana è valida in territorio panamense per 90 giorni dall’entrata nel paese. E’ sconsigliabile viaggiare di notte lungo l’Interamericana: i camion, non sempre provvisti di tutte le luci necessarie, vanno a tutta birra e non disdegnano i sorpassi in curva o nelle zone montagnose. Se passate per strade secondarie non è difficile che cani o animali selvatici vi attraversino all’improvviso la strada, soprattutto dopo il tramonto.
  7. Se volete essere rintracciabili evitate roaming e via dicendo con i vostri cellulari italiani: a Panama tutti possono acquistare un cellulare con piano prepagato. Non c’è bisogno di documenti e i cellulari più basici, già compresi di chip, vengono venduti a 15-20 USD (e spesso hanno già caricato l’equivalente della spesa…Cioè spendete 15 $ per il cellulare e ve ne ritrovate altrettanti in traffico voce). E’ possibile ricevere chiamate dall’Italia e anche effettuarle (anche se i costi non sono convenienti, meglio schede telefoniche internazionali o i programmi di telefonia via internet come Sky-pe o Voip-Stunt).
  8. Fate sempre una fotocopia del vostro passaporto e tenetela in valigia. Ancora meglio fare uno scanner e inviarlo alla propria casella e-mail, in modo da potervi accedere in qualsiasi momento. I furti ai turisti, soprattutto fuori dalla capitale, sono abbastanza rari ma, come in tutto il mondo, può succedere ed è bene essere organizzati onde evitare inutili perdite di tempo.
  9. La polizia è relativamente tranquilla, può succedere che, se guidate voi, “ci provino”, spesso dicendo che andavate troppo veloce. In caso di bisogno nominare l’Ambasciata Italiana appiana i problemi: lo stato di Panama sta cercando di eliminare la corruzione e di incentivare il turismo, motivo per cui le sanzioni per questi comportamenti sono dure. Il richiamo formale di un’ambasciata può costare caro al poliziotto di turno. E’ comunque un’eventualità piuttosto rara, solitamente i poliziotti sono gentili e spesso scortano i turisti “smarriti” a destinazione, raccontando simpatici aneddoti. Le forze di polizia sono per le strade anche per tutelare gli stranieri in visita, tanto che a Panama City ce n’è una apposita: la polizia del turismo che, a piedi o in bicicletta, ha il compito di vegliare sui turisti e allontanare eventuali borseggiatori.
  10. Panama è un paese in via di sviluppo, ma Panama City è una piccola Miami, soprattutto per quanto riguarda la zona di Paitilla. Se volete godere della vita notturna un vestito elegante non guasta. In Calle Uruguay potete andare al Guru o al Privé. Noi preferiamo la movida del Casco Viejo (molto più free), specialmente alla Casona dove gli abiti da mochillero passano inosservati. Per quanto riguarda le regioni interne: in parecchi posti lontano dal turismo di massa NON c’è acqua calda (non serve, quindi è un lusso), aria condizionata e, a volte, elettricità. Munitevi di candele, i blackout non sono frequenti ma succede. Se proprio non potete vivere senza le comodità della vita moderna preferite posti conosciuti come Bocas del Toro, Boquete, Santa Catalina, Coronado, Playa Blanca etc. Sicuramente non inesplorati e vergini, ma con più servizi.

Elisa & Massimo (La Spiaza)