Sri Lanka tra Dicembre e Gennaio
Quando abbiamo iniziato a pensare a dove trascorrere le vacanze di Natale quest’anno, non avevamo ben chiaro quale meta scegliere. Volevamo andare ad est, in un posto dove fosse possibile vedere qualcosa sia in termini di natura che di storia, e dove fosse possibile trascorrere qualche giorno di ozio totale in spiaggia, prima di tornare al freddo inverno italiano. Escluse le mete più gettonate ed affollate in questo periodo, abbiamo scelto di visitare lo Sri Lanka, che è stata una bella e inaspettata sorpresa.
24.12.2018 – VIAGGIO
Partiamo dall’aeroporto di Lubiana e voliamo su Belgrado con un vecchio ATR72, rumorosissimo e apparentemente instabile ma tra mille turbolenze arriviamo. La tratta successiva, direttamente a Colombo, la facciamo con Etihad su un aereo non nuovissimo ma con sedili molto comodi e larghi. Decisamente ottimo x viaggiare verso est. Buona scelta di film e pasti più che decenti
Atterriamo all’aeroporto di Negombo alle 3:30 di mattina del 25 dicembre. All’uscita, ci aspetta l’autista dell’hotel Sunrise Palace Colombo che in circa 20 minuti ci porta in hotel. Il trasporto ci costa 15 Euro. Siamo felici di aver scelto di usufruire del servizio navetta offerto dall’hotel, siamo esausti e fuori dall’ aeroporto la fila per i taxi è lunghissima. L’hotel non è niente di speciale ma è pulito, in un quartiere molto popolato e apparentemente molto povero. Però è curato, ha un bel giardino esterno, la stanza in realtà è un piccolo appartamento con tanto di angolo cottura ma piuttosto spoglio. Ad ogni modo il wifi funziona bene, c’è l’aria condizionata e ha una doccia con box (una delle pochissime in tutta la nostra vacanza). Ci dormiremo poche ore, quindi non ci facciamo neanche troppo caso.
Come vedremo in seguito, gli hotel/guesthouse/homestay in questa fascia di prezzo (sui 30 Euro a camera) si assomigliano tutti.
25.12.2018 | DAMBULLA – SIGIRYA
Dopo circa 5 ore di sonno, la sveglia suona e in breve siamo pronti per partire per la prima tappa del nostro viaggio nel triangolo culturale, Dambulla. Per non perdere troppo tempo e ancora un po’ sballottati, saltiamo la colazione (che sembrava piuttosto promettente) e facciamo conoscenza con il nostro driver, Charith, un ragazzo giovanissimo che ci farà da autista per i prossimi 7 giorni. E’ la prima volta che non noleggiamo la macchina e guidiamo autonomamente, abbiamo scelto di servirci di una macchina con driver convinti dai commenti trovati in rete secondo i quali sarebbe stata una esperienza molto positiva e che descrivevano come impossibile la guida nell’infernale traffico srilankese. Probabilmente, chi ha lasciato questi commenti non ha mai guidato in un altro paese asiatico… Le strade che abbiamo percorso noi erano tutte in ottime condizioni e il traffico non era così impossibile come dicevano. Comunque, ormai è fatta, e non ci è andata neanche troppo male, Charith è tanto gentile e guida molto bene. Purtroppo parla un inglese molto approssimativo e da subito facciamo fatica a fargli capire anche le cose basilari, ad esempio che dobbiamo fermarci a un ATM per ritirare dei contanti. Questa difficoltà di comunicazione sarà una costante per tutto il tempo che staremo con lui, e influenzerà in modo negativo il nostro giudizio sulla opportunità di prendere o meno una macchina con autista in futuro. Forse siamo troppo abituati all’autonomia, non credo che lo rifaremo più. Avere un autista, ha comunque permesso a entrambi di godersi il paesaggio e riposare durante i trasferimenti piú lunghi.
Dopo un paio d’ore di guida, con veloce sosta pranzo (niente male, 1,40€ a persona), arriviamo a Dambulla, dove vogliamo visitare il Cave Temple. Lasciamo la macchina e saliamo lungo una breve scalinata che ci porterà all’ingresso del tempio. Fa molto caldo, e c’è una folla pazzesca di turisti quasi tutti orientali. Intorno all’ingresso del tempio ci sono molte simpatiche scimmiette, che non sono per niente diffidenti e si avvicinano per cercare di rubare le scarpe lasciate fuori dai visitatori. Per entrare nel tempio non sono ammessi gli shorts, quindi mi avvolgo nel pareo, mi tolgo le scarpe, e entro nel sito. Da fuori sembrava un tempietto molto piccolo ma non è così: è composto da una serie di ampie grotte, e sia i dipinti che le statue conservate all’interno sono in ottimo stato. Peccato che ci sia un caldo soffocante e la folla non aiuta a godersi l’atmosfera.
Montiamo in macchina e ritorniamo verso la strada principale. A lato della via c’è un tempio moderno molto grande e luccicante (come vedremo, lo sono tutti, bianco e oro), dal quale parte un sentiero che sale lungo la collina e raggiunge il piazzale dal quale si accede al Cave Temple. Avremmo dovuto parcheggiare lì, e poi fare la passeggiata fino alle grotte, ma Charith ci ha portato direttamente alle grotte così abbiamo saltato sia la passeggiata, che la visita al tempio moderno. Un’ altra oretta di guida, e raggiungiamo Sigirya. Come al solito non abbiamo prenotato nulla, e Charith ci accompagna in un hotel appena fuori dal villaggio gestito da un suo amico, il Sigirya Prince Homestay. Sembra bello e la camera è spaziosa e pulita, quindi accettiamo di pernottare lì. Lasciamo i bagagli e ci facciamo accompagnare in paese. Sigirya è un paesetto piccolissimo che non offre granchè. Incrociamo una coppia di turisti in gita in groppa ad un elefante e un piccolo gruppo su un carretto a cavalli, stanno facendo il village safari ci dice Charith, una specie di gita in carretto nel villaggio e dintorni. Cerca di convincere anche noi ma per domani abbiamo altri piani: vogliamo scalare la Roccia di Sigirya!
Ceniamo in un piccolo locale, Ahinsa, nel “centro” di Sigiriya, caratteristico e con un bel portico al piano superiore dove si può mangiare lontani dalla strada. Abbiamo preso uno String Hoppers Plate with Curry piuttosto buono e un ottimo Chicken Kottu Rotti, saporito e abbondante. Prezzo del cibo ridicolo, mentre quasi europeo quello della birra: 3€ per tutto il cibo, 2,50€ per ogni birra da mezzo litro.
Alle 21:00 siamo già pronti per andare a letto. Ritorniamo in hotel, e qui il dramma: il materasso è praticamente di pietra! E’ troppo tardi per cambiare sistemazione, ci rassegnamo ad una notte in bianco e decidiamo di andarcene immediatamente il mattino dopo, anche se in teoria avremmo dovuto passare lì due notti.
26.12.2018 | ROCCIA DI SIGIRYA – POLONNARUWA
Arriviamo all’imbocco della strada che porta alla base della Roccia di Sigirya alle 8:30: siamo costretti a scendere dalla macchina e proseguire a piedi perché la strada è bloccata dalle auto incolonnate, sembra di stare in tangenziale all’ora di punta. Dopo circa mezzora di fila per comprare il biglietto, finalmente ci incamminiamo attraverso il giardino che porta alla base della Roccia, e iniziamo la salita. Tutto scorre liscio per i primi 15 minuti, poi ci ritroviamo in una coda interminabile. Dopo circa un’ora, scopriamo la causa della coda: si tratta di una piccola nicchia sulle cui pareti sono dipinte delle procaci signorine che rappresentano delle divinità; ci si mettono circa 10 secondi per guardarle, ma è un passaggio obbligato quindi non c’è modo di evitare la coda. Fortunatamente il cielo è nuvoloso e per lo meno non ci siamo cucinati sotto il sole nell’attesa. Oltrepassata la nicchia, procediamo abbastanza spediti fino alla cima. La salita è abbastanza faticosa, ma da lassù la vista è stupenda, sulle colline verdissime spuntano ogni tanto candide statue del Buddha. Nel pomeriggio visitiamo il sito archeologico di Poloronnaruwa: è enorme, è impensabile visitarlo tutto a piedi in una sola giornata, così chiediamo a Charith di portarci a vedere i monumenti principali. Si attrezza con una guida pieghevole comprata da uno dei tanti venditori ambulanti presenti in zona, e ci porta in giro: la visita dura circa 4 ore, e la facciamo alla svelta, spostandoci in macchina. Scopriamo che è la prima visita anche per Charith, che quindi è sempre attaccato a noi anche se in effetti non ci spiega nulla.
Ritorniamo a Sigirya e andiamo a scoprire il nostro alloggio per la serata prenotato su Booking per 35€ a notte, il The Nature Park Villa, sperduto nel nulla ma molto bello e con giardino tropicale curatissimo. La camera è molto ampia con letto matrimoniale standard più uno singolo. C’è anche un bel terrazzo esterno con due sdraio. Tutta un’altra cosa rispetto all’albergo dell’amico di Charith…
Usciamo per cena e decidiamo di cambiare posto, purtroppo… andiamo al New Sigiri Caffè dove aspetteremo un piatto di curry molto modesto per almeno una quarantina di minuti. Anche qui spesa comunque irrisoria.
27.12.2018 | ALUVIHARAYA – KANDY
Anche oggi sveglia presto, facciamo una colazione super abbondante e molto buona a base di caffè, frutta, egg hopper (uovo all’occhio cotto in una crepe fatta con farina di riso e cocco), roti, pane burro e marmellata. Partiamo in mattinata in direzione Kandy. Lungo la strada, ci fermiamo a visitare lo Spice Garden dove veniamo coinvolti in una dimostrazione di medicina ayurvedica e spalmati con unguenti dalle varie proprietà, che appiccicano e puzzano un sacco, per fortuna alla fine del percorso ci sono i bagni dove possiamo lavarci. Prima di arrivare a Kandy, ci fermiamo prima di Matale e andiamo a visitare l’Aluviharaya Rock Cave Temple e facciamo l’escursione fino al Buddha arroccato in cima alla collina. La salita è distruttiva, e dobbiamo attraversare campi e cortili seguendo Charith che chiede la strada ad ogni persona che incontra. In un modo o nell’altro comunque arriviamo in cima, siamo i soli turisti. Da quassù si vede un meraviglioso panorama sulla valle sottostante, ci sediamo all’ombra del Buddha cercando di riprendere fiato mentre Charith è felicissimo e videochiama tutti i parenti per mostrare loro dove si trova – aveva suggerito lui l’escursione fino in cima, evidentemente questo è un sito importante per la religione buddista. Per noi è stata piuttosto una sfacchinata, considerando che il tempio vero e proprio si trova alla base della collina e quello non lo abbiamo visitato.
Arriviamo a Kandy in tempo per pranzo e andiamo al Midland Deli, locale piuttosto semplice e spoglio, ma i camerieri sono gentilissimi e veloci. Abbiamo preso la loro specialità, il Midland Deli Special Rice super abbondante per due, anche se non saporitissimo. Dopo aver speso ben 4€ per pranzare, andiamo a visitare il mercato in centro. Rimaniamo intrappolati da una pioggia torrenziale e mentre aspettiamo che spiova, facciamo amicizia con un signore che ci racconta, in un ottimo inglese, che una delle sue sorelle vive in Italia da 10 anni.
Avremmo voluto visitare oggi il Tempio del Dente, ma chiude alle 18 perciò dobbiamo rimandare. In cambio, Charith ci accompagna a Kandy Lake Club, dove assistiamo ad uno spettacolo di danze tradizionali, al termine del quale alcuni dei ballerini fanno una passeggiata sui carboni ardenti.
Rifiutiamo gentilmente l’alloggio procuratoci da Charith (ormai, abbiamo capito che non possiamo fidarci e quindi scegliamo e prenotiamo in autonomia, tramite Booking) e troviamo in fretta un’altra sistemazione a pochi metri dal Lake Club, senza infamia e senza lode ma che la mattina per la colazione offre una vista molto bella.
Andiamo a cena al Paivas City Hotel una specie di ristorante/pub in stile inglese piuttosto triste (ultimo disastroso consiglio di Charith per questa vacanza…), e poi facciamo un giro all’Helga’s Folly, un hotel alquanto eccentrico citato dalla LP, che però sconsigliava di alloggiarvi. A noi è sembrato decisamente folle, ma non peggio di tanti altri quindi, forse, avremmo anche potuto fare l’esperienza…
28.12.2018 | KANDY – ELLA
Dedichiamo la mattinata alla visita del Tempio del sacro Dente, c’è una folla enorme perché oggi c’è in visita il primo ministro. Ci avvolgiamo nei parei, lasciamo le scarpe nel grande e puzzolente deposito pubblico di fronte al tempio sperando di riuscire a ritrovarle, ed entriamo. All’interno è in corso una specie di celebrazione con molti sacerdoti agghindati. Visitiamo le varie sale, tutte riccamente decorate, cercando di non rimanere incastrati tra la folla. Arriviamo anche di fronte alla saletta dov’è conservata la teca in cui secondo la leggenda dovrebbe trovarsi il sacro dente del Buddha, ma c’è troppa fila per entrare così rinunciamo. Non avremmo potuto comunque vedere la reliquia, perché la teca viene aperta solo in particolari occasioni.
Partiamo verso Ella, il tragitto è lunghissimo. Lungo la strada ci fermiamo a mangiare in un chiosco anonimo ma dove troviamo cibo buonissimo. Nel primo pomeriggio visitiamo la fabbrica di the Glenloch che non è quella dove vengono portati di solito i turisti (dove voleva portarci Charith…). La visita è molto interessante e la fabbrica non è affollata. Ci fermiamo a vedere le Ramboda Falls, non sono nulla di speciale ma ci passavamo davanti comunque, e dopo aver percorso un ultimo tratto di strada tortuosa e sconnessa, raggiungiamo Ella dove alloggiamo alla Lavender Homestay. La stanza è piccolina ma molto bella, pulita e nuovissima anche se molto umida, ma essendo in mezzo alla giungla credo che tutti gli alloggi qui abbiano lo stesso problema. Per cena scendiamo a piedi a fare un giro e ci fermiamo al 360 Cottu Rotti, ristorante vivace dove mangiamo al piano rialzato sotto una tettoia lontani dal traffico. Wifi gratuito non efficientissimo ma almeno c’è, e camerieri simpatici e veloci considerando il fatto che era strapieno.
29.12.2018 | UDA WALAWE
Dopo una nottata disturbata dall’incessante abbaiare dei cani – sembra che ce ne siano un numero enorme e che si siano dati appuntamento intorno alla Homestay – facciamo la solita colazione a base di caffè, frutta, roti, egg hopper, pane burro e marmellata e stavolta anche dell’ottimo dahl leggermente piccante. Iniziamo quindi la nostra ultima giornata itinerante con una camminata fino al viewpoint sul ponte dei 9 archi. Proprio mentre siamo lì passa il treno che va da Kandy a Ella: la seconda classe è affollata al punto che le persone sono in piedi aggrappate alle porte, mentre la prima classe è quasi completamente vuota. Noi abbiamo evitato il tragitto in treno, ma se avessimo voluto farlo, la prima classe sarebbe stata l’unica opzione possibile se avessimo voluto vedere il panorama. Il tragitto tra Ella e Uda Walawe dura circa 2 ore e mezza. Lungo la strada ci fermiamo a vedere le imponenti statue del Buddha scolpite nella roccia a Budurawagala. Raggiungiamo Uda Walawe in tempo per il safari delle 14:30, che abbiamo organizzato da soli tramite l’hotel dove alloggiamo: l’alternativa proposta da Charith era fare quello delle 13:00, ma abbiamo pensato che a causa del caldo avremmo visto pochi animali: abbiamo scelto bene perché soprattutto verso il tramonto, abbiamo visto tanti animali, elefanti, bufali d’acqua, aquile, furetti, pavoni e tanti altri uccelli colorati.
Pernottiamo al Mansala Safari House, bellissima struttura, nuova, con aria condizionata. Letto matrimoniale molto grande e la nostra stanza al piano terra ha il bagno all’aperto. Il water e il lavandino sono al coperto sotto la struttura della casa ma la doccia è praticamente sotto gli alberi. Unico! La privacy è garantita da un muro molto alto che chiude il perimetro del bagno. Concludiamo la giornata con una ottima cena in hotel, la migliore fin qui in Sri Lanka. Fin’ora comunque abbiamo mangiato bene anche se un po’ monotono, sempre riso e curry.
30.12.2018 | MIRISSA
Dopo un’abbondante e molto buona colazione a base di caffè, frutta, roti, egg hopper, pane burro e marmellata partiamo per Mirissa dove arriveremo in un paio d’ore dopo aver percorso una strada alternativa a causa di un errore del driver, che ha seguito le indicazioni del navigatore e ci ha fatto fare un pezzo di strada sterrata. Ad ogni modo lo ringraziamo per la gentilezza e gli lasciamo una mancia pari a tutto il suo stipendio settimanale, cioè 25€, per noi molto poco, per lui un enorme regalo.
Alloggiamo al Resort of Happiness prenotato per due notti il giorno prima tramite Booking. La stanza è grande e pulita, la doccia assomiglia di più a un rivolo ma almeno è calda, in generale il posto è carino e soprattutto non è troppo vicino alla spiaggia, anche se la si raggiunge in pochi minuti a piedi. Questo è un dettaglio fondamentale, perché sulla spiaggia ci sono diversi piccoli stabilimenti con costi molto elevati e che a turno fanno festa con musica e happy hour dalle 19:00 alle 6 del mattino dopo.
Prima di andare in spiaggia, facciamo un giro a piedi per trovare alloggio per le ultime due notti che passeremo a Mirissa. In una ventina di minuti troviamo un albergo a pochi metri dal precedente.
Facciamo un po’ fatica a trovare un lettino e ombrellone visto l’orario, ma dopo un paio di giri ce la facciamo e passiamo tutto il giorno al Mirissa Eye. Lettini e ombrelloni sono gratuiti per chi consuma. A pranzo abbiamo preso noodles e riso a base di pesce, mediocri e costosi per lo Sri Lanka (11€ in totale) ma comunque molto economico per noi europei. Anche qui il mare si fa pagare… Fa caldissimo e anche l’acqua è calda, senza ombra sarebbe impossibile stare in spiaggia. Improvvisamente alle 18:00 gli addetti sbaraccano ombrelloni e lettini con molta frenesia, tirano fuori un tavolo e espongono il pesce per la cena. Ogni stabilimento fa la stessa cosa tutte le sere. Perciò prenotiamo tavolo, aragosta e barracuda alla griglia x le sette e quando torniamo dopo la doccia ci trovano veramente il tavolo e ci portano il pesce. Barracuda ottimo (5€), aragosta deludente (20€), troppo cotta e quindi gommosa. Peccato perché era viva, appena pescata. Il servizio è quello che è, nel senso che il posto è strapieno, i camerieri non sono di sicuro dei professionisti e quindi bisogna mettersi il cuore in pace e aspettare 45 – 60 minuti per mangiare.
31.12.2018 | MIRISSA SPIAGGIA
Colazione molto buona tipica e abbondante che si consuma fuori sotto il portico della casa dei proprietari. Passo la giornata in spiaggia da sola. La mia solitudine in effetti dura poco, perché in breve faccio conoscenza con degli studenti backpackers indiani e una australiana che si sono conosciuti sulla spiaggia e dopo mezz’ora sono amici per la pelle. Mi raccontano che hanno fatto la traversata Kandy-Ella in treno in classe economica, e che non hanno visto altro a parte le teste degli altri passeggeri.
La sera scendiamo in spiaggia dove hanno organizzato una festa pazzesca per celebrare il capodanno, ci sono tanti palchi con musica e fuochi artificiali già dalle 21:00. Ceniamo con ottimo pesce alla griglia, gironzoliamo un po’. Noi a una certa ora siamo rientrati in albergo, ma c’è stata festa e musica fino alle 6 del mattino. Siamo molto felici di non aver prenotato un albergo vista mare!
01.01. 2019 | MIRISSA SPIAGGIA
Ci trasferiamo nel nostro nuovo albergo prenotato due giorni prima, A One Calm Place. Anche qui la stanza è basica, niente di particolare, solito letto a baldacchino con zanzariera, una sedia e un appendino dove mettere i vestiti e basta. Niente comodino e niente supporto per aprire la valigia, tutto per terra. Solito bagno con doccia senza box che si allaga completamente ad ogni uso, ma acqua calda. Il condizionatore rumoroso non rinfresca moltissimo e purtroppo si spegne ogni volta che si esce dalla stanza perché bisogna togliere le chiavi dal supporto. Fuori da tutte le camere c’è un tavolino con due sedie. All’esterno c’è una piscina dove abbiamo visto solo alcuni turisti nord europei e non si capisce perché facessero il bagno li’ dal momento che la spiaggia è a 5 minuti a piedi.
Scendiamo in spiaggia verso le 10:00, c’è poca gente ma è tutto pulito, niente rifiuti in giro o tracce della festa della sera prima. Questa della pulizia è stata una costante del nostro viaggio, a differenza di altri paesi orientali che abbiamo visitato, trovando spesso molta trascuratezza da parte degli abitanti.
Passiamo tutta la giornata in spiaggia ma anziché fermarci a cena lì, per cambiare andiamo al Tandoori Mirissa.
Che il posto sia gettonatissimo lo si capisce dalla lunga fila che c’è all’ingresso. Dopo 15 minuti di attesa sul marciapiede ci danno il tavolo dove abbiamo aspettato un’altra ora sorseggiando solo acqua perché la birra era finita per via dei festeggiamenti del capodanno. Viene tutto preparato al momento e di conseguenza il servizio è lento. Però alla fine ci hanno portato due piatti di curry, uno a base di manzo e l’altro vegetale, entrambi strepitosi. Saporitissimi, piccanti il giusto, ottimo riso e pane naan come accompagnamento. E il prezzo anche incredibilmente basso, circa 5 Euro compresa la mancia.
02.01.2019| MIRISSA (Whale watching)
Mattina partenza alle 6:20 per andare a vedere le balene. La tipa dell’hotel ci carica su un tuk-tuk insieme a una coppia di svedesi, padre e figlio. Facciamo il tragitto fino al porticciolo schiacciati in 4 sul piccolo sedile del tuk-tuk: per fortuna la distanza è breve, arriviamo velocemente al porticciolo dove l’autista ci scarica senza troppi complimenti, dicendoci di salire su una barca qualsiasi. Non abbiamo nessun biglietto o altra prova che abbiamo pagato. La compagnia è “Whale Watching with Danushka”, almeno così è scritto sulle t-shirt dell’equipaggio. Siamo al piano sopra della barca, seduti in mezzo a altre 100 persone. Poco dopo la partenza vediamo un paio di sbuffi, tutte le barche che sono uscite si fiondano a tutta velocità verso i cetacei. Ne abbiamo viste da molto lontano almeno tre o quattro a poche centinaia di metri dalla costa. Tutti felici non immaginiamo che genere di transumanza sarà il resto della gita: durerà 6 interminabili ore, con mare mosso e vari passeggeri che vomitano. Dopo ore passate a saltare letteralmente sulle onde, vediamo 2 balene, non troppo grandi e a fatica perché tutti si alzano per vedere e bisogna guardare tra le teste. I tipi del barcone sono evidentemente sollevati, e anche noi. Torniamo al molo alle 13:30, esausti e andiamo subito in spiaggia a riposarci.
Stasera di nuovo cena in spiaggia al Salt Mirissa Restaurant, un po’ meno spartano, più curato, camerieri un po’ più professionali. Il costo è leggermente più elevato ma la formula è sempre la stessa, pesce pescato del giorno in bella mostra, lo si sceglie, si sceglie il contorno (insalata o patatine fritte) e si aspetta dai 30 ai 45 minuti perché il cibo arrivi nel piatto. Abbiamo cenato con un Tiger Fish (sembra una piccola cernia con il dorso maculato) e due tiger prawns enormi, cotti alla griglia e serviti con patate fritte e una ciotolina di burro all’aglio e zenzero delizioso. Cena molto abbondante ma purtroppo il pesce non aveva molto sapore e nemmeno i gamberi per via della cottura troppo prolungata (anche qui… basta crostacei in Sri Lanka, non li sanno cucinare!)
03.01.2019| MIRISSA SPIAGGIA – RIENTRO
Oggi ultimo giorno, perciò ci svegliamo di buon’ora per preparare i bagagli e sfruttare ogni minuto in spiaggia. Facciamo la colazione che il giorno prima abbiamo dovuto saltare causa l’orario e ci accomodiamo in uno dei 5 tavolini esterni (5 per tutta la struttura!!!!). Se non si arriva in tempo bisogna portarsela in camera, cosa forse non del tutto malvagia dal momento che fuori è pieno di mosche e zanzare. Ci portano frutta, rooti, mais bollito, muffin e un roll fatto in casa piccantissimo. Niente succo nè pane o marmellata. Colazione decisamente scarsa se comparata alle altre avute durante il nostro viaggio.
Prima di andare in spiaggia, ci mettiamo d’accordo con la ragazza dell’albergo per poter fare una doccia in serata prima di andare in aeroporto. Molto gentilmente acconsente e dopo aver lasciato i bagagli in reception, andiamo al mare al Mirissa Bay Resort che secondo noi ha i lettini migliori. Pranzo con due piatti di gamberi grigliati e patate fritte. Buonissimi e soprattutto la salsa di accompagnamento, tipo una BBQ sauce allo zenzero. La sera facciamo un aperitivo con due ottimi mango lassi e ceniamo di nuovo al Salt Mirissa Restaurant (anche questo secondo noi il migliore sulla spiaggia).
Dopo la doccia concordata, insistiamo per lasciare una mancia alla ragazza che non voleva assolutamente accettare e partiamo per l’aeroporto col trasporto organizzato con Raveen alle 21:30; l’autista guida come una nonnina ottantenne, dobbiamo sollecitarlo un paio di volte ma arriviamo in tempo per l’imbarco anche perché i controlli in partenza sono molto veloci.
Lo Sri Lanka e’ un bellissimo paese, dove abbiamo trovato una fantastica natura e belle spiagge. I prezzi sono assolutamente abbordabili e ci sono opzioni per tutte le tasche, e gli abitanti sono sempre stati estremamente gentili e disponibili. Nonostante abbiamo viaggiato in altissima stagione, era tutto molto pulito e abbiamo sempre trovato facilmente dove pernottare. E’ un paese dove a mio parere si puo’ facilmente viaggiare in autonomia, e e’ uno dei tanti posti che abbiamo visitato, dove un giorno ci piacerebbe tornare.