viaggio semi avventuroso da Bali a Kuala Lumpur

Viaggio in Indonesia, Filippine, Myanmar, Thailandia, Malesia
Scritto da: zarathustra
viaggio semi avventuroso da bali a kuala lumpur
Partenza il: 26/12/2013
Ritorno il: 27/04/2014
Viaggiatori: 1
Spesa: 3000 €
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Da Bali a Kuala Lumpur, dal 26 dicembre 2013 al 27 aprile 2014

Viaggio semi avventuroso in Indonesia, Filippine, Myanmar, Thailandia, Malesia

26 dicembre… Fredda notte del 25, con i miei cari amici Andrea, Sara e Sonia partiamo da Milano Malpensa e il 26 in una calda sera, atterriamo all’aeroporto di Kuta, Bali… il taxista disorientato dal nome dall’ hotel prenotato si consulta con tutti i suoi colleghi, il verdetto: il nostro hotel si trova a… Lombok! pernottiamo in un hotel di Kuta scelto a caso… Affittiamo la macchina e facciamo un tour dell’isola…. passeggiamo nella turistica commerciale Ubud, proseguiamo su per i monti e intorno al Danao Buyan, poi ci portiamo sulla costa nei pressi della grigia pantai Lovina, facciamo anche una escursione in barca, e ritorniamo a Kuta… Con il trasporto organizzato dall’hotel, car più ferry, sbarchiamo a Gili Meno, con carrozza e cavallo trottiamo verso i bungalows nella zona nord dell’isola, siamo su una bella spiaggia e facciamo snorkelig sulla vicina barriera corallina… Il ragazzo romeo, animatore del villaggio, suona una serenata alla chitarra per giulietta, la nostra Sara… e rischiamo di perderla… 30 dicembre… Al mattino ci spostiamo a Gili Trawangan… abbiamo prenotato entusiasti i posti letto in un veliero, lo cerchiamo vicino alla costa ma non si vede, ci vengono i dubbi di una fregatura, poi ne scorgiamo uno lontanissimo, deve essere lui! infatti con il motoscafo ci vengono a prendere e…. ci riportano… A capodanno c’è festa sull’isola, c’è un concerto e una calda atmosfera, ma fà anche inaspettatamente frescolino… verso le 2 di notte ci spostiamo sul molo a cercare il motoscafo ma esso non c’è e tira una brezza gelida, aspettiamo un’ora poi tutti infreddoliti chiediamo nei paraggi se qualcuno conosce o ha il numero di telefono di sta barca… alle 4 e 34 , congelati ci sdraiamo sui letti a castello della barca rollante… Ritorniamo a Kuta e esploriamo tutta la penisola di Bukit, dalla spiaggia organizzata con i resort e villaggi vacanze alle belle spiagge selvagge con il mare un pò agitato. Mangiamo sui ristoranti con i tavoli sulla sabbia, molto romantico e griglia di pesce tutto di allevamento… 7 gennaio… I miei amici ritornano a Torino… saluto Andrea, Sonia e…. ma si Sara c’è! evviva! Volo da Denpasar a Makassar e da qui bus notturno per Rantepao… affitto la moto, guido per tutte le stradine e i sentieri di montagna perdendomi, visito le tombe dei defunti, le case dei Toraja, il mercato delle bestie, seguo dei camioncini pieni di gente, lontano, e mi trovo in un funerale a vedere e odorare il massacro e la mattanza dei bufali… Minivan mattiniero, lungo viaggio fino a Tentena, dalla stanza vedo il lago… Car per Poso, poi salgo su un bus tutto scassato e pieno di mercanzia che giunge ad Ampana 7 ore dopo! E’ sera e trovo una camera al Oasis hotel…

13 gennaio… Isole Togean… con il barcone commerciale per Bomba, dopo 3 ore salto nel moletto del Poya Lisa Cottage, le 2 ragazze Ulin e Tika mi danno il benvenuto in questa isoletta del paradiso, casette di legno, spiaggia, pesce appena pescato, banane e papaya… Con una barca in 3 ore sono a Wakai, una barchetta mi aspetta per portarmi al Paradise bungalow a Kadikiri… vicino c’è il black Marlin e poi il Lestari… la zona è un po’ tanto cementificata, non per i miei gusti… ciao ciao… ritorno a Wakai e con un boat dopo 2 ore arrivo al Lestari Cottage… una bella spiaggia e dietro la laguna, davanti c’è pulao Papan dove vivono i Bajao e il lungo ponte di teak, tutto a pezzi, utilizzato dai bambini per andare a scuola…

N.d.R. Il Poya Lisa purtroppo è in uno grave stato di trascuratezza e i bungalow vanno in rovina. Nel mare delle Togean, e non solo, c’è una quantità di plastica da piangere. A pulao Papan il ponte di legno è stato ricostruito con donazioni di stranieri 22 gennaio… Insieme a una coppia di francesi divido un motoscafo che in 4 ore di mare calmo ci sbarca a Marisa e con una macchina andiamo a Gorontalo… Primo pomeriggio, salgo su taxi macchina, seduto a fianco dell’autista con altri passeggeri nei sedili dietro, direzione Toli Toli sulla strada che fiancheggia la costa nord: 16 ore… La strada è asfaltata, tutto va bene, è quasi sera… poi la strada si fà sterrata e attraversa dei piccoli villaggi con le case di fianco alla carreggiata… viaggiamo spediti, quasi troppo…. “mah.. lì.. ci son delle galline!, sono in mezzo alla strada! seduto davanti al parabrezza vedo tutto piu’ che chiaro , passiamo velocissimi, sento un coo co splashhhh de de e girandomi vedo solo piume che svolazzano dietro la macchina, ehhhh va beh!… arriviamo dove ci sono altre case e in mezzo, là, ci sono delle anatre o qualcosa del genere, non faccio in tempo a… ci passiamo sopra, splashhh qua qua qu…brum… mi giro e vedo piume e qualcosaltro volare in aria… altre case e lì sembrano pecore o capre, e adesso cosa facciamo… ci avviciniamo velocissimi, guardo l’autista, stum doing sbram beee buuum… l’auto sbanda un po’ poi guardo dietro e vedo… mi batte il cuore a mille… spiaccicate a terra brandelli di carne e ossa di qua e di là… arriviamo lanciati in un altro villaggio, vedo… si sono cani… è un attimo, ne centriamo almeno 2, guaiti e rumori… ho gli occhi strabuzzati un po’ di nausea guardo l’autista, impassibile… quando, poco dopo, delle vacche ci attraversano la strada mi dico: è finita… invece con un abile zig zag riusciamo a schivarle… e via… Il forte profumo mi penetra nelle narici, gli alberi invadono le colline circostanti, le strade ne sono tappezzate, stese per essiccare al sole… E’ il paese dei chiodi di garofano che vengono spediti a Jakarta per fare le sigarette… Sono a Toli Toli perchè da qui parte il traghetto per Tarakan nel Kalimantan… ogni mattina vado al porto e ogni volta mi sento dire: no boat… alla settima mattina finalmente: si boat… due giorni e due notti di navigazione… una nave allegra: ho fatto amicizia con un gruppo di ragazzi indonesiani, a un certo punto mi hanno organizzato lì al momento un fidanzamento con una loro amica, con tanto di foto e bacio…. 1 febbraio… Immigrazione di Tarakan: ho il visto scaduto da 6 giorni (Toli Toli e l’attesa! )… mi convocano nell’ufficio e pago forfet 100 dollari… Ferry per Tawaw nel Sabah poi bus per Kota Kinabalu… Destinazione Filippine, vado all’aeroporto ho il volo di andata per Cebu, sono un po’ in ritardo, arrivo davanti alla signorina del check in che mi dice: serve il volo di ritorno per entrare nelle Filippine!… cavolo e adesso come faccio?… la ragazza fà spostare tutta la fila di gente dietro di me e con la sua carta di credito mi compra il biglietto di ritorno, veramente gentilissima, poi naturalmente le dò i soldi corrispondenti… 3 febbraio… Arrivo a Cebu, riscopro la città e la sua gente, poi con il bus mi sposto verso nord, a S. Vincente dove c’è l’imbarco per Malapasqua Island… a novembre del 2013 le Filippine sono state colpite dal tifone Jolanda che ha fatto migliaia di vittime e devastanti danni al territorio… anche queste zone sono state investite dal tifone… Sulla piazza di S.Vincente al tavolo dove sto mangiando conosco Martin, un signore filippino che parla benissimo inglese, e mi invita a visitare le sue terre, l’appuntamento è tra 3 giorni qui… Con il ferry vado sull’isola di Malapasqua dove molte abitazioni sono inagibili e le palme sono rimaste con il tronco spelacchiato… trascorro sull’isola due giorni perlustrandola in ogni dove… Ritorno a S. Vincente, aspetto Martin che arriva con un fuoristrada, sul sedile di fianco c’è Antoine dal Belgio, esperto di disastri, dopo qualche chilometro sulla strada principale svoltiamo sullo sterrato… siamo ad Arapal e tutti i terreni circostanti sono proprietà di Martin… mi ritrovo ospite per 3 giorni, mi mettono a dormire dentro grandi tende tipo serra donate dalla Cina e dall’America, assistito e riverito da sorridenti ragazzini, visito molte famiglie con i bambini che hanno perso la casa, in una vasta tendopoli da grossi bidoni si distribuisce il riso e altro cibo, e la domenica si è celebrata la l u n g a messa: Welcome to Arapal Church of Christ… Amen, lascio tutti e prendo il bus per Moalboal, mi piazzo a Panagsama beach e faccio mare e spiaggia a White beach… poi mi dirigo verso la punta sud dell’isola di Cebu dove c’è il traghetto per Negros Province…

12 febbraio… Via Domaguete arrivo a: ‘Welcome To Siquijor’, al porto affitto la moto e mi sistemo in una familiare homestay, nella spiaggia prima del paese di S. Juan… conosco Cindy una giovane ragazza francese e con lei sul sellino della moto scorazziamo per tutta l’isola, la costa, le spiagge e i monti, visitiamo una fabbrichetta dove si produce olio cosmetico di cocco, uno stabilimento che produce latte e yogurt (appena bevuto sono corso in bagno), alla festa di paese ci offrono il pranzo a buffet e noi ci buttiamo a forchettate sul maialino arrosto… 16 febbraio… Lascio l’isola e la dolce Cindy e mi fermo 2 notti nella viva città di Dumaguete, Negros Occidentale… Molte ore di bus ci vogliono per arrivare a: ‘Sipilay 2014 swim bike run’… quest’anno il governo ha organizzato gare di triatlon in tutte le Filippine con lo slogan: il popolo filippino è fuori forma… Mentre gli atleti sovrappeso e trafelati gareggiano, anche io fatico e sudo per la lunga camminata fino a Sugar beach… l’attraverso fino in fondo, poi mi inerpico e supero una collinetta boscosa e alberi di cocco, e giungo in una spiaggia da ‘ wow! che bellezza… In paese c’ è anche un ricco mercato di pesce fresco e ho grigliato alla grande… Faccio conoscenza con 3 ragazzi simpatici che hanno partecipato alle gare e con la loro macchina mi danno un passaggio per Bacolod… poi li saluto e con il ferry, passando da Iloilo, sbarco a Guimaras… faccio due passi e incontro Johnny guida e bikeman, così mi ritrovo su una montainbike a pedalare per tutta l’isola, spiagge, panorami, Trappist Abbey, e un brindisi a succo di mango… 24 febbraio… Sono le ore 15 quando giungo al porto di Caticlan, via Iloilo e Kalibo, Panay… A Boracay mi rilasso per 4 giorni, e mi sistemo economicamente in station 3…

N.d.R. Ogni anno che passa Boracay è sempre più costruita, c’è stata una invasione di sud coreani e cinesi, con i loro migliardi hanno edificato interi orribili palazzoni, all’interno e vicino alla spiaggia, veramente un disastro per questa piccola isola… 28 febbraio… Mi scade il visto…da Kalibo volo a Manila e a Bangkok… Ci mette 2 giorni l’ambasciata a farmi avere il visto: poi son pronto a partire direzione Myanmar… 3 marzo… Volo dal Suvarnabhumi airiport a Yangon… a parte il trovar da dormire mi piace da subito questa città… cammino per le strade, con una atmosfera affascinante di palazzi trascurati e coloniali, di immagini di vita e di persone semplici… vago nei mercati e visito la Shwedagon Paya, passeggio nelle vie e ammiro come la gente è vestita, i camioncini strapieni di ragazzi di scuola, la cerimonia dei monaci e le offerte delle donne, una fila di persone seduta che legge il giornale, un carretto trasportato da un cavallo, il fumoso cibo di strada…

7 marzo… Dopo 20 ore di bus arrivo stordito a Ngapali beach ( ci arriva l’aereo… lo sò, ma vuoi mettere il romanticismo del backpakers )… riesco a trovare una stanza economica e faccio spiaggia per 2 giorni e esploro i dintorni… poi con il bus scollinando un monte arrivo a Pyay… strade sterrate polverose, donne asfaltatrici e riparatrici di strade con i copricapi e le gonne caratteristiche, fà molto caldo, monaci pelati con il saio rosso verso un tempio, e il mercato naturalmente… Riparto e giungo a Magwe, pagoda e cibo dove capita, per strada… 12 marzo… Eccomi a Nyaung U cioè Bagan… trovo una guesthouse, affitto una moto elettrica e anche la bici, giro per tutta la zona dei templi, di giorno e di notte… e scatto molte foto… 16 marzo… Dopo 8 ore di autobus eccomi a Mandalay… va bene il Nylon hotel con il terrazzo al piano alto, nella hall conosco il simpatico viaggiatore Maurizio, affittiamo le bici e ci muoviamo in esplorazione: andiamo al Mandalay Hill con salita a piedi sulla collina, ci fermiamo a contemplare lo Shwenandaw Kyaung, circunavighiamo il palazzo e le mura, costeggiamo il fiume con la sua atmosfera, pedaliamo fino al lago Taungthaman con il ponte in teak U Bein’s Bridge… e che bello passeggiare inoltrandosi nei vicoli nel centro città, e fare un passo indietro nel tempo, botteghe-casa fermentano di attività manuali artigiane casalinghe: molatori di minerali, intrecciatori di rattan, pittori di tele, incisori di legno, cucitori tagliatori assemblatori ceramisti falegnami e cibo ribollente in ogni tegame e in ogni locale, un invito ad assaggiare il pastone mantecato in un grosso pentolone con lunghi bastoni: una smorfia e un sorriso: immangiabile, grazie… ciao Maurizio è stato bello…

19 marzo… leggo ‘Welcome to Hispaw’, ma benvenuto non proprio… non è possibile fare trekking sui monti per via della guerriglia, cosi’ dopo qualche esplorazione della cittadina e dei dintorni la terza mattina si torna indietro… Vado alla stazione dei treni, ci sono una ventina di turisti ma il posto sembra desolato con famiglie che fan pick nic sui binari, omini che attraversano con le traverse sulle spalle, carretti abbandonati, poi sorprendentemente si apre la biglietteria e dopo 45 minuti di attesa arriva l’antico treno, sembra quasi un giocattolo: littorina, vagone prima classe, vagone seconda classe, i binari son più stretti del normale… sono seduto sull’ultimo vagone di spalle alla direzione di viaggio, molti turisti son davanti in prima classe (si viene poi a sapere che quasi tutti, una ventina, sono seduti sui sedili a sinistra e tre ragazze a destra ), il treno parte e inizia a sferragliare, dopo qualche minuto il mio vagone ha forti oscillazioni, e guardando la ragazza francese seduta di fronte a me le dico: o la la! Il tracciato ferroviario ora piega leggermente verso destra, a un certo punto si sente STROC BUAUNNNN un rumore secco fortissimo di ferraglia io mi giro e ci sono urla, panico, mi alzo e vedo che il vagone davanti è deragliato, ribaltato, c’è confusione la situazione è irreale ma sento ragazzi che piangono e grida, scendo dal vagone, guardo li in basso, siamo su un campo di patate e ci sono 3 ragazze doloranti sdraiate che si lamentano, erano quelle sedute a destra , e arriva gente, ragazzini locali, il vagone davanti è coricato e in bilico sull’orlo del terrapieno, gli altri turisti sembrano storditi, un ragazzo dentro il vagone, da una apertura della lamiera, sta buttando gli zaini io vado sotto, vicino, prendo gli zaini e li allontano dal treno che traballa pericolosamente… poi come una truppa al fronte di feriti e traumatizzati ci muoviamo lentamente in fila sopra i binari e dopo 30 minuti giungiamo in un villaggio dove ci aspetta il bus sostitutivo… le tre ragazze son portate all’ hospital del villaggio, ferite ma non gravi… poteva finire peggio… non sempre in prima classe si viaggia più comodi… Nuovamente di ritorno a Mandalay e al Nylon hotel, conosco Sherifa una bella ragazza parigina, e d’accordo saliamo insieme sul bus direzione sud….

23 marzo… Eccoci al Lago Ilne… 4 giorni… primo: affittiamo le bici e pedaliamo su e giù per le strade del territorio intorno al lago… secondo: trekking sulle montagne a est del lago… terzo: gita romantica in barca tradizionale sul lago, templi, museo e artigianato… quarto: giornata libera…

28 marzo… Adieu mon cheri… bus per la capitale e volo Yangon- Bangkok, ed eccomi in Thailandia per l’ultimo mese di viaggio, ora direzione Kuala Lumpur… passo 3 giorni in città sistemato vicino a Khaosan road, per raggiungere le zone interessanti utilizzo i traghetti pubblici lungo il fiume…

1 aprile… Stazione dei bus, autobus, Hua Hin, circa 5 ore di viaggio… Trovo una stanza e mi fermo 2 giorni, si, una bella spiaggia dove si vedono tanti colorati skysurf e alla sera, nelle vie centrali illuminate, mi godo l’animato e ricco street food…

4 aprile… Biglietto combinato bus più boat, Hua Hin – Chumphon- Ko Tao, alle 14 arrivo sull’isola… vado a mangiare un pad thai in un ristorantino e faccio conoscenza con la proprietaria Ma’ Reìy, gentile e dolce donna thai, che mi ospita a casa sua… Esploro l’isola, i monti e le spiagge, dal porto percorro la passeggiata lungo mare fino a Sairee, lunga spiaggia che di sera diventa animata con bar e spettacoli… faccio snorkeling nella baia di Ao Leuk nel tardo pomeriggio, vedo numerosi squaletti e proprio sotto di me una bella tartaruga… Dal molo prendo la barca e sto qualche ora a Ko Nang Yuan…

N.d.R. Nel giro di pochi anni a Ko Tao è aumentato di molto il numero di moto e macchine, c’è sempre più cemento e costruzioni che prendono il posto di locali tradizionali, sempre più turisti a dir poco maleducati che nascondono le cicche di sigarette sotto la sabbia… 8 aprile… Là k’xn Khwàm rak… al mattino mi sposto a Ko Phangan… Voglio dare una scossa, un colpo di energia a questo viaggio in Thailandia… la mia idea è partire da Ban Chalok Lam e arrivare a Hat Rin, a piedi lungo la costa orientale, immagino un tragitto di trekking avventuroso, senza strade, solo sentieri in mezzo alle foreste, ho guardato le cartine, non sò, ho dei dubbi, ma sono speranzoso … è mattino, ho dormito qui, a Chalok Lam in un bungalow… ho il mio zaino da 6,5 kg, mi incammino, all’inizio la strada è asfaltata e in salita, dopo circa 1 km finisce e inizia un sentiero che si inerpica sulla collina, questo era ben segnato sulla mappa, lo conoscono tutti, vado tranquillo in salita per 20 minuti poi inizio a scendere e in un quarto d’ora arrivo alla spiaggia, bottle beach, bella spiaggia, la percorro tutta fino all’altro capo pensando di cercare una apertura, un passaggio, trovo invece una strada di terra battuta larga 3 metri, e gli alberi abbattuti per 10 metri, vaa beh, cammino per un ora sotto il sole e nella polvere e arrivo su una strada asfaltata… ‘non un sussulto, non un fremito’ … giro sulla discesa, a un certo punto c’è un bivio, a sinistra si va a Ao Thong Nai Pan Noi ma io vado dritto, iniziano le prime costruzioni, e arrivo sullo stradone di Ao Thong Nai Pan Yai, poi tra le case imbocco una strada, sono nella direzione giusta, le case si diradano e inizio a salire, non su un sentiero, ma su un’altra strada in terra battuta bella larga… ‘non una ebrezza, non uno scossone’… un po’ scoraggiato ma ancora su di morale dopo una lunga camminata senza sorprese, giungo sulla spiaggia di Than Sadet, qui mi batte un pò il cuore chè la baia è emozionante… Dopo aver superato il ponticello, sulla foce del fiume, mi sistemo su una fantastica capanna con terrazza e un cesso spettacolare al Mai Pen Rai bungalow… mi sento così a mio agio qui che mi fermo 2 notti… sulla spiaggia faccio conoscenza con il più grande massaggiatore di tutti i tempi, tra le sue performance un massaggio con i piedi bagnati nell’olio bollente, una goduria indicibile… Lascio la mia casa, guado il fiume e questa volta mi trovo tra le piante, non c’è il sentiero, subito una bella salita tra la vegetazione che si fà più fitta, che fatica ad avanzare, mi faccio strada tra arbusti e alberi spinosi, pietre piccole e enormi mi ostacolano nel percorso, mi inerpico tra passaggi stretti e buche profonde, mi perdo, il bosco è inestricabile, torno un po’ indietro, mi arrampico a fatica su un pietrone, scelgo una direzione, salto giù e mi faccio spazio tra rovi e cespugli appuntiti, tra su e giù, spunto in uno spiazzo tra i cocchi e una strada sterrata che arriva dal basso e prosegue in su, ( sicuro che c’è la strada, sono io che stamattina, dalla spiaggia, non l’ho vista) quindi l’avventura è già finita, ora cammino comodo e raggiungo un punto panoramico da dove si ammira la baia e la spiaggia di Than Sadet, proseguo in salita e sento dei rumori, che si fanno via via più forti man mano che salgo, a un certo punto dal chiasso più forte capisco che sono dei camion e poi lo vedo , è una grande draga, arrivo in cima e mi prende un colpo! uno spazio sterrato infinito, la foresta, ‘parco nazionale’, rasa al suolo, un enorme cantiere edile pieno di autocarri roboanti… A questo punto mi scoraggio, mi cadono proprio le palle, attraverso il cantiere, c’è una strada che và dal mare verso l’interno, la percorro tutta in un ora, fino a incontrare lo stradone asfaltato, passa un songthaew e in 15 minuti sono al Ban Tai resort …

N.d.R. Nella zona deturpata dai buldozer per fortuna ancora non hanno costruito l’aeroporto… Nel 2017 la spiaggia di Mae Haad di fronte a ko Ma è stata devastata da un enorme complesso residenziale che ha impedito persino l’accesso alla sabbia, un vero scempio… A Than Sadet i turisti di massa: 1) arrivano con i motoscafi dal mare e parcheggiano sulla spiaggia: inopportuni, fastidiosi, molesti a dir poco …, 2) sulla sabbia e soprattutto sotto i primi granelli ci sono migliaia di cicche di sigarette: criminali, terroristi a dir poco… Il massaggiatore non l’ho più visto…

14 aprile… Ko Samui, trovo una guesthouse a Lamai, affitto la moto e per 3 giorni giro tutta l’isola, faccio il bagno a Hat Mae Nam, spiaggia a Hat Choeng Mon, sera a Hat Chaweng, relax a Lamai… tutto scontato…

18 aprile… Da Surat Thani prendo il treno, un lungo viaggio per arrivare a Sungai Kolok, passo la frontiera e sono a Rantau Panjang, Malesia, con il bus un breve tragitto mi porta a Kota Baru… Il giorno dopo con il bus vado al porto di Kuala Besut e mi imbarco sul ferry per le isole Perhentian… Trovo una semplice capanna sulla long beach di pulao kecil e mi fermo 4 giorni… esploro in lungo e in largo tutta l’isola e con la barca faccio snorkeling all around le isole… 25 aprile… Con il bus arrivo nella cittadina di Tanak Merah e salgo sul Jungle railway… Dopo un lungo e bel viaggio in mezzo alla Malesia arrivo a Gemais, cambio treno per Kuala Lumpur… 27 aprile… volo Kuala Lumpur – Milano Malpensa, bus per Torino…



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