“La MIA Francigena”: Milano – Roma in bici lungo la Via Francigena

Viaggio On The Road (bici da corsa, gomme 28) lungo l'antica via di pellegrinaggio Francigena alla scoperta di storia e bellezza italiane.Pernottamento in ostelli e ospitali del pellegrino a tariffe convenzionate (per possessori della credenziale della Via Francigena)
la mia francigena: milano - roma in bici lungo la via francigena
Partenza il: 27/07/2020
Ritorno il: 04/08/2020
Viaggiatori: 1
Spesa: 500 €
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A scrivere è una persona amante della storia, della natura, dell’arte: insomma, dell’Italia. Passioni che possono ben coesistere con un altro amore, quello per la bicicletta con la quale ho viaggiato lungo la Via Francigena, un’antichissima rotta di pellegrinaggio che da Canterbury (Regno Unito), passando da Francia e Svizzera, accede in Italia dal Colle di S. Bernardo (Aosta) discendendo la penisola sino a Roma. Entrata nel mito grazie ai resoconti di viaggio dell’arcivescovo Sigerico (950 – 994 d.C.) che percorse l’itinerario al crepuscolo del X secolo da Roma alla propria sede episcopale, dal 2001 l’Associazione delle Vie Francigene si è prodigata in un lavoro di promozione di questo percorso di circa duemila chilometri colmo di natura e folklore. Una “via di culture” come la battezzò il medievista transalpino Jacques Le Goff.

DAY 1 MILANO – CORTE DI SANT’ANDREA (LO)

All’ombra della Madonnina di Milano, tuta d’ora e piscinina, che domina la città dal 1774 dalla guglia più alta del Duomo, comincia la nostra avventura. Il capoluogo meneghino non è contemplato nell’itinerario di Sigerico, così, lungo l’Alzaia del naviglio pavese raggiungiamo Pavia, antica capitale del regno longobardo e città dei Visconti – futuri Signori di Milano – che ne fecero un grandissimo centro intellettuale fondando l’Università nel 1361. Le torri medievali, il pittoresco ponte coperto e la basilica di San Michele Maggiore, una chiesa in stile romanico lombardo (XII sec.) costruita con arenaria dell’Oltrepò pavese, che deve la sua fama quale luogo d’incoronazione di re e imperatori come Federico Barbarossa nel 1155. Nel verde della pianura padana emergono il Castello di Belgioioso e la Grangia Benedettina di Orio Litta, costruzione che conservava i prodotti ricavati dalla coltivazione dei terreni annessi all’abbazia. La prima tappa si conclude alla Corte di S. Andrea, a pochi passi dal celebre Transitum Padi (o Guado di Sigerico), unico attraversamento fluviale dell’intero percorso. Ancora oggi servizi di barche accompagnano i viaggiatori oltre le acque del fiume Po.

DAY 2 CORTE DI SANT’ANDREA – FORNOVO DI TARO (PR)

Varcato il fiume più lungo d’Italia, ecco comparire la distinta Piazza dei Cavalli di Piacenza, la più antica colonia romana dell’Italia settentrionale: non a caso uno dei simboli di questa città è proprio la lupa. E’ chiamata anche la “Primogenita” essendo stato il primo centro urbano a unirsi in maniera plebiscitaria ai Savoia nel 1848. Tra le sterminate piantagioni di mais sorge l’Abbazia di Chiaravalle della Colomba (Alseno): legata a S. Bernardo, la denominazione “della Colomba” ha due origini: la prima legata ad una leggenda narrante una colomba bianca alla guida dei monaci nel momento della fondazione; la seconda è riferito al mistero dell’Annunciazione di S. Maria Assunta. Dunque eccoci a Fidenza che deve molta della sua importanza proprio al transito di pellegrini. Qui si è sviluppato nel tempo una località dotata di strutture ricettive, assistenziali e di ospedali: una Pieve che è diventata sempre più importante fino a diventare Chiesa Cattedrale, S. Donnino. Sulle sponde del fiume Taro, all’altezza di Fornovo, si chiude la seconda tappa della “Mia Francigena”.

DAY 3 FORNOVO DI TARO – SARZANA (SP)

L’ascesa tra gli appennini ci accompagna al Duomo di S. Moderanno di Berceto dove, nel 718, a seguito di un miracolo legato alle reliquie di S. Remigio, il Vescovo di Rennes decise di fondare un monastero, l’odierna chiesa. Nel 1971, in una tomba sotto il presbiterio, fu ritrovato un calice di rara bellezza: che si tratti del Sacro Graal? Dopo le bellezze che solo la montagna può regalare a 1041 metri giungiamo al Passo della Cisa ed è qui consuetudine di ogni ciclista una visita alla Madonna della Guardia, protettrice degli sportivi. Dopo la discesa nel verde dei boschi ecco comparire Pontremoli e il convento dei frati cappuccini sino giungere a Sarzana, erede dell’antica Luni, graziosa cittadina nel cuore della Lunigiana, esempio di architettura militare fiorentina, voluta da Lorenzo il Magnifico fra il 1487 e il 1492 all’alba della vittoria contro i genovesi. La Superba conquistò poi la città e completò la costruzione della cinta muraria. In questa Cittadella riposeremo in vista del nostro viaggio.

DAY 4 SARZANA – MASSA

La quarta tappa incrocia la storia antica: Luni (oggi Ortonovo) colonia della dea Selene nel 177 a.C., importantissimo porto fluviale del fiume Magra anche in età medievale quando molti pellegrini s’imbarcavano alla volta della Spagna e del Cammino di Santiago. A testimonianza della sua antica gloria oggi rimangono i resti dell’anfiteatro di epoca imperiale. Lo splendore della dea Luna si eclissò nel corso del XII secolo a causa dell’impaludamento e della malaria. Splende invece il marmo di Carrara e di Massa dove domina il castello dei Malaspina, famiglia che legò in più momenti il proprio nome a quello della città fino al plebiscito del 1859 che ne sancì l’ingresso nel Regno d’Italia. Il Palazzo Rosso, oggi Prefettura in piazza Aranci, è uno degli edifici più caratteristici, appartenuto alla famiglia Cybo – Malaspina. Le spiagge di Marina e i suoi pontili tentano il pellegrino ad una vacanza balneare ma, salvo un bagno rigenerante, il viaggio deve continuare.

DAY 5 MASSA – SAN MINIATO (PI)

Da Massa ci addentriamo nella Toscana attraversando Pietrasanta, capoluogo storico della Versilia ove nacque il letterato premio Nobel, Giosuè Carducci (1835 – 1907), Camaiore e la badia di S. Pietro, fondata nel VII secolo dai monaci benedettini, punto di riferimento dell’itinerario Romeo e sede del Festival Organistico sino giungere all’affascinante Lucca, con la sua piazza dell’Anfiteatro e le sue “100 Chiese” tra cui spiccano per bellezza San Michele in Foro e il Duomo di San Martino, la cattedrale più antica della Toscana (VI secolo). Sulla parete del suo portico è scolpito un labirinto, “costruito da Dedalo cretese dal quale nessuno che vi entrò poté uscire eccetto Teseo aiutato dal filo di Arianna”: alcune interpretazioni lo leggono come un’allegoria del percorso che il pellegrino deve compiere sulle strade del mondo fino a giungere al destino cristiano: la Vita dopo la morte. Lungo la Via si presenta Altopascio, celebre per aver dato i natali ai Cavalieri del Tau – dal mantello nero e la tau greca, simile a una T e simbolo di salvezza – ordine religioso cavalleresco del XI secolo. Sul colle di San Miniato, all’ombra della Torre di Federico II, il pellegrino trova vitto e alloggio in attesa di proseguire il suo viaggio.

DAY 6 SAN MINIATO – SIENA

Nella radiosità della Val D’Elsa sorge San Gimignano, dichiarata patrimonio dell’umanità UNESCO nel 1990. Famosa per le sue vetuste torri che le hanno valso il soprannome di “Manhattan del medioevo”: la più antica è Torre Rognosa (inizio del XIII secolo), la più alta è Torre del Podestà (54 metri). “Però che, come su la cerchia tonda /Montereggion di torri si corona /”: è il più celebre tra i poeti italiani, Dante Alighieri, a presentarci questo luogo nel canto XXXI dell’Inferno quale prova della sua conoscenza circa la bellezza di Monteriggioni, questa corona di pietra (la cinta che racchiude il borgo misura 570 metri), costruita dai senesi tra il 1213 e il 1219 come baluardo difensivo contro la rivale Firenze. Ed eccoci infine proprio in una delle città più belle d’Italia: Siena, patrimonio UNESCO dal 1995. La sua bellezza – quasi intatta dal 1300 – parla da sé. Piazza del Campo è una conchiglia divisa in nove sezioni (in ricordo dei Nove Signori che governarono la città alla fine del XII secolo) che si trasforma in arena durante il celebre Palio. Qui si erge la torre civica del Palazzo Comunale, costruita tra il 1338 e il 1348 , curiosamente chiamata la Torre del Mangia dal suo antico campanaro, famoso in città per il suo amore – caro – per la buona cucina. Il Campanone svetta in cima ed è chiamato Sunto in onore della Madonna Assunta. A Lei è dedicato anche il bellissimo Duomo, consacrato nel 1179; i lavori di ampliamento della chiesa continuarono fino al Trecento quando si interruppero a causa della Peste Nera. Autentica meraviglia è il pavimento a commessi marmorei, unico nel suo genere per ricchezza di creatività e dimensioni, bicromato, bianco e nero come i colori di Siena, città che meriterebbe assolutamente più di una manciata d’ore per essere ammirata in tutta la sua meraviglia.

DAY 7 SIENA – PONTE A RIGO (SI)

A sud della città ecco la celebre Val d’Orcia (Patrimonio dell’Umanità 2004) che con i suoi colori pastello sembra uscita dalla tela di un pittore. Il verde primaverile cede il passo al giallo brillante estivo ma il suo incanto non sembra risentirne mentre incontriamo Grancia Cuna – piccolo borgo con mura e torri con al centro il granaio fortificato originario del XII secolo – e Buonconvento, inserito nella lista “Borghi più belli d’Italia” grazie alla sua cinta muraria del 1379: in origine aveva due sole porte di accesso, Porta Senese sul lato nord, che conserva ancor oggi gli originari infissi e Porta Romana distrutta nel 1944 dai tedeschi in ritirata. Montalcino e le sue vigne elevano la bellezza di questa valle prima di giungere al suo cuore: San Quirico d’Orcia, antichissimo borgo di origini etrusche con la Collegiata dei Santi Quirico e Giuditta, un edificio romanico VIII secolo. Scendendo da Vignoni Alto ecco giunti a Bagno Vignoni e la sua elegante piscina termale dalle acque miracolose – bicarbonato-solfato-alcalinoterrose-ipertermiche – che sgorgano ad una temperatura di circa 49°. Moltissime fonti sono presenti nei paraggi, dove è possibile immergersi come fecero al loro tempo Lorenzo il Magnifico e Santa Caterina da Siena. Il suggestivo orizzonte della Val d’Orcia ci accompagna sino al monte dove svetta Radicofani: qui, fiera, si erge la torre di guardia sul quel confine che separava allora il Granducato di Toscana dallo Stato Pontificio. Il monumento più notevole dell’antico borgo è la chiesa romanica di S. Pietro (XIII secolo) danneggiata dall’ultima guerra e restaurata nel 1946. Nella Fortezza di Radicofani ha vissuto il Robin Hood della val d’Orcia: Ghino di Tacco, brigante del XIV secolo.

DAY 8 PONTE A RIGO – VITERBO

L’indomani abbandoniamo la Toscana per entrare nel Lazio alla volta di Viterbo. La Via Francigena svela al viaggiatore la cripta della Cattedrale del Santo Sepolcro di Acquapendente che custodisce un sacello a forma di piramide riproducente il Santo Sepolcro di Gerusalemme, il lago Volsinio e Bolsena, le cui vicende storiche sono legate alla via Cassia che le donò prosperità durante l’epoca romana e distruzione al tempo delle invasioni barbariche. Fu proprio la Francigena a farla rinascere divenendo nel XV secolo patrimonio di San Pietro. Saliti a Montefiascone, a 100 chilometri dalla tomba di S. Pietro, si può godere di una vista mozzafiato sul bacino lacuale dalla Torre del Pellegrino. Dopo aver provato l’ebrezza di percorrere il basolato dell’antica via Cassia ed esserci riposati in acque termali, ecco attenderci la città dei papi: Viterbo, nel XIII secolo sede pontificia per circa un quarto di secolo, ci accoglie con la bellezza del Quartiere di San Pellegrino, la Loggia dei Papi e la suggestiva piazza di San Lorenzo.

DAY 9 VITERBO – ROMA

Il nono giorno, l’arrivo nella Città Eterna: dopo aver attraversato Vetralla e Capranica eccoci a Sutri, inserito tra i “Borghi più belli d’Italia”. Di interesse storico l’antico insediamento “fondato” dal dio Saturno in un imponente rilievo di tufo nel quale sono stati scavati l’anfiteatro e una necropoli etrusca. In quella che oggi è la chiesa della Madonna del Parto vi trovava sede il mitrèo, luogo di culto dell’antica religione misterica del mitraismo. Il poeta tedesco J. W. von Goethe constatò nel suo “Italienische Reise” (edito nel 1816) che nel Belpaese bisogna assolutamente visitare tre luoghi: i laghi prealpini, il golfo di Napoli e la campagna laziale. Non aveva torto, ammirando i panorami che ci accompagnano in questa regione tra cui il parco della Cascate di Monte Gelato (Mazzano Romano). Giunti alla ciclabile del Tevere che scivola sino a Ponte Milvio, Piazza Cavour e Castel Sant’Angelo si entra trionfalmente in Roma. Ecco laggiù l’inconfondibile cupolone di San Pietro che sembra abbracciare con il maestoso colonnato del Bernini (1598 – 1680) il pellegrino: “Quando le vostre gambe saranno stanche, camminate con il cuore” disse l’indimenticabile Giovanni Paolo II. All’Opera dei Pellegrini – esibendo la propria credenziale con i timbri ottenuti lungo il percorso – ecco ricevere il Testimonium, il documento che attesta il viaggio compiuto. I tesori della Roma dei Cesari e dei Papi sono troppo noti al mondo intero per essere meramente qui elencati ma sono sicuramente il giusto premio per le fatiche e la calura affrontate.

W LA BICI!

Bellezze italiane, luoghi sacri e profani che la Francigena dispiega davanti ai propri occhi. Un viaggio incredibile, un connubio di sport e cultura (se non si è mossi dalla fede) che merita di essere goduto: Patria mea totus hic mundus est

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La Val d'Orcia si veste di giallo

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Arrivo

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La Via Francigena

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From UK to Rome

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Testimonium

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Passo della Cisa



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