Istanbul: porta d’Europa porta del tempo
Partenza da Napoli con la Turkish Airlines verso il nuovo aeroporto della città inaugurato solo qualche settimana prima. Enorme, il più grande al mondo che però dista 50 km dal centro ed è collegato al centro città solo su gomma: taxi, navette e bus che partono ogni 30 minuti e che impiegano quasi un’ora, traffico permettendo, per raggiungere il centro. Attraverso i vetri del bus che ci porta in centro ho il primo impatto con Istanbul. Nelle strade c’è movimento: auto, carretti, persone si affollano tra palazzoni moderni e moschee. Ma soprattutto si vedono bandiere: tantissime ovunque. La mezzaluna e la stella, bianco su rosso, sui palazzi importanti così come sui balconi delle case modeste, sui cancelli, fuori dai negozi, sulle fermate dei mezzi pubblici e si capisce subito che l’orgoglio nazionale è forte. Il centro di Istanbul è caotico e pieno di traffico, dall’aeroporto al centro abbiamo impiegato circa un 50 minuti ma ora si si procede a passo d’uomo, l’hotel non dista molto cosi decidiamo di anticipare la fermata e proseguire in metro.
Arriviamo all’Hotel situato nel quartiere Fatih a poco più di un km dalla colonna di Costantino considerato uno dei quartieri più “conservatori” di Istanbul, è la zona più osservante dal punta di vista religioso, con al centro il monumentale complesso della Moschea di Fatih. Passeggiare per le sue strade, nella zona di Malta Çarşı, la zona del mercato, è un’esperienza che non può lasciare indifferente. le strade pullulano di negozietti di tappeti e tessuti e le vetrine straripano di dolci, nell’aria odore di kebap e poi carretti di ambulanti che vendono pannocchie o caldarroste. Tenete presente che tutta la zona a sud di Sultanahmet è verso il basso. Quindi se scegliete un albergo in questa zona, sappiate che occorre fare un po’ di salita prima di arrivare nella zona della Moschea Blu. Non vediamo l’ora di tuffarci nell’atmosfera turca, e con l’adrenalina a mille usciamo. Essendo tarda sera decidiamo di fare un giro del quartiere e di salire fino alla piazza dell’antico ippodromo bizantino, dove ci sono due obelischi ed il resto di un antica colonna romana. Ormai è a portata d’occhio la famosa Moschea Blu o Sultanahmet Camii. Dall’esterno è maestosa con i suoi 6 minareti altissimi. L’entrata dei visitatori (visita gratuita essendo luogo di culto – gradita un offerta simbolica) è sulla destra rispetto all’ingresso principale. Sono passate le 18, la moschea sembra ancora aperta, ci togliamo le scarpe ed entriamo e riusciamo a godercela quasi in solitudine in tutto il suo splendore. L’interno per quello che abbiamo potuto ammirare, in quanto in fase di restauro, è davvero bello e il colore blu dei tulipani dipinti sulle ceramiche la rende unica. L’appellativo Blu deriva dalla colorazione delle 15 mila piastrelle che rivestono l’interno della maestosa cupola centrale (coperta per restauro). Una vista spettacolare di questa moschea si ha quando si esce e si fanno un po’ di passi verso la moschea posta di fronte, quella di Santa Sofia, e ci si gira le spalle attraversando la zona della fontana che di notte è davvero suggestiva. Ceniamo al vicino Gulhane Sark Sofrasi ben recensito su TripAdvisor. Si mangia bene, prezzi convenienti ed ospitalità da parte del personale molto familiare e cordiale. Stanchi e assonnati si va a nanna.
Ore 5 circa. Una sveglia inattesa il canto suadente dei muezzin ci sveglia all’ improvviso. Dopo un attimo di smarrimento e di stupore ci rimettiamo a dormire. La colazione è locale con pomodori, olive e cetrioli che fanno da contorno a purè e uova sode. Per fortuna c’è il Nescafé con marmellata e pane. La prima tappa di stamattina è il Grand Bazar (Kapali Carsi), caos e colori, un enorme labirinto di oltre 3000 negozi e bancarelle carichi di merci: tessuti, tappeti, ceramiche, lampade, gioielli abbigliamento e ogni genere di manufatto. Malgrado le indicazioni è facile perdersi. questo mercato conta anni di storia. Vi ipnotizzerà la sua atmosfera senza tempo di Bazar mediorientale, con lo scintillio dorato delle botteghe orafe, il profumo delle spezie ed il via vai frenetico dei venditori di Tè. Un po’ fuori luogo i negozi che proponevano i falsi delle più importanti case di moda internazionale. Appena fuori da Bazar invece si assaggiano gustose specialità turche: ad ogni angolo si trovano carrettini che vendono i simit, ottime ciambelline di pane ai semi di sesamo. Infiniti sono i negozietti e le gastronomie che vendono dolci tipici: baklava e lokum. I primi sono fagottini di pasta dolce con miele farciti con pistacchio o nocciole; i lokum invece sono cubetti colorati che hanno al consistenza delle caramelle gelatine e si trovano in moltissime varianti. Da qui ci spostiamo alla Moschea di Solimano (Suleymaniye camii), questa moschea sovrasta il quartiere dei Bazar e si trova sul sesto colle di Istanbul, quindi per arrivarci la strada è leggermente in salita. Questa moschea fatta costruire da Solimano il Magnifico è bellissima, imponente ed è una delle poche senza impalcature in questo periodo, l’interno è più chiaro, più luminoso grazie alla presenze di tante finestre e ad un uso meno preponderante di ceramiche di Iznik. Inoltre, la si può visitare veramente bene perché poco affollata. Secondo il mio parere vale molto di più della moschea blu. Circondata da bellissimi e curatissimi giardini, nel complesso della moschea vi è la tomba di Solimano e dei suoi successori. Usciamo dalla porta di Muvakkithan, ingresso principale del cortile, da qui scendiamo verso il porto attraversando un quartiere sgarrupato e colorato per poi finire in un dedalo di viuzze pieno di negozietti di ogni tipo.Pochissimi minuti e arriviamo a Eminonu square, il cuore pulsante di Costantinopoli, da qui partono i traghetti per il Bosforo e per la sponda asiatica. Qui c’è una stazione di autobus dove fanno capolinea numerose linee e passa il tram che collega Kabatas a Bagcilar. Sulla piazza c’è la moschea Yeni o (Moschea Nuova in ristrutturazione), elemento distintivo dello skyline cittadino. C’è il Bazar Egiziano (Misir Carsisi) montagne di spezie colorate, frutta secca e dolci. A Eminonu c’è sempre un mucchio di gente, soprattutto turchi che scendono da un traghetto per prendere un autobus o viceversa, dominato dal moderno Ponte di Galata, che collega la città vecchia con quella moderna. Il ponte si può percorrere sia a piedi che in tram. Sul piano superiore si osservano i pescatori; il piano inferiore è ricco di ristorantini e bar. Dal ponte si ammira uno splendido panorama: da un lato le moschee che si stagliano contro il cielo, dall’altro l’imponente Torre di Galata che domina il quartiere della città moderna. Arriva il tram si torna a Sultahnamet.
Anche oggi svegliati dal richiamo del muezzin e anche oggi colazione turca. Dopo di che direzione Palazzo Topkapi. Il magnifico palazzo dei sultani ci attende. A Santa Sofia la coda è già lunghissima ma per ora non è un problema che ci riguarda, dedichiamo l’intera mattinata alla visita dell’immensa e sontuosa reggia. Si fa un biglietto che costa 60 lire turche ed un altro biglietto per l’harem che costa 35 lire turche. Lasciatevi meravigliare dalla bellezza dei giardini meticolosamente curati, dall’eccentrica abbondanza di stucchi dorati alle pareti dei palazzi, dalle forme fiabesche delle costruzioni, dalle fontane, dai mirabolanti giochi geometrici delle piastrelle, dai punti panoramici sulla città, dalla ricchezza che è tangibile ovunque. Peccato che la Tesoreria fosse in restauro. Quindi niente Pugnale e diamanti. Il complesso museale comprende anche un vastissimo assortimento di vestiario, armi, armature, miniature, reliquie religiose (come il Burda, il mantello verde di Maometto e la sua spada, il bastone di Mosè, varie reliquie di profeti minori, e anche le chiavi del Ka’aba, il luogo più sacro dell’Islam che si trova alla Mecca) e manoscritti illustrati (es. il c.d. “Rotolo Topkapı”). A guardia del museo sono preposti sia ufficiali del ministero sia guardie armate dell’esercito turco. Chiudiamo la visita con l’Harem, un dedalo di corridoi, appartamenti e sale piastrellate, una più bella delle altre. Ospitava circa 1000 donne, schiave provenienti da ogni angolo dell’impero ottomano; queste aspiravano a diventare le favorite del sultano e a dargli un figlio, circostanza che poteva portare al matrimonio. Nel frattempo, si sono fatte le 14 la fame chiama pranziamo in un self-service in zona visto che abbiamo programmato la visita di un altro simbolo cittadino che sorge a pochi metri dal palazzo, Aghia Sofia. Prendiamo primo (couscous) secondo (pollo con funghi ricoperti di formaggio) contorno bibita e dolce(bakalva) a soli 60 lire.Placata la fame ci mettiamo in fila per Santa Sofia, una delle più grandiose costruzioni al mondo. Inaugurata da Giustiniano nel 537 è simbolo di raffinatezza dell’architettura bizantina. Poi nel 1400 gli ottomani la trasformarono in moschea, successivamente nel 1934 fu sconsacrata ed è diventata un museo. L’interno è un magnifico esempio di grandezza ed opulenza: una cupola enorme, colonne e pavimento di marmo, grandi medaglioni calligrafici, mosaici bizantini. Gli immensi spazi rapiscono lo sguardo che si perde alla ricerca di particolari, la luce che filtra dalle 40 finestre dell’enorme cupola è surreale. All’esterno si erge la fontana delle abluzioni, molto bella in stile rococò. È la nostra ultima giornata in città, ritorniamo a Beyoglu di buon’ora sperando di trovare meno fila di ieri alla Torre di Galata, beh diciamo che poteva andar peggio (45 minuti di fila). Costruita dai genovesi a difesa del punto più stretto del Bosforo offre uno splendido colpo d’occhio sia dal basso che dalla sua sommità. Nonostante il percorso è angusto per due persone alla volta, è bello vedere Istanbul a 360 gradi. Oltre la torre si giunge alla famosa Istiklal Caddesi: centro della vita diurna e notturna, una via pedonale con negozi, ristoranti, caffè e fast food alla moda. L’unico mezzo di trasporto che attraversa questa via è un caratteristico tram d’epoca rosso con gli interni in legno. non è certo paragonabile ad altre vie cosiddette dello shopping di altre capitali europee, a me ricorda un po’ Lisbona. Camminiamo fino a piazza Taskim, nella zona europea di Istanbul. la piazza è grande colma di gente, al centro sorge il monumento alla Repubblica. Ci fermiamo ad un self-service per pranzare e rilassarci un po’ dopodiché ripercorriamo in senso inverso la Istiklal Caddesi per riaddentrarci nel quartiere di Galata nei suoi scorci romantici tra negozietti caratteristici e negozi di strumenti musicali ed andar al porto per farci una bella gita in traghetto. Scegliamo la municipalizzata Turyol (20 Lire ben spese). Il giro classico che vi viene proposto dure due ore circa e vi permette la navigazione fino alla fortezza di Rumeli costeggiando la parte europea di Istanbul e poi il ritorno lo si fa sfiorando la zona asiatica. Degni di nota sono gli scorci dello sky line turco misto grattacieli e moschee, il palazzo Dolmabhce (residenza dei sultani), l’isoletta di Galatasaray, la moschea di Mecidiye a Ortakoy, e tante residenze benestanti su entrambe le sponde. Giunto al ponte di Fatih Sultan Mehemet il traghetto comincia il tragitto di ritorno passando per la famosa Torre di Leandro.Una volta sbarcati essendo ora di cena concludiamo la serata mangiando kebap in uno dei ristorantini con vista del porto. Ce ne torniamo in albergo soddisfatti accompagnati dall’ultimo richiamo Adhal della giornata.
Se qualcuno avesse dubbi o perplessità sulla Turchia posso garantire che è un posto accogliente da provare ad Istanbul ci siamo sentiti sempre sicuri a qualsiasi ora del giorno e della notte. I controlli sono al massimo livello i metal detector e la polizia sono ovunque. Il giorno successivo partiamo di buon mattino in direzione aeroporto per il ritorno a casa, non senza un po’ di tristezza per lasciare questa stupenda città ricca di storia. Istanbul vi stupirà con i suoi contrasti e i suoi eccessi e vi farà innamorare col fascino dei suoi edifici storici e della sua atmosfera