Giordania e Israele in due settimane
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Ecco in breve come ho organizzato il tutto e un riassunto della nostra esperienza. Aggiungo che il viaggio è stato facile e non abbiamo avuto nessun inconveniente. La Giordania si è rivelato un paese tranquillo e sicuro, e lo stesso posso dire dei giorni che abbiamo trascorso in Israele (dove, si sa, la situazione può cambiare piuttosto rapidamente).
Il volo l’ho prenotato circa un mese e mezzo prima di partire, con andata da Venezia ad Aqaba e ritorno da Tel Aviv a Venezia. Il confine tra Giordania e Israele l’abbiamo attraversato via terra al valico King Hussein/Allenby Bridge.
Il tempo a disposizione è stato diviso così: 7 giorni in Giordania + 7 giorni in Israele (questi ultimi divisi in 4 giorni a Gerusalemme e 3 a Tel Aviv).
1° settimana – Giordania
Giorno 1: Aqaba
Atterriamo ad Aqaba puntuali alle 13:30. Un taxi ci accompagna al Dweik Hotel 3 in centro città.
Passiamo il pomeriggio in giro per Aqaba e sul lungomare. La città non è un granché ma abbiamo modo di ambientarci e fare alcune attività pratiche: nel tardo pomeriggio ritiriamo l’auto a noleggio (che restituiremo a Madaba – la compagnia a cui mi sono appoggiata si chiama Rent a reliable car, di cui avevo letto in un resoconto di viaggio proprio su TPC), cambiamo una quantità sufficiente di Euro in JOD. Ceniamo in centro all’aperto, cosa insolita per la viglia di Natale, anche se la cena non è memorabile.
Giorno 2: Wadi Rum
La mattina di questo Natale insolito partiamo per Wadi Rum. Da Aqaba è circa 1 ora di viaggio verso le montagne. Superiamo un paio di check-point e poi abbandoniamo l’autostrada per una deviazione che ci porta al Wadi Rum Village e da lì, al campo tendato dove ho prenotato per la notte (Hasan Zawaideh Camp). Prenotiamo un’escursione di 4 ore in Jeep (costo 65 JD). Il pomeriggio nel deserto è un’esperienza fantastica, il Wadi Rum è un posto dalla bellezza incredibile. Veniamo messi alla prova dalle raffiche di vento e rientriamo al tramonto piuttosto infreddoliti, ma lì fuori c’è un ambiente naturale che merita assolutamente di essere esplorato.
Mi pento solo di non aver previsto una permanenza un po’ più lunga per fare un’escursione nelle zone più remote del Wadi Rum. La sera si cena in modo semplice al campo tendato, e poi a letto presto.
Giorni 3 e 4: Petra
La mattina del 26/12 lasciamo il Wadi Rum alla volta di Wadi Musa (2 ore di viaggio), la cittadina prettamente turistica che sorge accanto a Petra. Il meteo sarà entrambi i giorni ventoso e piovoso il mattino, per poi concedere una tregua nelle ore pomeridiane. Dedichiamo a Petra 2 giornate, così da poterla vedere con calma e fare anche un paio di bellissimi trekking (il sentiero che porta all’altura del sacrificio e il sentiero del Monastero, cosa assolutamente consigliata).
Dormiamo al P Quattro Relax Hotel, una bella struttura molto frequentata da italiani.
Se vi interessano maggiori informazioni sulla mia visita a Petra, ho pubblicato un post dedicato nel mio blog di viaggi e ve ne segnalo il link:
Giorno 5: Strada dei Re
Lasciata Wadi Musa facciamo una sosta a Piccola Petra (per visitarla considerate circa un’ora del vostro tempo, sempre che non vogliate fare dei trekking in zona). Da qui intraprendiamo la strada dei re facendo tappa a Shobak e Karak per visitare i bellissimi castelli dei crociati. Nel tardo pomeriggio arriviamo a Madaba, dove pernottiamo per le ultime 3 notti in territorio giordano al Mosaic City Hotel.
Giorno 6: Monte Nebo e Mar Morto
Il mattino da Madaba ci rechiamo al Monte Nebo (che dista solo 8 km), il luogo dal quale Mosè vide per la prima volta la terra promessa. Da qui la vista di estende sul mar Morto e sui territori palestinesi. Una strada con numerosi tornanti scende verso la depressione del Mar Morto, dove finalmente scatta la fase relax: acquistiamo 2 ingressi per la spa del Movenpick Resort, e ce ne stiamo in ammollo nella infinity pool per il resto della giornata. Un breve bagno nelle leggendarie e salatissime acque del mar Morto è d’obbligo, ed è anche un’esperienza piuttosto divertente.
Giorno 7: Jerash e Madaba
Questa volta da Madaba ci spostiamo a nord per visitare l’antica città romana di Jerash. Un sito archeologico molto vasto e straordinariamente ben conservato, come mai ho avuto modo di vedere in altri contesti. Da non sottovalutare e da includere tra le voci essenziali di un viaggio in Giordania. La visita di Jerash dura 3-4 ore e si cammina molto (consigliabile portarsi da mangiare e da bere). Il pomeriggio rientriamo a Madaba e ne approfittiamo per visitare le chiese della città, conosciute per i loro celebri mosaici. Restituiamo anche l’auto a noleggio (un impiegato della compagnia di noleggio viene a ritirarla al nostro hotel), che d’ora in poi non ci servirà più.
2° settimana – Israele
Giorno 8: passaggio dalla Giordana a Israele
Alle 9 prendiamo un taxi (prenotato in hotel il giorno prima, costo 30 JD) e ci facciamo portare al valico di frontiera Allenby Terminal / King Hussein Bridge. Qui espletiamo le pratiche di uscita dalla Giordania e saliamo nel bus navetta che ci porta in territorio israeliano. Sbrigate le pratiche dell’immigrazione (che sono state piuttosto veloci e per nulla complicate) prendiamo uno sherut (un taxi collettivo a 10 posti) e dopo neanche un’ora siamo a Gerusalemme. Verso le 13 arriviamo al Paamoin Hotel, dove dormiremo per 4 notti.
Giorni 9-10-11: Gerusalemme
Dal momento che è il mio primo viaggio in Israele ho deciso di prendermi il tempo per vedere con calma Gerusalemme. Per questo ho programmato di starci 4 giorni. La maggior parte del tempo l’abbiamo trascorsa tra le mura della Città Vecchia (di cui parlo in modo approfondito in questo post del mio blog ).
Qui faccio solo un elenco dei luoghi più significativi che abbiamo visitato nella Città Vecchia. In una città dove praticamente TUTTO fa parte della storia, il compito è quello di selezionare le cose da fare in base al tempo che si ha a disposizione.
Imprescindibili per me sono state: la visita alla Torre di David (per un excursus sulla storia della città), il Muro del Pianto e le Gallerie del Muro Occidentale, il Monte del Tempio, la via Dolorosa e la Chiesa del Santo Sepolcro. A Gerusalemme Ovest raccomando la visita dello Yad Vashem, il vasto memoriale dell’Olocausto che sorge su una collina poco fuori città (raggiungibile con la metropolitana leggera che passa per Jaffa Road).
Abbiamo poi completato le nostre giornate visitando il Monte Sion, addentrandoci per Nablus Road a Gerusalemme Est, fino al Giardino del Sepolcro, e spingendoci nel quartiere ebreo ultra ortodosso Mea Shearim, dove la vita è molto diversa da quella degli eleganti quartieri di Gerusalemme Ovest. Altro posto che mi è piaciuto molto è il brulicante mercato Mahane Yehuda, dove ci siamo aggirati a curiosare tra i banchi e alla ricerca di cibo da strada.
Giorni 12-13-14: Tel Aviv
Dopo una full immersion nella città con 3 millenni di storia, il mattino di uno shabbat in cui tutto si è fermato prendiamo uno sherut (uno dei pochi mezzi di trasporto attivi il sabato) e ci spostiamo a Tel Aviv, città giovane, dinamica e frizzante. Soggiorniamo all’Embassy Hotel, a due passi dal mare. Tel Aviv ci accoglie però con un fragoroso temporale e con due giorni di cielo coperto e vento. Solo il terzo giorno tornerà il sole. 3 giorni sono un tempo adeguato per visitare la città e spassarsela un po’. Noi abbiamo camminato moltissimo esplorando per lo più a piedi.
Anche in questo caso faccio un semplice elenco dei posti che ho trovato interessanti e che, in ordine sparso, mi sentirei di raccomandare a chiunque:
– Tel Aviv Museum of Art: racchiude delle collezioni sorprendenti in un edificio dalle linee architettoniche ardite. Ci ha salvato in un pomeriggio di pioggia, ma consiglio di visitarlo anche se splende il sole!
– Sempre sul fronte culturale, Tel Aviv è una città con un patrimonio di edifici Bauhaus notevolissimo: Rothschild Avenue è la via principale per scoprirli.
– L’antica Giaffa: si trova a sud della città ed è un piccolo borgo fatto di edifici in pietra, con un mercato delle pulci e negozietti di roba usata, affacciato sul mare dove sorge l’antico porto.
– Il lungomare e la spiaggia, dove trascorrere intere giornate a prendere il sole e fare surf o anche solo passeggiare.
– I mercati: i più noti sono il mercato Carmel dove trovare oggetti curiosi e provare lo street food, e il mercato Levinksi dove la specialità sono le spezie.
– Il quartiere di Neve Tzedek: apparentemente fatiscente, è in realtà pieno di piccole boutique e negozi molto chic.
– Il quartiere Florentin: è la zona hipster della città, pieno zeppo di caffetterie carine dove sedersi all’aperto e bere con calma un buon caffè.
– Sarona infine è un insieme di antichi edifici rimasti sorprendentemente in piedi e oggi circondati da alti grattacieli. Ci si trovano caffetterie, negozi e un interessante mercato coperto.
Al termine dei nostri 3 giorni a Tel Aviv ci siamo fatti accompagnare da un taxi all’aeroporto (consiglio di prenotare il taxi in hotel e farsi dire in anticipo il costo della corsa). Tutti raccomandano di andare in aeroporto con 3 ore di anticipo per possibili file dovute ai controlli di sicurezza, nel nostro caso la trafila è stata piuttosto agile (e per niente fastidiosa, come mi era capitato di leggere).
Sperando che la quarantena che stiamo vivendo prima o poi si concluda e possiamo tornare a coltivare la nostra passione per i viaggi, non posso che consigliare a chiunque di progettare un viaggio in Giordania e Israele. Per me è stata un’esperienza entusiasmante, che mi ha dato molta energia, quell’energia che mi servirà fino a quando non potrò partire per un altro viaggio!