Kenya Bis
Domenica 29 dicembre
Come di consuetudine abbiamo preso un volo Air France (1600 € a/r per tre persone) dall’aeroporto di Bologna a metà mattinata. Dopo circa due ore di volo, siamo atterrati all’aeroporto Charles de Gaulle a Parigi. Visto che avevamo circa 8 ore di attesa per il volo successivo, abbiamo deciso di prendere una stanza al Novotel (135 €), albergo raggiungibile tramite un trenino senza conducente e completamente gratuito che collega l’aeroporto con i parcheggi, la stazione ferroviaria e gli hotel situati nelle vicinanze dell’aeroporto. Ci siamo rilassati nella nostra comodissima camera d’albergo e abbiamo pranzato. Prima di lasciare l’albergo, ci siamo fatti una doccia, così da essere puliti ed ordinati per il volo successivo. Alle 19.45 siamo decollati con destinazione Nairobi.
Lunedì 30 dicembre
Siamo atterrati all’aeroporto di Nairobi che erano circa le 6 del mattino. Sbrigate le procedure del visto, abbiamo preso i nostri bagagli (c’erano tutti all’appello) e siamo usciti. Fuori ci aspettava Jeremy, il nostro autista masai, visto che avevamo già organizzato dall’Italia il nostro safari di tre giorni con Ombretta Tours & Safaris (1400 € per tre persone). Jeremy ci ha accompagnato alla jeep e, sistemati i bagagli, siamo partiti per l’Amboseli National Park. Subito io e mio marito abbiamo notato che rispetto a nove anni prima, le strade sembravano più pulite e ordinate, con meno immondizia, il che forse è anche dovuto al fatto che il Presidente del Kenya, Uhuru Kenyatta, ha abolito qualsiasi sacchetto di plastica. Il sole era già caldo e noi eravamo stanchi dal volo notturno. A circa 70 km dal parco, di fronte a noi è apparso il Kilimangiaro in tutta la sua grandezza. Ovviamente la cima era innevata ed era parzialmente coperto dalle nuvole. Imboccata la strada sterrata che arriva all’ingresso del parco, ci hanno dato il benvenuto alcune zebre e giraffe. Ci siamo fermati al Kilima Safari Camp. Entrati nella nostra tenda, bella e spaziosa, ci siamo subito alleggeriti mettendoci abiti estivi più comodi. Abbiamo pranzato a buffet nel ristorante del lodge e, dato che c’era la piscina, ci siamo rinfrescati con un tuffo in acqua. Alle 16 siamo partiti per il nostro safari dentro all’Amboseli. Finalmente abbiamo visto i nostri primi elefanti! Nel 2010 non eravamo riusciti a vederne neanche uno… Siamo rimasti estasiati dalla loro mole e dal modo in cui usano la proboscide per fare qualsiasi cosa. Abbiamo proseguito lungo le strade del parco e siamo riusciti ad avvistare babbuini, fenicotteri, facoceri, ippopotami e gazzelle. Abbiamo goduto lo spettacolo del tramonto con gli elefanti e sullo sfondo il Kilimangiaro. Rientrati al lodge, ci siamo fatti una bella doccia e abbiamo cenato. Siamo andati a letto presto perché eravamo esausti.
Martedì 31 dicembre
Al mattino ci siamo svegliati presto per fare colazione ed iniziare il nostro safari dentro al parco Amboseli. Ci hanno dato il buon giorno i signori elefanti, grandi e maestosi. Proseguendo per la strada sterrata abbiamo incontrato struzzi e altri uccelli. A causa delle forti piogge dei giorni precedenti il nostro arrivo, alcune zone del parco erano ancora allagate. Tramite una segnalazione via radio al nostro driver, abbiamo scoperto che in mezzo ad alcuni cespugli c’era una famiglia di leoni. Dopo un lungo appostamento siamo riusciti a vedere un leone maschio con due leonesse e i cuccioli, ma visto che la vegetazione era molto fitta, purtroppo non siamo riusciti a vederli bene. Proseguendo abbiamo potuto ammirare le iene mentre facevano la siesta vicino ad un lago, gli ippopotami, babbuini, gnu, scimmiette e tanti elefanti. All’ora di pranzo ci siamo fermati all’Observation Hill (Normatior), una collina da cui si gode di un magnifico panorama dell’intero parco. Siamo rientrati al lodge verso metà pomeriggio. Jeremy, ci ha proposto di andare a visitare un villaggio masai che era nei pressi del lodge. Abbiamo accettato e ci ha accompagnato al villaggio (20€ a persona l’ingresso). Il capo villaggio ci ha accolto e ci ha mostrato il suo villaggio, le abitazioni tipiche e ci ha spiegato il procedimento che usano per costruirle. Alcuni abitanti ci hanno dato il benvenuto con una loro danza tipica. Finito il tour ci ha mostrato i vari oggetti che creano le donne come collane, bracciali, segnalibri, portachiavi e altro ancora. Con un po’ di insistenza da parte loro, abbiamo comprato alcuni oggetti da portare a casa. Mio marito ha poi dovuto contrattare sul prezzo con il capo villaggio. Ci siamo congedati e siamo rientrati al lodge. Dopo una doccia, siamo andati a cena. Stavano preparando per festeggiare l’ultima notte dell’anno, ma noi abbiamo optato per andarci a letto presto visto che il giorno dopo ci saremmo dovuti svegliare presto.
Mercoledì 1 gennaio
Siamo partiti presto al mattino perché Jeremy ci aveva avvisato che la strada per raggiungere Tsavo East era lunga. Circa metà della strada che abbiamo percorso era sterrata e ci è sembrata interminabile. Finalmente siamo arrivati al Voi Safari Lodge all’interno dello Tsavo East National Park per l’ora di pranzo. Abbiamo sistemato i bagagli nella nostra camera (un po’ piccola), e siamo andati a pranzare al ristorante. Prima di partire per il safari, ci siamo fatti un tuffo in piscina per rinfrescarci. Dalla terrazza della piscina si può godere di una vista sul parco e su alcune pozze artificiali che servirebbero per attirare gli animali, ma di animali nemmeno l’ombra. Verso le 15.30 siamo saliti sulla nostra jeep e siamo partiti alla ricerca di animali. A causa dell’alta vegetazione abbiamo faticato a vedere gli animali e in molte zone non c’era neanche l’ombra di una gazzella. Siamo riusciti a vedere gli elefanti (qui hanno una colorazione rossastra per via della terra rossa presente nel parco), alcune giraffe insieme a zebre, bufali e antilopi. Poi abbiamo ricevuto via radio una comunicazione che c’era un ghepardo in mezzo alla savana, così ci siamo precipitati verso il punto di avvistamento, ma era talmente lontano dalla strada che era solo un piccolo puntino in mezzo all’erba ingiallita dal sole. Stava tramontando il sole, così siamo rientrati al lodge. Sulla strada del ritorno, visto che iniziava già ad imbrunire, alcuni animali non ben identificati (forse felini) ci hanno attraversato la strada. Rientrati in stanza ci siamo fatti una doccia per toglierci la polvere rossa e poi siamo andati a cena. Nella sala adiacente al ristorante c’era un’esibizione di ballerini acrobatici molto bravi e mio figlio si è fatto prendere molto dalla musica e dai balli che non ha cenato!
Giovedì 2 gennaio
Jeremy ci aveva promesso di farci fare ancora un po’ di safari prima di uscire dal parco, così ci siamo svegliati molto presto e siamo partiti prima delle 7. Come il giorno prima, calma piatta, solo qualche elefante e impala. Poi abbiamo avvistato un ghepardo che passeggiava per la savana. Noi, come anche altre jeep, ci siamo fermati per ammirarlo. Abbiamo assistito ad un suo tentativo di caccia, ma la gazzella è stata più veloce di lui, così ha lasciato perdere. Ripresa la strada per uscire dal parco, ad un certo punto, su un lato della strada abbiamo visto quattro ghepardi! Probabilmente tre cuccioli adulti con la loro mamma. A poco a poco si sono avvicinati alla strada con tutta la loro grazia ed eleganza e in un secondo hanno attraversato la strada per proseguire poi tra l’erba alta. Io personalmente ho avuto la pelle d’oca quando li ho visti così vicino, è stata un’emozione forte! Usciti dal parco, ci siamo fermati vicino al fiume per vedere i coccodrilli che lo abitano, e ce n’erano alcuni lunghi anche 5-6 metri. Siamo arrivati a Malindi verso mezzogiorno e abbiamo cercato il Beverly Residence, dove ci aspettava Daniela, la signora che avevamo conosciuto 9 anni prima quando eravamo venuti in Kenya. Lei è proprietaria di una casa dove dà appartamenti in affitto, ma ora sta cercando di vendere perché comincia ad essere un po’ stanca. Abbiamo lasciato i bagagli nel nostro appartamento e siamo andati a pranzo con lei. Abbiamo preso un tuc tuc (prima volta per tutti e tre) e ci siamo fermati al BaoBab Restaurant. Dopo una bella chiacchierata con la nostra amica, siamo rientrati al residence e ci siamo rilassati in piscina. Nel tardo pomeriggio abbiamo voluto vedere com’era la spiaggia, ma l’abbiamo trovata sporca e sovraffollata di gente che giocava a pallone, camminava o semplicemente si godeva il mare. Ci siamo lavati e abbiamo aspettato che arrivasse Ombretta, la ragazza che ci aveva organizzato il safari. E’ arrivata con i suoi due bimbi e il marito ed insieme anche a Daniela, siamo andati al My Way Restaurant per mangiare una pizza. Dopo aver mangiato e fatto due chiacchiere, siamo rientrati all’appartamento per la notte.
Venerdì 3 gennaio
Alle 6.30 del mattino è arrivata la nostra auto per portarci a Diani. Ombretta, che ci aveva trovato lei il transfer, ci aveva chiesto se gentilmente potevamo accompagnare una ragazza fino all’aeroporto a Mombasa visto che eravamo di strada; così abbiamo deviato per l’aeroporto e, dopo aver salutato la ragazza, ci siamo messi in fila per il traghetto che attraversa un fiume dentro la città di Mombasa. L’attesa per salire sul traghetto è stata interminabile per via del traffico e per un poliziotto corrotto che ha avuto da dire con il nostro autista. Siamo riusciti a prendere il traghetto e siamo arrivati a Diani Beach per mezzogiorno. Abbiamo cercato il Bright Star Resort, che di resort non ha niente e non assomiglia molto alle foto del sito. Comunque abbiamo scaricato i nostri bagagli e nell’attesa che la nostra stanza fosse pronta, abbiamo ordinato il pranzo al ristorante. Dopo più di un’ora di attesa, finalmente abbiamo potuto mangiare. Ci siamo messi il costume e ci siamo incamminati verso la spiaggia. Dopo circa 10 minuti di passeggiata, siamo arrivati alla spiaggia. Siamo rimasti piacevolmente colpiti dalla bellezza e grandezza della spiaggia. La sabbia bianca e fine orlata da palme da cocco e un mare turchese. Ci siamo spalmati crema ad altra protezione perché essendo all’equatore non volevamo diventare delle aragoste, e ci siamo tuffati in mare. L’acqua era calda, visto che è Oceano Indiano. Verso sera siamo rientrati in albergo per una doccia e abbiamo cenato al ristorante dell’albergo (altri 40 minuti di attesa). Siamo andati a dormire esausti.
Sabato 4 gennaio
Abbiamo deciso di fare colazione in albergo anche se non c’era molto nel buffet. Ci siamo fatti una passeggiata a piedi fino al supermercato ma era ancora chiuso, così ci siamo presi un caffè e un cookie gigante (per nostro figlio Leonardo) nel bar di fianco. Alle 9 finalmente ha aperto, così abbiamo preso un po’ di frutta e qualcosa da mangiare per pranzo. Siamo rientrati in albergo e ci siamo preparati per andare alla spiaggia. Preso un tuc tuc, siamo arrivati alla spiaggia. Un ragazzo ci ha fermato e ci ha consigliato di fare un giro in barca per vedere i pesci, così abbiamo accettato. Con 20 € tutti e tre, siamo usciti fuori in barca e abbiamo fatto snorkeling in mezzo ai pesci colorati e stelle marine. Dopo quasi due ore abbiamo fatto ritorno alla spiaggia. Dato che la spiaggia era libera, senza lettini o altro, noi eravamo un po’ incerti su dove lasciare i nostri zaini per poterci rilassare un po’, così abbiamo optato per il day pass al Diani Beach Resort (63 €) che comprende lettini vicino alla spiaggia, drink illimitati e pranzo, il tutto dalle 12 alle 18. Abbiamo deciso subito di pranzare e poi ci siamo rilassati per il resto della giornata tra lettino, mare e spiaggia. Ogni tanto ordinavamo una birra o un succo al mango e così ci siamo passati in modo piacevole la giornata. Siamo rientrati in albergo per lavare via la salsedine e la sabbia appiccicosa, e siamo andati a cena al ristorante. Prima di coricarci abbiamo sistemato le valigie per l’indomani.
Domenica 5 gennaio
Alle 4.30 del mattino il nostro autista è venuto a prenderci per portarci al Mombasa Terminus, la stazione del treno. Dopo i minuziosi controlli ai bagagli (anche con cani antidroga), siamo finalmente entrati sul treno. Avevamo già il nostro posto assegnato e il treno era tutto pieno di passeggeri. Alle 8 in punto siamo partiti per Nairobi. Dopo 5 ore e 40 siamo arrivati alla stazione di Nairobi. Esausti dalla levataccia e dalle ore di treno, abbiamo cercato il nostro autista che era fuori ad aspettarci. Ci ha portato subito al Giraffe Center, centro che è stato istituito per proteggere le giraffe Rothschild, una specie rara. All’entrata i guardiani ci hanno fornito di ciotoline con dentro del mangime che abbiamo potuto dare noi personalmente alle giraffe. Fa uno strano effetto sentire la lingua lunga e nera che ti tocca la mano in cerca di cibo. Nostro figlio era molto divertito nel vedere le giraffe che si avvicinavano con il loro collo lungo. Dopo averle salutate, ci siamo spostati all’Animal Orphanage, un centro di recupero di orfani di ogni specie: leoni, facoceri, uccelli, leopardi, ghepardi, gnu, scimmie. Quello che mi ha lasciato un po’ delusa è stato che erano dentro minuscole gabbie come se fosse uno zoo e questo non mi è piaciuto molto. Siamo andati poi al Kahama Hotel verso le 17. Eravamo stremati, così ci siamo fatti una doccia, abbiamo cenato in camera e siamo andati a dormire.
Lunedì 6 gennaio
Alle 5 del mattino è suonata la sveglia e alle 5.30 il nostro autista è venuto a prenderci per portarci all’aeroporto. Alle 8.30 doveva decollare il nostro aereo, ma a causa di persone che dovevano ancora imbarcarsi, abbiamo ritardato la partenza di circa mezzora. Durante il volo, una ragazza si è sentita male, così hanno chiesto se a bordo c’era un medico, e come nei migliori film, c’era! Atterrati a Parigi ci hanno fatti attendere più di mezzora sulla pista prima di poterci agganciare all’aeroporto. Una volta agganciati, abbiamo dovuto aspettare che salissero a bordo i medici per controllare come stesse la ragazza. Credo che non avesse nulla di grave, forse un leggero malore. Finalmente siamo potuti scendere e andare al Novotel (95€) per riposarci prima del volo di rientro per Bologna. Alle 21.15 siamo decollati per tornare a casa. Dopo meno di due ore eravamo all’aeroporto di Bologna. Presi i bagagli ci siamo diretti all’auto per proseguire poi verso casa.
L’Africa è magica, con i suoi colori e odori. Abbiamo voluto che nostro figlio, seppur piccolo, potesse vedere dove realmente vivono gli animali, anche se ahimè abbiamo potuto constatare con i nostri occhi che gli animali stanno scomparendo…purtroppo il bracconaggio è difficile da fermare, specialmente quando dietro a tutto questo ci sono i soldi. Comunque poter fare un safari è un’esperienza unica, è vivere l’animale nel suo habitat. Spero che a mio figlio rimanga qualcosa di questo viaggio, e che un giorno sia un uomo più saggio e consapevole della natura che lo circonda.