La Via della Seta a modo nostro
Indice dei contenuti
Alcune note prima della partenza:
- Il visto si fa tranquillamente in Consolato a Milano. Se si prende appuntamento e si arriva con tutti i moduli pronti e completati, la pratica è veloce.
- Non è possibile cambiare valuta in Italia ma si può fare solo in Cina e con qualche difficoltà. Nelle zone più occidentali (Kashgar/Turpan) è difficile trovare dei bancomat funzionanti e hanno dei limiti molto bassi per i prelievi. Cambiare denaro in banca si può fare ma l’esperienza richiede una certa dose di pazienza e di tempo perché sono lentissimi. Un’ottima alternativa è Wechat. Tutti lo usano e si può pagare qualsiasi cosa, dal taxi alle bibite al pacchetto di gomme come l’hotel.
- Consiglio di scaricare qualche applicazione funzionante senza rete per le traduzioni dal cinese sia scritto che parlato.
- Per gli spostamenti fai da te, è sempre utile avere il nome degli alberghi, città ed indirizzi scritti in cinese su un bel pezzo di carta con caratteri grandini (ricordiamoci che gli asiatici non sempre usano gli occhiali da vista anche se non ci vedono una mazza!)
- Ricordarsi che google e i nostri social non funzionano salvo casi rari e tanto meno WhatsApp quindi non tenere le prenotazioni o le comunicazioni con agenzie locali attraverso questi mezzi
- Consiglio di scaricare anche un app per le mappe che funzioni in Cina. Noi ci siamo trovati molto bene con Maps.me. Funziona, si possono scaricare le mappe della zona in cui ci si trova tramite wifi senza difficoltà
- Non si possono comprare i biglietti del treno direttamente dall’Italia ma si passa tramite agenzie cinesi con consegna in loco (alla prima tappa) di tutti i biglietti oppure con invio in Italia. Noi abbiamo sfruttato qualche amico in Cina per cui alla fine ce la siamo cavata facilmente!
- I tour con le agenzie cinesi hanno dei costi un po’ spropositati ma se non avete voglia di perdere tempo sono delle soluzioni abbastanza buone. Io opterei sempre e comunque per il fai da te salvo i casi in cui è veramente utile avere una guida che ti possa spiegare delle particolarità della storia e della cultura che altrimenti non riusciresti a cogliere
- Per visitare la Città Proibita a Pechino, non si può comprare il biglietto online se non si ha un numero di telefono e una carta di credito cinesi. Vi sono 80.000 accessi disponibili ogni giorno ma se pensate di andarci in un momento di alta stagione, dovete organizzarvi per tempo con un’agenzia.
Impressioni
L’impatto è stato molto forte soprattutto i primi giorni di viaggio. Nelle regioni del Nord Ovest i controlli sulla popolazione locale sono estremi, frequenti e fanno un po’ impressione. Questo influisce un po’ sui ritmi della giornata, sul comportamento delle persone ma anche questo è la Cina Man mano che ci sposta da Ovest ad Est, si percepisce il cambio di etnia, di abitudini e ci si addentra nella Cina “vera”, quella che si vede in televisione e di cui si sente parlare ogni giorno. La bellezza e la particolarità di questo viaggio è stata proprio questa, un viaggio nel viaggio, l’attraversamento di mondi diversi in un unico paese, la sensazione di essere rimasti in giro per settimane e settimane nonostante siano stati solo 15 giorni. E’ stato molto interessante. Non possiamo dire che in Cina si trovino i posti più belli dell’Asia ma è sicuramente un mondo da esplorare e poi camminare sulla Grande Muraglia o gironzolare nei dintorni di Turpan, è stato davvero emozionante!
Viaggio
Abbiamo optato per la soluzione aerea meno comune ma sicuramente più breve ovvero Venezia – Urumqi via Mosca e poi volo interno per Kashgar. Ero molto scettica su Aeroflot ma mi sono ricreduta. Voli precisi, puliti e puntuali. Ad Urumqi ci siamo subito imbattuti nella trafila della dogana… abbiamo impiegato un’eternità perché facevano spostare continuamente gli occidentali da una fila all’altra dando la priorità ai cinesi. Inutile dire che siamo stati quasi gli ultimi ad uscire… Superata la dogana, non c’è stato verso di trovare qualcuno che parlasse in inglese per cui abbiamo gironzolato per l’aeroporto finchè non siamo riusciti a reimbarcare gli zaini per l’ultimo volo interno. Forse eravamo troppo in anticipo? Non si è capito.
Siamo arrivati a Kashgar di domenica nel primo pomeriggio. Inutile dire che l’obiettivo era visitare l’antico mercato del bestiame che si tiene solo di domenica. Mi sono tanto preoccupata di non arrivare per tempo ma le combinazioni di volo non ci permettevano di fare altrimenti. Ecco, per questo ci tengo a dire una cosa visto che io non avevo trovato alcuna informazione online prima della partenza. Il mercato si svolge da mattino a sera. Non inizia all’alba come temevo ma inizia con molta calma nel corso della mattinata perché a Kashgar seguono per legge l’orario di Pechino (+2 ore). In generale è più probabile che inizino a lavorare verso le 10 che non alle 8 e quindi tutto si prolunga nel pomeriggio. Abbiamo conosciuto due italiani (2 degli 8 occidentali incontrati nella prima settimana di viaggio) e ci hanno raccontato di essere andati al mercato il mattino e di non aver trovato quasi nessuno. Noi invece, appena scesi dal nostro volo, avevamo prenotato una macchina con guida e autista che ci hanno portato subito a visitare il mercato (che ora è sulla strada dall’aeroporto alla città e non più in città) per cui ci siamo fatti il nostro giro con calma. E’ stata una bellissima esperienza. Una camminata tra polvere e confusione attraverso le varie zone del mercato, da quella delle capre a quella dei cavalli, degli asini, dei cammelli…e poi dell’immancabile cibo. Bello! Dopo il mercato ci siamo fatti portare in hotel per riposare un pochino e per una bella doccia. Siamo usciti ancora per vedere il secondo mercato, quello della domenica ma non è stato particolarmente interessante sia per la tipologia di merce esposta sia per un tentativo di approccio da parte di due strani tizi. Ci siamo accorti che ci stavano seguendo e abbiamo cercato di dileguarci in fretta. Che intenzioni avessero di preciso non abbiamo capito ma non è stato piacevole. Questa è stata l’unica esperienza negativa vissuta altrimenti non ci siamo mai sentiti “in pericolo” Per la seconda giornata, avevamo ancora la nostra guida che ci ha portato a visitare tutti i principali luoghi di interesse di Kashgar. E’ stato interessante condividere l’esperienza con un uiguro perché ci ha dato la sua versione dei fatti, la sua visione della storia e dello Stato. Ci ha spiegato delle sottigliezze che da soli certo non avremmo colto. Per quanto riguarda invece spiegazioni su monumenti o altro, non ha dato molto valore alla visita.
Per il nostro ultimo giorno, eravamo liberi per cui abbiamo dedicato la mattinata a gironzolare per le banche in cerca di valuta locale e poi verso l’ora di pranzo abbiamo preso l’autobus (nella piazza di fronte alla moschea) per l’aeroporto. Ci siamo reimbarcati con destinazione Urumqi. Appena usciti dall’aeroporto ci siamo letteralmente scontrati con un muro di aria calda, una cosa impressionante! Abbiamo lasciato perdere l’idea del mezzo pubblico e abbiamo preso un taxi per la stazione. Di nuovo ci siamo imbattuti in un fatto per noi eccezionale. Il tassista ci ha dovuti lasciare abbastanza lontani dall’edificio della stazione. Abbiamo dovuto seguire a piedi un percorso guidato, affrontare la prima coda e il primo controllo al metal detector nel piazzale esterno. Poi ci siamo fatti una seconda coda sempre all’esterno per il controllo dei passaporti nel nostro caso e dell’iride per i cinesi, a quel punto siamo riusciti a varcare l’ingresso per affrontare un nuovo metal detector e qui ho dovuto fare una sceneggiata perché non mi sequestrassero pinzetta e forbicina per le unghie! Peggio che in aereo! Mai mi sarei aspettata un controllo del genere. Quando siamo finalmente arrivati nell’atrio della stazione, ce ne siamo rimasti in attesa del nostro treno in mezzo a una massa di gente esagerata. Solo quando il treno si sta avvicinando ti fanno andare sul binario ma prima ti controllano di nuovo il biglietto. Il tema è capire qual è lo sportello giusto dove entrare se più treni arrivano contemporaneamente… e anche farsi valere perché nessuno ti lascia passare… piuttosto ti passano in mezzo alle gambe.
I primi giorni mi sono fatta sopraffare poi ho capito come funzionava e ho fatto valere la mia massa… decisamente superiore per altezza e chili rispetto al cinese medio! Alla fine siamo riusciti a prendere il nostro bel treno ad alta velocità con destinazione Turpan. A Turpan, appena fuori dalla stazione, siamo stati bloccati da un poliziotto per un altro controllo dei documenti, anche questo totalmente inaspettato. In pochi minuti è riuscito a bloccare quei pochi occidentali in transito che sono scesi dal treno e ci ha messi tutti in fila per fotografarci e registrarci tutti! A quel punto, siamo finalmente partiti per raggiungere il nostro hotel a Turpan con un taxi locale. Avevamo prenotato in un bel posto in mezzo alle vigne e ci siamo fatti una romantica cenetta in cortile in completa solitudine. Non so quanti gradi ci fossero ma la sensazione era di cenare in un forno. Il giorno dopo abbiamo chiesto subito alla ragazza della reception se fosse possibile noleggiare delle biciclette (l’avevamo letto tra i servizi della struttura). Ha strabuzzato gli occhi come se avesse avuto davanti degli alieni e ci ha offerto un servizio di macchina con autista. Anche se non felicissimi, abbiamo accettato e ci siamo rassegnati ad aspettare che arrivasse qualcuno a prenderci. Ammetto che lo stesso giorno, nel pomeriggio, ho capito il consiglio… 44 gradi con sole sulla testa non sono proprio facili da sostenere passeggiando, figuriamoci pedalando!!! Il nostro autista si è rivelato molto carino. Abbiamo stabilito un giro da fare partendo dai nostri desideri e seguendo anche molti suoi consigli. Gli abbiamo anche cambiato i programmi strada facendo ma abbiamo trovato comunque l’accordo economico.
Siamo andati nella zona delle montagne colorate, abbiamo visitato qualche antico villaggio nei dintorni, siamo andati a vedere il sistema dei canali d’irrigazione e abbiamo concluso la giornata all’antica città di Jahoe. E’ stata un’esperienza meravigliosa per noi! Abbiamo visitato il sito in totale solitudine tanto che abbiamo temuto di essere fuori orario. C’era una luce pazzesca perché il sole stava iniziando a tramontare ma dei nuvoloni neri rendevano il cielo incredibilmente scuro e contrastava con il chiarore delle rovine illuminate dal sole. Davvero bello. Questo è stato anche il momento in cui abbiamo pensato alla morte per eccesso di calore… Ma ne è valsa la pena. La mattina successiva abbiamo visitato a piedi il mausoleo perché era vicino al nostro alloggio e poi siamo ripartiti. Di nuovo taxi, treno, controlli su controlli e con un altro treno ad alta velocità siamo arrivati alla stazione “più vicina” a Dunhuang. In realtà dalla stazione dell’alta velocità alla città, ci sono ancora più di 100 chilometri. Quando siamo usciti dalla stazione, anzi, direi spazzati fuori dalla stazione senza possibilità di usufruire del bagno o di comprare una bottiglia d’acqua, abbiamo visto che ai margini del piazzale di fronte c’era un assembramento di mini van. Ci siamo avvicinati e ne abbiamo trovato uno che andava nella nostra direzione per pochi euro. A gesti l’autista ci ha garantito che saremmo partiti a breve ma prima mi ha spinta a tornare verso la stazione per recuperargli qualche cliente… loro non possono superare certi limiti! Dopo il mio breve giro andato a vuoto, si è arreso e siamo partiti. Arrivati a Dunhuang dopo circa un’ora e mezza, l’autista ha cominciato a portare tutti i viaggiatori in posti specifici della città. Ovviamente gli abbiamo fatto vedere dove volevamo andare e per dirla tutta si trattava di uno degli hotel più famosi della zona ma è stato subito chiaro che lui non sapeva dove andare per cui dopo un po’ che giravamo a vuoto, si è fermato in mezzo alla strada e ci ha fatti scendere. Ci siamo sentiti due salami. Abbiamo cominciato a guardarci attorno per valutare la direzione da prendere ma a quel punto l’autista è tornato da noi, forse preso dai sensi di colpa, e ci ha trascinati sulla strada dove avremmo potuto trovare l’autobus per raggiungere il nostro hotel! Che personaggio… A quel punto ci siamo presi un taxi e con 2-3 euro siamo arrivati al nostro bel hotel con vista sulle dune! L’hotel faceva servizio navetta con il centro città cosi siamo ripartiti subito per farci un giro e cenare. In un sacco di posti con tavoli all’aperto non ci hanno voluto far accomodare perché eravamo solo in due ma alla fine siamo riusciti a trovare la bettola che ci ha serviti e ci siamo letteralmente abbuffati di ravioli e del famoso hamburger cinese! Buonissimo anche se è meglio non pensare al contenuto.
Il giorno dopo siamo andati a visitare le grotte di Mogao. Non abbiamo trovato posto nel tour in inglese del mattino per cui siamo dovuti tornare verso l’ora di pranzo. Mi sembra ci siano 3 soli tour per gli stranieri mentre per i cinesi ci sono molteplici visite. Non si può entrare nelle grotte da soli ma ci sono delle guide che decidono in quali portarti e cosa spiegarti. Dopo la visita alle grotte, siamo andati nella zona delle dune. Purtroppo questa è stata una delusione. Avevamo grandi aspettative, ci immaginavamo di camminare sulle dune, ammirare l’oasi dall’alto e guardare il tramonto… invece niente di tutto questo. Le dune sono state trasformate in un parco giochi da cinesi con trenini, deltaplani a motore, quad…c’è gente che scorrazza ovunque, cercano di spillarti soldi per qualsiasi cosa e non puoi andare dove vuoi perché appena superi le prime dune che vedi dalla strada, scopri che delle recinzioni ti impediscono di andare oltre e di cercare un tuo spazio. Solo se paghi e ti fai portare un po’ più lontano, forse riesci a trovare un po’ di pace. Noi ovviamente abbiamo lasciato perdere. Abbiamo optato per una cena rilassante nella terrazza sul tetto del nostro hotel dalla quale si potevano ammirare le dune e uno spettacolo nel teatro lì vicino. IL mattino successivo ci siamo noleggiati delle biciclette e siamo andati a farci un giro in autonomia ai piedi delle dune ma in una zona meno frequentata. Questo giro è stato decisamente più bello e rilassante. Sembra che stiano lavorando per costruire strade e piste ciclabili. Sicuramente la zona cambierà molto e si spera che la sappiano trasformare in meglio! Nel primo pomeriggio abbiamo preso un volo per Xi’an per risparmiare un po’ di tempo. Con un’ora di autobus e poi qualche minuto di taxi abbiamo raggiunto l’hotel prenotato in centro. Molto bello. Xi’an è piuttosto grande come città e bisogna calcolare i tempi per muoversi ma tutto sommato le cose più interessanti da visitare sono facilmente raggiungibili. Il clima era decisamente più umido e difficile da sopportare ma non ci siamo certo fatti scoraggiare. Abbiamo dedicato una giornata per andare a visitare l’Esercito di Terracotta. I tassisti erano appostati fuori dal nostro hotel e si sono offerti tutti di portarci direttamente all’Esercito di Terracotta ma nessuno ha accettato di portarci alla stazione degli autobus. Infastiditi dal loro atteggiamento, ci siamo allontanati dalla zona dell’hotel e abbiamo preso un taxi per strada con il quale siamo riusciti ad arrivare in stazione e da lì, dopo un po’ di fila, abbiamo preso uno dei tanti autobus che portavano fuori città. Alla fine con il mezzo pubblico si paga poco e il tempo è più o meno lo stesso visto il traffico. Molto bello il sito dell’esercito di Terracotta mentre è solo una perdita di tempo la zona circostante.
Abbiamo dedicato un’altra giornata a visitare Xi’an. Ci siamo fatti il giro delle mura in bicicletta ed è stato molto bello anche se siamo tornati in hotel sfiniti per il caldo e l’umidità. Sono circa 14 chilometri se si vuole fare il giro completo altrimenti lo si può spezzare perché c’è più di una stazione di noleggio bici direttamente sulle mura. Un’altra cosa sicuramente bella da vedere è il mercato musulmano di sera. C’è l’imbarazzo della scelta se si ha voglia di provare cibi nuovi. Per il resto, non abbiamo visto altri palazzi o monumenti che ci hanno colpiti particolarmente. Da Xi’an siamo ripartiti con un altro treno ad alta velocità che in 4 ore ci ha portati a Pingyao (attenzione che le stazioni per questi treni sono diverse, sono fuori città e con il traffico ci vuole del tempo per raggiungerle!). Avevamo il transfer organizzato dalla nostra pensione e così in poco tempo siamo arrivati in paese. Abbiamo scelto una pensioncina in un’antica casa cinese proprio perché Pingyao è famosa per aver mantenuto l’aspetto della Cina più storica. Le dimore storiche sono tante e sicuramente non abbiamo scelto la più lussuosa però l’ambiente era carino, avevamo un letto tipico kang e la nostra camera come tutte le altre, si affacciava su una tranquilla corte interna. Essendo tardi siamo andati subito a letto così il giorno dopo ci siamo alzati presto per visitare la cittadina. Alle 9 del mattino era completamente deserta e ne abbiamo approfittato per fare colazione – non proprio soddisfacente – in un locale su un marciapiede insieme a pochi cinesi. Dopo colazione siamo andati subito a fare il biglietto cumulativo per visitare tutti i palazzi storici della città. Il sistema è molto comodo perché con un’unica fila compri un biglietto con il quale entri ovunque senza ripetere file ed acquisti. La cittadina è molto carina e sembra davvero di fare un salto indietro nel passato. C’era molta gente ma credo sia inevitabile visto che parliamo di una regione molto turistica. Il giorno successivo abbiamo preso l’ultimo treno per raggiungere Pechino. Uscire dalla stazione e prendere la metropolitana è stato lungo e noioso a causa dei controlli ma poi per fortuna siamo riusciti a spostarci velocemente e raggiungere il nostro hotel. L’impatto con questa città non è stato dei migliori. I tempi di spostamento sono infiniti a causa del traffico e quindi il mezzo migliore è la metro. Non abbiamo capito subito che era impossibile comprare autonomamente i biglietti per visitare la Città Proibita così abbiamo perso tempo inutilmente andando a Piazza Tien An Men e facendo i mille controlli che ci sono in zona… Dopo vari tentativi andati a vuoto, ci siamo arresi e abbiamo optato per un tour organizzato che comprendeva la Città Proibita, il Tempio del Cielo e il Palazzo d’estate prenotato attraverso il servizio del nostro hotel. E abbiamo avuto difficoltà anche così perché ormai non c’erano più posti disponibili per la Città Proibita (2 giorni dopo…).
Tra tutte queste difficoltà, ci siamo ricordati di mandare un messaggio per scrupolo all’autista che avevamo prenotato dall’Italia per portarci alla Grande Muraglia. Anche questo si era dimenticato di noi ma per fortuna ha riparato al danno mandandoci un suo amico. Se non gli avessimo scritto, saremmo rimasti a piedi! IL giro è stato meraviglioso. Abbiamo raggiunto Mutianyu verso le 10 di una giornata magnifica. Abbiamo preso la seggiovia per salire in quota e ci siamo fatti una bellissima camminata sulle mura. Ci è piaciuto tantissimo. Con il passare delle ore ovviamente arrivava sempre più gente ma in certi tratti, quelli più lontani, abbiamo potuto godere anche di un po’ di pace e tranquillità. Siamo tornati alla macchina prendendo il toboga, è divertente perché ognuno ha il suo e corri per un bel po’! Abbiamo concluso la nostra avventura cinese con il tour organizzato ma è stato devastante. Quando entri alla Città Proibita, percepisci la presenza degli 80.000 visitatori… corrono tutti, vanno di corsa, ti spingono ovunque… è impossibile godersi l’ambiente e guardarsi attorno perché altrimenti perdi subito la guida. La visita al Tempio del Cielo è andata un po’ meglio perché la quantità di gente è inferiore ma comunque difficile da sopportare. L’ultima tappa è stato il Palazzo D’Estate dove si arriva con un passaggio in barca. Carino ma ci aspettavamo di più. O forse ci siamo fatti condizionare dal gruppo con cui eravamo che non era proprio piacevole e da una guida che ha cercato di truffarci facendo la cresta sui biglietti per l’imbarcazione. Vabbè. Rientrare a Pechino nel tardo pomeriggio è stata l’esperienza peggiore. 2 ore chiusi in autobus per coprire una distanza di circa 15 chilometri! Abbiamo seriamente pensato di farci lasciare per strada e andare con la metro ma solo la pigrizia ci ha frenati dal farlo. Abbiamo concluso la giornata con un’ultima doccia nella SPA dell’hotel, una cenetta in centro e poi con tutta calma ci siamo avviati in aeroporto per il nostro volo di rientro notturno. Ancora una volta contenti e soddisfatti, siamo rientrati dal nostro viaggio ricchi di tanti ricordi ed esperienze indimenticabili, bellissime immagini e la voglia di ripartire.
HOTEL PRENOTATI: Kashgar: Xinjiang Nuerlan Hotel – comodo perchè centralissimo e decisamente economico (colazione solo cinese)
Turpan: Turpan Sillk Road Lodge – The Vines
Dunhuang: Silk Road Dunhuang Hotel – molto bello e in posizione piacevole ma non in centro
Xi’an – Eastern House Boutique Hotel – bellissimo hotel, ottimo rapport qualità/Prezzo e posizione
Pingyao – Pingyao Laochenggen Inn – in zona tranquilla dentro le mura, super economico, pulito ma con doccia disponibile solo dopo le 18
Pechino – Sunworld Dynasty Hotel – anonimo ma comodo