Budapest e dintorni: tra le bellezze della città e l’ottima gastronomia
Budapest e dintorni
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1-8 agosto 2018
Azzano San Paolo all’Orio Parking – Budapest : 1° giorno
Lasciata l’auto ad Azzano San Paolo all’Orio Parking, ci accompagnano con la navetta in aeroporto. Partenza prevista con volo Ryanair (€ 203 in due A/R comprese priorità e prenotazione posto) ore 14,20 ma alla fine si parte alle 15,00. Arriviamo a Budapest alle 16,30.
In aeroporto facciamo l’abbonamento ai mezzi pubblici per 7 giorni al costo di 4950 fiorini ciascuno (circa 15€, il cambio è di circa 1€/315 fiorini). Pago con i fiorini che abbiamo scambiato in Italia. Sconsigliatissimo cambiare in aeroporto perché applicano un tasso di cambio vergognoso.
Il biglietto settimanale consente di utilizzare tutti i mezzi pubblici, metro, bus, tram senza limiti. Fuori dall’aerostazione prendiamo il bus 200E che ci porta al terminal dei bus, qui prendiamo la metro alla fermata Kobanya-Kipest, poi cambiamo a Deak Ferenk Ter (è la stazione più importante dove avvengono tutti i cambi di linea) con la linea 1 gialla (quella storica) scendiamo a Kodaly Korond.
La linea 1 è la linea metro più antica dell’Europa continentale e corre sotto viale Andrassy. I treni sono quelli storici così come le stazioni in stile liberty. A piedi, in 5 minuti, raggiungiamo l’hotel (Six Inn Hotel).
Fatto il check-in sistemiamo i bagagli e usciamo per prendere confidenza con la città. Decidiamo di andare a piedi e percorriamo viale Andrassy verso il centro. È la strada più importante della città che collega il centro a Piazza degli eroi. Nel tratto che percorriamo incrociamo i negozi delle grandi marche oltre che edifici importanti come il Teatro (che purtroppo è in ristrutturazione). Finito il viale andiamo in Piazza Santo Stefano dove si trova l’omonima basilica che è anche la Cattedrale di Budapest. Si affaccia sulla grande piazza e più ci si allontana e più si apprezza la grandezza della facciata principale. È chiusa e quindi rimandiamo ad altro giorno la visita all’interno.
Facciamo un giro per le vie intorno alla piazza. In piazza vediamo un locale che ci ispira e così decidiamo di cenare qui, è il ristorante “Nullhetvenot 0,75 bar & bistrot”. Ordiniamo una portata di pollo con patate e zucchine fritte (è una specialità locale), una portata di petto d’anatra con patate, pepe rosa e pere grigliate, il tutto accompagnato da due birre bionde locali. È tutto molto buono. Chiudiamo con la torta di mandorle e con il conto di 10.000 fiorini (circa 30€). Soddisfatti della cena facciamo un giro tra le vie intorno alla piazza e poi ci incamminiamo verso Erzsebet Ter (Piazza Elisabetta) dove domina illuminatissima la Budapest Eyes, la ruota panoramica. Andiamo poi a Vorosmarty Ter, la piazza principale della città, e proseguiamo in Vaci utca, la via dei negozi, il cuore di Budapest. Nonostante l’ora è trafficatissima e i locali sono pieni di gente. La percorriamo quasi per intero (è abbastanza lunga) e al ritorno prendiamo la metro in Vorosmarty Ter (linea gialla) per tornare in hotel.
In giro per la città: tutto quello che c’è da vederere (2° giorno)
Dopo la colazione in hotel facciamo conoscenza con Maria Majoros, addetta alla reception e alle pubbliche relazioni per avere qualche informazione. Parla italiano ed è cordialissima e simpatica. Come da programma con la metro andiamo al Varosliget (in ungherese Parco della città) fermata Piazza degli Eroi per visitare l’area del parco e i suoi interessanti monumenti e attrazioni. Alla fermata ci troviamo nella grande Piazza degli Eroi dove al centro c’è una colonna alta 36 m con in testa la statua dell’Arcangelo Gabriele mentre ai lati ci sono due colonnati semicircolari con all’interno statue di ex re magiari. Il monumento è commemorativo per il millennio del paese ed è patrimonio Unesco (con tutta la piazza e viale Andrassy). Alla sinistra della piazza c’è il Museo delle Belle arti che, purtroppo, non possiamo visitare perché è in restauro. Andiamo, così, diretti allo zoo, un pò più avanti rispetto al Museo, uno dei più antichi e prestigiosi d’Europa. Il costo del biglietto è di 3000 fiorini (circa 9€). Entriamo attraverso la famosa porta degli Elefanti. Guidati dalla pianta che ci danno alla biglietteria ci orientiamo all’interno cercando di seguire un percorso logico. Lo zoo è grande e, quindi, bisogna essere attenti. Tanti sono gli animali da vedere e, tutto sommato, sembra che siano trattati bene (si sa che sarebbe meglio tenerli liberi in natura ma questi sono nati in cattività, nello zoo). Carini gli edifici in stile all’interno del parco zoo. La visita è lunga e per la pausa pranzo compriamo, in un chiosco, due kurtoskalacs (dolci a forma di cilindro cavo zuccherati di vari gusti, una specialità tutta ungherese, da provare. Uno, comunque, poteva bastare per due viste le dimensioni). Dopo circa 4 ore usciamo dallo zoo e ci dirigiamo verso il resto del Varosliget. Entriamo nell’area del Castello di Vajdahunyad, un edificio molto grande in bello stile che si affaccia sulla laguna del parco. Ci limitiamo ad una visita dell’area esterna che non impegna molto tempo. Torniamo verso Piazza degli Eroi e dopo aver fatto le foto di rito riprendiamo la metro per fare ritorno in hotel per una breve pausa. Dopo la pausa, sempre in metro, ci dirigiamo in centro verso Vorosmarty Ter e da lì facciamo un giro per le vie centrali, in particolare Vaci Utca. È ora di cenare. Cerchiamo un ristorante che avevamo individuato prima di partire, ottimamente recensito e consigliato, l’Azsu Etterem. Lo troviamo in Sas Utca, una via a due passi dalla Basilica di Santo Stefano. Il locale ha anche i tavoli all’aperto, chiediamo un tavolo per due e ci fanno accomodare fuori, così come richiesto. Chiediamo se parlano italiano e ci porta il menù in italiano un signore molto simpatico, cordiale e professionale che parla italiano (si chiama Tamas Kovacsik, scopriremo dopo che è il proprietario del ristorante). Ci portano un antipasto con pane e burro buonissimo e, poi ordiniamo due tipiche specialità ungheresi, il pollo alla paprica e petto d’anatra rosato. Prendiamo anche due bicchieri di vino rosso ungherese. Personale attento ed efficiente e il padrone di casa sempre pronto a soddisfare qualsiasi nostra curiosità culinaria. Finiamo la cena soddisfatti per il servizio e per l’eccellente qualità del cibo che non ha nulla da invidiare ai nostri migliori ristoranti (questo ha numerose citazioni nella guida Michelin). Paghiamo 20.000 fiorini in due (circa 60€), facciamo i complimenti al ristoratore, salutiamo e ci dirigiamo verso la riva del Danubio. Il panorama che offre la Budapest by night lungo le rive è splendido. Tutto è illuminato. Attraversiamo il Ponte delle Catene, il più famoso è storicamente importante della città (fu il primo ponte ad essere costruito), che collega la sponda di Pest con quella di Buda, in corrispondenza della Clark Adam Ter. Torniamo indietro e da Vorosmarty Ter, in metro, ritorniamo in hotel.
Lo spettacolo folk con successiva crociera sul Danubio: 3° giorno
La solita colazione in hotel. Chiediamo a Maria qualche consiglio su cosa altro fare a Budapest e lei ci consiglia lo spettacolo folk con successiva crociera sul Danubio. Ci convince l’offerta e cosi prenotiamo per dopodomani due posti per il teatro e per la crociera senza cena al costo di 16.100 fiorini (circa 50€) a testa. Usciamo dall’hotel e in metro arriviamo a Vorosmarty Ter. Da qui andiamo a prendere il bus n° 16 in Szechenyi Istvan Ter (la piazza da dove inizia il Ponte delle catene) che ci porta a Buda, nell’area del Castello. Scendiamo alla fermata Disz Ter e la prima tappa è il Castello (chiamato anche Palazzo Reale) che si trova a destra della fermata bus, tre minuti a piedi. Prima di entrare nel cortile notiamo l’edificio presidenziale dove ha sede la Presidenza della Repubblica. Entriamo dalla monumentale Porta dei Leoni e, attraverso la scalinata, arriviamo al cortile. Il Castello è un edificio articolato e molto esteso e contiene all’interno importanti istituzioni quali la Galleria Nazionale Ungherese, la Biblioteca Nazionale e il Museo di Storia. Noi decidiamo di vedere il complesso solo dall’esterno. Dalle terrazze dei giardini si gode uno splendido panorama di Pest. Nella parte posteriore troviamo uno dei luoghi più ricercati e cioè la Fontana di Mattia, opera neobarocca di ottima fattura che raffigura il Re Mattia Corvino. Mentre siamo di fronte la fontana vediamo arrivare prima figuranti di ufficiali magiari a cavallo e poi sempre altri figuranti soldati a piedi in sfilata a rappresentare tradizioni storiche. Sempre nella parte posteriore si trovano resti di epoca romana. Usciti dall’area del castello torniamo indietro per andare a vedere l’altra parte significativa di Buda, la zona attorno al Bastione dei Pescatori. Prima di tutto facciamo i biglietti per entrare nella Chiesa di Mattia (1500 fiorini a testa), splendida dall’esterno, imponente con i tetti rivestiti da tegole colorate e le guglie in stile gotico. Gli interni sono sempre in stile gotico con volte e colonne riccamente decorate. Saliamo la scala che porta al soprastante piccolo museo da dove possiamo ammirare dall’alto la chiesa in tutta la sua bellezza. In questa chiesa furono incoronati l’imperatore Francesco Giuseppe e la principessa Sissi. Usciamo e ci dirigiamo verso il Bastione incrociando prima il monumento equestre di Stefano I d’Ungheria. Il Bastione è un complesso monumentale imponente di colore biancastro in stile neogotico e neoromanico composto da torri (7) e terrazze, dalle quali si può ammirare tutta Pest. Evitiamo di salire alle terrazze superiori perché a pagamento (in una parte ci sono ristoranti) e preferiamo, invece, proseguire ancora più avanti nel quartiere. Comincia piovigginare e, così, giriamo lentamente riparandoci un pò dove capita. Il quartiere è molto carino. Arriviamo alla Chiesa di Santa Maria Maddalena, o almeno a quello di essa rimane. È una chiesa che nel corso dei secoli ha subito molti rimaneggiamenti. Con gli interventi dopo la seconda guerra mondiale sono rimaste solo la torre e il portale mentre è stata ricostruita una finestra in stile gotico. Prima di tornare indietro andiamo a vedere la vicina Porta Vienna. Ritorniamo al Bastione e, stavolta, lo visitiamo dalla parte esterna attraverso le scalinate che portano verso il basso lungo la strada che porta a Clark Adam Ter. Da qui possiamo ammirare tutta l’imponenza della costruzione. Se la discesa è stata piuttosto agevole, la salita, considerato il caldo, è molto faticosa e la dobbiamo percorrerla a tappe (che sudata). Dopo aver ripreso un po’ di fiato ci dirigiamo verso la fermata del bus ma prima facciamo una visita all’interno dei negozi di souvenir proprio di fronte alla fermata. È una sorta di bazar con tanti articoli. Compriamo qualcosa e poi sempre col bus 16 torniamo a Pest e di seguito in metro in hotel. Dopo un breve riposino, in metro, andiamo in centro e, stavolta, percorriamo la Vaci Utca per intero fino ad incrociare il bellissimo ponte in acciaio Szabadasag hid (Ponte della libertà). Dovendo cenare decidiamo di seguire i consigli di Maria e andiamo in viale Andrassy da Langòs Papa, un locale tipico specializzato in una delle tipiche pietanze ungheresi, le “Langos”. A prima vista sembrano delle specie di pizze (ma sono diverse), variamente condite. Prendiamo due langos di gusti diversi che dividiamo e due birre Soproni (birra ungherese). Sono buonissime e alla fine paghiamo appena 4600 fiorini in due (circa 15€). Facciamo nuovamente un giro in centro e ci imbattiamo, casualmente, di fronte Vigado Ter, con la statua di bronzo seduta sulla ringhiera lungo il Danubio. Scopriamo che è una copia della Piccola Principessa con le sembianze di Peter Pan, il cui originale sarebbe custodita nella Galleria Nazionale. Torniamo in hotel.
4° giorno
Oggi è prevista la visita di Szentendre e, pertanto, facciamo colazione abbastanza presto. Dalla fermata metro di Vorosmarty Ter, con cambio a Deak Ferenc Ter, arriviamo alla fermata di Batthiany Ter. Da qui partono i treni HEV che portano fuori Budapest. Il treno che porta a Szentendre è la linea HEV 5. Aspettiamo un pò cercando e chiedendo dove poter fare i biglietti. Nessuno parla inglese e, quindi, non capiamo quasi niente. Arrivato il treno saliamo nella speranza di incontrare il controllore. Lungo il tragitto, dai finestrini, ci rendiamo conto che la campagna ungherese è molto diversa dalla capitale. Gli edifici sono molto datati così come i mezzi che circolano. Arriviamo a destinazione, dopo circa mezz’ora, senza avere pagato il biglietto perché nessun controllore si è fatto vivo. Decidiamo di visitare prima il Museo etnografico all’aperto di Skanzen che si trova a pochi chilometri dalla città. Uscendo dalla stazione ferroviaria ci indicano il posto dove prendere il bus e dove fare i biglietti. La stazione bus è appena all’uscita e con 500 fiorini a testa facciamo i biglietti A/R. In appena 15 minuti arriviamo alla fermata di fronte l’ingresso del villaggio. Skanzen è un Museo etnografico a cielo aperto che si sviluppa in un’area molto estesa. Facciamo i biglietti (2000 fiorini a testa + 500 per il trenino). Con i biglietti ci danno una pianta di tutta l’area in modo da orientarci. L’area si divide in sezioni dove in ognuna è rappresentata la realtà rurale passata di ogni parte dell’Ungheria. Gli edifici presenti sono quelli dei luoghi di origine smontati e ricollocati, compresi gli arredi. Ci sono case di abitazione signorili, dei contadini, laboratori artigianali, stalle, fienili, orti, chiesa, mulino a vento e tanto altro, il tutto inserito in un’area verde molto curata. Cominciamo, così, la nostra visita cercando di seguire un percorso logico (non è semplice). Arriviamo nei pressi della chiesetta e da lì cerchiamo la fermata del trenino che consente di salire e scendere quando e quanto si vuole (gli orari sono affissi in ogni fermata). Sul trenino conosciamo una simpatica signora ungherese, con la famiglia, che parla italiano e che ci dà qualche notizia e qualche indicazione utile per meglio ottimizzare la visita (pensate che alla fine abbiamo impiegato poco più di tre ore). Continuiamo a girare tra case, villette, orti, fienili e fattorie di animali, tutto dal sapore contadino e, infine, col trenino torniamo all’ingresso. Attenzione agli orari dell’autobus per il ritorno da Skanzen a Szentendre perché non sono frequenti. Al momento dell’ingresso non abbiamo verificato gli orari e ci siamo ritrovati a dover aspettare circa un’ora e mezza, e quindi è consigliato controllare all’ufficio informazioni prima di entrare al museo e regolarsi quando uscire. Inganniamo il tempo seduti in sala d’attesa mangiando un gelato e bevendo una bibita. Quindici minuti prima dell’orario ci rechiamo alla fermata e poi con bus andiamo verso la città. Chiediamo all’autista di farci scendere alla fermata intermedia di Bukkos Patak perchè da lì (ci ha detto l’addetta alla biglietteria di Skanzen) in 5 minuti a piedi si raggiunge il centro di Szentendre. Ed è così. Giriamo tra le stradine e i vicoli entrando e uscendo da negozi e locali e ne approfittiamo per prendere un cono gelato (niente male). È piena di turisti (infatti è la meta più frequentata per chi si reca a Budapest e dintorni). Cerchiamo i pochi monumenti riportati nelle cartine tra cui la Chiesa Serba e quella Cattolica. Una breve puntata in riva al Danubio, più naturalistico ma meno maestoso rispetto a Budapest. Esaurito il giro cittadino andiamo a piedi alla stazione ferroviaria per tornare a Budapest. Saliamo sul treno e, stavolta, troviamo il controllore che ci stacca i biglietti (appena 310 fiorini a testa, quasi 1€). Un consiglio: se andate a Szentendre e volete visitare Skanzen (fatelo) prima andate al villaggio e poi visitate la cittadina. A Batthiany Ter scendiamo dal treno e prendiamo la metro in direzione dell’hotel dove ci diamo una rinfrescata. Meta serale è il famoso Cafè New York. Lo raggiungiamo a piedi da Deak Ferenc Ter. Il locale si trova al piano terra del palazzo omonimo ed ha ingresso autonomo. Appena entrati rimaniamo a bocca aperta. È tutto uno stile che va dal gotico al neoclassico e al barocco con colonne e volte splendidamente decorate. Prima della guerra è stata definita la più bella sala da caffè del mondo. L’ambiente è raffinato e il servizio è all’altezza. L’assortimento in pasticceria è vario e così prendiamo due dolci tipici tra cui il “somloi galuska “, un caffè e una birra “Borsodi”. Tutto molto buono servito da personale all’altezza del locale (da provare almeno una volta se si va a Budapest). Torniamo in centro e poi in hotel in bus dato che è tardi per la metro.
5° giorno
Dopo la colazione usciamo dall’hotel e in metro destinazione centro città. Approfittiamo dell’orario per visitare la Basilica di Santo Stefano all’interno. È molto grande e in stile neoclassico, riccamente decorata, in particolare le volte. Bella la cupola la cui guglia raggiunge la stessa altezza del Parlamento (per le norme cittadine nessun edificio può superarne l’altezza). Completata la visita interna rifacciamo il giro completo intorno alla Basilica e, poi, a piedi ci incamminiamo in direzione del quartiere ebraico. Il programma è di visitare la Grande Sinagoga, la più grande d’Europa e tra le più grandi del mondo. Dall’esterno si può vedere la imponenza di tutto il complesso, in stile eclettico con evidenti richiami moreschi. Dopo una ragionevole fila facciamo i biglietti (4000 fiorini a testa) ed entriamo. All’ingresso consegnano a tutti gli uomini il classico kippah (in cartone rigido, la calotta tipica che serve per non recarsi davanti a Dio a capo scoperto). Ho qualche difficoltà a fissarlo dati i capelli corti ma alla fine ci riesco. L’interno dell’edificio principale sembra una tipica chiesa cattolica a tre navate (molto diversa dalle altre sinagoghe viste a Praga e Cracovia) ampie e con soffitti abbastanza alti. C’è anche un ordine di posti superiore destinato alle donne. Insolita per una sinagoga è la presenza di un organo a canne. Il biglietto prevede una visita guidata nella propria lingua e così ci accomodiamo nei posti riservati ai visitatori italiani. Ascoltiamo attentamente la guida che ci spiega la chiesa dal punto di vista architettonico e religioso e le differenze di culto ebraico tra le varie componenti che lo costituiscono. Finita la spiegazione ci accompagna fuori dalla chiesa, ma sempre all’interno del complesso, dove c’è il giardino e il cimitero ebraico. Finita anche quest’altra spiegazione la guida ci saluta e così liberamente continuiamo a vedere il resto. Ci colpisce, vicino l’uscita, una scultura metallica che rappresenta un salice piangente; scopriamo che è il Memoriale Raoul Wallenberg Emlékpark, realizzato dallo scultore Imre Varga, dove sulle foglie sono riportati i nomi delle vittime dell’olocausto di fede ebraica (molto toccante). L’ultima visita del complesso è all’interno del museo dove sono esposti oggetti religiosi e della tradizione ebraica. Usciamo (ricordate che il sabato il complesso è chiuso) e ci dividiamo perché io voglio andare a vedere lo Stadio Ferenc Puskas mentre mia moglie se ne torna in centro e poi in hotel. Raggiungo con la metro la zona dello stadio e, dopo una bella camminata a piedi, arrivo nei pressi. Purtroppo la delusione è tanta perché lo stadio è in ristrutturazione e non si riesce a vedere quasi niente e per giunta da lontano. Rammaricato raggiungo mia moglie in hotel e da lì, insieme in metro, la stazione ferroviaria Nyugati dove si trova il Centro Commerciale West End City Center, il più grande della città. È un grande complesso a più piani con negozi di ogni genere. Attraversato il centro si entra direttamente nella stazione ferroviaria (ma non è proprio semplice………bisogna orientarsi bene altrimenti…….. ci si perde facilmente). Tutto sommato è il classico centro commerciale, grande sì, ma se volete fare acquisti di qualsiasi genere e costo il centro città offre tutto quello che può servire. Torniamo in hotel per rinfrescarci e cambiarci dato che la serata prevede lo spettacolo in teatro. Prima del teatro, però, andiamo alla famosa pasticceria Gerbeaud che si trova in pieno centro, in Vorosmarty Ter. Ne approfittiamo stasera perché l’unica pecca di questo locale e che chiude alle 21:00. Locale raffinato ed elegante dove troviamo una ricca varietà di dolci. Ci accomodiamo e alla richiesta del cameriere ordiniamo, come nel menù, una porzione di Torta Dobos (il dolce nazionale per eccellenza) con un bicchiere di Tokaj dolce e una porzione di Palacsinta, una sorta di crepe in versione ungherese. Dicono che in questa pasticceria si trova la migliore Dobos d’Ungheria: probabilmente sarà vero dato che è buonissima come ottima è la Palacsinta. Soddisfatti di tutto paghiamo 8100 fiorini (circa 25€) e andiamo in Zryini utca, vicino la Basilica di Santo Stefano. Entriamo al Duna Palota (Palazzo Danubio) dove è previsto lo spettacolo e, alla reception, consegniamo i tickets che ci aveva consegnato Maria in hotel al momento della prenotazione. Saliamo le scale e una guida ci fa accomodare all’interno della sala del teatro. L’ambiente è carino, non è certo paragonabile ai nostri teatri lirici, però non è male. Si compone della platea in basso e del soppalco unico in alto. Ci accomodiamo ai posti assegnati e ci rendiamo conto che tutti i dubbi che avevamo al momento della scelta dei posti potevamo evitarceli perché da ogni punto del teatro si ha un’ottima visuale. Attendiamo l’orario previsto e in perfetta puntualità comincia lo spettacolo. Si esibisce una delle compagnie più importanti ungheresi, famosa a livello internazionale, che si compone di musicisti (quasi tutti violinisti) e di ballerini. Come da programma dura un’ora e mezza dove viene eseguito uno spettacolo di alta qualità, in particolare i primi violini che eseguono virtuosismi apprezzatissimi da tutti. Finito lo spettacolo ci raduniamo nella hall d’ingresso e aspettiamo la guida che ci dovrà condurre al battello per la crociera sul Danubio. Quando siamo tutti, a piedi seguendo la guida, andiamo al battello (una bella passeggiata by night tra le vie della città). Arrivati al molo di partenza saliamo sul battello e poco dopo esserci accomodati una cameriera ci chiede che bevanda ordinare (il pacchetto comprende spettacolo folk + crociera + bevanda). Prendiamo una birra e una spremuta d’arancia. Quando il battello parte andiamo sul ponte per meglio vedere le sponde del fiume. Sia a destra che a sinistra è uno spettacolo unico con i migliori monumenti perfettamente illuminati, in particolare il Parlamento (da cartolina), il Castello, il Bastione dei pescatori, i Bagni Gellert e tanto altro. Particolarmente entusiasmante è il momento in cui il battello passa sotto i ponti più importanti (Ponte delle Catene, Ponte Elisabetta, Ponte della libertà) splendidamente illuminati. E tutto questo lo ammiriamo in andata e ritorno. La crociera dura circa 45 minuti e viene allietata dalla musica eseguita dal vivo da simpatici musicisti. Fino ad oggi ci eravamo resi conto delle bellezze di Budapest ma averle viste di sera, dal Danubio e illuminate è tutta un’altra cosa. Uno spettacolo assolutamente unico da non perdere per nessun motivo. Chiusa la serata in bellezza (è proprio il caso di dirlo) torniamo in hotel in bus.
6° giorno
Dopo la colazione andiamo nella zona del Parlamento. Adiamo in bus e scendiamo alla fermata Kossuth Lajos Ter. È nelle nostre intenzioni visitare il Parlamento solo dall’esterno e poi continuare per il resto della città. Il palazzo è molto grande anche se visto illuminato sembra ancora più imponente. Girando intorno all’edificio ci imbattiamo in una ampia scalinata che porta ad un locale interrato. Scopriamo che è la biglietteria per l’ingresso comprensiva di bar e shop center. Quasi invogliati dall’ambiente decidiamo di fare la visita del Parlamento. Non si può entrare singolarmente ma solo attraverso visite guidate con guide locali. Sui display sopra le biglietterie vediamo gli orari delle visite per ogni lingua e la disponibilità dei posti. Mi metto in fila e, purtroppo, quando arriva il mio turno mi accorgo che di posti per la prossima visita guidata in italiano ne è rimasto solo uno (……..e noi siamo in due). Decisi ormai a fare la visita facciamo i biglietti per quella successiva delle 16:15 al costo di 2400€ a testa. Per non perdere altro tempo usciamo velocemente e con il famoso tram n° 2 percorriamo parte del lungo fiume (da fare perché si può vedere con calma il lato del fiume e il lato interno con gli edifici che si affacciano sul Danubio). Scendiamo alla fermata di fronte il Mercato Centrale. Scesi dal tram ci troviamo davanti il mercato che ci fa esclamare “che meraviglia”. In stile eclettico già dall’esterno si nota la sua mole. Entriamo districandoci tra la gente che lo affolla e le bancarelle. È a due piani con struttura interna in acciaio. Il piano superiore occupa solo la parte perimetrale con attraversamenti intermedi che collegano le ali longitudinali. È tutto un tripudio di negozietti e bancarelle dove è possibile trovare di tutto, dai tipici salami ungheresi (quelli originali), frutta e ortaggi, carni, e souvenir di tutti i tipi, compresi ottimi oggetti di porcellana…………. e, dulcis in fundo, tutte la varietà di paprika (consiglio di acquistare i souvenir qui al mercato perché c’è più varietà, qualità e i prezzi sono competitivi rispetto al resto della città). Dopo tanto cercare in città finalmente qui troviamo un locale dove è possibile consumare il panino “Kolbice”, un particolare pane a forma di cono, rivestito da sesamo, riempito da wurstel e salsa a piacere. Con la birra “Soproni” paghiamo in due 4700 fiorini. Si è fatta l’ora per ritornare in Parlamento per la visita. Torniamo nuovamente col tram. Entrati in biglietteria ci mettiamo in fila dove è indicata la nostra visita guidata. Arriva la guida, che parla un ottimo italiano e che ci fornisce di auricolari perché bisogna isolarsi dagli altri gruppi presenti. Con lei entriamo all’interno del Parlamento. Cominciamo attraverso i primi ambienti a cominciare dal monumentale scalone, il tutto in stile neogotico, barocco e rinascimentale, seguendo le informazioni che ci vengono date e facendo tutte le foto che si vogliono. Quando arriviamo nell’ambiente che si trova proprio sotto la cupola del palazzo ci dice di mantenerci a debita distanza e di non fare foto. Ci troviamo di fronte alla corona reale di Santo Stefano, patrimonio dello stato ungherese, sorvegliata e piantonata costantemente da militari in alta uniforme (…………attenzione a rispettare le regole perché gli ungheresi sono molto attenti e severi). Proseguiamo fino a raggiungere una delle due aule parlamentari (questa è quella non più attiva perché da alcuni anni il sistema ungherese è monocamerale). Ha una struttura a emiciclo tipo la nostra camera dei deputati. È molto bella. Facciamo alcune foto e poi, seguendo la nostra guida, ci dirigiamo all’uscita (la visita, come indicato nelle guide, dura circa 50 minuti ma vale la pena farla). Usciti dal palazzo riprendiamo il tram 2 e dopo avere cambiato gli euro al solito ufficio di vaci utca andiamo in hotel per rinfrescarci. Per la cena decidiamo di tornare al ristorante Azsu. Quando arriviamo al ristorante troviamo subito il simpatico ristoratore che ci riconosce e cordialmente ci saluta e ci fa accomodare sempre all’esterno (come noi desideriamo). Stavolta prendiamo il gulasch (quello vero ungherese) accompagnato da un buon tokaj in calice (tutto superlativo). A fine pasto prendiamo un dolce gustosissimo: gnocchi di ricotta conditi con spuma di panna acida e crema di fragole. Paghiamo 23000 fiorini e ancora più soddisfatti della prima volta salutiamo il sig. Tamas Kovacsik facendogli i doverosi complimenti. Torniamo in hotel.
7° giorno
È l’ultimo giorno utile di vacanza e decidiamo di dedicarla ad una visita più ampia della città. La prima meta sarà la Via Pal, teatro del famoso romanzo di Ferenc Molnar “I ragazzi della Via Pal” che mi è rimasto impresso fin da ragazzino. Non è facile trovare la via anche per le non volute imprecise indicazioni dei cittadini locali. Alla fine riusciamo a trovare la via e la scuola del romanzo. Nello spazio antistante la scuola si trovano le sculture bronzee raffiguranti alcuni dei ragazzi del romanzo intenti a giocare con le biglie (…….ammetto che è una emozione trovarsi in un luogo che fin da piccolo ho immaginato nella mia mente). Soddisfatto (io in particolare), decidiamo di tornare al Mercato Centrale per fare gli acquisti che avevamo notato il giorno prima. Ci facciamo prendere un pò la mano ma va bene così. Finiti gli acquisti col tram ci dirigiamo in Deak Ferenc Ter e da lì decidiamo di proseguire a piedi per Viale Andrassy, salendo sul lato destro dove ci sono i migliori negozi della città, in particolare le grandi marche internazionali del lusso. Lungo il cammino si trova la Terror Haza (Casa del terrore), oggi museo ma in passato una sorta di prigione durante il periodo comunista. Sul muro esterno sono state collocate alcune foto di personaggi importanti vittime di quel periodo. Andiamo in hotel per lasciare gli ingombranti acquisti. Torniamo in centro, in Vaci Utca, e decidiamo di prendere qualcosa al noto Ana Cafè, un locale molto frequentato e rinomato. Prendiamo un Ice Cafè e una cioccolata con gelato vaniglia. Rinfrescati entriamo all’Hard Rock Cafè per comprare qualche altro regalo e poi cominciamo a gironzolare per la città seguendo, però, un percorso logico, passando per Parisi Utca, per Ferenciek Tere, per Iranyi Utca, incontrando uno dei famosi caffè della città, il Cafè Centrale. Ci rendiamo conto che Budapest è anche questa, meno ricercata ma molto bella con angoli e scorci di architettura davvero notevoli. Per l’ultima sera decidiamo di cenare in un ristorante di Buda, abbastanza conosciuto e valorizzato nelle recensioni: è il “Kacsa Etterem” (kacsa vuol dire anatra). È una nostra prerogativa questa di mangiare l’anatra quando andiamo nelle città dell’Europa centrale (quasi tutte specializzate per i piatti di selvaggina e anatra in particolare). Scendiamo alla fermata metro Batthiany Ter e dopo una passeggiata di circa 550 metri arriviamo a destinazione. Entriamo e già l’ambiente ci mette a nostro agio. Non parlano italiano ma hanno il menù in italiano. Cominciamo con un tagliere di formaggi e frutta e poi una zuppa di gulasch. Poi arriva l’anatra servita in due versioni: una con salsa di cavolo rosso e l’altra con salsa di arancia e ananas, il tutto accompagnato con due calici di vino rosè. Per completare la serata il dolce: strudel con gelato di vaniglia (in due, buono ma non come quelli che fanno in Tirolo e in Trentino). Alla fine decido di prendere una birra la “Dreher” che non è quella che siamo abituati a bere in Italia. Cena ottima per la qualità dei piatti, del servizio e per la presenza di musicisti che hanno allietato, dal vivo, la serata. Paghiamo 21000 fiorini (……ben spesi), salutiamo e facciamo in tempo a prendere la metro prima che chiuda. Tornati in albergo sistemiamo i bagagli.
8° giorno
È l’ultimo giorno di permanenza purtroppo non utilizzabile dato che abbiamo il volo alle ore 12:00. Completiamo i bagagli e, dopo avere fatto colazione, salutiamo il personale alla reception (in particolare Maria, davvero in gamba) e con la metro raggiungiamo la fermata Deak Ferenc Ter. Ho il tempo di andare al solito ufficio cambio in Vaci Utca per convertire alcuni fiorini rimasti in euro. Da qui prendiamo il bus 100E per l’aeroporto (costo del biglietto 900 fiorini a testa). Alle 10:45 siamo già al controllo bagagli. Puntualmente alle 12:00 si parte. Arrivo ad Orio al Serio e da qui, dopo avere ritirato l’auto, si torna a casa portando in dote un ottimo ricordo di Budapest.
Considerazioni su Budapest
Tra i pregi di Budapest ci sono la pulizia e l’efficienza dei mezzi pubblici. Anche se le linee della metro non coprono tutta la città, il sistema integrato di trasporto con i tram, bus e filobus permette di raggiungere qualsiasi posto senza problemi e con estrema puntualità. I problemi con la lingua si superano se si ha una media conoscenza dell’inglese e grazie anche alla disponibilità degli ungheresi. I siti di maggiore interesse da visitare sono ben organizzati e facili da capirne il funzionamento. Un fiore all’occhiello, almeno per i miei gusti, è la cucina e la gastronomia, diversa dalla nostra, ma di ottima qualità così come i vini. Molti si recano in questa città per brevi soggiorni e, secondo me, sbagliano perché c’è molto da vedere e da gustare con calma e attenzione. Un consiglio davvero importante è fare la crociera sul Danubio di sera perché lo spettacolo che offrono le due sponde con tutti i monumenti, i ponti e gli edifici illuminati è unico e impareggiabile: uno spettacolo straordinario. Da non perdere, tra le visite a pagamento, la Sinagoga e il Parlamento. Tra quelle gratuite è bello perdersi all’interno del Mercato Centrale. Per eventuali escursioni consiglio Szentendre e il vicino museo etnico all’aperto di Skanzen. Per chi apprezza la gastronomia consiglio di provare i tipici piatti ungheresi nei locali giusti. Qualcuno potrebbe far notare che in tutti questi giorni non siamo andati neanche una volta ad una delle famose terme. In effetti si poteva fare ma abbiamo voluto privilegiare altro. Magari sarà per una prossima volta…………….. se ci sarà, chissà.