10 giorni gironzolando per Madeira
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Premesse ed (in)consci paragoni
Va detto: siccome mio figlio e suo padre non sono degli appassionati camminatori (eufemismo), forse nel nostro giro ci siamo persi la parte migliore di Madeira e cioè i tragitti delle varie levadas più avventurosi nell’entroterra, con tutti i panorami possibili e immaginabili di foreste di laurisilva, montagne impervie e scogliere a picco e soprattutto lontani dal caos di alcuni punti sulla costa. Ci siamo sicuramente fatti un’idea del tutto nei posti da noi visitati, ma non abbiamo sviscerato la cosa, diciamo!
Inoltre, anche se ho cercato in questo resoconto di essere il più possibile imparziale, il nostro viaggio a Madeira ha sofferto troppo – oltre al fatto di aver dormito malamente come dettaglierò in seguito – dei paragoni, inconsci e non, con le meravigliose Azzorre visitate l’anno precedente. È inutile: alle Azzorre – SECONDO NOI ovviamente – è stato tutto “più”: le foreste più verdi e fitte, i vulcani e le caldere più scenografiche, le piscine naturali più spettacolari, le grotte più misteriose, le spiagge più accessibili, i tramonti più infuocati.
Questione di opinioni, ripeto ancora, ma a me che ADORO il malinconico e discreto fascino del Portogallo, Madeira non è sembrata così “portoghese”, anzi: troppa movida per i miei gusti, troppe feste e troppo rumore e poi, ad esempio, mentre Ponta Delgada a São Miguel è una piccola e affascinante Lisbona, Funchal è una città gradevole e visitabile ma con poca personalità e carattere.
A onor del vero va anche detto che, molto probabilmente, avessimo invertito i viaggi, Madeira ci sarebbe piaciuta il doppio!
Innanzitutto alcuni dettagli “tecnici”
Io, il mio compagno e il nostro bambino di 8 anni abbiamo soggiornato a Madeira dal 10 al 21 agosto a Sao Roque, quartiere di Funchal, alla Casa do Poço, trovata e prenotata su booking.com per un totale di 925 €; il volo TAP Portugal da Milano Malpensa con scalo a Lisbona A/R è costato 375 € a testa; l’auto da noi noleggiata con Madeirarent (una Yaris che aveva visto giorni migliori e che non teneva la seconda in alcuni tratti di autostrada, per non parlare sulle impervie salite dell’entroterra!) per i 10 giorni del nostro soggiorno è costata 340 € in tutto. Un taxi dal centro di Funchal all’aeroporto costa sui 30 €; molto più economico il pullman che però – occhio! – non a tutti gli orari si ferma all’aeroporto.
Note:
- la guida di Madeira della Lonely Planet si è rivelata, a parer nostro e a differenza di quanto ci accade di solito, un po’ troppo entusiasta per alcune attrazioni che, invece, tutto sommato, non si sono dimostrate poi sto granché…anche se ovviamente è sempre una questione di gusti personali
- assolutamente necessario un navigatore, anche solo sul cellulare; alcuni posti sono davvero mal segnalati!
- un consiglio per chi apprezza la tranquillità è di soggiornare lontano da Funchal, ad esempio a Machico o addirittura a Canical; sono molto comode per l’aeroporto e comunque la VR1 consente di raggiungere nell’arco di 1 ora/1 ora e mezza tutti i punti più interessanti dell’isola
- per fare il bagno a Praia Formosa, la spiaggia di Funchal, sono STRA-consigliate le scarpette: ci sono tratti interi di ciottoli, sia in spiaggia che in acqua, che sono davvero sgradevolissimi
- l’inglese è parlato discretamente ovunque; non abbiamo avuto problemi di sorta a capire e farci capire
- nota di colore: tre sono le bevande tipiche di Madeira: la prima DAVVERO alcolica, la poncha (con TANTO rum, zucchero e miele) che ha una “versione analcolica” chiamata Nikita (con aggiunta di gelato) e la mitica Brisa, analcolico al maracuja, che dovete assolutamente assaggiare! Una birra locale è la Coral, una lager leggera che a noi è piaciuta molto.
Casa do Poço
Cominciamo dal posto in cui abbiamo soggiornato. La Casa do Poço è situata nel quartiere di Sao Roque, che sovrasta Funchal, in una posizione comodissima ai mezzi (il 17, la cui fermata si trova proprio accanto all’ingresso, in 10 minuti porta in centro città, al capolinea Esfera), nonché per arrivarci in auto (uscita n.11, a 20 minuti circa dall’aeroporto, per poi seguire la direzione Sao Roque/Monte), posteggiando inoltre con estrema facilità nei pressi. A pochi minuti a piedi si trovano un supermercato ben fornito, due panetterie/pasticcerie (mi sentirei di consigliare quella di fianco al supermercato e non quella in discesa rispetto alla Casa i cui prodotti non ci sono piaciuti per niente…le peggiori pastele de nata della mia vita!) e due ristoranti – che però non abbiamo provato – specializzati nei tipici spiedini di carne di Madeira, le espatadas (assaggiati altrove in un paio di occasioni ma trovati sempre troppo asciutti per i nostri gusti).
Ha una vista magnifica sulla sottostante Funchal che si può godere dall’ampia piscina (la temperatura dell’acqua si è sempre aggirata sui 28 gradi) o dalle due bellissime terrazze attrezzate con comodi lettini, tavoli e pouf. Fare colazione nel curatissimo giardino guardando l’infinito non ha prezzo! I gentilissimi proprietari sono Isabel e Luiz che accolgono gli ospiti con una cordialità unica (e un bicchiere di Madeira!) e si dimostrano sempre disponibili e pronti a soddisfare ogni richiesta di informazioni o di aiuto in caso di necessità.
Gli alloggi disponibili sono 3, tutti con ingresso indipendente e dotati di tavoli/sedie per mangiare anche all’aperto. Il nostro era graziosissimo e affiancato da un piccolo stagno con pesci rossi: all’interno, due rampe di scale portavano l’una al soppalco con il letto matrimoniale e l’altra all’ampio soggiorno con angolo cottura, divano letto e bagno cieco (piccolo ma funzionale) con doccia. Il letto era comodo, il divano letto un po’ meno: il materasso arriva ad appoggiarsi direttamente sul pavimento, quindi scomodissimo per alzarsi, e va bene, come lunghezza, per un bambino o per una persona alta sul metro e 60 come la sottoscritta, in quanto per persone più alte c’è una sbarra di ferro che va a finire proprio sotto le scapole e che si avverte attraverso il materasso. A noi non ha disturbato, ma due finestre in alto non hanno le tende e quindi l’alloggio è molto luminoso fin dal mattino presto.
L’angolo cottura è dotato di tutto ciò che serve per cucinare (anche se le due padelle antiaderenti hanno visto tempi migliori e andrebbero sostituite), nonché di tostapane, macchina per caffè americano e microonde. A parer mio non guasterebbe fornire gli ospiti dei prodotti di base come zucchero, sale, caffè, olio (i filtri per il caffè invece ci sono così come il detersivo per il piatti) e magari un docciaschiuma (una saponetta c’era); invece abbiamo dovuto comprare tutto noi per poi lasciare lì quanto rimasto, sperando che l’ospite successivo abbia gradito (purtroppo l’omaggio di frutta che ci hanno fatto all’arrivo è andato sprecato perché noi non ne mangiamo!).
Il WiFi è gratuito in tutta la struttura ma bisogna cercare angoli particolari della casa perché prenda bene (i muri sono troppo spessi per avere una ricezione perfetta ovunque).
Detto questo, mi sento ahimè in dovere di avvertire coloro che meditano di soggiornare qui di due fattori che noi abbiamo purtroppo trovato MOLTO disturbanti: il primo è la vicinissima chiesa di Sao Roque che inizia a suonare le ore dalle 7 del mattino e batte i rintocchi OGNI QUARTO D’ORA (uno stillicidio assurdo che può essere ignorato solo dai mattinieri ma non da chi, come noi, apprezza dormire un po’ di più almeno in vacanza!) e il secondo, che però è valido solo attorno alla settimana di ferragosto, è la dannatissima festa del quartiere. Noi abbiamo soggiornato alla Casa dal 10 al 21 agosto e dal 10 al 19 una musica ASSORDANTE (il palco era stato allestito proprio davanti alla chiesa e quindi da noi si sentiva perfettamente) ci ha scassato i timpani e i nervi fino a mezzanotte inoltrata ogni sera. Inutili i tentativi di Luiz di far calare i toni avvisando periodicamente la polizia. La notte del 20 agosto, a festa terminata, la Casa era avvolta in uno splendido e irreale silenzio e abbiamo finalmente potuto dormire in maniera divina…fino alle 7 (come quando andiamo in ufficio!).
ATTENZIONE comunque al fatto che, nella maggior parte dei paesi che abbiamo visitato a Madeira in quei giorni, le decorazioni “a festa” erano presenti un po’ ovunque; chi quindi come noi apprezza in maniera smodata la quiete e l’ahimè troppo snobbato silenzio notturno, si informi bene sul posto in cui intende soggiornare, onde evitare gli spiacevolissimi fastidi capitati a noi che, bisogna ammetterlo, ci hanno proprio un po’ rovinato le vacanze.
Quindi che dire…bellissima e comoda location da consigliare – in bassa stagione – ad hikers molto mattinieri e, ad agosto, a nottambuli incalliti! 🙂
Luoghi visitati – da nord a sud…all’incirca!
Porto Moniz
Distante un’oretta circa di auto da Funchal, Porto Moniz è famosa soprattutto per le sue splendide piscine naturali scavate nella roccia lavica. Per chi ci arrivasse in auto, consiglio di lasciarla verso l’interno del paese, dove si trovano un paio di posteggi sterrati ma gratuiti molto ampi, piuttosto che nella zona blu a ridosso delle piscine.
Ci sono due punti in cui ci si può immergere, uno a pagamento (attrezzato con sdraio e ombrelloni e un alto trampolino sull’oceano!) più “cementificato”, diciamo, e uno gratuito, più “naturale” – la nostra scelta – anche se comunque dotato di scalette varie e barriere contro le ondate forti. Acqua limpida e fondale sabbioso permettono di vedere gli enormi pesci che nuotano in queste acque (fredde ma più che tollerabili con le nostre mute mezze maniche da 2 mm da cui non ci siamo mai separati, memori delle sofferenze oceaniche dell’anno precedente alle Azzorre! J). Proprio in corrispondenza delle piscine c’è un bar/ristorante che non sembra male per uno spuntino con vista.
Perdibilissimo l’acquario che invece la Lonely consiglia: bella la location in una torre a picco sull’oceano ma 18 € in 3 per vedere una decina scarse di vasche di cui una sola molto grande (che contiene, fra l’altro, alcuni piccoli squali), ci sono sembrati decisamente troppi.
Il Centro Ciencia Viva, parimenti consigliato dalla Lonely, si è rivelato essere usufruibile solo da gruppi scolastici o in occasione di eventi/conferenze, come spiegatoci da una svogliatissima signora alla reception.
Non male, e a prezzi contenuti, il pranzo al ristorante Poça dos Arcos che gode di una bellissima vista oceano e di un menù piuttosto vario (c’è anche la pizza); lati negativi, la poca empatia dei camerieri: il nostro assomigliava, per aspetto e simpatia, a Genny di Gomorra (infatti per prudenza non l’abbiamo mai contraddetto, neanche quando ha dimenticato, per ben due volte, di portarci l’ottimo e tipico pane all’aglio).
Sulla VE2 verso Sao Vicente, valgono la pena un paio di soste a rimirare i faraglioni all’altezza di Seixal (anche qui si trovano sono alcune piscine naturali che però noi non abbiamo visitato) e la famosa cascata Veu da Noiva (c’è un Miradouro apposito).
São Vicente
Davvero carino questo paese incastrato fra le montagne che sbuca sull’oceano…famoso per le sue grotte laviche, residuo dell’eruzione che ha creato l’isola, vale comunque la pena fare anche una passeggiata sul lungo fiume fino al mare per fermarsi poi in uno dei numerosi ristorantini abbarbicati alla stretta striscia di terra che li separa dalla spiaggia. La nostra scelta è stato il São Vicente Beach Club, in cui rapidi e gentili camerieri ci hanno servito ottimi hamburger e frutti di mare con cubetti di polenta fritta.
Le grotte, che si trovano poco fuori il paese verso l’entroterra, sono accessibili solo con una visita guidata che dura circa un’ora, fra percorso all’interno dei cunicoli e successivo museo. Sono decisamente suggestive (anche se le Grutas das Torres di Pico, alle Azzorre, secondo me non hanno rivali!) e visitabili anche senza un abbigliamento particolarmente pesante; bastano una felpa/k-way con cappuccio, visto che spesso e volentieri gocciola dal soffitto, e un paio di scarpe chiuse per evitare di scivolare sul bagnato. Il museo presenta alcuni plastici, un’animazione (un po’ triste, a dire il vero) dell’eruzione di un vulcano e un paio di video, di cui uno in 3D con gli appositi occhiali, molto ben realizzati e interessanti sulla formazione di Madeira e della vicina Porto Santo e di un ipotetico viaggio al centro della Terra.
Ho trovato molto suggestiva la strada per arrivare fino qui, strada che da Ribeira Brava lascia la costa sud per attraversare le montagne passando per il caratteristico Serra de Agua.
Parque Tematico de Madeira – Santana
Onestamente per chi viaggiasse senza bambini al seguito, questo Parco è perdibilissimo; carino invece, in caso contrario. Forse non proprio da venirci apposta da Funchal…ma un passaggio qualche ora mentre si va verso le splendide scogliere di São Jorge (che noi purtroppo non abbiamo fatto in tempo a visitare in dettaglio), si può fare. Se non sbaglio abbiamo speso sui 20 € in 3 per i biglietti d’ingresso. All’interno si trovano un laghetto cui si può andare in barca a remi a osservare le coloratissime carpe koi, bellissimi giochi in legno con scivoli aggrovigliati, un trenino che fa il giro del parco, un bel labirinto di siepi, tappeti elastici, un piccolo zoo con caprette, riproduzioni delle tipiche case di Santana con i tetti spioventi (ci siamo limitati a visitare queste; quel giorno ricordo non avessimo più tempo per andare a vedere quelle originali) e, soprattutto, un cinema 3D con un video simpatico e ben realizzato sulle bellezze naturali di Madeira.
Parque Natural do Ribeiro Frio
Venire fin qui solo per vedere il famoso allevamento di trote – di nuovo, esaltatissimo nella Lonely – a parer mio, non vale assolutamente la pena. Le seppure ampie vasche, colorate da una suggestiva acqua verde intenso, sono semplicemente tre più quelle – curiose! – in cui vengono messi i pesci in ordine di grandezza a seconda delle loro fasi di sviluppo. È comunque incantevole il paesaggio montano per arrivarci; a un certo punto la ER203 si biforca e volendo, proseguendo sulla sinistra, si può arrivare in auto fino al Pico do Areiro da cui parte il sentiero (che mi si dice ben tracciato ma impervio) per la vetta più alta dell’isola, il Pico Ruivo. Noi non abbiamo fatto questa deviazione perché purtroppo quel giorno il tempo non era dei migliori.
Carino il minuscolo villaggio di Ribeiro Frio, immerso nel verde della foresta di Laurisilva e attraversato da un piccolo torrente con cascatelle lungo il quale si può camminare scendendo – se non ricordo male – fin sulla costa tramite la Levada do Furado (11 km).
L’adiacente ristorante Ribeiro Frio è da provare! Anche qui poca empatia dei camerieri, ma il pesce (trota e il tipico pesce sciabola nero alle banane!) e le zuppe da noi scelti erano ottimi.
Splendida la vista – nonostante una nuvola bassa che purtroppo ci ha precluso la vista del Pico Ruivo – dai famosi Balcões che si raggiungono nell’arco di una mezz’ora su un sentiero molto facile, adatto anche ai bambini. Divertente farsi becchettare il mangime direttamente dalle mani dai numerosissimi uccellini lì presenti!
È consigliabile portarsi un cambio di vestiti pesante perché da queste parti il clima cambia molto rapidamente e la temperatura si abbassa di parecchio in poco tempo.
Machico e Canical
A circa una mezz’ora da Funchal, dopo l’aeroporto, si trova Machico, in cui ci siamo recati di rientro da un’altra gita solo per dare un’occhiata a una delle due spiagge di sabbia bianca – importata – dell’isola (l’altra si trova a Calheta). Affollatissima anche se piuttosto ampia, la spiaggia ha un frangiflutti che placa le onde dell’oceano, rendendola adattissima ai bambini anche perché l’acqua è molto bassa per un bel tratto.
A Canical ci siamo invece recati per visitare il Museo della Balena (biglietti di ingresso a 10 € adulti e 5 bambini, oppure famiglia a 20 €) in un giorno in cui il tempo non prometteva nulla di buono. È davvero ben realizzato, con molti video in 3D tra cui uno, particolarmente suggestivo, all’interno di un sommergibile. Pranzo economicissimo e delizioso a base di polipo e pesce nel vicino Muralha’s Bar: consigliatissimo! Proprio qui di fronte si trova una grande piscina – immagino a pagamento – in riva al mare in cui non siamo andati ma che, vista dall’alto, sembrava proprio un bel posto dove fare un tuffo.
Ponta de São Lourenço
Subito dopo Canical, proseguendo sulla ER109, si arriva in uno dei punti che io personalmente ho più apprezzato sull’isola, la scenografica Ponta de São Lourenço. La strada termina in un ampio posteggio e da lì si prosegue a piedi lungo un sentiero panoramicissimo e molto ben tracciato, adatto anche ai bambini seppure con qualche accortezza per quelli più piccoli, visto che in alcuni punti risulti abbastanza esposto (ci sono comunque sempre protezioni e barriere).
Per circa un’oretta di cammino non si può che restare senza parole osservando il giallo ocra della terra in contrasto con il rosso e il nero delle rocce dei faraglioni che si stagliano sull’oceano blu intenso e il tutto, nel mio caso, nonostante una nube carica di pioggia avesse deciso di scaricarsi proprio in quel punto (portatevi sempre un k-way che non si sa mai, ci sono correnti strane qui!) durante il viaggio di andata. Sembra poi di trovarsi in qualche oasi in pieno deserto quando si arriva alla Casa do Sardinha, in mezzo alle palme, in cui io ho preso un banalissimo caffè, ma che offriva nel menù anche un assurdo hamburger al pesto e funghi (!) e panini vari. Stranezza: la quantità di lucertole da queste parti è impressionante…una ha anche cercato di entrarmi nella tazza del caffè! Se interessasse – e se non vado errata – qui al bar organizzano anche tour in canoa lungo i faraglioni sottostanti.
Da questo punto in poi il sentiero non è più tracciato ufficialmente e un cartello segnala che si può proseguire fin sulla vetta della scogliera a proprio rischio e pericolo; io ero già un po’ in ritardo sulla tabella di marcia e quindi non sono andata, ma onestamente non mi sembrava così pericoloso e non tracciato, anzi…oltretutto mi si dice che da lassù la vista a picco sull’oceano sia davvero mozzafiato.
Il paesaggio è davvero, davvero marziano…spettacolare e consigliatissimo.
Funchal
In più occasioni ci siamo recati a Funchal, vista la vicinanza a Sao Roque.
La prima volta abbiamo lasciato la macchina nel comodo e tutto sommato economico posteggio accanto alla funicolare per poi prenderla (i biglietti A/R costano mostruosi 16 € a testa, 8 bambini) e salire fino a Monte, dove, manco a dirsi, non abbiamo resistito a slittare giù dalle ripide strade sui famosi Carreiros. Non fatevi scoraggiare dall’eventuale coda infinita che vedete; scorre abbastanza in fretta e si blocca solo quando non ci sono più slitte disponili: in questo frangente bisogna aspettare circa 10/15 minuti che un camion riporti su mezzi e traghettatori. Avevo prenotato la discesa con un minimo di sconto su booking.com, altrimenti il prezzo (un po’ ignobile, diciamocelo!) del giro è di 15 € a testa. Che dire…è vero tutto quanto letto sui vari siti di viaggio: la discesa dura circa 10/15 minuti e bisogna avere la fortuna di non trovarsi un camion/auto davanti altrimenti si scende lentamente e si perde tutto il divertimento. Noi siamo stati fortunati, per cui la velocità in alcuni punti è stata davvero elettrizzante e la vista sul mare splendida. Un po’ irritante all’arrivo, essere assaliti dai taxisti che stazionano tipo avvoltoi nei dintorni per convincerti a tornare in centro con loro: partono col chiedere 25 € per un tragitto di 5 minuti scarsi per poi scendere a più miti pretese (uno , dopo n trattative, alla fine ce ne ha chiesti 10 in tre e abbiamo accettato solo perché faceva un caldo infernale e volevamo andare al più presto a farci un bagno). Per info: a piedi si scende in centro in circa 20 minuti, mentre ci hanno detto ci vogliano almeno 2 bus per tornare in zona Avenida do Mar.
In una seconda occasione abbiamo visitato il – notevole! – Mercado dos Lavradores in cui finalmente abbiamo potuto vedere come è fatto dall’esterno il pesce sciabola nero, avendone già testato e apprezzato a tavola l’interno: sembra quasi una murena, nero e viscidissimo, con grandi occhi acquosi e denti aguzzi e sporgenti. Interessante il giro nella “zona pesce” per poi passare nella coloratissima – e un po’ più profumata – ala in cui si vendono frutta, fiori, borse e borsette e gadget vari. Un profluvio di colori davvero spettacolare, in cui gironzolare ammaliati magari fermandosi a mangiare o bere qualcosa nei graziosi barucci sulla terrazza esterna attorniati da buganvillee in fiore. I venditori propongono assaggi dei vari frutti ma non sono insistenti, cosa apprezzabilissima.
Quel giorno, informati di nuovo in maniera esageratamente ottimistica da quanto scritto sulla Lonely, abbiamo pranzato al ristorante Venda da Dona Maria, nella zona vecchia della città e molto vicino al mercato. Purtroppo non ci siamo trovati assolutamente bene e, credetemi, noi tre siamo davvero davvero di bocca buona, bambino in primis. Buttando un occhio sul tavolo accanto al nostro, vedo quello che sembra uno sfiziosissimo piatto unico con diversi assaggini serviti – molto scenograficamente bisogna dire – in scatolette di sardine vuote…e lo ordino. Le uniche cose mangiabili purtroppo risultano essere la patata dolce e il polipo, il resto è o troppo asciutto e secco (lo sgombro e il tonno) o troppo duro (la carne) e quindi immasticabile. Il mio compagno ha scelto il menù degustazione che comprendeva un paio di antipasti dimenticabili (e infatti me li sono dimenticata), un brodetto insapore stracarico di origano in rametti e con alcuni cubi di polenta in ammollo (insapori anch’essi), il pesce sciabola con banane (che ho mangiato io, ma che ho apprezzato molto di più al Ribeiro Frio; questo era molliccio e aveva la panatura per nulla croccante che si staccava a brandelli…) e una specie di spezzatino di vitello simile a quello che avevo io nel mio assaggio (e infatti era duro uguale!). La pasta al ragù del bambino era, invece, tutto sommato accettabile…però il tutto ci è costato scandalosissimi 87 €, il prezzo più alto pagato per un pasto in due settimane di vacanza a Madeira. Camerieri gentili e locale caratteristico, con un bel dehor nella strettissima via principale del centro storico, ma purtroppo del cibo non posso assolutamente parlarne bene.
Vale la pena, invece, una tranquilla passeggiata in questa Zona Velha che presenta una serie di scorci molto caratteristici, pane per chi, come me, è appassionato di fotografia!
Anche fare quattro passi sul lungo mare in Avenida do Mar, può essere piacevole; la passeggiata è ampia e ombreggiata, ci sono un tot di bar/gelaterie/ristorantini e punti informativi in cui prenotare escursioni lungo le levadas o crociere di avvistamento delfini e balene (noi siamo andati tramite Luiz che conosceva il capitano, con la Atlantic Pearl: 3 ore di crociera inclusa una sosta per fare il bagno…purtroppo non ricordo esattamente il prezzo, ma mi sembra sui 20/25 € a testa e noi tre abbiamo fatto i biglietti direttamente a bordo).
Al fondo di Avenida do Mar si trova l’ottimo Beer Pub che abbiamo provato due volte, restando sempre soddisfatti sia della qualità del cibo (un polipo e patate squisito, ad esempio), sia della birra (davvero una scelta notevole) che viene fatta assaggiare, spiegata, e poi servita con un po’ di scenografia.
Un’altra zona che ci è piaciuta per fare una passeggiata esplorativa è quella che scende dalla Sè verso il mare, in cui è bello perdersi nei vicoli tortuosi.
La spiaggia di Funchal, Praia Formosa, si trova verso ovest, in direzione di Câmara de Lobos. È molto ampia e scenografica, con degli alti faraglioni che la movimentano e prosegue sulla destra anche molto oltre il posteggio (lungo entrambe le strade che scendono, rispettivamente a est e a ovest, verso il mare); la sabbia è scura e per lunghissimi tratti costellata da ciottoli più o meno grandi che possono diventare un vero problema quando il mare è molto mosso: anche sulla battigia vengono scagliati sui malleoli dalle onde con una forza notevole…bisogna fare davvero attenzione (abbiamo visto una mamma e una bambina graffiate a sangue su schiena e gambe dopo un’ondata particolarmente forte!). Ci sono alcuni punti per fare la doccia (ghiacciata!) e bar/ristoranti non male nel tratto più vicino ai posteggi; noi abbiamo pranzato al Beira Calhau con dei gustosi panini alla carne (i migliori fra quelli assaggiati sull’isola) e al polipo.
Nota: a Funchal e dintorni non abbiamo visitato i rinomati giardini botanici né il Tropical Garden di Monte perché non siamo appassionati del genere, la fabbrica di vimini a Camacha, dopo aver letto n recensioni che la sconsigliavano più che altro per la brevità della visita (quindi non ci sembrava il caso di andarci apposta!) e la statua del Cristo Redentore in quanto, banalmente, non abbiamo mai avuto l’occasione di passare da lì!
Câmara de Lobos
Questo è sicuramente uno dei paesi che ci è sembrato più caratteristico e interessante da visitare, non foss’altro che per i pesci appesi sui pescherecci al sole a essiccare e la quantità smodata di barchette in legno dipinto a colori vivaci che ondeggiano nel piccolo porto.
Si può fare una bella passeggiata fin sotto al faro (abbiamo adorato i murales fatti con le etichette delle bibite!) e nelle strette e colorate viuzze del centro che vanta molti bar in cui provare la tipica poncha. Il paese si stava preparando per il Festival della Sardina (!) e infatti era tutto addobbato a tema. Vedendo le immense casse acustiche sull’immenso palco che stavano allestendo di fronte al porto, temo però che il posto, almeno durante le sere del festival, possa perdere un po’ in quanto a idillio e tranquillità.
Cabo Giraõ
Per me che soffro terribilmente di vertigini, la piattaforma trasparente di Cabo Giraõ è stata una vera sfida: a picco di 580 metri sul mare celeste e la scogliera rosso fuoco, offre un panorama mozzafiato sulla vastità dell’oceano. Guardare verso il basso per me è stato faticosissimo, soprattutto dopo aver notato una bella crepa nel vetro del pavimento su cui abbiamo ironizzato parecchio per esorcizzare!
Nei pressi c’è un bar/ristorante e un paio di negozi di souvenir non eccessivamente pacchiani.
Curral das Freiras
Non siamo scesi fino in paese, ma l’abbiamo rimirato dall’alto della panoramicissima balconata a cui si accede con una tranquilla salita sulla scalinata che parte dal posteggio in basso. Vale la pena farsi tutti i tornanti sulla strada per arrivare fin qui non foss’altro che per avere un’idea della struttura montuosa dell’entroterra di Madeira; il belvedere offre davvero una vista notevole sui picchi circostanti e sul paesino incastrato in mezzo ai boschi.
Calheta
A circa 40 minuti da Funchal si trova l’altra spiaggia di sabbia bianca dell’isola, protetta da due frangiflutti che rendono il bagno piacevole e meno ansiogeno che a Praia Formosa. Le spiagge in realtà sono due, una di fronte all’altra, collegate da una breve passeggiata con bar/ristoranti, bagni pubblici e simpatiche bancarelle di libri usati e non. Fra una spiaggia e l’altra ondeggia un parco acquatico con divertenti e sfidanti gonfiabili chiamato “Navibordo” (l’ingresso costa 7,50 € a testa e si può stare quanto si vuole salvo eccessiva affluenza).
Buone vacanze!