Dalla Croazia si passa in Bosnia Erzegovina
Dopo aver passato una notte con gli amici ciclisti croati di Kutina e aver goduto della loro ospitalità e cordialità in sella a Fernanda mi dirigo verso il confine Bosniaco, qui incontro un ciclista svizzero, un signore di una certa età che mi accompagna per tutta la mattinata. È un cicloturista svizzero, pratica questo tipo di viaggio da circa 40 anni. È un conversatore gentile ed interessante e sono felice della sua compagnia su queste strade. Subito ci rendiamo conto di essere entrati in un paese nettamente diverso da quelli che ci siamo lasciati alle spalle. Pare più duro e difficile, in particolare per i ciclisti. Le strade infatti non sono particolarmente curate e la condivisione con gli autoveicoli, che siano automobili o camion, non è protetta. Non ci sono piste ciclabili, la velocità degli automezzi è elevata e spesso si vedono carcasse di animali investiti lungo l’asfalto, chiaro segno della loro pericolosità, bisogna prestare molta attenzione. Questa è la zona meno turistica della Bosnia Erzegovina.
Probabilmente non tutti sapranno che la Bosnia Erzegovinaè in realtà divisa in due stati: la Federazione di Bosnia Erzegovina con Capitale Sarajevo, a maggioranza musulmana, e la Repubblica Serba di Bosnia (Republika Srpska), a maggioranza serba, con capitale Banja Luka, dove mi sto dirigendo. Dopo la caduta della Jugoslavia, Banja Luka divenne il centro economico della comunità serba di Bosnia che durante la guerra cacciò da qui musulmani, cattolici ed altre minoranze che fino a quel giorno avevano vissuto n quella porzione di paese. Qui infatti sono di religione ortodossa, sopravvive una minoranza musulmana, non completamente integrata. Giungo finalmente a Banja Luka dove scopro la bellezza di Hram Hrista Spasitelja, bellissima chiesa ortodossa al centro della città. Suggestiva anche La fortezza di Kastel è medievale, ma è situata sul sito di precedenti fortificazioni risalenti all’epoca romana e pre-romana. Anche l’utilizzo di internet è difficoltoso qui, tuttavia sarò ospitato da un giovane che abita qui, non bosniaco, ma russo. La popolazione sembra meno incline a rapportarsi. Scopro così uno dei due volti di questo paese, tuttavia interessante proprio perché come spezzato in due in un certo senso. Oggi ho percorso più di 130 km e sono contento di aver trovato qualcuno con cui poter parlare delle mie pedalate di oggi e di riposare un po’.