Medio Oriente fai da te: i contrasti di Israele e le bellezze della Giordania
Introduzione
Questo racconto sarà così organizzato: all’inizio raccoglierò una serie di consigli utili per coloro che vogliono organizzare un viaggio simile, cercando di rispondere a quelle che erano le mie perplessità prima del viaggio. Per i più pazienti, seguirà il diario del mio viaggio, che rappresenta anche per me un modo per poterlo rivivere anche in futuro: nel viaggio, per dare al lettore un’idea delle mete che mi sono piaciute di più e quelle che invece sono ‘sacrificabili’ utilizzerò la seguente scala:
Indice dei contenuti
- ***** = imperdibile
- **** = molto interessante
- *** = interessante
- ** = medio
- * = si può saltare
Gerusalemme è una di quelle città dal fascino unico, che racchiude al suo interno una varietà di culture, tradizioni e popoli da giustificare da sola il viaggio. Ma quale occasione migliore per cercare di capire in prima persona le ragioni delle tensioni con i territori palestinesi? E perché non aggiungere qualche giorno in Giordania alla scoperta della mitica Petra e delle magie del deserto di Wadi Rum? Questa è stata l’idea iniziale del viaggio che ha visto protagonisti me (30 anni) e mia sorella Alessandra (26) con cui ho condiviso tanti viaggi precedenti. Inutile dire che, nonostante i pochi giorni a disposizione, ne è uscito un viaggio estremamente affascinante.
Cambi al momento del viaggio: 1€ = 4 NIS = 0,8 JOD
Qualche consiglio pratico
Voli
Prenotando con qualche mese di anticipo i voli sono risultati convenientissimi: andata diretta Firenze – Tel Aviv con Vueling a 99€/pp e ritorno diretto Amman (capitale della Giordania) – Bologna a 29€/pp con Ryanair. Certo, bisogna adattarsi con i giorni e c’è la scomodità del transfer tra Bologna e Firenze, ma onestamente il prezzo ci è sembrato irrinunciabile. Da segnalare gli orari non comodissimi con volo d’andata con arrivo a Tel Aviv alle 4:00 del mattino e quello di ritorno che arrivava a Bologna poco prima di mezzanotte.
Visti e Jordan Pass
Per Israele non serve visto. Per la Giordania sì, ma è incluso nel Jordan Pass. Se entrate e uscite dal border di Eilat e soggiornate almeno 3 notti in Giordania il visto dovrebbe essere gratuito e quindi il Jordan Pass non dovrebbe essere conveniente. Negli altri casi, sempre che soggiorniate almeno 3 giorni, il pass dovrebbe essere conveniente. Se soggiornate meno di 3 giorni preparatevi a pagare un salasso, perché il governo giordano sta facendo di tutto per disincentivare i viaggi mordi e fuggi per vedere solo Petra. In ogni caso vi consiglio di procurarvi informazioni aggiornate.
Meteo
Caldo, caldo e ancora caldo, anche a Giugno. Picchi di 41°C nella zona del Mar Morto con livelli di umidità insostenibili. La Giordania più secca ma comunque molto calda. Speravamo Giugno fosse un po’ meglio per il clima, se possibile invece vi consiglio di scegliere una stagione più fresca.
Itinerario
Siamo arrivati la mattina prestissimo e trascorso 3 notti a Gerusalemme. Un giorno intero lo abbiamo dedicato a Betlemme e ai territori palestinesi (con rientro per cena) e due e mezzo alla visita della città: ci sono serviti tutti. Poi ci siamo spostati con bus di linea nella zona del Mar Morto per fare il tradizionale bagno e visitare Masada. Da lì abbiamo preso il bus fino a Eilat (che non ci interessava visitare), che si trova a pochi chilometri dal confine giordano. Attraversato il confine abbiamo trascorso una notte nel deserto di Wadi Rum e una a Petra (con 2 mezze giornate abbondanti di vista). Abbiamo poi preso un bus per Amman, dove abbiamo visitato la stessa capitale e la vicina Jerash (50min di bus).
Denaro
In Israele si paga facilmente con la carta, in Giordania un po’ meno. In generale non ci sono difficoltà particolari. Non è conveniente cambiare grandi somme di denaro.
Visita di Petra
A differenza di quanto credevo non ci sono tante informazioni sull’organizzazione della visita a Petra. Innanzitutto si deve aver chiaro che vedere Petra non è solo vedere il Tesoro (raffigurato in tutte le immagini turistiche) ma scoprire numerose bellezze disseminate in un territorio immenso. La nostra scelta è stata di spezzare la visita in due giorni e si è rivelata vincente. Ci sono almeno tre camminate impegnative che consiglio assolutamente di fare: affrontarle nello stesso giorno, soprattutto con il caldo, può essere traumatico. E’ possibile fare alcuni tragitti a dorso di mulo o cavallo, ma visto come sono trattati gli animali vi sconsiglio di farlo. Infine una dritta per la classica foto del Tesoro dall’alto: ci sono almeno tre diversi punti panoramici. Uno è quello dove tenteranno di portarvi tutte le fantomatiche guide assiepate davanti alla facciata del Tesoro: vi chiederanno anche 15€ per pochi minuti, anche se pare essere la vista più bella. Dal lato opposto rispetto alla facciata c’è invece una piccola tenda beduina, posta più o meno alla stessa altezza del punto più alto del Tesoro: qui per l’accesso vi basterà pagare 1 JOD o, se andate verso l’orario di chiusura come abbiamo fatto noi, potrebbe essere addirittura gratuito. Infine c’è la lunga passeggiata che parte dopo le Tombe Reali: anche in questo caso c’è una tenda beduina ma sarà sufficiente pagare una consumazione.
Capitolo alba/tramonto e luce per le foto: il Tesoro è illuminato solo la mattina ma, essendo in un canyon, non è colpito dai raggi del sole all’alba. Basta arrivare a un orario tranquillo. Belle le Tombe Reali con la luce del tramonto e credo anche la vista dall’Altura del Sacrificio. Per il Monastero è ottimo arrivare verso metà giornata perché è il momento in cui la luce è migliore. Per finire armatevi di repellente contro le mosche perché è davvero pieno di insetti!
Spesa complessiva
Per 10 giorni abbiamo speso circa 1100€ a persona: in Israele (e soprattutto a Gerusalemme) pernottamenti e pasti sono piuttosto cari (a Gerusalemme più cari che in Italia). La Giordania è molto più economica, con l’unica (parziale) esclusione di Petra.
Diario
Domenica 02/06 (volo + Gerusalemme)
Partiamo alle 23:30 dell’1 Giugno da Firenze e arriviamo a Tel Aviv alle 4 locali (3 in Italia). Non abbiamo nessun problema al controllo passaporti e prendiamo alle 5:00 il bus 485 per Gerusalemme che ora, a differenza di quanto scritto dalla Lonely Planet (LP in seguito), ferma al piano terra. Paghiamo 16NIS a testa (circa 4€) e in 45min siamo in città. Lasciamo i bagagli al deposito alla Central Bus Station (10NIS ogni 2h!!!) e, dopo una semplice colazione in stazione, prendiamo il tram (molto comodo e frequente) per il centro città. Entriamo dalla porta di Jaffa nella città vecchia e la attraversiamo in buona parte per andare subito in coda per entrare al Monte del Tempio, che per i non musulmani ha orari di visita ridottissimi. Arriviamo alle 07:00 e subito siamo coinvolti in una baraonda di ebrei ultraortodossi che in attesa di entrare intonano canti che assomigliano più a cori da stadio: intanto arriva la notizia di possibili disordini all’interno. Alcuni travalicano mentre i turisti restano spiazzati: alle 07:45 finalmente entriamo. Dal passaggio in legno possiamo osservare (e fotografare) le persone intente nella preghiera del mattino al Muro del Pianto, che si trova subito sotto di noi. Entrati nella Spianata delle Moschee***** l’atmosfera è tuttavia molto diversa: ci sono centinaia di poliziotti e i musulmani si sono impossessati del Monte del Tempio e impediscono a chicchessia, ebrei o turisti, di accedervi. Veniamo a sapere che è il Jerusalem Day e in mattinata gli ebrei ultraortodossi hanno fatto una “sortita” chiudendo i musulmani, che erano intenti nella preghiera per il Ramadam, all’interno della moschea Al Aqsa, gettando poi dentro alcuni lacrimogeni. La situazione è caldissima e volano alcune pietre. Circumnavigando parte dell’edificio riusciamo tuttavia a salire sulla piattaforma sopraelevata della Cupola della Roccia, luogo contestato tra ebrei e musulmani. Ci teniamo per sicurezza vicino alla polizia ma possiamo comunque ammirare il bellissimo edificio ricoperto di maioliche azzurre. Una giovane ragazza musulmana ci si avvicina e ci dice che siamo i benvenuti, spiegandoci le ragioni della situazione tesa. Ognuno difende il proprio punto di vista ma ha un suo fascino sentirsi così “entro” a una questione millenaria, che spesso dall’esterno è difficile comprendere fino in fondo. Completiamo la visita della zona, considerando che non è possibile entrare all’interno né della cupola né della Moschea Al Aqsa. Usciti andiamo ad acquistare i biglietti per la visita della Galleria del Muro Occidentale, possibile solo ad orari predefiniti. Quindi, separandoci viste le diverse sezioni di preghiera a cui accedono donne e uomini, ci dirigiamo al Muro del Pianto****, osservando con il dovuto rispetto le persone in preghiera. Gli uomini devono indossare la kippah. Le emozioni che si provano sono forti e molto personali, ma sicuramente trascorrere del tempo al Muro è un’esperienza da fare. Visto che abbiamo ancora del tempo prima della nostra visita decidiamo di esplorare il Quartiere Ebraico**: con una breve passeggiata arriviamo in Piazza Hurva** e da qui visitiamo le 4 sinagoghe sefardite* (siamo entrati ma non ne valeva bene) e il Cardo Maximo**, resti dell’antica via principale della città. Si è fatta l’ora della nostra visita alla Galleria del Muro Occidentale**, con la guida che ci racconta la storia del muro con l’aiuto di alcuni plastici e poi ci spiega le possibili tecniche di costruzione, portandoci nel frattempo in giro tra i vari tunnel. La spiegazione è interessante ma forse ci saremmo aspettati di più. Per non svenarci ulteriormente decidiamo di tornare a recuperare i nostri bagagli in stazione: ne approfittiamo per pranzare con un gelato e facciamo quindi check-in al nostro Yafo 35 Apartment (75€/gg la doppia), poco fuori dalla Città Vecchia: la scelta si rivelerà azzeccata. Dato che siamo svegli da oltre 24h ci concediamo un’oretta di sonno prima di riprendere la visita della città. Rientrando dalla porta di Jaffa ci dirigiamo verso il Quartiere Armeno**: gli armeni attualmente abitanti a Gerusalemme sono meno di 2000, e l’area occupata dal quartiere è piuttosto ridotta. Proviamo ad entrare nella Chiesa di San Giacomo, ma l’accesso è limitato ad un’ora al giorno! Ci limitiamo quindi a una passeggiata per le strade prima di dirigerci al vicino Quartiere Cristiano***. La prima tappa è la visita alla Chiesa del Santo Sepolcro****, che ha un’atmosfera quasi mistica. Essa è contesa tra le diverse confessioni cattoliche e al suo interno, oltre ad alcune stazioni della Via Dolorosa, si possono osservare spesso pellegrini in preghiera tra nuvole di incenso. Per entrare nel sepolcro c’è una lunga fila e quindi decidiamo di tornare eventualmente in un secondo momento. Di qualunque fede siate, la visita alla basilica è comunque affascinante. Facciamo un tentativo di visitare la via Dolorosa, ma la polizia ci sbarra il passo a causa di non meglio precisate manifestazioni. Ci dirigiamo quindi al Monastero Etiope**, che si trova praticamente sopra la Basilica del Santo Sepolcro, anche se la scala che li collega è in questo momento chiusa, essendo già piuttosto tardi. Finita la visita, per cena decidiamo di uscire dalla città vecchia e andiamo da Hamarakia, su una parallela di Jaffa Street, un localino fuori dal tempo in cui due giovani ragazze preparano piatti genuini che gli ospiti mangiano ai tavoli in legno, alcuni dei quali condivisi. Prendiamo un buonissimo hummus e due zuppe (la specialità della casa), una di cavolfiore e una di lenticchie, entrambe speziate e davvero buone. Rimaniamo contenti e spendiamo 150NIS in due, meno di 20€ a testa. Facciamo una passeggiata lungo Jaffa Street per vedere i festeggiamenti per il Jerusalem Day, prima di crollare, stremati a letto.
Lunedì 03/06 (Gerusalemme)
Dopo la colazione in appartamento fatta con le cose comprate al market la sera prima, ci buttiamo subito nel Mercato Mahane Yehuda***, a un paio di isolati da noi lungo Jaffa Street. I banche del mercato sono affascinanti, con numerosi prodotti tipicamente mediorientali. Fascino ulteriore è dato dai numerosi ebrei ultraortodossi, con le lunghe barbe e i boccoli tradizionali, che si aggirano tra le viuzze. Particolari anche i numerosi lavori di street art che ravvivano vari banchi, con ritratti dei proprietari o di persone famose. Da qui ci dirigiamo a Mea She’arim ****, il quartiere ultraortodosso. Qui il tempo sembra essersi fermato, con le persone tutte vestite di nero che rifiutano molte delle comodità moderne (escluso il cellulare!). Sembra di essere in un ghetto dell’Europa dell’Est e, senza voler esprimere nessun giudizio, la vita di queste persone ci sembra molto limitante. Gesti di affetto e macchine fotografiche sono assolutamente bandite nel quartiere. Esperienza in ogni caso molto particolare. Da qui passiamo per il Complesso Russo* (che vale poco) per salire quindi sulle mura della città vecchia** (18NIS). Ci sono due ampi tratti aperti e noi decidiamo di percorrere quello compreso tra la Porta di Jaffa e quella di Erode: la visita è piacevole, ma altri luoghi regalano panorami migliori, perché si è complessivamente lontani dai maggiori punti di interesse. Scesi, decidiamo di percorrere la Via Dolorosa**, dove sono presenti le diverse stazioni (vere o presunte) della via Crucis. Se, come chi scrive, non siete credenti, vi troverete a fissare targhe o opere di scarso interesse assediati da orde di pellegrini. A mio giudizio quindi non proprio una visita imperdibile. Per pranzo andiamo dal mitico Abu Shukri, ristorante economico famosissimo per l’hummus e i falafel: confermiamo in pieno i giudizi positivi. Da qui attraversiamo brevemente il quartiere Musulmano, usciamo dalla Porta di Erode e prendiamo, non senza qualche difficoltà, l’autobus per il Monte degli Ulivi***. Qui sono racchiusi una serie di siti, che partendo dalla Chiesa dell’Ascensione (all’interno di un ospedale) è possibile vedere con una camminata in discesa. Vediamo la Cupola dell’Ascensione (con ingresso), che è piuttosto scenografica e la Chiesa del Pater Noster (solo esterno). Da qui accediamo al bel punto panoramico**** con vista sulle numerosissime tombe e il Monte del Tempio sullo sfondo. Continuiamo sforando la Tomba dei Profeti e la Chiesa di Maria Maddalena, che appare affascinante con le sue cupolette in stile ortodosso, ma è purtroppo chiusa. Quindi arriviamo all’Orto del Getsemani e alla confinante Basilica delle Nazioni, entrambi interessanti e visitabili senza biglietto, per concludere infine la nostra esplorazione con la Tomba della Vergine Maria, molto particolare perché infossata e con delle strane lampade con delle sfere a metà che servono per impedire ai topi di camminarci sopra. Rientriamo quindi nella città vecchia per fare una pausa con un succo e ci dirigiamo poi al sito della Città di David **, subito fuori dal quartiere armeno e dalle mura: qui è possibile esplorare la zona del più antico insediamento di Gerusalemme. Sono presenti più percorsi, uno all’asciutto e uno che ha alcuni tratti in acqua, che arriva a circa 70cm. Purtroppo non siamo attrezzati per fare il percorso “wet” e quindi facciamo il “dry”. Il percorso è piuttosto lungo e ci sono diversi pannelli, ma complessivamente non riesce a rapirci. Sbuchiamo fuori, dopo una lunghissima galleria (sconsigliata ai claustrofobici e alle persone, come me, alte sopra 1,90m), subito fuori dal Muro del Pianto. Decidiamo quindi di fare una passeggiata nella moderna zona di King David Street**, dov’è presente un singolare mulino a vento e il complesso della First Station*, che è stata trasformata in un complesso di ristoranti e attrazioni. Torniamo per cena nel quartiere armeno all’Armenian Tavern, dove prendiamo due piatti tipici con carne cucinata dentro delle terrine e variamente condite: 210NIS il conto, senza infamia e senza lode. Quindi ritorno in appartamento.
Martedì 04/06 (Betlemme, Gerico)
Oggi giornata dedicata ai territori palestinesi. Dopo la solita colazione in appartamento prendiamo il bus arabo 231 dalla porta di Damasco (7NIS/pp) per Betlemme, dove arriviamo senza alcun controllo. Qui prendiamo un taxi condiviso per la Basilica della Natività perché non riusciamo a orientarci, ma in realtà la chiesa sarebbe raggiungibile dalla fermata in circa 15 minuti a piedi. Visitiamo l’interessante Basilica della Natività***, senza scendere nella Grotta della Natività per cui c’è una coda di quasi un’ora. Dopo aver dato un’occhiata alla vicina chiesa di Santa Caterina veniamo assaltati da un tassista che ci propone tutte le possibili escursioni immaginabili: visto che arrivare a Gerico alla fine non è banale, alla fine troviamo un accordo per un tour che sarà modificato poi lungo la via. In 50 minuti arriviamo a Gerico al Monte delle Tentazioni**, in bellissima posizione. Con la funivia (60NIS/pp) arriviamo al Monastero di Qurantul, in bellissima posizione nella roccia. L’interno invece non è nulla di che. Ridiscesi, ci accontentiamo di vedere il sito archeologico di Tel Al Sultan dall’alto (fa un caldo terribile!) per dirigerci poi al Palazzo di Hisham**: purtroppo gran parte dei mosaici per cui il sito è famoso sono chiusi per restauro e quindi la visita al sito è una mezza fregatura. Sulla via del ritorno facciamo una deviazione al Monastero di San Giorgio***, anche questo in posizione incredibile, incastonato nelle rocce e accessibile per una strada molto accidentata. Ci accontentiamo di vederlo dall’alto perché alle 13 il monastero chiude ai visitatori, ma onestamente non crediamo di esserci persi molto. Ultima tappa del nostro tour (costo totale 250NIS), praticamente rientrati a Betlemme, sono i murales di Banski*** situati lontani dal muro di separazione: un grido di ribellione e voglia di libertà in uno stile unico. Avremmo voluto visitare una città nei territori palestinesi in cui comprendere meglio le ragioni del conflitto ma, per visitare ad esempio Hebron, avremmo dovuto organizzarci con maggiore anticipo con una guida organizzata. Ci sono ad esempio dei tour che permettono di visitare le due parti della città (israeliana e palestinese) con due diverse guide, in modo da apprezzare a pieno differenze e contrasti. L’organizzazione dei territori palestinesi, come letto e spiegatoci dal tassista, è comunque molto complessa, con zone a completo controllo palestinese (in cui gli israeliani non possono nemmeno entrare), zone occupate dai palestinesi ma comunque sotto il controllo israeliano e zone miste. Rientrati a Betlemme pranziamo allo Square Restaurant con un gelato e una limonata con menta, bevanda molto rinfrescante assai di moda in tutto Israele. Quindi diamo una breve occhiata alla moschea* (dove non c’è assolutamente nulla da vedere), alla Cappella della Grotta del Latte* e alla Chiesa Luterana del Natale*, che onestamente aggiungono poco alla nostra visita di Betlemme. Percorriamo quindi l’animato suq** con molte merci in vendita e decidiamo di prendere un taxi 30NIS che ci porti al Muro di Separazione****, attenda una mezz’ora e ci riporti alla fermata del bus per Gerusalemme. La visita del muro è un’esperienza assolutamente da fare: il muro ricorda tristemente quello di Berlino, ma è ricoperto di numerosissimi murales di Banski e moltissimi altri artisti, oltre che di cartelloni con interviste e testimonianze sulle atrocità legate al muro stesso. Un’esperienza complessa e non banale, che permette al normale turista di comprendere qualcosa di più di una questione molto complicata. Vicino al muro c’è il famoso Walled Off Hotel, gestito da Banski stesso. Alla fine ci tratteniamo quasi un’ora per fare foto ai murales, contenenti numerosi slogan pacifisti, e a leggere le testimonianze, prima di farci riaccompagnare in taxi alla fermata del bus per Gerusalemme.
Rientrati in città decidiamo di fare di nuovo un salto al Muro del Pianto: ora ci sono gruppi che ballano e cantano per un rito tradizionale cerimoniale: l’atmosfera è molto diversa rispetto al silenzio devoto e commosso della preghiera del mattino e rientra nelle diverse sfaccettature di un luogo che in ogni modo non lascia indifferenti. Ci prendiamo una birra al Putin (!?!) Pub e andiamo a cena a Ishtabech, un ristorante curdo nella zona del mercato, dove cucinano quasi unicamente lo shamburak un piatto tipico che consiste in una sorta di fagottino di sfoglia ripieno di carne e altri ingredienti. Io lo prendo con carne, verdure e spezie, scegliendo la versione piccante: rimango soddisfatto e spendiamo 120 NIS in due. Quindi rientriamo in appartamento.
Mercoledì 05/06 (Betlemme, Mar Morto)
Ultime ore a Gerusalemme prima di prendere il bus della Egged per il Mar Morto. Dopo la solita colazione, prendiamo il tram fino al capolinea per andare a visitare il Vad Veshem****, il museo dell’Olocausto. Il museo è ospitato in un modernissimo edificio in cemento ed è molto grande. L’edificio principale è ricchissimo di testimonianze scritte e video e ricostruisce le varie fasi di questa tragedia. L’ottica è molto “ebraico-centrica”: si parte dai motivi per cui gli ebrei sono stati discriminati nella storia, mentre si accenna solamente ad altre minoranze deportate nei campi di concentramento. Ciononostante il museo è assolutamente ben fatto e talmente grande da rendere di fatto impossibile vedere tutto. Dopo 3h ci dichiariamo soddisfatti e rientriamo verso il centro città per fare sosta pranzo a Hamarakia, dove assaggio il labneh (un formaggio cremoso acido speziato): molto particolare. Dopo pranzo facciamo un nuovo tentativo per la Chiesa di San Giacomo nel quartiere armeno e stavolta arriviamo quanto meno fino al chiostro, che è già interessante. Quindi dedichiamo qualche ora alla zona del Monte Sion**, dove visitiamo la Chiesa della Dormizione (forse la cosa più interessante), il Cenacolo e la Tomba di Re David. Se non avete tempo sufficiente questa zona può essere anche trascurata. Dopo aver recuperato i bagagli in appartamento, alle 16:00 circa siamo in stazione per prendere il bus per Neve Zohar, sul Mar Morto, dove abbiamo prenotato un b&b. Acquistiamo anche i biglietti per Eilat del giorno dopo. Il bus parte puntuale alle 16:45, procede a velocità pazzesca e infatti arriva con oltre mezz’ora d’anticipo all’ultima fermata, la nostra. L’impatto è terrificante per via del caldo umido: la cittadina è un villaggio isolato nato solo come zona economica per le vicine spiagge sul Mar Morto, dove gli alberghi sono tutti extra-lusso. La proprietaria è gentile ma il b&b (Nadia Hosting Dead Sea) è davvero molto minimal per i quasi 90€ spesi. La proprietaria, nonostante siano le 19 passate, ci consiglia di fare un bagno e poi di andare al supermarket in centro a Ein Bokek per comprare qualcosa per cena. In realtà la spiaggia è a circa 30min a piedi ed ormai si è fatto buio, quindi, dopo una lunga camminata, rinunciamo. Inoltre è impossibile trovare mezzi di trasporto, nonostante Ein Bokek sia ancora lontana: due ragazze ci dicono che ci vogliono almeno 40 minuti, al che capiamo che il rischio di rimanere senza cena è reale. Fortunatamente all’interno di un hotel di lusso nelle vicinanze (Leonardo Club) c’è un bar che fa da mangiare e riusciamo a prendere un panino. Quindi torniamo al b&b percorrendo la polverosa strada che corre parallela al mare, piena di lavori in corso e con un caldo appiccicoso: l’approccio con il Mar Morto non è stato dei migliori.
Giovedì 06/06 (Masada, Mar Morto, Eilat)
Colazione al b&b con tutti i (pochi) viveri avanzati. Poi, come da accordi, lasciamo i bagagli alla signora (in questo molto gentile) che ce li farà recapitare dal marito al momento di prendere il bus per Eilat. Alle 8:15 prendiamo il bus 486 per Masada (16NIS/pp): siamo in dubbio se salire alla fortezza lungo il Sentiero del serpente o se prendere la funivia, ma ogni dubbio viene risolto dal fatto che il sentiero è chiuso a causa dell’eccessivo caldo. La funivia ci porta in cima a questa città fortezza che ha resistito a lungo all’assedio dei romani: gli abitanti hanno preferito il suicidio piuttosto che consegnarsi in mano nemica. Il sito di Masada**** è complessivamente davvero interessante: oltre alla posizione magnifica che domina il Mar Morto si capisce come la città fosse organizzata per sopravvivere a lunghi assedi e come tutto fosse perfettamente organizzato. Il sito è molto ampio e gli dedichiamo circa 3 ore. Quindi riprendiamo la funivia e, al volo, il bus per Ein Bokek, località sul Mar Morto con le migliori spiagge libere. Eccoci dunque al rituale bagno**: sì, si galleggia con facilità, sì, è estremamente oleoso, sì, brucia a qualsiasi ferita (e alle lenti a contatto!) per la sua alta salinità. Detto questo non farei una vacanza sul Mar Morto per niente al mondo: l’aria è torrida e l’acqua è a bollore (molto peggio delle nostre terme!), motivo per cui la nostra resistenza si limita a un paio d’ore. Quindi facciamo la doccia e mangiamo qualcosa in un centro commerciale. Ci vengono riconsegnate le valigie e alle 15:29 prendiamo il nostro bus per Eilat (circa 40 NIS/pp) che impiega circa 3ore. Arriviamo al Sea Star Motel (63€ la doppia), non c’è nessuno ad accoglierci ma dopo averlo chiamato al telefono arriva il proprietario (che ci aveva scritto il giorno prima per sapere l’orario di arrivo! mah!?). Andiamo a cena a HaLev HaRachav, un self-service tipico dove mangiamo dei grossi spiedini: non male ma un po’ caro. Torniamo in hotel, ma questo presto si trasforma in una vera baraonda con amici del proprietario invitati a bere birra e a chiacchierare nell’area comune. Per carità, nulla contro una gestione “easy”, ma quando a mezzanotte continua ad esserci un casino bestiale chiamo immediatamente il proprietario facendogli le mie colorite rimostranze. La situazione si tranquillizza fortunatamente in breve tempo.
Venerdì 07/06 (Deserto di Wadi Rum)
Oggi attraverseremo il confine e inizieremo la nostra avventura giordana. Rapida colazione in albergo con le cose acquistate e quindi taxi (40NIS) fino alla frontiera, dove arriviamo in circa 15 minuti. Qui iniziano le formalità: paghiamo 102NIS/pp di tassa di uscita da Israele, quindi facciamo la coda per l’ingresso in Giordania, dove non paghiamo il visto grazie al Jordan Pass acquistato in Italia (attenzione! la coda al controllo passaporti è separata dalle altre). Essendo venerdì sappiamo che i taxi collettivi che collegano Aqaba al deserto di Wadi Rum non sono attivi, quindi contrattiamo con un tassista che staziona alla frontiera il trasporto diretto fino al centro visitatori. Alla fine ci accordiamo per 35 JOD con sosta a ritirare contanti a un bancomat nei pressi di Aqaba. Il tragitto dura poco più di un’ora, con il (comunque simpatico) tassista che cerca in ogni modo di venderci i suoi servizi per i giorni successivi. Inutile dire che spostarsi con i mezzi pubblici, anche se meno flessibile, è molto più economico. Alle 10:30 siamo al centro visitatori dove siamo raccolti da un ragazzo del Panorama Camp (dove alloggeremo a 17 JOD per una camera per due) che ci conduce alla nostra sistemazione per la notte. Il tragitto, come la successiva escursione, viene fatto su un pickup con delle panche sul retro da dove possiamo ammirare comodamente il paesaggio all’aperto. Il campo è molto confortevole, con la nostra sistemazione che ha addirittura il bagno privato! Abbiamo concordato il tour “completo” del deserto per 80JOD complessivi (il prezzo è a vettura e non a persona e il tragitto dura tra le 6 e le 8 ore). Vogliamo però vedere il tramonto e quindi decidiamo di mangiare al camp (5 JOD a testa per hummus e svariate pietanze fredde) e partire a bordo del nostro fuoristrada (privato) verso le ore 13:30.
Il tour del deserto****, che è molto più rosso e roccioso rispetto ad esempio al Sahara, è davvero molto bello e comprende numerose tappe. Il nostro giro ha previsto le seguenti fermate, con l’autista che ci aspettava o in alcuni casi è venuto con noi:
1. iscrizioni Nabatee**: particolari iscrizioni nella roccia
2. dune rosse di Al-Hasany****: spettacolari dune di sabbia rossa che è possibile scalare (faticoso!) ma offrono un bellissimo panorama
3. casa di Lawrence****: belle rovine con vista spettacolare
4. canyon Al-Khazali***: bella gola (se ne può percorrere un tratto) con delle incisioni rupestri
5. Piccolo Ponte di Roccia***: scenografico ponte di roccia facilmente scalabile
6. Grande Ponte di Roccia***: anche qui è possibile salire e farsi fare le foto da qualcuno dal basso
7. Burrah Canyon**: canyon molto ampio con vegetazione che è possibile percorrere da un lato all’altro
8. Fungo****: particolarissima formazione rocciosa in posizione isolata
9. Big Canyon***: canyon molto grande con turisti che fanno scalate di roccia e un’eco molto particolare
10. Canyon di Lawrence**: altro canyon, un po’ troppo turistico
11. Tramonto***: ci siamo fermati su una rocca in posizione privilegiata (con molto altri turisti), ma la luce non è stata particolarmente suggestiva
Tornati al camp, dopo una breve doccia, abbiamo preso parte alla cena comune con il famoso piatto tipico beduino cotto sotto la sabbia e alcuni piatti freddi locali. Cena comunque dignitosa per 8JOD/pp. Quindi passeggiata sotto le stelle e a nanna nella nostra tenda/camera.
Sabato 08/06 (Deserto di Wadi Rum, Petra)
Colazione al camp con hummus, pita, marmellata e tè. Quindi ci accordiamo per farci portare, insieme a un ragazzo brasiliano, al visitor center dove alle 08:30 parte un minibus per Petra. Arriviamo in ritardo ma la nostra guida ha contattato l’autista che ci aspetta. Il viaggio è disorganizzato al massimo: passiamo per altri hotel subito fuori dal deserto per recuperare altre persone, con zaini che bloccano i corridoi del bus e caldo soffocante. Alla fine arriviamo a Petra per le 12:15 circa. Condividiamo il taxi con il nostro amico brasiliano che ha scelto il nostro stesso hotel (La Maison Hotel, molto buono, a 100m dall’ingresso del sito di Petra, 51 JOD la doppia) perché l’hotel è piuttosto lontano dalla fermata dell’autobus. Qui lasciamo i bagagli e mangiamo un gelato per pranzo, cosicché alle 13 (con il fresco!) siamo all’ingresso del sito di Petra*****.
Partiamo lungo il percorso principale, facendo una breve sosta alle Case del Dijinn e alla Tomba dell’Obelisco prima di raggiungere il Siq****. Questo è un bellissimo canyon in arenaria che si snoda per circa 2km con una serie di curve e dove è possibile vedere i resti dei sistemi di canalizzazione dell’acqua. Le rocce hanno colori bellissimi ed è l’anticamera perfetta per il Tesoro*****, che si apre improvviso alla fine del canyon (come sapevamo, è in buona parte in ombra). Questa è la “classica” cartolina di Petra e non ha bisogno di descrizioni, se non per il fatto che dovrete sgomitare tra cavalli, cammelli e guide improvvisate che vi prometteranno la vista dall’alto per poter contemplare il monumento scavato nell’arenaria rosa. Il tutto è davvero bellissimo. Proseguiamo il percorso lungo la Strada delle Facciate***, un canyon più largo fiancheggiato da numerosissime tombe. Prima di arrivare alla zona principale della città, prendiamo a sinistra il sentiero che sale verso l’Altura del Sacrificio****, che in circa 35 minuti ci porta a questo spettacolare punto panoramico vicino ad altari utilizzati per compiere sacrifici. La vista dall’alto offre una splendida vista su gran parte del sito di Petra (ma non sul Tesoro), in particolare sul Teatro*** e sulle Tombe Reali****. Ridiscendiamo e, dopo aver fatto un abbondante rifornimento d’acqua, visitiamo con calma proprio questi due siti. In particolare le Tombe Reali, tombe di particolare grandezza e prestigio adornate con particolari decorazioni, sono davvero interessanti, con la luce del tardo pomeriggio che ne esalta i bellissimi toni rosati: visitiamo la Tomba del Palazzo, la Tomba Corinzia, la Tomba di Seta e la Tomba dell’Urna. Facciamo quindi una breve deviazione in una zona meno turistica del sito visitando la Chiesa Bizantina** e il Tempio dei Leoni Alati**. Da qui ci riportiamo sul percorso principale attraversando la Strada Colonnata** e arrivando al Ninfeo**. Si è fatta quasi l’ora di chiusura e per ritornare all’ingresso del sito serve circa un’ora di cammino, quindi iniziamo ad incamminarci. Giunti al Tesoro seguiamo altri due turisti che, su consiglio di una guida, arrivano a un bellissimo punto panoramico (in quel momento incustodito e quindi ad accesso gratuito) che permette di osservare il Tesoro stesso da posizione sopraelevata. Ci godiamo il momento con i pochi turisti rimasti, scattando molte foto. Contenti del nostro primo giorno di visita torniamo quindi all’ingresso dove arriviamo 5 minuti oltre l’orario di chiusura ufficiale (le 19, ma c’è abbastanza tolleranza) e quindi in 10 minuti siamo in albergo per una meritata doccia dopo 6 ore di camminate per Petra. Per cena andiamo al Red Cave Restaurant, sulla strada principale, poco distante dall’hotel e dall’ingresso del sito, dove mangiamo un piatto beduino con carne, pomodoro, prezzemolo, spezie e peperoncino cotti in una terrina. Rimaniamo soddisfatti e spendiamo 12 JOD/pp.
Domenica 09/06 (Petra, Amman)
Colazione (molto abbondante) in hotel con omelette, cereali, tè, formaggi, olive e hummus. Ingresso a Petra alle 08:30 per il nostro secondo giorno di visita. Ripercorriamo il percorso fino al Tesoro, che rivediamo con la luce: è ancora più affascinante. Quindi andiamo oltre le Tombe Reali dove comincia il percorso Al-Khubtha che permette, dopo circa 40minuti di cammino, di arrivare a un altro punto panoramico sul Tesoro, in posizione ancora più alta. Si paga la consumazione al proprietario della tenda e si può entrare per scattare un po’ di foto. Il percorso è in salita e caldo, ma armati di acqua e buone gambe è affrontabile senza problemi. Ci riportiamo quindi sul percorso principale: visitiamo il Grande Tempio***, quindi attraversiamo la Porta di Traiano** e arriviamo al Qasr al-Bint***, che era il principale tempio della città. Ci prepariamo quindi ad affrontare l’ultima impegnativa salita della nostra visita, quella per il Monastero****. Anche qui c’è da salire per circa 35-40 minuti, passando da due tombe minori lungo il percorso, prima di arrivare al più grande monumento scolpito di Petra, che ricorda in parte il Tesoro. Visitiamo due vicini punti panoramici, uno con bella vista sul Monastero, uno che dà invece sulle vicine zone desertiche. Riprendiamo quindi la lunga strada del ritorno, visto che siamo nel punto più lontano dall’ingresso principale. Mangiamo qualche biscotto per pranzo e ci mettiamo quindi in cammino, fermandoci per qualche ultima foto o per rivedere qualche dettaglio dei monumenti già visitati. Alle 16 siamo all’uscita, davvero soddisfatti di quanto visto. Passiamo dall’hotel a recuperare le valigie e quindi torniamo al parcheggio del centro visitatori da dove alle 17 prendiamo il bus della Jett Bus per Amman (biglietti acquistati il giorno precedente). In circa 3 ore arriviamo nella capitale, da dove prendiamo un taxi (5 JOD, quasi 30 minuti!) per il nostro hotel, la Gallery Guest House (39 JOD la doppia), a gestione familiare ma davvero curato. Il bus si ferma in varie stazioni, cercate di scendere a quella più vicina al centro perché il traffico è davvero caotico. Per cena andiamo a Zajal, un ristorante con terrazzo sulla via principale dove mangiamo un antipasto a base di melanzane, un piatto beduino e un dolce per 14 JOD/pp. Molto economico in confronto a Israele e anche alla zona di Petra. Facciamo una breve passeggiata fino al teatro della città, dato che è oggi è festa nazionale e c’è in giro tanta gente, quindi rientriamo in hotel.
Lunedì 10/06 (Jerash, Amman, ritorno)
Colazione in hotel, con pietanze dolci insieme a cibi più tradizionali: buona. Prendiamo un taxi per l’Autostazione Tabarbour (Stazione Nord) da dove partono i bus per Jerash. Questi partono solo quando sono pieni e dobbiamo aspettare quasi 40 minuti! Il bus è molto economico (mi pare 1JOD/pp per circa 50minuti) e siamo praticamente gli unici stranieri. C’è una fermata praticamente davanti all’ingresso del sito archeologico di Jerash****: il sito è molto grande e interessante, con il cielo blu intenso e il contrasto con la città nuova (bruttina) sullo sfondo. Rimaniamo nel sito oltre due ore, dopo di che (dopo esserci inizialmente persi) riprendiamo il bus e poi il taxi per il ritorno, da cui ci facciamo lasciare alla Cittadella di Amman** (ingresso compreso nel pass): dopo lo spettacolo di Jerash le rovine sono in realtà poca cosa, ma il sito offre una bella vista sulla capitale. Da qui prendiamo delle scale in discesa in direzione del teatro, facilmente distinguibile dall’alto. Dopo un gelato per pranzo ci dedichiamo alla visita dell’anfiteatro romano*** (non riusciamo a entrare perché ci sono delle riprese di un film, ma si vede molto bene anche dall’esterno), del foro** e del vicino Odeon**, di dimensioni più ridotte. Facciamo un giro per i suq**, divisi in diverse zone che vendono merci diverse: ne abbiamo visti di più belli. Entriamo anche nella Moschea di Re Hussein*, che in realtà non ha praticamente nulla da offrire. Siamo però sorpresi dall’estrema cordialità dei fedeli, che ci spingono ad entrare, desiderosi di cancellare lo stereotipo che il fanatismo islamico sta purtroppo creando. Dopo un ultimo giro prendiamo di nuovo un taxi (5 JOD) per la stazione Tabarbour e da qui il Sariyah Express Bus, che in circa un’ora (6,60 JOD) ci porta in aeroporto. Alle 21 abbiamo il nostro volo Ryananir per Bologna, dove arriviamo alle 23.50 locali (-1 ora di fuso). Dopo aver atteso tre ore circa in aeroporto prendiamo un taxi per la stazione dei bus, da dove alle 04:00 abbiamo il nostro bus per Firenze. Da qui tram per l’aeroporto, ritiro dell’auto al parcheggio e via in direzione Livorno, dove arriviamo alle 07:30, pronti per una giornata di lavoro che inizierà solo un’ora dopo…
Ma si sa, ogni cosa ha il suo prezzo e questi 10 giorni di immersione in due culture estremamente affascinanti si sono senz’altro rivelate un’esperienza più che interessante e che ci sentiamo di consigliare a tutti.
Per ogni informazione o consiglio potete contattarmi all’indirizzo e-mail ricky.pittis@hotmail.it