Bahrein: la terra tra i due mari
Con una superficie di 765 kmq e una popolazione che non arriva nemmeno ad un milione e mezzo di abitanti, questo Paese, composto da un arcipelago di 33 isole, delle quali molte disabitate, è ufficialmente una monarchia costituzionale, dopo oltre 150 anni di dominio britannico. Recentemente, però, gli avvenimenti legati alla Primavera Araba, portarono alla cosiddetta Rivolta delle Perle, i cui scontri, nel 2011, tra le forze dell’ordine e i dimostranti, provocarono almeno 7 morti ed oltre 200 feriti. Alla base di questi disordini vi sono, purtroppo, anche delle motivazioni religiose: gli sciiti sono la maggioranza della popolazione, circa il 70%, concentrati soprattutto sull’isola di Sitra, e sostenuti dall’Iran, mentre del gruppo dei sunniti fa parte anche la famiglia reale, appoggiata, pure militarmente, dall’Arabia Saudita. Da tempo gli sciiti denunciano atti di discriminazione nei loro confronti da parte della dinastia sunnita che detiene il potere. Il documentario della rete televisiva Al Jazeera, intitolato “Shouting in the Dark”, disponibile su You Tube in lingua inglese, offre un quadro completo degli avvenimenti di quel periodo. Ora la situazione sembra tranquilla, ragion per cui approfitto nel 2017 delle ferie natalizie, per partire alla scoperta del Bahrein.
Decido, per ovvi motivi di budget, di prenotare un volo della compagnia low cost Pegasus Airlines, facendo quindi scalo in Turchia. Questa è la compagnia più indicata per chi vuole recarsi nel Medio Oriente contenendo i costi del viaggio. I biglietti, però, sono disponibili soltanto con un anticipo di circa 6 mesi, e le soluzioni meno costose (tariffa Basic) tendono ad esaurirsi molto velocemente. Il visto d’ingresso lo si ottiene velocemente all’arrivo in aeroporto. Il dinaro del Bahrein è una delle monete più forti del pianeta, e viene attualmente scambiato a 2,38 € (26/7/2019).
Nello scegliere il luogo dove pernottare, ho preferito l’Awal Hotel, in posizione centralissima, economico, pulito, che include nella tariffa anche una buona colazione. Per potervi collegare alla rete elettrica occorrono degli adattatori per prese di tipo inglese.
Com’è mio solito, incontrerò tramite Couchsurfing alcuni abitanti del luogo, che mi aiuteranno nell’organizzazione della visita del Paese in cui vivono, ma anche per capire meglio la realtà in cui mi verrò a trovare. Il Bahrein ha un’altissima concentrazione di expat, ovvero immigrati economici, che formano oltre il 40% della popolazione, per lo più sunniti, molti dei quali provenienti dal Pakistan. Di conseguenza conoscerò un cittadino bahreinita doc, ma anche un indiano, un pakistano ed un giordano, tutti residenti ormai da anni nel Bahrein.
Nello spostarmi, invece, autonomamente, tra il centro di Manama e l’isola monumentale di Muharraq, ho utilizzato l’app di Careem, versione mediorientale di Uber, che offre corse a prezzi davvero vantaggiosi.
ALLA SCOPERTA DELLA CAPITALE: MANAMA
Attualmente la città conta 330.000 abitanti. A differenza di altre capitali del Medio Oriente con molti più abitanti, però, essa esisteva già nel XIV sec. Le terre del Bahrein settentrionale erano però già abitate oltre 5.000 anni fa, durante la cosiddetta civiltà di Dilmun. Di seguito l’itinerario da me seguito, in ordine cronologico, preparato preventivamente basandomi sulle distanze e sugli orari di apertura.
BAB AL BAHRAIN, ovvero, in lingua araba, la “Porta del Bahrein”: essa venne costruita dagli inglesi nel 1945 perché fungesse da porta di accesso al suq di Manama, la capitale del Regno. Oggi l’area è ricca di negozi di souvenir, ristoranti, alberghi e non solo!
IL MUSEO NAZIONALE DEL BAHREIN racconta la storia del Paese. Bellissime la sezione dedicata alle tradizioni del Bahrein, nonché la ricostruzione di un vero e proprio suq del passato. Vi si trovano inoltre reperti archeologici provenienti dall’antica civiltà di Dilmun, una sezione dedicata al commercio di perle, che era la fonte principale di ricchezza in quest’area geografica, prima dell’avvento del petrolio, e la grande fotografia satellitare del Bahrein, riprodotta sul pavimento al piano terra. Elegante il caffè dove poter fare una sosta prima di proseguire il giro turistico.
IL TEATRO NAZIONALE DEL BAHREIN, praticamente affiancato al Museo Nazionale, aperto a fine 2012 al pubblico, sembra galleggiare sull’acqua. Conta 1001 posti a sedere, in onore dell’opera più famosa della letteratura araba, ovvero Le Mille e Una Notte.
BEIT AL QURAN, ovvero “La Casa del Corano”, è un notevole esempio di architettura araba contemporanea in Bahrein. Ospita al suo interno alcuni dei Corani più preziosi ed antichi ancora esistenti. È dotata di una sala di preghiera, molto frequentata. Un souvenir particolare è il calendario illustrato dedicato alla Palestina di fine Ottocento.
LA MOSCHEA DI AL FATIH (Manama, Bahrein): costruita nel 1984 su terreni “rubati” al mare (attraverso la costruzione, tuttora in corso, di isole artificiali), può ospitare fino a 7.000 fedeli. La visita guidata illustra la ricchezza dei materiali impiegati. A fine visita, è possibile rifornirsi di pubblicazioni sull’Islam, disponibili anche in lingua italiana.
A PRANZO A MANAMA
Ecco il posto dove assaggiare il “biryani” più delizioso del Paese: Haji Gahwa o Haji’s Café, non lontano da Bab Al Bahrain, con tavolini all’aperto lungo la strada e prezzi imbattibili in città!
Cosa bere in Bahrain? Innanzitutto lo Sharbat Azzafaran, ovvero una freschissima bibita a base di zafferano, semplicemente divina! Tra le bevande calde non manca invece il tè karak, ovvero il tè indiano con latte e spezie.
Il migliore gelato del Bahrein? È quello al mango, che trovate da Naseef, ottima gelateria all’interno del suq coperto di Manama, sempre nei pressi di Bab Al Bahrein. Sembra quasi di mangiare pezzi di frutta freschissimi…!!!
L’ISOLA DI MUHARRAQ
Completata la visita della città moderna di Manama, mi sposto quindi verso nordest, e raggiungo l’Isola di Muharraq, che rappresenta l’area storica della Capitale. Di seguito alcuni dei gioielli che custodisce!
BEIT SEYADI, ovvero “Casa Seyadi”, edificio tradizionale proprietà di un commerciante di perle del periodo antecedente la scoperta del petrolio. Con la visita a questa casa incomincia l’itinerario turistico sull’Isola di Muharraq, ben collegata a Manama (Bahrein) da vari ponti.
BEIT SHEIKH ISA BIN ALI AL KHALIFA – Questa è forse la più bella tra le varie case tradizionali dell’Isola di Muharraq. La sua costruzione risale al 1800. La casa conserva un badqeer, ovvero una “torre del vento”, costruzione molto diffusa in tutti i Paesi del Golfo, che funge attraverso canali d’aria e vasche riempite d’acqua, da vero e proprio condizionatore d’aria senza l’uso di elettricità! Attenti però a non perdervi! Ricca di stanze, scalinate e cortili, è un vero e proprio labirinto! Molto suggestivo è il richiamo alla preghiera di mezzogiorno ascoltato dalla terrazza: la casa è infatti adiacente ad una moschea!
GALLERIA D’ARTE BUSAAD: a pochi passi dalla Beit Sheikh Isa Bin Ali Al Khalifa, questa galleria d’arte è allestita all’interno di una casa tradizionale degli anni Trenta, ed ha una facciata esterna molto suggestiva. Vi ha vissuto Ebrahim Mohamed Busaad, artista nato nel 1954, ed ospita i suoi coloratissimi dipinti. Una piacevole musica araba classica di sottofondo vi accompagnerà durante la visita.
MUSEO AL ORAIFI: questo artista si è ispirato al periodo storico detto di Dilmun, producendo sculture e dipinti, ora esposti in questo museo che porta il suo nome, localizzato nella zona nordest dell’Isola di Muharraq.
AD OVEST DI MANAMA
Una volta completata la visita di Manama e di Muharraq, si procede quindi verso ovest, per visitare il luogo storico forse più bello del Paese! Sto parlando del COMPLESSO DELLA FORTEZZA DI BAHREIN: molto suggestivo di notte, nonché luogo famoso per il bellissimo panorama sul mare di giorno, questo forte, situato ad ovest di Manama, lungo il litorale, è patrimonio dell’UNESCO. Venne costruito dai portoghesi nel XVI secolo per difendere l’arcipelago, allora sotto il loro controllo, da attacchi esterni. È circondato da scavi archeologici risalenti a 3 millenni prima di Cristo.
ITINERARIO NELL’ENTROTERRA
Il Bahrein è un regno, e, come spesso accade nel mondo arabo, il culto della persona è molto evidente. Per le strade si susseguono all’infinito i volti del Re, del Principe e del Primo Ministro. La devozione per la famiglia reale è evidente anche sulle facciate di edifici pubblici, come le scuole, dove spesso campeggia il volto del Sovrano. Ciò è evidente soprattutto procedendo verso il Sud del Paese, area spesso protagonista delle sommosse antigovernative, e della corrispondente repressione.
Punto di riferimento sulla strada che da Manama porta in direzione di A’ali è la Torre dell’Orologio. Questo rappresenta anche il punto nevralgico del Bahrein nelle ore di punta: un traffico micidiale, considerando che il Paese si estende per soli 750 km2, porta a credere che l’intera nazione si sia all’improvviso riversata per queste strade!
LABORATORIO DI CERAMICHE DI A’ALI: Questa cittadina, a sud di Manama, è famosa per essere un luogo politicamente “turbolento”, tant’è che persino la Farnesina ne sconsiglia la visita. L’area è ricca di antichi tumuli funerari a forma di cupole di terra, risalenti all’epoca storica detta di Dilmun (in tutto il Bahrein se ne contano 100.000!!!). La vera attrattiva di questa località è però il laboratorio di ceramiche, dove non solo si possono acquistare bei souvenir, ma si può anche assistere al lavoro dei vasai!
LA FORTEZZA DI RIFFA, situata a sud di A’Ali, venne costruita nel XIX secolo, ed offre belle vedute del territorio circostante, essendo posta in altura.
LE POMPE DI ESTRAZIONE DEL PETROLIO: se ne incontrano tante lungo la strada che dal Forte di Riffa corre verso sudest. Ben visibili sono le fiamme delle raffinerie, dove il greggio estratto viene poi lavorato.
L’ALBERO DELLA VITA – Questo gigante è un vero e proprio miracolo: un’acacia millenaria, divenuta ormai uno dei simboli del Paese, che cresce rigogliosa in mezzo al deserto, probabilmente attingendo l’acqua da una falda sotterranea. I tentativi di piantare altri alberi nelle immediate vicinanze sono sempre falliti!
IL CIRCUITO INTERNAZIONALE DEL BAHREIN: Chi non ha mai visto almeno una volta una corsa di Formula 1 lungo questa pista famosissima? La prima gara venne svolta nel 2004 e vinta, ovviamente, dal mitico Michael Schumacher! Essendo il Bahrein un Paese islamico, è tradizione spruzzare sul vincitore il warrd, ovvero succo di melograno con acqua di rose, anziché l’alcolico champagne. La struttura può ospitare 70.000 spettatori ed è composta da 6 piste.
RITORNO A CASA
Questa è stata la mia esperienza personale nel Bahrein, durata 5 giorni e 4 pernottamenti. Ovviamente ci sono molti altri luoghi che vale la pena visitare nel Paese: la Riserva Naturale di Al Areen, coi suoi esemplari di orice, l’animale simbolo del Medioriente, l’Isola di Dar, oppure il belvedere lungo la King Fahd Causeway, al confine tra Bahrein ed Arabia Saudita.
Tutte le persone incontrate lungo il cammino mi hanno assicurato che il loro è un Paese sicuro, dove non ci sono problemi politici. Le cronache e i documentari a disposizione dicono però tutt’altro. Personalmente non mi sono sentito in pericolo, né ho percepito alcuna tensione lungo il mio itinerario, ma ovviamente un’esperienza molto più lunga potrebbe mostrare l’esatto contrario.
Occorre dunque, prima di partire per il Bahrein, controllare comunque gli avvisi sulla sicurezza tramite il sito Viaggiare Sicuri dell’Unità di Crisi della Farnesina.
Troppi gli interessi internazionali, per cui è molto improbabile che anche in questo Paese si arrivi a dei cambiamenti radicali nella scena politica. La speranza, come sempre in questi casi, è che per lo meno non si ripetano gli avvenimenti del 2011, con le sue proteste, i suoi scontri, i suoi morti…