Obrigado Porto
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PRIMEIRO DIA, 23 Junho
Abbiamo appuntamento con i nostri amici sardi, vittime del gabbiano mangia brioche; iniziamo dunque ad incamminarci presso il luogo dell’appuntamento e con nostro stupore ci ritroviamo ad “affrontare” saliscendi stile San Francisco. Percorriamo la principale strada dello shopping di Porto Rua de Santa Caterina, dove si concentrano i negozi di abbigliamento, di calzature (le scarpe qui non sono economiche) e dove si trova anche il centro commerciale Via Catarina. Rimaniamo già entusiasti alla scoperta delle piccole botteghe di artigianato e alimentari che riempiono questa città, librerie empori di tessuti, negozi di antiquariato, fiaschetterie, laboratori di gioielli, ceramiche dove si producono i caratteristici azulejos… decidiamo comunque di goderci questa via dello shopping nei prossimi giorni. I nostri amici ci aspettano alla Avenida Dos Aliados una delle arterie principali del centro di Porto, contornata da palazzi in stile neoclassico e liberty, all’estremità nord del viale si erge imponente Camara Municipal.
Prima tappa doverosa dettata dal Sardo, assaggiare presso la casa portuguesa do pastel de bacalao durante la passeggiata nella zona pedonale di Rua Augusta in direzione della Piazza del Mercato, uno stuzzichino. Bhé.. che dire è stato più di uno stuzzichino. Crocchette di baccalà mantecato con un cuore filante di formaggio di pecora e un bicchierino di porto, serviti su di una tavolozza da pittore, veramente eccezionali e uniche nel suo genere. Anche il locale è molto carino e ben organizzato. Incappiamo (io mi tappo il naso) nel Comur Conserveria de Portugal, un colorato negozio dal fascino antico, di pesce in scatola (polpo, tonno, sardine ecc) migliaia le confezioni in acciaio colorato vintage, più da collezionare che da mangiare. Occhio ai prezzi, sono solo scatolette di pesce, non lingotti d’oro. Dato che il nostro Oscar è un fan di Harry Potter, Paola pensa di portalo a visitare la famosa libreria dove hanno girato delle scene del film; perdiamo subito l’entusiasmo, una fila infinita ci si prospetta davanti, ci accontentiamo di sbirciare da fuori. Livraria Lello inaugurata all’inizio del secolo scorso, libreria ancora con splendidi arredi in stile liberty, dove spicca una grande scalinata in legno, è specializzata in libri d’arte mappe e monografie su Porto. E’ considerata una delle più belle al mondo, l’ingresso però è a pagamento, 4,00 € a persona. Il biglietto è stato istituito a causa del flusso di turisti che ogni giorno vengono a visitarla sia per la sua bellezza che per i legami con la saga di Harry Potter.
Per fortuna il clima fresco e soleggiato ci permette di inerpicarci sui saliscendi della Pena Ventosa il colle in granito su cui è costruita Porto; ogni angolo ci lascia a bocca aperta anche se, malauguratamente, ci imbattiamo in strutture ed edifici in totale degrado e completo abbandono. La città vecchia di Porto è stata inserita nell’elenco del patrimonio mondiale dell’umanità dall’Unesco nel 1996, l’area corrisponde alla Cittadella medievale cinta da mura trecentesche di cui sono sopravvissute alcune porzioni, si estende da lato meridionale della Praca da liberdade al Cais da Ribeira e Vila Nova De Gaia sulla riva opposta del Douro, includendo anche il Monastero di Serra do Pilar. Decidiamo di attraversare il Ponte Dom Luis I simbolo della città fatto a due piani e alto 172 m inaugurato nel 1886, che collega la città vecchia a Vila Nova De Gaia; il livello inferiore per le autovetture mentre su quello superiore ci sono le rotaie del tram, entrambi i livelli sono dotati di marciapiedi dove è possibile passeggiare ammirando un fantastico panorama del fiume Douro, la splendida vista sulla città sulla Ribeira, tramite il quale si arriva a Villanova De Gaia e alle cantine del porto, quasi tutte aperte al pubblico anche a ingresso gratuito.
Dopo tanto camminare tra le bancarelle lungo il fiume e la miriade di scatti fotografici e selfie, era giusto fermarci a prendere un aperitivo, il nostro istinto ci trascina in una specie di circolone, che ci propone una super mega degustazione di 5 tipi di porto accompagnati da un tagliere di salumi a soli 5 euro. Mi rendo conto che è sbocciato un amore: adoro il porto! Con grande stupore, per la tappa idraulica, ci ritroviamo all’interno di uno dei più pittoreschi mercati coperti, dedicato a genere alimentari, stracolmo di gente che assapora le loro specialità locali: salsicce, salumi, formaggi, merluzzo affumicato, prodotti di pasticceria. Più che con la pancia piena, leggermente brilli, riattraversiamo il ponte e rimaniamo stupiti di quanto certi ragazzi giovani, pur di attirare l’attenzione, si preparavano ad un tuffo dal ponte, attendendo che fluisse il pubblico con i cellulari puntati, per lanciarsi. Il nostro amico Sardo non avrebbe esitato un solo secondo, altro che pubblico… “ io so sardo”!
Per fare riposare un po’ i piedi decidiamo di godere il paesaggio regalandoci la crociera dei 6 Ponti, 50 minuti viaggio per godere l’infinita bellezza paesaggistica delle coste lungo il fiume. Nella città nel frattempo si respiravano già i preparativi per la grande festa che ci avrebbe coinvolto il giorno proprio del compleanno di mio marito il 24 giugno… San Juan!!! Ritrovati coi nostri amici, dopo un breve pit-stop in hotel, aperitiviamo al bar BASE PORTO bel locale all’aperto vicino alla Torre dos Clerigos. Un chioschetto immerso in un giardino pieno di ulivi abbastanza di tendenza ma comunque informale; abbiamo degustato sangria bianca, dentro una brocca smaltata per riempire i catini di una volta.. circondati dalla gente di Porto seduta su cuscini adagiati sul prato, musica a basso volume… proprio un luogo fatto per noi.
Ore 20 precise data la prenotazione del nostro amico, andiamo a mangiare finalmente il baccalà, presso il ristorante Sao Joao da Riberia, locale di qualità con una cucina curata e raffinata. Per smaltire la cena, giro nella Placa da Libertade nonché cuore della città, per prendere l’ultima birretta… ci ritroviamo nel bel mezzo di un mega concerto di un cantante a noi sconosciuto (non abbiamo mai capito in che lingua cantasse) una sorta di Vasco Rossi versione portoghese: Rusgas Jorge Palma.
Una delle attività turistiche più interessanti di Porto è una corsa su uno dei suoi tram storici (Electrico in portoghese). Questi deliziosi tram risalgono ad un’epoca ormai lontana, interni in legno lucidato, controlli e manopole in ottone, e una campanella per fermare il tram, per mio figlio, e non solo, grossa tentazione. Euro 3.50 per farci un bel giretto … sferragliando e stridendo per la città. Ci dirigiamo in seguito alla Cattedrale da Sé, uno dei simboli di Porto. Chiesa dai tanti stili, punto di riferimento per tutti i fedeli lusitani. Si erge maestosa sul Terreiro da Sé: una vera e propria terrazza sulla città, da cui godere di una splendida vista, arricchita anche da altri monumenti e palazzi. Non entriamo per via del costo del biglietto per noi esagerato. Ho preferito donare, per l’ennesima volta, i miei euro ai molteplici artisti di strada in cui mi sono imbattuta.
E no basta camminare! Per scendere prendiamo la Teleferico de Gaia, decisamente un po’ cara per il breve, seppur suggestivo, tragitto: 6 euro adulti – 3 ragazzi. Almeno era compresa la visita e la degustazione presso la cantina Quinta Santa Eufemia; ottimo vino rosato… ebbene sì è amore puro! Il nostro gruppo non si smentisce, è arrivata l’ora di pranzo, ci facciamo attirare dalle tovaglie a righe rosse e bianche del ristorante Beira Rio… con “tipici” camerieri portoghesi. Accompagnati dalla birra Super Bock, assaggiamo un discreto piatto di Sardigna ala brasa e la famosa francesinha. Se a prima vista vi sembra un semplice panino vi sbagliate! Se lo fosse potreste morderlo, invece la francesinha è talmente ripiena di ogni ben di dio che dovrete usare necessariamente coltello e forchetta. Prevede due robuste fette di pane ed un ripieno che corrisponde ad un intero banco macelleria, vale a dire: salame, una fettina di vitella, salsiccia, chouriço (varietà locale della salsiccia di maiale salata in salamoia) e wurstel! E come se non bastasse ci aggiungono il formaggio fuso e la annegano in una salsa alla birra… una bomba nel vero senso della parola. Io e Oscar ci siamo arresi al secondo morso!
SEGUNDO DIA, la noite de São João, 24 Junho
Oramai in città fervono i preparativi per la festa che tutti attendono; i più esperti montano imponenti cucine da campo, tavolate e “hot spot”, “food corner”, dove la sera si leverà alto il fumo delle griglie su cui finiscono in abbondanza verdure – peperoni in primis -, sardine ed altre prelibatezze. Una tazza di caldo verde, la zuppa di cavolo, patate e salsiccia secca, non manca mai nonostante il caldo. Completano il menù birra, vino “tinto” e naturalmente l’oro locale. La musica, suonata spesso live agli angoli della città, scalda gli animi, nelle vie più ampie per la notte più bella (e lunga) dell’anno, dove il profano di una celebrazione antica, si fonde con l’intensa religiosità di una tradizione vecchia di millenni, una delle feste più vivaci di tutta Europa. Un tripudio di colori, sapori e (poche) regole da rispettare. Il miracolo di San Giovanni è far filare tutto liscio, con anche mezzo milione di persone per le strade, fra danze e spuntini “on the road”, fino al grande spettacolo di fuochi d’artificio che illumina la mezzanotte sulle rive del fiume Douro e nei cieli, sopra la ferrea mole del ponte Dom Luis I.
“São João vai começar, na marcha eu vou contigo, toda a gente vai dançar, com o seu bom amigo” Che cos’altro serve? In realtà il kit del buon festante è ricco e variegato e sarà una sorta di passepartout per il divertimento. Nell’ordine vi serviranno: un fascio di porri, delle foglie di basilico, un martello di gomma ed un sorriso largo. L’idea di usarlo come “cerimoniale” di saluto viene dalla grande tradizione universitaria di Porto e del Nord del Portogallo: il “martelo” è uno dei principali simboli della goliardia degli atenei portoghesi; peccato per noi che lo abbiamo dimenticato in camera, dunque ci siamo presi solo “martellate” in segno di saluto! Non dovete portarlo da casa: meglio sceglierne uno fra le mille bancarelle che si aprono in città.
I Sardi purtroppo ci hanno salutato qualche ora prima del grande cerimoniale, dunque tra la folla e un colpo di fortuna abbiamo trovato posto in un localino proprio sotto il ponte, dove dopo una pizza e ottima sangria, ci siamo visti sfilare il mondo davanti agli occhi, fino allo scoccare della mezzanotte “buon compleanno Gianni” e che lo spettacolo dei fuochi d’artificio abbia inizio! Tutti e tre a bocca aperta … indescrivibili … che dire … stratosferici … mai visti così . Dopo i fuochi, la tradizione vuole che sia cosa bella e beneaugurante liberare in cielo delle lanterne di carta.
Ma la straordinarietà di questo evento è stato il numero delle persone che ci circondavano ben 500.000, per ritornare in albergo è stata una vera e propria Via Crucis, ma gestita in totale serenità e tranquillità; in alcuni punti sembrava di essere all’uscita di uno stadio.
ULTIMO dia
Impressionante come al mattino seguente, la città era semi deserta, tornata completamente alla normalità, totalmente ripulita, come se nulla fosse accaduto. Non ci rimane che girare per negozi e fare del sano shopping dell’ultimo minuto…il souvenir di mio marito? 3 kg di baccalà (sulle mie spalle)! “Costa poco”, “da noi è diverso”. Nonostante la confezione, l’odore che emanava dalla cappelliera in aereo, era alquanto imbarazzante.
FAZ DA NOITE, NOITE; E DO DIA, DIA E VIVERAS COM ALEGRIA!
Adeus Oporto!