Peloponneso, le sue dita
Giorno 2 – Dopo un’abbondante colazione, ci aspettano 2 e 30 per arrivare a pounta per imbarcarci per Elafonisos. Traghetto che costa 1 euro a persona, 11 per l’auto. Sull’isola di Elafonisos, ci dirigiamo alla famosa Simos Beach. Il mare è stupendo anche se bello freschino. Per fortuna avevamo comprato delle magliette termiche per fare il bagno: si faceva anche senza, ma con la maglietta meglio. La spiaggia è deserta e scopriamo che è il primo giorno di apertura dello stabilimento. Al bar retrostante, compro toast e insalata greca con bibite per 7 euro circa. Pranziamo tranquilli in un mare caraibico, ma ahime al pomeriggio si alza il vento e arrivano le nuvole. Un po tutta la settimana sarà così. A metà pomeriggio desistiamo e andiamo al nostro hotel Bourdussi. Sistemazione tranquilla con buon parcheggio a due passi dal centro città. La cittadina si snoda lungo il porto dove ci sono più ristoranti che case. A fine maggio era alquanto tranquillo, ma ci hanno detto che di luglio e agosto è una metà prediletta dagli italiani. Per i ristoranti scegliamo uno tra quelli meglio classificati su TripA. Ma non rimaniamo molto soddisfatti.
Giorno 3 – La mattina dopo colazione buona ma con un piccolo inghippo. Prima delle 8.30 non viene servita e la domenica mattina i traghetti sono un po meno frequenti. Quindi “perdiamo” un po di tempo sull’isola per tornare sulla terra ferma. Tornati in continente ci dirigiamo verso Kastania Caves, grotte di stalattiti e stalagmiti. Da Pounta serve circa 1 e 20 di macchina causa strade molto curvose, ma alla fine veniamo ripagati da un bella grotta con belle formazioni calcaree. All’interno non si può fare foto e il giro dura circa 35 minuti, tour solo in inglese e senza audio guida. Inizio alle 10.30, 11.30 ecc. Il bar, essendo inizio stagione aveva il banco vuoto. Per fortuna un po d’acqua al seguito ci sta sempre bene. Da li proseguiamo verso Monemvasia. Il tempo è sul nuvoloso ma non minaccia pioggia. Un’altra ora di macchina e siamo a Monemvasia. Attenzione!! All’interno non si può entrare con la macchina, quindi abbiamo parcheggiato sullo stradone di accesso, ma prima scaricato le valigie alla porta di accesso. Gli hotel hanno receptions e facchino all’ingresso della città, e il facchino serve parecchio perché le strade sono tutte acciottolate e piene di scalini. Quindi il trolley serve a poco. Siete in una città medievale che stanno finendo di restaurare (la Gibilterra Greca per la sua posizione), e le stesse camere di albergo sono ricavate nelle vecchie case. Non pensate ad un albergo con più piani. Il nostro Byzantinos boutique Hotel, per 83 euro, ci ha offerto una bella camera con colazione inclusa nella parte centrale del paese. Le fognature sono un po abborracciate e quindi si deve tenere l’aereatore in bagno sempre acceso per sicurezza. Arrivati verso l’ora di pranzo, dobbiamo scegliere il ristorante. La scelta ricade su posto dall’aria molto turistica e di cui dubitiamo. Ma anche gli altri ristoranti sembravano molto simili…per chi c’è stato è come andare a San Gimignano (posto affollato e turistico). Veniamo invece lietamente sorpresi dalla velocità del servizio e dalla qualità del cibo per un conto alla fine di 20 euro a testa ma comprensivo di dolce. Si era messo anche a piovere ma proprio due gocce di numero. Dopo il riposino post-pranzo, partiamo alla scoperta della città. Andiamo subito in cima al kastro, con una bella scalinate. Si è alzato il vento ma almeno il cielo è terso. Sconsiglio l’uso delle ciabatte per girare per Monemvasia. La parte alta è quella più antica, parecchio diroccata, mentre quella bassa è ben restaurata e molto ben curata. Una girata di circa 2e30 che ci porta direttamente all’ora di cena che assolviamo con crepe e gelato, per staccarci dall’immancabile insalata greca, olive, tsaziki, souvlaki ecc. ecc.
Giorno 4 – La colazione viene servita nel bar vicino alla camera, ma la qualità non lascia affatto a desiderare. Ricca, variegata e gustosa, ci alziamo ben riforniti, salutiamo Monemvasia e ci dirigiamo verso il Mani. Il tempo è nuvoloso, e mi sa che il mare non lo faremo, ma invece cambiando “dito” cambia il tempo. Si apre esce il sole. Sulla strada per Gytheio, incontriamo la spiaggia con il relitto, che però essendo senza ombrelloni e lettini, preferiamo saltare. Ci fermiamo ad un distributore a comprare due immense baghette e bibite con i soliti “esosi” 7 euro. Verso le 9.30 troviamo la nostra: è Mavrovoumi. Solo noi e due locali. Bagno e relax, sole, anche se un po velato. Come due giorni prima però, nel pomeriggio arrivano i nuvoloni. Andiamo via e cerchiamo il gestore per pagare la giornata. Una signora si fa incontro e ci dice che è gratis se prendiamo da bere. Così facciamo. La stessa signora ci conferma che il tempo nel Peloponneso è sempre un po’ velato. Ci dirigiamo verso il Mani, con Capo Tanaro (il punto più a sud del continente europeo) e la città dismessa di Vathia. Il Mani è una regione aspra e povera, non adatta a chi fa “l’aperitivo”, poche persone poche città. Arriviamo al parcheggio di capo Tanaro alle 17.30, e vedo arrivare un gruppo di turisti tedeschi assai trafelati. Sono stati fino al faro di Capo Tanaro, ma servono 45 minuti ad andare per 45 per tornare. Suggestivo ci dicono, ma una viottola fatta di sali e scendi. Rinunciamo al faro e tornando indietro per visitare Vathia. E’ una città abbandonata in rovina, che ora sta diventando un posto di villeggiatura o per chi fa la stagione. Troverete solo un bar. Un po spettrale, ma questo è il Mani. Risaliamo ancora in direzione di Aeropoli, dove c’è il ns alloggio, Mani Hotel. Struttura nuova ma datata negli arredamenti. Ma per 50 euro a notte incluso parcheggio e colazione va benissimo. Ci mettiamo a spulciare TripA per il solito ristorante e ne scegliamo uno dove facciamo una cena a base di pesce e solo pesce (Aeropoli non è sul mare ma 2 km in linea d’aria) 25 euro ma forse la migliore cena di pesce che ricordo da anni. Griglia fritto, zuppe, cozze…. di tutto di più. In un posto dimenticato da Dio (qualunque Dio crediate e non) un ristorante da 5 “pallini”.
Giorno 5 – Mi sveglio presto, e approfitto per fare due passi in paese. Col buio della sera prima non ci avevo fatto caso, ma il centro storico di Aeropoli è molto bello. Tutte case in pietra, non come Monemvasia, ma con un decoroso stile in una cittadina pulita. Perfetta come tappa per la notte. Scatto qualche foto, nel pieno deserto (i greci si alzano con calma) e torno in hotel per la colazione. Con la mia diletta andiamo a visitare le grotte marine di Pyrgo Dirou, poco distanti. Grotte di stalattiti e stalagmiti al livello del mare, aperte solo la mattina, causa alta marea nel pomeriggio. Troviamo addirittura pullman di turisti, sembra di essere in piena stagione. Per fortuna siamo la prima barca e davanti a tutti, quindi niente e nessuno ci para lo spettacolo di questa gita di circa 45 minuti. Peccato per la scortesia dei barcaioli. Uscendo dalle grotte il sole splende e fa caldo. Riprendiamo l’auto in direzione di Kalamata e sulla strada ci fermiamo a Kalogria Beach. Perfetta!!Mare splendido, spiaggia pulita, ombrellone e lettini in legno con materassino 15 euro al giorno. Cofanetto con chiave magnetica per metter telefono e portafoglio; servizio al tavolo, ops ombrellone, senza maggiorazione di prezzo… Non siamo i soli a pensarlo. E’ l’unica spiaggia che in tutta la settimana troverò un minimo affollata, ma ne vale la pena. Questa volta le nuvole non arrivano neanche dopo pranzo. Tie’!! Ce la godiamo fino alle 7 di sera perché c’è da andare in direzione dell’ultimo dito, quello più occidentale. Il nostro alloggio si chiama Francisco Hotel. Il peggiore della settimana ma anche per 35 euro non chiedevo molto di più. Siamo a metà strada tra Kalamata e Koroni. Struttura anni ’80 lasciata andare dalla proprietaria, poca cura, forse perché la stagione non è ancora partita. Il bagno funziona, l’aria condizionata pure, le lenzuola sono pulita. Va bene cosi. Per cena decidiamo di andare al paese di Koroni, che ha cima un castello. Il castello è aperto ma è totalmente al buio. Anche qui la stagione deve partire, ma con i soliti 7 euro, due coca cole, una patata fritta e due panino ghiros.
Giorno 6 – Ci congediamo dalla nostra ospite e proseguiamo verso il castello veneziano di Methoni. La struttura è sul mare, di grande impatto scenico, 2 euro per entrare. Il tempo però è nuvoloso e ventoso. Ci scarica addosso 5 minuti di pioggia ma per fortuna eravamo al coperto in quel momento. Volendo dalle strutture del castello di potrebbe fare anche un tuffo, acqua limpidissima, ma non le condizioni ideali per un bagno. Lasciamo Methoni per dirigersi a Pylos dove troviamo un altro castello. Qui le strutture sono in cima ad una collina e ben tenute perché fungono da sale espositive per i musei locali. 6 euro il biglietto. La mostra più interessante è sui ritrovamenti archeologici-marini fatti in grecia. Lasciamo Pylos, per dirigerci verso Voidokila Beach. Sappiamo che è una spiaggia senza stabilimenti e strutture e quindi ci fermiamo ad un alimentari per il ns pranzo al sacco. Arriviamo a Voidokila. Acqua stupenda che degrada molto lentamente, quindi adatta anche per i più piccoli. Nessuna struttura o baracchino mobile; unico neo che essendo spiaggia libera, lo stesso arenile non è pulito (non di cartacce ma arbusti alghe e simili). Il vento che si era calmato torna impetuoso, tanto da farci alzare e andar via. Proviamo la vicina Romanos Beach ma non cambia niente. Un bel sole, ma vento. Abbandoniamo il mare un po melanconici, e approfittiamo per visitare Il Palazzo di Nestore. Arriviamo verso le 17.00. Parcheggio vuoto. Due annoiati greci alla biglietteria, 6 euro a testa. Il palazzo è alquanto in rovina, ma le spiegazioni dei cartelli rendono bene l’idea della struttura che c’era un tempo. La cosa invece più sbalorditiva è la struttura a protezione del palazzo stesso. Dove hanno speso i soldi i greci??? Qui ne avete un’idea, considerando che la visita dura 30 minuti circa.
Dopo questa appendice di culturale, continuiamo per Kyparissia, e il nostro Kyparissia beach Hotel. Ci accoglie un gran bella sorpresa. Hotel pulito con piscina ben tenuta nel giardino fiorito dell’hotel. Servizio all’ombrellone senza maggiorazione, colazione che si rivelerà ottima, camera confortevole e spazione… per 53 euro. Per la cena saliamo sulle colline dietro Kyparissia. Solo noi a cena, ma vista con mare al tramonto, mangiare ottimo e solito prezzo super competitivo. Aggiudicato
Giorno 7 – Dopo esserci ben rifocillati, oggi ci aspetta un po più di macchina (alla fine in 8 giorni 1400 km). Vogliamo vedere l’antica Messene, di cui ho letto buoni giudizi, ma non così sponsorizzata sulla mia guida Mondadori. Seguiamo le indicazioni del navigatore sul telefonino (roaming europeo funziona), e ci addentriamo per le delle strade impervie. Sempre più strette, sempre più sassi e buche. SE piglio la coppa dell’olio siamo del gatto!! Attraversiamo paesi con persone che ci guardano stranite. Le dimensione ridotte della Swift risultano utili in un tornante in salita in mezzo alle case mentre la moglie chiude gli occhi. Peccato che non era una gara di rally, senno mi sarei piazzato molto bene. Usciti dalla zona impervia, la strada migliora e compaiono cartelli per Messene. La stessa strada passa in mezzo alle vecchie mura di Messene, ma alla fine arriviamo in posto civile con tanto di parcheggio, bar bagno…la civiltà riappare. Ma riappare anche la vera e vecchia civiltà greca. 12 euro cadauno mai spesi meglio. Ammetto che non sono stato ancora ad Olympia, ma lo stadio è fantastico, ben conservato, e il tutto il sito non è ancora finito di scavare. Se siete a 30 km di distanza andateci., perche vale la pens, soprattutto per gli amanti della storia come me. Come direbbe mia moglie, “questi si che sono dei bei petroccoli”. Lasciamo Messene e uno splendido sole. Andiamo in direzione Nauplio, ultima meta del ns girovagare. La giornata è bella e quindi vogliamo andare al mare. Man mano che però risaliamo il Peloponneso aumentano le nuvole, proprio nella ns direzione. La moglie è fiduciosa, io un po meno. Decidiamo per Tolo beach, vicino Nauplio. Mangiamo in un ristorante di un albergo verso le 14,40 ma quello che ci preoccupa non è lo scarso cibo (prima o seconda volta in Grecia), ma il vento che tira fortissimo, tanto che le persone abbandonano la spiaggia. Sconsolati, lasciamo Tolo per dirigerci verso Epidauro. Al sito archeologico ci attente un parcheggio di dimensioni faraoniche. Mi domando in luglio/agosto quanta gente ci deve passare di qua. La moglie vorrebbe fare un pisolino in uato, io insisto per andare subito…scendo di macchina….wroom, tuoni , fulmini…rientro e si scatena 30 minuti di acqua pesante. Lei dorme, io aspetto. Lei russa bella beata e io penso che non può piovere per sempre (cit.). Infatti smette e finalmente si riapre. Visitiamo Epidauro con il suo bellissimo Teatro. Acustica perfetta, tanto che qualche Yankee idiota la vuol provare urlando. Il resto del sito Archeologico non è male ma nulla in confronto di Messene appena visitato. Forse la parte più interessante è il piccolo museo con delle ricostruzioni di frontoni e portali. Lasciamo Epidauro per dirigersi a Nauplio dove ci aspetta la nostra Althaia Pension. Non sapevo che Nauplio fosse con ZTL e soprattutto la mia pensione, così dobbiamo lasciare poco fuori il centro l’auto. La cittadina è considerata tra le più eleganti di Grecia, ed è vero. Molto curata, pulita, tenuta bene, tutta lastricata. Qui la stagione turistica è molto più avanti; siamo anche più vicini ad Atene, e gli stessi negozi riflettono un benessere che nel resto del Peloponneso non ci si avvicinava neanche lontanamente. La ns. pensione ha stanze ben arredate ma così in centro, e con strade così strette che l’intimità della camera si ha solo con finestre chiuse. Fatta la doccia, usciamo per cena. Per visitare la cittadina cmq un’ora è più che sufficiente. I prezzi dei ristoranti salgono, ma troviamo un bra/paninaro/brasserie, non so ben definirlo, con delle porzioni interessanti e gustose di ghiros.
Giorno 8 – La colazione è servita al bar adiacente. La struttura è una pensione in una vecchia casa di inizio ‘900, con scale interne molto ripide. 68 la spesa per una notte, considerando che sei in pieno centro storico ci può stare. Facciamo con calma le valigie e andiamo in direzione Atene aeroporto. Sulla strada di ritorno ci vogliamo fermare al punto panoramico dello stretto di Corinto. Seguiamo le indicazioni stradali, usciamo dall’autostrada, ma sulla strada normale le indicazioni spariscono. Mettiamo il gps, ma non lo troviamo. Vado avanti e indietro per la tangenziale, ma niente. Una vocina alla mia destra di certo non mi aiuta, vado nel panico per paura di perdere l’aereo. Desisto. Andiamo in aeroporto. Qui scopriremo che il gate del check-in viene annunciato 40 minuti prima del volo, quindi aspettiamo diverso tempo, con la solita vocina, questa volta all’orecchio sinistro. Ritorno con Aegean sempre su Bologna.
CONCLUSIONI : LA vacanza è andata male?? No! Poteva essere meglio?? Si. Si perché quando si vuole fare cultura e mare, e quest’ultimo ti viene parzialmente rovinato dal tempo, rimani con un po di amaro in bocca. Dopo aver fatto Creta a metà e Rodi a inizio giugno (vedi diario), per motivi lavorativi abbiamo dovuto anticipare al 18-25 maggio. Ci torneresti?? SI. Si perché ci sono bellissime spiagge/mare con poche persone, e noi abbiamo fatto solo “le dita” del Peloponneso. Considerate che c’è anche da vedere l’Antico Corinto, Micene, le gole del Lousios, Olympia, per i citare i più famosi. Di sicuro non è la Grecia che potete incontrare a Santorini e Mikonos, non è Grecia per discotecari, fighetti, gente da aperitivo…bisogna essere un po più ruspanti e non pigri, perché le distanze in macchina ci sono e a parte una autostrada, poi strade normali. Le stazioni di servizio si trovano più facilmente in città che in autostrada, e anche i bancomat non sono così diffusi, quindi quando potete pagate con la carta.
Sul meteo comunque rimango sempre un po dubbioso, causa la struttura morfologica del Peloponneso. Le varie dita, immergendosi nel fresco Egeo, sono spesso spazzate dal vento e le montagne a ridosso del mare possono fare da barriera e quindi bloccare le nuvole. Per il cibo non mi sono soffermato a lungo perché mangiare male in Grecia è veramente difficile, e anche la spesa di solito è sempre contenuta. Attenzione al pesce fresco. Anche il pesce ha una sua stagionalità e quindi può essere surgelato.
Nei siti archeologici troverete sempre un parcheggio e al 90% un bagno, meno diffuso un bar. Non aspettatevi cartelli in italiano. I Greci non parlano benissimo inglese, noi italiani neanche, ma forse loro a forza di vedere film in lingua originale, sono meglio di noi . Tutti sempre molto ospitali comunque.