A zonzo per il Belgio ed il Lussemburgo
Il giorno successivo approfondiamo la visita della città. Alquanto deludente il Manneken-Pis, la fontana barocca ornata dalla statuetta di un fanciullo, simbolo della città: ressa enorme, camion, con il motore acceso, che scaricano merci, aria irrespirabile. La Grand Place, vista di giorno, ci appare in tutto il suo splendore. Sulla torre del Municipio, in stile gotico, svetta una statua di San Michele. Ammiriamo la Maison du Roi in stile tardo gotico e le case delle corporazioni. La veduta dell’insieme dei palazzi è una vera gioia per gli occhi. Il palazzo reale non è degno di nota. Gradevole, invece, il giardino Mont Des Art che si snoda dal palazzo reale a Place dell’Albertone. Dall’arco costruito con biciclette, collocato nella parte più alta del giardino, si gode una magnifica vista di tutta la città. Non poteva mancare una visita alla Cattedrale di San Michele, in stile gotico di derivazione francese, a Notre Dame au Sablon in stile gotico brabantino e a Notre Dame de la Chapelle, una chiesa, quest’ ultima, frequentata dalla comunità spagnola. Nel pomeriggio, con la metropolitana, ci rechiamo all’ Atomium. È, questa, una struttura d’acciaio che rappresenta un atomo di ferro. È alta102 metri ed è costituita da nove sfere di 18 metri di diametro. All’interno delle sfere ci sono locali per conferenze, bar, ristoranti. È possibile visitare il complesso ma arriviamo troppo tardi in quanto chiude alle ore 18. Un breve cenno ai ristoranti presso i quali abbiamo mangiato durante i sette giorni in cui abbiamo pernottato a Bruxelles. Premetto che i ristoranti, in Belgio, sono molto cari e che ho fatto delle ricerche preventive per conciliare qualità/prezzo. Il Fin De Siecle, Due des Chartreux 9 (dopo la Borsa), è un po’ difficile da trovare, è sempre pieno, è un locale tipicamente belga, le porzioni sono abbondantissime e non si spendono più di 20 Euro, bevande comprese. Al Bia Mara, in Due du Marche Aux Pouletes 41, si mangia, per 17 euro, del pesce freschissimo con patatine. Uno dei camerieri è marchigiano e dà ottimi consigli. Lo Snack Plaka, in Due di Marche Aux Fromages 6 (la strada dietro il Municipio), è un ristorante greco dove si mangia bene anche con 12 euro. Il piatto nazionale, le moules et frites, costa sui 20 euro: consiste in una porzione di cozze scoppiate accompagnate da patatine fritte. Dappertutto si vendono patatine fritte di cui i belgi sono ghiotti non disdegnando di mangiarle anche a colazione.
Il terzo giorno lo dedichiamo alla visita di Anversa. Di buon mattino ci rechiamo alla stazione e, per 6,80 euro, acquistiamo un biglietto per ultrasessantenni, andata e ritorno. Constatiamo, nei giorni successivi, che il costo del biglietto è eguale anche per le altre destinazioni. Il biglietto non va obliterato. Dopo circa un’ora arriviamo in una delle più belle stazioni del mondo. I binari sono collocati su quattro livelli. L’edificio, in pietra e marmo, è sormontato da una cupola alta 75 metri. La stazione ha l’aspetto di un palazzo barocco. A piedi ci rechiamo alla Grote Market, il centro della città. La piazza è circondata dai palazzi delle corporazioni delle arti e dei mestieri e dal Municipio. Passiamo quindi, alla Groenplats, una piazza ricavata sull’antico cimitero della città. Al centro della piazza si erge una statua di Rubens. Visitiamo, quindi, la cattedrale gotica di Nostra Signora. Ne ammiriamo la torre alta 123 metri che contiene un carillon di 47 campane dichiarato dall’Unesco Patrimonio dell’ Umanità.
Anversa sorge alla foce del fiume Scheda ed è il porto fluviale più grande del mondo. Però non ha ponti che permettano l’attraversamento del fiume. In compenso c’è un tunnel di 572 metri, che scorre a 31 metri sotto il livello del fiume percorribile solo a piedi o in bici. Accediamo al tunnel con scale mobili in legno ma non lo attraversiamo. Pranziamo al Fish a go go, Handschoenmarkt 1, porzioni ottime ma piccole. Concludiamo la visita della città con la chiesa barocca di San Paolo, conosciuta in città come chiesa del Calvario per via di un complesso di sculture, poste all’ ingresso della chiesa, che rievocano la salita di Gesù al Monte. Nella chiesa in evidenza quadri di Rubens e Van Dyck.
Il quarto giorno lo dedichiamo alla visita del Lussemburgo. Data la distanza, ci affidiamo ad una agenzia locale che, per 50 euro, ci garantisce il viaggio in pullman con guida. Il percorso dura tre ore. La città è una delusione. Ci sono solo bar, ristoranti, negozi e banche. La chiesa gotica di Notre Dame, la Place d’Armes ed il Municipio non hanno niente di particolare. Tutto trasuda ricchezza senza ritegno. La città, senz’anima, rispecchia fedelmente l’economia che la sorregge fatta da speculatori e da squali dell’alta finanza. Caratteristico, invece, il piccolo centro di Dinant ove ci fermiamo sulla via del ritorno. È, questa, una località di villeggiatura che si sviluppa lungo le rive del fiume Mosa. È la città natale di Adolphe Sax, l’inventore del sassofono. Grandi riproduzioni di sassofoni lungo il ponte che unisce le due sponde della città. Notevole la Collegiata di Notre Dame in stile gotico. La città è sovrastata e protetta dalla fortezza La Citadelle che si può raggiungere con una funivia.
Siamo al quinto giorno. È una giornata finalmente primaverile e la dedichiamo alla visita di Brugge. Appena giunti, la nostra attenzione viene colpita dall’armonia delle costruzioni medioevali, dalle stradine caratteristiche, dagli angoli da cartolina. Dopo qualche centinaio di metri dalla stazione, ci imbattiamo in un lago, circondato da un parco, nel quale nuotano decine di cigni. È il lago dell’amore, il Minnewater, posto all’ingresso del Begijnhof, un complesso di case bianche abitato, nel passato, dalle beghine, delle suore laiche. Il luogo è Patrimonio dell’Umanità. Proseguendo verso il centro ci imbattiamo nella Cattedrale gotica di San Salvatore. La Cattedrale ha l’aspetto di una fortezza per via della massiccia torre quadrata romanica. Il Grot Market, il centro storico, dove giungiamo poco dopo, è Patrimonio dell’Umanità. Nel medioevo era il centro commerciale della città. La piazza è circondata da case, dai tetti appuntiti, nel passato sedi delle corporazioni, ed è dominata dal Belfort, una torre campanaria alta 83 metri e leggermente inclinata. Nella piazza successiva, il Burg, sorgeva un castello eretto a difesa della città. La piazza, ora, è circondata da preziosi edifici fra i quali il Municipio gotico con guglie e torrette e la Basilica del Santissimo Sangue. La Basilica è formata da due chiese sovrapposte: quella inferiore è buia e senza decorazioni ed è dedicata a San Basilio; quella superiore, invece, in stile gotico, è illuminata da bellissime vetrate, ha le pareti affrescate e la cappella è dedicata al Santo Sangue. Per concludere la giornata non poteva mancare una gita dei canali in barca (10 euro). La mattina successiva, anche se piove e sembra inverno inoltrato, prendiamo il treno per Gent. La stazione di Gent è lontana circa 2 km dal centro della città. Primo problema dove prendere il tram e dove fare i biglietti. Individuiamo, uscendo a sinistra dalla stazione, un ufficio informazioni dove compriamo i biglietti. Scendiamo a Limburg, una via larga e corta che è, praticamente, il centro della città in quanto ai suoi lati si aprono piazze ornate da palazzi medioevali che, per il loro splendore, ne fanno una capitale dell’ arte. Bersagliati dalla pioggia ci rifugiamo nella cattedrale gotica di Sint Baafs. Passiamo, poi, alla chiesa gotico-primitiva di Sint Niklaas dalla facciata slanciata ed irta di torricelle e a quella di Sint Michiels. Visitiamo, dall’esterno, anche il castello di Gerardo il diavolo. Nel pomeriggio, inaspettatamente, esce il sole e ne approfittiamo per fare un giro dei canali, in barca, al prezzo di 6,50 euro.
Il settimo ed ultimo giorno lo dedichiamo ad un ripasso del centro storico di Bruxelles e ad un abbondante pranzo considerato che ceneremo a Siracusa non prima di mezzanotte. Nel pomeriggio trasferimento in taxi all’aeroporto (stavolta 55 euro) e volo Zaventem/Catania-Siracusa.