Ancora Namibia + Sud Africa di Kgalagadi ed Augrabies Falls – aprile 2019
Indice dei contenuti
A) INFORMAZIONI GENERALI:
IMPORTANTE: come sempre avviso che l’itinerario ha 22 pagine… almeno sapete… di che morte morire se iniziate a leggere… In corsivo ho fatto copia incolla di tutte informazioni raccolte. In carattere normale è narrata la nostra avventura. Scrivo i vari orari per sapere quanto tempo richiede ogni cosa. Mi spiace ma racconto anche qualcosa di personale che a chi legge non interessa. È l’unico itinerario che scrivo quindi deve essere anche un nostro ricordo. Portate pazienza…
Quando: 15 giorni dal 20.04.2019 al 04.05.2019.
Perché questo viaggio: il mal d’Africa per noi è un problema serio quindi appena riusciamo, torniamo. Quando abbiamo lasciato la Namibia, ad agosto 2017, dopo la terza volta, eravamo convinti che non l’avremmo rivista per diverso tempo. E invece … Quel viaggio era stato fatto unito alla visita del Kgalagadi Transfrontier Park (metà del Sud Africa e metà del Botswana), anzi, a dirla tutta, la meta era il Kgalagadi (parco difficilissimo da prenotare, per diversi anni avevamo tentato ma non eravamo mai riusciti) poi avevamo unito il tour della Namibia. Quest’anno abbiamo deciso di replicare senza i nostri figli Martina e Matteo. L’idea primaria era di passare 10 giorni solo al Kgalagadi. Conveniva volare su Windhoek, Namibia, piuttosto che su Upington, Sud Africa, (accesso ufficiale al parco) quindi eravamo ben contenti di passare in terra namibiana. Quando poi hanno deciso di unirsi, a me e Pier, i nostri amici Laura e Federico, era giusto fargli vedere un pizzico di Namibia quindi abbiamo tolto 3 notti al Kgalagadi e le abbiamo messe nel Namib, ad Aus e al Fish River Canyon. Abbiamo studiato un giro che soddisfacesse tutti i nostri interessi.
Itinerario: in Namibia 1 notte Lake Oanob, 1 a Sesriem nel deserto del Namib, 1 ad Aus per i cavalli selvaggi, 1 Fish River Canyon poi 1 notte alle Augrabies Falls (Sud Africa), 1 notte al Kgalagadi (lato Botswana), 5 notti al Kgalagadi (lato Sud Africa) e 1 notte a Windhoek in rientro.
Voli: li abbiamo prenotati 10 mesi prima, a giugno 2018, direttamente sul sito delle compagnie aeree. Quando lasciamo i nostri figli a casa, preferiamo volare con due aerei diversi. Il mio volo con Ethiopian è costato 548 € mentre quello di Pier con Qatar 1055 € + 280 per una tratta in business class aggiunta all’ultimo. La differenza gli altri anni non era mai elevata. Quest’anno, invece, non abbiamo trovato a meno e con operativi voli comodi. All’andata Pier ci ha aspettati 3 ore a Windhoek mentre in rientro è partito due ore prima, quindi Ethiopian e Qatar erano perfetti, costo a parte. Laura e Federico, al contrario della Tanzania di due anni fa, quest’anno hanno viaggiato tutti e due con me.
Lodge:
- 21.04.2019 Lake Oanob Resort (Namibia) – family chalet Nala – SC – Costo N 2230 – a famiglia: N 1115 (€ 72)
- 22.04.2019 Sossus Dune Lodge (Sesriem-Namib) (Namibia) – double rooms – B & B – Costo N 4120 (€ 285)
- 23.04.2019 Desert Horse Inn (Aus) (Namibia) – double rooms – B & B – Costo N 2620 (€ 168)
- 24.04.2019 Canyon Village (Fish River Canyon) (Namibia) – double rooms – B & B – Costo N 2746 (€ 187)
- 25.04.2019 Augrabies Falls Rest Camp (Sud Africa) – SC – family chalet F4/AS – Costo N 2362 – a famiglia: N 1181 (€ 81)
- 26.04.2019 Rooiputs Lodge (Kgalagadi – Botswana) – double rooms – FB – Costo: $ 520 (€ 461)
- 27.04.2019 Kalahari (Kgalagadi – Sud Africa) – SC – desert tent FDT4 – Costo: R 1769 (€ 124)
- 28.04.2019 Bitterpan (Kgalagadi – Sud Africa) – SC – red cabin RC2 – Costo: R 1769 (€ 124)
- 29.04.2019 Gharagab (Kgalagadi – Sud Africa) – SC – log cabin LC2 – Costo: R 1769 (€ 124)
- 30.04.2019 Nossob (Kgalagadi – Sud Africa) – SC – Riverfront Chalet RF2 – Costo: R 1870 (€ 131)
- 01.05.2019 Mata-Mata (Kgalagadi – Sud Africa) – SC – family Riverfront chalet x 4 (RF4) – Costo: R 2842 – a famiglia R 1421 (€ 99)
- 02.05.2019 Casa Piccolo (Windhoek – Namibia – B & B – double rooms – Costo N 1450 (€ 91)
N = Nad e R = Rand hanno lo stesso valore. Il lodge in Botswana ha fatto il prezzo in dollari Usa e non in Pule.
S.C significa Self Catering, B & B (pernottamento e colazione) mentre FB (dinner, bed & breakfast e lunch). Per le cene abbiamo dovuto fare da soli alle Augrabies Falls e nel Kgalagadi. Le cucine nei self catering sono completamente attrezzate con stoviglie, piatti, pentole, un paio di strofinacci, una spugnetta e detersivo per lavare. Per il resto bisogna portare tutto. Bisogna lasciare la cucina pulita. Nello schema sopra l’importo in € è una media di cambio tra gli acconti pagati prima di partire e il cambio applicato per il saldo durante il viaggio.
Auto, navigatore e dropp-off:
Per l’affitto consigliano di scegliere un operatore tra quelli associati alla Ca.r.a.n. (Car Rental Associaton of Namibia) (www.natron.net/caran). Noi abbiamo prenotato un Hillux , come nel 2012 e nel 2013 con l’Asco Car Hire (www.ascocarhire.com) con sede a Windhoek. Nel 2017 invece l’avevamo affittata all’Avis (ha sede in aeroporto). L’Avis ha prezzi più bassi ma quest’anno avevamo la necessità di affittare il frigo, e loro non li hanno disponibili. La differenza tra le due compagnie sta nel fatto che l’Asco ha mezzi più nuovi e ha accessori come la pala, la corda traino, la doppia ruota di scorta ed una tanica d’acqua fissa nel cassone. L’Avis non ha nulla, neppure su richiesta. Ci avevano fornito in più solo la doppia ruota di scorta.
Quest’anno l’affitto è costato € 1288 (importo che abbiamo diviso tra noi e Laura e Fede) per 12 giorni:
– € 88 auto al giorno
– € 5 frigo al giorno
– € 10,50 assicurazione al giorno
– € 2 di tasse
– € 37 per il Border Permit (permesso per portare la macchina in Sud Africa).
Il preventivo è stato fatto in € però i pagamenti vengono fatti in Nad al cambio del giorno. L’acconto di Nad 2500 (circa 168 €) lo abbiamo pagato al momento della prenotazione 11 mesi prima, dando loro i dettagli della carta di credito, il saldo al ritiro dell’auto. Quest’anno la jeep aveva un sensore che suonava quando si superavano i limiti di velocità. Ci ha dato parecchio fastidio perchè non potevi sgarrare neppure di 1 km/h.
Siti internet dei lodge:
- Lake Oanob Resort – www.oanob.com.na
- Sossus Dune Lodge – nwr.com.na/resorts/sossus-dune-lodge
- Desert Horse Inn – www.klein-aus-vista.com/accommodation/desert-horse-inn/e Inn
- -Canyon Village – www.gondwana-collection.com/the-fish-river-canyon-experience/accommodation/canyon-village/
- Augrabies Falls – www.sanparks.org/parks/augrabies/tourism/availability_dates.php?id=1602&resort=27
- Rooiputs Lodge – tashebube.co.bw/content/id/76/Rooiputs
- Kalahari Tented Camp –www.sanparks.org/parks/kgalagadi/tourism/availability_dates.php?id=352&resort=56
- Bitterpan Wilderness Camp –www.sanparks.org/parks/kgalagadi/tourism/availability_dates.php?id=345&resort=52
- Gharagab Wilderness Camp – /www.sanparks.org/parks/kgalagadi/tourism/availability_dates.php?id=1041&resort=166
- Nossob Rest Camp – www.sanparks.org/parks/kgalagadi/tourism/availability.php?resort=58&camp_id=56
- Mata – Mata Rest Camp -www.sanparks.org/parks/kgalagadi/tourism/availability_dates.php?id=2369&resort=58 – Casa Piccolo – http://www.casa-piccolo.com/main.html
Altri costi: oltre agli importi dei voli, hotel e auto bisogna aggiungere le spese sostenute in loco. Quelle indicate sono solo per me e mio marito: gasolio € 241 (altri 241 li hanno pagati Laura e Fede) (costo al litro benzina/gasalio circa NAD/Rand 11,00 = € 0,73 circa); spesa al supermercato per le colazioni, i pranzi e varie € 183; ristoranti € 256; Wild Card R 4530 € 295, ingresso nei parchi (Namib e Lake Oanob) N 400 € 26; game drive al Kgalagadi € 25, varie (mance, regali ecc.ecc) € 78.
Prenotazioni: abbiamo fatto tutto noi 1 anno prima. I prezzi che riporto nell’itinerario sono riferiti sempre solo me e mio marito. Al Lake Oanob, Augrabies Falls e Mata-Mata abbiamo preso uno chalets per tutti e quattro, con due camere da letto.
– per la Namibia abbiamo prenotato direttemente sui siti degli hotel
– per le Augrabies Falls sul sito del SanParks (www.sanparks.org/).
– per il Kgalagadi il discorso è ben più lungo. Riuscire ad accaparrarsi delle camere è uno scoglio enorme da superare. Ci sono solo 323 posti letto (distribuiti in 9 lodge, 4 dei quali hanno solo 8 posti letto e 1 solo 10) e 480 posti tenda in 80 piazzole (ogni piazzola può ospitare fino a 6 persone ma solitamente si vede solo una coppia per piazzola, per lo più persone anziane, quindi non si raggiunge quasi mai il numero massimo consentito). Nell’itinerio scriverò tutte le informazioni. Quando aprono le prenotazioni (per i mesi che vanno da aprile a novembre) i posti vanno tutti a ruba subito. I restanti mesi è più facile perchè le temerature raggiungono senza problemi i 45° quindi c’è leggermente meno affluenza. Nei mesi dell’inverno australe, anche se le temperature possono toccare lo 0 di notte, si crea il delirio per accaparrarsi le locations tanto sognate perché è il periodo migliore per vedere gli animali (non c’è acqua in giro quindi si concentrano tutti alle pozze artificiali). Siccome i sudafricani hanno diritto a prenotare negli uffici il giorno prima (dalla mezzanotte poi anche on-line per gli stranieri), mi hanno detto che ci sono persone che passano la notte lì …. per essere i primi all’apertura… I posti più difficili da prenotare sono l’Urikaruus e il Kieliekrankie. Il parco può essere prenotato on-line solo sul sito sito ufficiale dei parchi sudafricani, il SanPaks (www.sanparks.org/). Si vede la disponibilità reale. Se rimane qualche camera libera è perché nessuno riesce a prenotarla per questione di tempistiche per arrivarci. Bisogna valutare bene le distanze tra i vari lodge perché le piste sono su sabbia e i tempi di percorrenza sono lunghi. Considerate poi che nel parco c’è solo un ristorante al Twee Rivieren quindi in tutti gli altri lodge bisogna portare il cibo e cucinare da soli (le cucine sono attrezzate) e poi solo 3 campi (Mata-Mata, Nossob e Twee Rivieren) sono recintati quindi negli altri possono girare predatori e compagnia bella. E’ un parco da non prendere sottogamba. Bisogna essere ben ben a conoscenza di quello a cui si va incontro. Noi ci siamo avvicinati a questo parco dopo anni di Africa. La fatidica data di apertura prenotazioni è indicata sulla pagina: www.sanparks.org/tourism/reservations/bookings_periods.php. Solitamente al primo del mese si aprono le prenotazione per l’11°mese seguente. Ad esempio, ai primi di settembre 2019 si prenota agosto 2020. Guardate lo schema on-line che è sicuramente più chiaro. Quando si prenota il Kgalagadi, come tutti gli altri parchi del Sud Africa, si paga subito con carta di credito. Si ha un 5% di sconto. Nella prenotazione non sono comprese le conservation fees (costo giornaliero del parco) che si possono o aggiungere quando si prenota on-line o pagare in loco quando si arriva al gate oppure, comprando la wild card (dopo spiego cos’è), in questo caso nulla più è dovuto. Le prenotazioni possono essere variate autonomamente sul sito. Soprattutto i primi giorni seguenti c’è parecchio movimento. Uno prenota quello che riesce poi monitora e se qualcuno libera una camera che gli fa più comodo, può cambiarla. Se si prenota qualcosa che costa di più, si paga la differenza sempre con carta (si ha qualche giorno a disposizione per saldare), se si prenota qualcosa che costa meno, rimane un credito che poi verrà rimborsato scrivendo al SanParks.
Quando hanno aperto le prenotazioni, presso gli uffici, il 18 aprile 2018, noi avevamo già chiaro tutto il giro, compresi voli… quindi 1 anno prima… non siamo folli… è proprio così che funziona. Avevamo 6 notti da dedicare al Kgalagadi quindi potevamo giocarcele come volevamo in base alle disponibilità. A mezzanotte, come di consueto, hanno bloccato l’accesso al sito per aggiornare tutto quello già prenotato. Alle 3 di notte (io fissa davanti al pc…) hanno riaperto. Panico. Non c’era un buco disponibile. Dopo mesi di poca frequenza per le alte temperature, da aprile in poi, tutti gli affezionati del parco, in crisi di astinenza (c’è gente che torna anche 5/6 volte ogni anno) prenotano tutto a tappeto. Se poi non possono andare, si scambiano le prenotazioni tra di loro. E’ il parco del cuore dei sudafricani e noi turisti veniamo dopo, giustamente, quindi spessissimo non si trova disponibilità. Sveglio Pier. È incredulo come me. Per agosto 2017 non avevo avuto questi problemi pur dovendo prenotare 4 camere visto che eravamo in 7. Avendo il problema di voler perdere pochi giorni di lavoro, non abbiamo molte possibilità di giocarci le date. Vogliamo unire Pasqua, 25 aprile e 1°maggio. Dopo 1 ora di valutazioni di quel poco che rimane (non prenotatile per questione di tempistiche per arrivarci), rinunciamo. Andiamo a dormire davvero dispiaciuti. La mattina seguente… sono di coccio… guardo e riguardo e trovo delle soluzioni spostando la partenza di 3 giorni. Prenoto all’istante. Non sono soluzioni che ci soddisfano però ce le facciamo andare bene. Il giorno seguente siamo partiti per lo Zambia quindi per 10 giorni non abbiamo potuto fare niente. Al rientro scopriamo che il sito non è statico come al solito ma molti liberano camere e ne prenotano altre quindi, controlliamo più volte al giorno, e riusciamo a variare tutto. A parte i mitici Kiliekrankie e Urikaruus (impensabile che qualcuno li liberi…), abbiamo prenotato tutto quello che volevamo!! La mia testardaggine paga sempre. C’era ancora possibilità che si liberasse qualcosa in prossimità della partenza quindi abbiamo sempre controllato… ma nulla….
Patente e guida: la guida è a sinistra. I fari della macchina devono essere accesi anche di giorno. In Namibia ci vuole la patente internazionale. Va bene sia quella della convenzione di Ginevra (dura 1 anno) che di Vienna (dura 3 anni). Costa € 86, le tempistiche per averla sono di 3 settimane. Ci siamo rivolti ad un’agenzia privata del nostro paese, l’Asl non offre questo servizio. Quest’anno in Namibia abbiamo mostrato al rental car quella italiana e ce l’hanno accettata. Per il Sud Africa ci sono pareri discordanti. I rental car non la chiedono. Potrebbe chiederla la polizia se vuole proprio rompere le scatole. Nei nostri diversi giri in Sud Africa nessuno ce l’ha mai chiesta. Se serviva abbiamo sempre fatto vedere quella italiana. Anche per il Sud Africa vanno bene entrambe le convenzioni. Comunque, per 86 euro, non conviene rischiare. Noi l’avevamo ancora valida quindi non abbiamo dovuto rifarla. Ha guidato sempre Pier a parte qualche km. nel Namib (dal parcheggio 4×4 a quello 2×4) dove ha provato il Fede.
Valuta: Il Nad (dollaro namibiano) segue il Rand sudafricano. Hanno lo stesso valore. In Namibia accettano anche Rand ma in Sud Africa non accettano Nad. Il cambio è di Nad/Rand 15,00 circa. Quello che abbiamo pagato prima di partire è variato da 14,00 a 16,00. Durante il viaggio circa 15,00. A Windhoek, in arrivo abbiamo fatto in modo di cambiare in Rand in modo tale che ci servissero per entrambe gli stati.
Strade: In Namibia sono così classificate:
– B ed un numero solo a seguire sono asfaltate (tarred road)
– C oppure M con due numeri a seguire sono sterrate (gravel road) ma sono ben battute e molto frequentate
– D con due o 3 numeri a seguire sono sterrate meno frequentate quindi c’è il rischio che siano tenute un pochino meno bene.
– piste di sabbia (sand road) sono percorribili solo se capaci di guidare in queste condizioni e solo per 4×4 (vedi il tratto finale facoltativo per raggiungere Sossusvlei). Bisogna tenere le gomme gonfie a 2,20 su asfalto, 1,80 sul sterrato mentre su sabbia sgonfiarle a 1,30. Abbiamo comperato un piccolo manometro quindi per sgonfiare facevamo noi mentre per rigonfiare lo facevamo fare ai distributori.
Ci sono posti di blocco in entrata ed uscita da Windhoek e lungo le strade asfaltate che portano a nord e a sud dalla capitale spesso ci sono poliziotti con l’autovelox. Qui c’è il limite dei 120 km./h. Le piste sterrate hanno il limite degli 80 km./h. Bisogna informarsi sulla percorribilità di alcune strade dopo le piogge. Molte vengono rovinate e ci vuole tempo prima che vengano risistemate tutte. E’ scritto dappertutto: andate piano. Le strade sono diritte e si è portati ad accelerare ma è veramente pericoloso. Su sterrato la macchina si comporta in modo completamente diverso dall’asfalto. Ci sono molti dossi che non si vedono e tanti animali liberi che possono attraversare creando incidenti. Dicono, è crudele ma è vero, se vi capita davanti un animale conviene investirlo piuttosto che cercare di evitarlo. Si sbanderebbe e ci si capovolgerebbe. Non viaggiate dopo il tramonto, le strade sono completamente buie. Ci sono stati tanti incidenti mortali.
In Sud Africa le strade percorse sono tutte asfaltate, all’interno delle Augrabies Falls National Park sono sterrate e nel Kgalagadi sterrate/sabbiose
Benzinai: sono segnati sulle cartine. Ce ne sono ma non tantissimi quindi conviene sempre fare il pieno anche se si è a metà serbatoio perché è capitato ad alcuni turisti di arrivare e trovare i distributori vuoti in attesa del camion con il rifornimento. Nel Kgalagadi sono presenti solo nei campi di Nossob, Mata-Mata e Twee Rivieren. Importantissimo. Viste le alte temperature che reggiunge il Kgalagadi d’estate, i distributori riescono a rifornire benzina solo al mattino presto o la sera tardi. Durante le ore centrali si surriscalda e la pompa non lavora. Per il diesel nessun problema.
Km. percorsi: km. 4200 (asfalto km.1326, sterrato km.1505, e nel Kgalagadi sabbia km.1361 + 8 Namib)
Mance: sono sempre molto gradite ma non le chiedono.
Wild card per il Kgalagadi e i parchi sudafricani:
- www.sanparks.org/wild_new/ sito per acquisto on line Wild Card www.sanparks.org/wild_new/tourism/pricing.php Costi Wild Card www.sanparks.org/parks/augrabies/tourism/tariffs.php costi ingresso Augrabies Falls www.sanparks.org/docs/tourism_tariffs/daily-conservation-fees-2016-2017.pdf?time1479488772
Costi ingresso Kgalagadi
Consente l’ingresso per 1 anno dalla data di emissione in quasi tutti i parchi Sudafricani (quelli compresi sono 79). La tessera è acquistabile all’ingresso di ogni parco nazionale sudafricano ed è nominativa oppure si può acquistare on-line prima di partire, nel sito ufficiale Sanpark. In entrambe i casi per gli ingressi si usa un foglio che viene stampato. La tessera vera e propria arriverà a casa dopo circa un mese. Esistono formule diverse in base alle varie necessità dei visitatori. La Wild Card conviene specialmente se si è una famiglia. I costi per quest’anno sono: la family Rand 5420 = € 361 (cambio 15) (2 adulti che viaggiano con i propri figli, massimo 5, al di sotto dei 18 anni di età), per coppie Rand 4530 = € 295 mentre singola Rand 2900 € 193. I prezzi sono anche differenti se si è cittadini sudafricani oppure no. Di anno in anno il costo continua ad aumentare in modo considerevole. Bisogna valutare quanto si spenderebbe pagando il biglietto giornalieri per i giorni di visita. Gli altri anni abbiamo sempre risparmiato parecchio facendo la family (essendo in 4), quest’anno di meno ma abbiamo fatto ugualmente quella per coppie. Le conservation fees per le Augrabies Falls sono R 210 (€ 14) a testa al giorno mentre al Kgalagadi R 356 (€ 24). Quindi abbiamo risparmiato € 86.
Malaria: nel giro che facciamo noi la malaria non c’è. Non ci sono fiumi, non c’è acqua quindi non ci sono le zanzare. In Namibia la malaria esiste nella fascia più a nord, a ridosso del confine con l’Angola e nella striscia del Caprivi. Al Kgalagadi non c’è (hanno trovato qualche zanzara anofila dopo tantissimi anni, nei primi mesi del 2018 a seguito di piogge assolutamente inusuali, ma è stato un evento eccezionale e non si sa se fossero portatrici di malaria).
Documenti e visti: Per entrare sia in Sud Africa che in Namibia non ci vuole il visto. Il passaporto deve avere come al solito validità residua di 6 mesi dalla data del rientro e 2 pagine bianche.
IMPORTANTE se fate anche solo scalo in Sud Africa: dal 01.06.2015 ci sono nuove regole per l’ingresso dei minori (anche solo in transito) in Sud Africa. Ogni minore, anche se in viaggio con entrambe i genitori, deve essere in possesso di un certificato di nascita multi lingue. Su questo vengono indicati nome del minore con data di nascita e i nomi dei genitori. Questo documento si richiede all’anagrafe del proprio paese ed è gratuito. Un sito sul quale poter guardare i vari aggiornamenti è il sito della Farnesina Viaggiare sicuri (www.viaggiaresicuri.it/). Questo ovviamente è aggiornatissimo.
Cibo: abbiamo mangiato sempre bene, la sera a cena nei ristoranti (a parte alle Augrabies Falls e nel Kgalagadi) mentre tutti i pranzi e le colazioni non comprese, li abbiamo fatti per strada sulla macchina con quello che acquistavamo nei supermercati.
Acqua: Abbiamo sempre lavato i denti con l’acqua delle bottiglie e non abbiamo mai mangiato verdura cruda. Nessuno di noi ha avuto il men che minimo problema di salute.
Fauna: In Namibia non abbiamo visitato nessun parco ma abbiamo visto qualche erbivoro lungo le strade. Il Kgalagadi non è un parco completo in quanto, non essendoci i fiumi, mancano ippopotami, coccodrilli, bufali e poi anche elefanti e rinoceronti, ma ci sono i grandi predatori, è il posto al mondo in cui c’è la più alta concentrazione di felini.
Paesaggi: desertici. Quest’anno per la prima volta abbiamo visto la Namibia e il Kgalagadi un pochino verdi con qualche fiorellino, essendo appena finite le piogge. Solitamente è tutto giallo (colore dell’erba) con il bellissimo contrasto della sabbia rossa.
Sicurezza: a Windhoek sono da evitare le township ed è bene non girare dopo il tramonto a piedi. Prendere un taxi per andare fuori a cena. Non lasciate nulla sui sedili che possa interessare e fate in modo di trovare un hotel che abbia il parcheggio interno. Girare a piedi durante il giorno senza attrezzatura fotografica. Non voglio spaventare ma qualsiasi città è pericolosa specialmente se la gente è povera e rubando cerca di garantirsi un paio di pasti gratis. Se parcheggiate durante il giorno, vi si avvicineranno dei “parcheggiatori”. Se gli garantite una ricompensa al vostro rientro, vi controlleranno la macchina. Se si usano poche accortezze andrà tutto bene. Per il resto la Namibia è più che mai sicura anzi, è veramente sicura. Spesso non si incontra nessuno per tantissimi km. e se ti fermi tutt’al più ti chiedono se hai bisogno. Avevamo qualche timore per il Sud Africa visto che la situazione purtroppo si sta complicando (tanti bianchi, soprattutto farmers, sono stati uccisi dalla gente di colore che rivendica la terra) ma, per quel poco che abbiamo visto fuori dai parchi, tutto era tranquillo.
Lingua: inglese , afrikaans e le varie lingue locali.
Documentazione: itinerari di Turisti per Caso (che ringrazio per aver messo a disposizione di altri viaggiatori le loro esperienze), informazioni varie trovate su internet, cartina della Freytag & Berndt acquistata on-line (www.maps-store.it/namibia/immagine-mappa-namibia-488.html) a € 9,95, guida della Footprint (Edizioni White Star) acquistata on-line (www.whitestar.it/Libro/1925/3007/guide-turistiche-footprint/namibia.htm) a € 17,50 poi informazioni chieste all’Ufficio del turismo già nel 2012 (info@namibia-tourism.com – www.namibia-tourism.com). Ci avevano inviato una cartina ed un dvd contenente 300 pagine di informazioni ed elenco hotel, non so se offrono ancora questo servizio. Abbiamo poi usato sempre un’applicazione dell’i-Pad che è dettagliatissima ed è off-line. Bisogna solo scaricare le mappe prima di partire e poi quando si è sul posto le si consulta senza avere collegamento. Si chiama Maps.me oppure è buona anche City maps 2 go.
Cellulare: In Namibia in linea di massima prende quasi ovunque. Nel Kgalagadi c’è solo a Mata-Mata e a Twee Rivieren. Per il resto nulla. Si può noleggiare il telefono satellitare dove si affitta la macchina (chiederlo con anticipo perchè devono procurarlo).
Fuso: in Namibia da quest’anno è come in Italia, fino all’anno scorso era 1 ora indietro, in Sud Africa sempre uguale all’Italia.
Fotografia: state attentissimi alla polvere che arriva ovunque. Proteggete l’attrezzatura e tutte le sere vi conviene pulirla. Ho fatto 1.700 foto… quest’anno mi sono davvero limitata… Come lenti ho usato 10-20, 24-105, 70-300. Il tele è fondamentale per gli animali.
Corrente: acquistare un adattatore sudafricano/namibiano nel primo supermercato che trovate, all’aeroporto e in qualsiasi market lo vendono. La corrente è a 220.
Temperatura e abbigliamento: essendo autunno avanzato molto caldo (anche 35° di giorno ma la sera sui 20 quindi temperatura ottimale). Abbiamo indossato un golf leggero solo alla sera e al mattino
Sole: alba alle 6.30 tramonto alle 18.30
Giornata tipo: all’alba in auto, se non prima, cena intorno alle 18/19 e in branda verso le 20/21 massimo.
Opinione generale:
In 7 parole: l’Africa come sempre non delude mai.
B) ITINERARIO GIORNO PER GIORNO:
1) 20 aprile 2019 sabato
Dopo 1 anno finalmente si parte. Pier ha il volo a metà pomeriggio con Qatar via Doha, la seconda tratta fino a Windhoek la farà in business class perchè tutte le offerte dell’ultimo minuto arrivano sempre solo a lui …. Io, Laura e Fede, dopo aver lasciato la macchina al parcheggio Panicucci (50 €), vicino a Malpensa, e dopo la solita trafila, alle 21.30 partiamo con Ethiopian. Scalo tecnico a Roma di 1 ora e poi diretti, in 5 ore e mezza, ad Addis Abeba. Qui c’è 1 ora in più. Hanno aperto l’ala nuova dell’aeroporto, che avevo visto in costruzione due anni fa, ma anche questa, non è un gran che.
2) 21 aprile 2019 domenica – km.96 asfalto (Windhoek – Lake Oanob)
Si riparte e in circa 6 ore, alle 13.00, arriviamo a Windhoek. Fede mi dice che ho cambiato espressione quando siamo atterrati. Per me e Pier è una gioia immensa tornare qui… e sono contenta di accompagnare i nostri amici nei posti che tanto amiamo. Pier è arrivato a metà mattina quindi ne ha approfittato per cambiare i soldi. È riuscito a prendere tutti i Rand così vanno bene sia in Namibia che poi in Sud Africa. Ci aspetta l’autista dell’Asco Car Hire per portarci a ritirare la macchina, in centro a Windhoek. Arriviamo in meno di 1 ora, sono solo 42 km. Non vediamo i facoceri e i babbuini che solitamente si trovano lungo la strada, tra la carreggiata e gli interminabili km. di recinzioni che costeggiano quasi tutte le strade della Namibia evitando che gli animali creino incidenti (facoceri e babbuini a parte perché quelli arrivano ovunque…). Paghiamo il saldo per l’affitto della macchina di Nad 17257 (€ 1120) da dividere sempre per due. Per semplificare facciamo una cassa comune (iniziamo con 300 €) per i contanti e poi pagheremo il resto (benzina, market, ristoranti) con una sola carta di credito. Al rientro divideremo tutto per due. Più che altro per i market era assurdo che ciascuno si comprasse le sue cose. Quello che ci ispirava lo mettevamo nel carrello, e poi lo mangiava chi capitava … Fede ha portato la caffettiera quindi, dove potevamo, ci facevamo il caffè. Per il resto avevamo dei thermos nei quali mettevamo the o Nescaffè. Sono anni che li usiamo. Servono per la colazione ma anche durante il giorno. Io, anche se fa caldo, preferisco bere cose calde perchè mi dissetano di più, se poi fa freddo … ancor meglio. Anche Laura ha apprezzato la cosa e ha iniziato subito a smanettare tutte le mattine con acqua bollente e bustine …
Dicevo, ritiriamo la jeep, il classico Hillux Double Cap bianco con hard top, 4×4, della Toyota (targa N166-182 W). Solitamente hanno tutti mezzi praticamente nuovi, questo ha già un vissuto ma non ci darà problemi. Visto che quest’anno troveremo perecchio caldo, abbiamo affittato il frigo che è posizionato nel cassone. Ha una batteria sua che si carica viaggiando quindi può rimanere acceso anche di notte. E’ stata una scelta azzeccatissima. Manterremo tutto fresco, soprattutto salumi, carne e il mitico Ceddar. Gliene avevo parlato a Laura e Fede e quando l’hanno assaggiato la prima volta hanno detto che l’avevo descritto in modo perfetto … è una schifezza … già dopo due giorni non ti va più giù … figuriamoci mangiarlo per tanto tempo. Quest’anno l’abbiamo usato solo per condire la pasta (portata dall’Italia).
Dicevo… spero di non divagare troppo… Usciamo dal Rental Car e andiamo nel market Pick n pay Auas Valley (via 8 Bessemer Street), che si trova poco distante. In alternativa, dovesse servire, c’è anche lo Spar The Grove Mall (via Chasie & Frankie Fredericks Road, Kleine Kuppe, km.5 a sud dell’Asco). Prima di partire avevamo fatto alcune telefonate e mandato mail a vari market per sapere se erano aperti oggi, visto che è Pasqua. Solo questi due ci hanno risposto che lo erano. Facciamo la spesa (prendiamo degli scatoloni per ripora nel cassone, ottima cosa) facendo il conto in base ai pasti che dobbiamo fare e a dove troveremo ancora dei negozietti. (Attenzione: la domenica vendono solo vino e non birra. Forse perchè costa meno e vogliono evitare incidenti per ragazzi ubriachi). Nelle cittadine più grandi si trova quasi sempre un market o, se si è fortunati, un piccolo bar/ristorantino ma non è una certezza. E poi per tantissimi km si è nel nulla più completo quindi bisogna essere autonomi. Ripartiamo subito diretti al lodge di questa sera. In 1 ora, alle 17.00, arriviamo. Al gate paghiamo N 30 (€ 2) a testa per l’ingresso. Vediamo 7 giraffe. Il lodge si trova poco distante. Si chiama Lake Oanob Resort (www.oanob.com.na). E’ un’ottima soluzione di passaggio. In estate è super gettonato dai namibiani per le vacanze. Si trova sull’omonimo lago artificiale e ci sono alcune attività sull’acqua. C’è una zona ristorante con piscina. Ci sono alcune camere doppie e poi 13 ville, con il tetto in paglia, affacciate sul lago. Andiamo alla reception a prendere la chiave. Qui avevamo dato i dettagli della carta al momento della prenotazione ma hanno preso i soldi solo 1 mese fa. La nostra villa è la Nala (era migliore la Sarabi 3 presa nel 2017). Abbiamo due camere, due bagni, la cucina con salotto, portico con tavolo, sdraio e braai con legna. Avendo deciso, anziché andare al ristorante, di festeggiare l’inizio della vacanza con una bella griglia e un ottimo vino sudafricano, accendiamo subito il fuoco mentre il sole tramonta (18.30). I cuochi saranno, come a casa, Fede e Pier. Preparano peperoni, cipolle e zucchine alla griglia e poi ovviamente delle ottime T-bones. Rinfresca perché c’è vento, quindi ci vuole il golfino. Vediamo il primo di tanti cieli infinitamente stellati. Laura e Fede ci fanno un regalo super apprezzato. Hanno fatto fare 4 magliette con una stampa piccola davanti, con i soprannomi delle nostre due famiglie e la scritta Namibia 2019, mentre sul retro a ciascuno il suo nome con un animale africano. Bellissimo gesto!!! Siamo parecchio stanchi quindi ci indirizziamo in branda, non prima di aver gentilmente accompagnato fuori casa un piccolo scorpione … cosa che non ci ha fatto per niente piacere. E’ la prima volta che ci capita di vederne uno ma durante il giorno fa ancora tanto caldo (oggi 29) quindi serpenti e scorpioni girano. L’abbiamo trovato non perché questo poto non è pulito, anzi, semplicemente perché vagano ovunque. Al Kgalagadi solitamente ne trovano tantissimi ma noi non ne vedremo nessuno. Quando siamo tornati a casa, per sicurezza, ho chiesto ai miei “informatori” l’ID. Sono in diversi gruppi su Facebook dell’Africa Australe e chiedo info, come fanno tutti. In questo caso ho chiesto all’African Snakebite Institute, ha anche il sito (www.africansnakebiteinstitute.com) e si può scaricare l’applicazione sul telefono, ma non è off-line quindi bisogna fare gli screen e mettere le immagini nella galleria, se si vogliono consultare in vacanza. Ci sono foto e schede di ciascun serpente e scorpione che si trova nell’Africa del sud. Io le ho tutte, sia per curiosità nel caso in cui se ne veda uno, ma anche, nel caso super scongiurato, di morso. Si aiuterebbero i medici con le cure. Il nostro scorpioncino risulta essere un Orange Lesser-Thicktail (Uroplectes Planimanus), mediamente velenoso, lunghezza massima 7 cm. Dopo questo incontro non piacevole, alle 20.00 siamo in branda.
3) 22 aprile 2019 lunedì – km.361 (269 starrato + 92 asfalto) (Lake Oanob – Sesriem)
Ci svegliamo prima della sveglia per vedere l’alba. Silenzio totale e aria frizzante. Organizziamo la macchina e andiamo a fare colazione al ristorante (N 90 € 6 a testa). La ricordavamo molto buona e possiamo riconfermarlo. Ci sediamo sulla terrazza vista lago. Riempiamo i thermos di acqua bollente alla quale aggiungiamo the o nescaffè e poi, con la dovuta calma, alle 9.00 partiamo. Ci fermiamo a Rehoboth per fare la spesa. Acquistiamo qualcosa nel primo market, ma non è molto fornito, poi il rimanente in un altro poco distante. Il paese è piccolo quindi non si può non trovarli. Andare a fare la spesa in questi posti è una cosa che mi piace un sacco. Partiamo diretti a Solitaire. Lasciamo l’asfalto percorrendo la C24, la D1261 e D1275 per poi ricollegarci alla C14 che arriva da Walvis Bay, appena sopra Solitaire. Facciamo qualche sosta per fotografare i nidi degli uccelli tessitori, i frutti a forma di mezzaluna degli alberi di camelthorn, ne abbiamo presi due da lasciare poi nella cassettina di Union’s End al Kgalagadi. Vediamo due gruppi di zebre di Hartmann. Bello il colpo d’occhio dallo Spreetsboogte pass. Alle 13.00 siamo a Solitaire.
Informazioni su Solitaire:
Www.namibia-1on1.com/solitaire.html
Www.solitairenamibia.com/
Lasciando Sesriem in direzione nord si arriva, dopo un’ottantina di km, a Solitaire. Questo posto molto singolare in mezzo al nulla. Si può pernottare al Solitaire Country Lodge (http://www.sossusvlei.org/accommodation/solitaire-country-lodge/) o al Solitaire Guest Farm Desert Ranch (http://www.sossusvlei.org/accommodation/solitaire-guest-farm-desert-ranch/), ci sono un negozietto di alimentari, una pompa di benzina ed una spettacolare panetteria la Moose McGregor’s Desert Bakery. Il proprietario era un omone tedesco tutto tatuato. Pochi anni fa è deceduto ma il locale è ancora aperto. Si trovano tanti dolci e tortine salate. Famosa la sua apple pie. Questo posto desolato sembra Radiator Springs nel film di Cars. C’è anche una vecchia pompa di benzina ed alcune macchine arrugginite tra i fichi d’india. Caratteristico pur non essendoci nulla.
Come attività si possono fare passeggiate, giri in bici e c’è la possibilità di visitare un santuario dei ghepardi il Namib Carnivore Conservation Centre (http://namibccc.blogspot.it/p/activities.html ) che si trova nel Solitaire Guest Farm Desert Ranch. Il centro studi e salvaguardia della specie NCCC è nato dall’unione tra questo ranch e la N/a’an ku se Foundation (http://naankuse.com/) che si trova vicino all’aeroporto Hosea Kutako di Windhoek.
Facciamo qualche foto alle macchine e poi andiamo a alla pasticceria. Ci sono tavoli sotto una tettoia. Pranziamo con le nostre cose e poi proviamo la famosa apple pie, non l’avevamo mai presa. Buonissima. Proseguiamo attraversando un tratto del Naukluft National Park.
Informazioni sul Naukluft National Park:
Www.wheretostay.co.za/topic/5712
Www.namibian.org/travel/adventure/hiking/naukluft.htm
Www.travelnewsnamibia.com/featured-stories/namib-naukluft-hiking-trail/
Tra Solitaire e Sesriem si attraversa una delle 4 aree del Namib-Naukluft National Park chiamata Naukluft Park (istituito nel 1968).Questo parco si estende dalla C19 fino al paese di Bullport. E’ una zona desertica e montana di notevole bellezza. Organizzano trekking di uno o più giorni. Famoso il Naukluft hiking trail. ‘ stato istituito per la protezione delle zebre di Hartmann che qui vivono con vari tipi di antilopi, lo sfuggente leopardo, lo sciacallo dalla guardrappa, l’otocione (bat-eared fox) e vari piccoli roditori più i serpenti.
Attività:
– Naukluft Hiking Trail: km.120 in 8 giorni
– Waterkloof Trail: km.17 in 7 ore
– Olive Trail: km.10 in 4/5 ore
– Naukluft 4×4 Trail: km.73 in 2 giorni da fare con la propria jeep
Vediamo da lontano un nuovo lodge, il Moon Mountain (https://www.moonmountain.biz/), dove avevamo prenotato, e poi disdetto, questa notte, prima di riuscire a trovare nel Namib. La location è bella. Con tutti i ponti che ci sono in questo periodo ci sono molti turisti, pur non essendo agosto. Poco oltre vediamo due lodge dove siamo stati: il Namib Desert Lodge della Gondwana (2012), bello ai piedi delle dune pietrificate e poi la Weltewrede Guestfarm (2017), semplice ma carina, se non si trova a Sesriem è un’ottima soluzione perchè non è distante. Alle 15.30 siamo a Sesriem. Ci sono 35°. Andiamo subito al bellissimo Sossusvlei Lodge (abbiamo dormito qui sempre 2012 e 2017) a prenotare la cena. Pur dormendo nel parco, usciremo a piedi per venire qui. Saliamo sulla torretta perchè c’è un bel colpo d’occhio dall’alto. Le dune non si vedono perchè iniziano più o meno a 30 km. dal gate. Guardiamo con nostalgia la camera più lontana. E’ quella in cui siamo stati con i nostri figli … Torniamo alla macchina e andiamo al gate. Ci segnano la targa (pagheremo in uscita in contanti N 80 a testa + 10 la macchina, questo è il costo per 24 ore) e chiediamo conferma che possiamo uscire a piedi per la cena. Dentro al cancello c’è il campeggio della NWR (http://www.nwrnamibia.com/sesriem.htm) che consente, come il nostro lodge, essendo all’interno del parco, di accedere al Namib 1 ora prima dell’apertura dei cancelli ed uscire un’ora dopo. I cancelli aprono e chiudono rispettando i tempi del sole quindi cambiano periodicamente. Ora l’alba è alle 6.30 ed il tramonto alle 18.30. Questa è una grandissima agevolazione perchè si evita la lunga coda al cancello ma più che altro la tremenda levataccia per poi aspettare in macchina, se si vuole essere tra i primi. Sia nel 2012 che nel 2017 eravamo in pole position … ma dalle 4.30 … e hanno aperto sempre alle 6.30.
Informazioni sul deserto del Namib:
Www.sossusvlei.org/
Www.visitingnamibia.com/sossusvlei.html
Www.namibia-1on1.com/sossusvlei.html
Www.namibia-1on1.com/sesriem-canyon.html
Sossusvlei è uno uno dei fiori all’occhiello della Namibia. E’ un paesaggio unico dove le dune arancioni fanno da padrone. Il colore più o meno scuro della sabbia indica l’età delle dune. La sabbia contiene ferro che con il tempo si ossida quindi quelle più scure sono le più anziane. Le dune sono multicentriche in quanto vengono colpite dai venti che provengono da tutte le direzioni. In alcuni punti, di questo mare di dune, ci sono delle zone chiamate “pan”, che significa acquitrino in afrikaans. Sono aree asciutte per la maggior parte dell’anno se non addirittura per anni, dove ogni tanto si può fermare l’acqua. Quando questa evapora, grazie alla composizione salina, lascia un terreno bianco che, seccando con il sole, si crepa. Il contrasto di questo bianco con le dune arancioni crea un effetto unico. Qui vivono orix, springbok, struzzi, sciacalli della gualdrappa, serpenti, gechi, lucertole e altri piccoli animali.
Il costo d’ingresso è Nad 80 € 5 adulti, ragazzini fino ai 17 anni non compiuti gratis e Nad 10 € 0,70 per la macchina. Il limite di velocità è di 60 km./h. A Sesriem ci sono un distributore ed un piccolo negozio. Al Sesriem Camp Site si possono fare i permessi per attraversare le oasi d Ganab, Hotsas e per la Welwitschia Drive.
Dal gate si percorre una strada (km.65) asfaltata. C’è il divieto assoluto di uscire da questa. L’ecosistema è fragilissimo e bisogna rispettare le regole. Nella parte iniziale non ci sono dune. Iniziano dopo una trentina di km. Sono molto belle all’alba e al tramonto quando un lato è in ombra. Durante le ore centrali della giornata i colori rendono di meno ma è sempre comunque un luogo magico. Ogni duna ha un nome. Dopo 65 km. si arriva al parcheggio 2×4. Qui c’è un bagno e ci sono dei tavoli. Da qui si parte a piedi per vedere l’Hiddenvlei. Si può decidere se lasciare qui la macchina o se avventurarsi nel tratto di 5 km. solo per 4×4. Il fondo è sabbioso. Se si lascia la macchina o si va a piedi o si può prendere la navetta al costo di Nad 110 € 7 a testa. Superati i 5 km. si arriva ad un secondo parcheggio dal quale si visitano la Big Daddy e il Deadvlei. Dal parcheggio 4×4 si prosegue ancora per un paio di km. per raggiungere la piana di Sossusvlei con la Big Mama.
Attrazioni:
– Duna Elim: la prima sulla destra, a 5 km. dal gate. La si raggiunge con una deviazione dalla strada principale. Prende il nome dalla fattoria che c’era prima che chiudessero il parco.
– Duna 45: alta 85 metri, si trova a 45 km. dal gate. E’ la più fotografata al mondo. La si può scalare. E’ molto frequentata la mattina per vedere l’alba da chi pernotta nel Sesriem Campsite o al Sossus Dune Lodge.
– Hiddenvlei: pan molto bello e poco frequentato che si raggiunge in 40 minuti di cammino (sono 2 km. circa) dal parcheggio 2×4 (arrivando si va a la sinistra e poi sempre diritto). Il percorso è segnalato da paletti di legno.
– Cessnavlei: pan che si trova a sinistra arrivando al parcheggio 4×4. Lo si attraversa per scalare la Big Daddy.
– Big Daddy: alta 325 metri è la più alta dell’area di Sossusvlei. La si può scalare partendo dal parcheggio 4×4 attraversando il Cessnavlei (20 minuti) e poi 45 minuti circa la salita. Dalla sommità c’è una vista meravigliosa di Deadvlei raggiungibile scendendo direttamente dalla duna.
– Deadvlei: il punto più bello. Pan bianco con alberi di camelthorn morti. Questi hanno circa 900 anni. Un tempo il fiume Tsauchab arrivava fino a qui e consentiva la vita a queste piante. Poi con il cambiamento climatico nel corso dei secoli e lo spostamento delle dune dovuto al vento, il corso del fiume è stato deviato e le piante sono morte. Non si sono ancora decomposte grazie al clima caldo e secco. Lo si raggiunge dal parcheggio 4×4 o scalando la Big Daddy e poi scendendo sul fianco della duna oppure percorrendo circa 1 km. quasi tutto in piano (c’è solo una piccola duna alta 20 mt. da superare) direttamente dal pargheggio 4×4, sempre sulla sinistra.
– Sossusvlei: proseguendo dal parcheggio 4×4 per un paio di km. si arriva a questo pan. Molto bello. Si trova sulla sinistra del parcheggio. E’ un pianoro di forma grosso modo ellittica, coperto da una crosta di sabbia salina indurita e screpolata. Il pianoro è il fondo di un lago quasi sempre asciutto, ed è stato modellato attraverso i millenni dalle acque del fiume Tsauchab. Lo Tsauchab, secco per la gran parte dell’anno, si riempie d’acqua solo in occasione di piogge particolarmente intense; in queste occasioni, può accadere che la piana di Sossusvlei venga alluvionata. (Il fenomeno non ha luogo tutti gli anni. Una delle ultime alluvioni di Sossusvlei avvenne nel 1997.) Il nome del luogo descrive questo fenomeno periodico: vlei è il termine afrikaans che indica il pantano, mentre sossus, in lingua nama, significa “senza ritorno” o “fiume cieco”, con riferimento al fatto che qui le acque dello Tsauchab si perdono nel Namib. Intorno al vlei si innalzano in ogni direzione alte dune arancioni, che ospitano una vegetazione di cespugli, erba, e qualche albero (di Acacia erioloba e altre specie).
– Big Mama: duna che si può scalare che si affaccia sul pan di Sossusvlei. Ci si impiegano per arrivare in cima circa 15/20 minuti.
– Narravlei: è un altro pan che si trova a destra del parcheggio di Sossulvlei.
– Sesriem Canyon: 4 km. fuori dal gate. Prende il nome da “sei ( “ses”) cinghie di cuoio ( “Riem”)”, il numero delle corde di cuoio che hanno dovuto legare insieme primi Afrikaans, che sono arrivati qui, per raggiungere il fondo del canyon per prendere l’acqua con un secchio. Il canyon è profondo 30 mt ed è lungo 1 km. L’altezza si riduce andando verso Sossusvlei. Qui scorre il fiume Tsauchab. Ci vogliono circa 40 minuti per visitarlo.
Attività:
– escursioni a piedi: (www.namibweb.com/sosonfoot.htm)
– mongolfiera (www.sossusvlei.org/activities/)
– sorvolo (da Swakopmund) con piccoli aerei da 6 posti: (http://scenic-air.com/) – (www.sossusfly.com/)- (www.namibiascenicflights.com/) – (www.bushbird.com/our-tours/fly-in-safaris/scenic-flights/)
Giriamo a sinistra verso il Sesriem Canyon e poi entriamo al Sossus Dune Lodge, anche questo della NWR (Namibia Wildlife Resort) (https://nwr.com.na/resorts/sossus-dune-lodge). Lo abbiamo prenotato via mail un anno fa. Avevamo pagato un acconto di 50 € dando i dettagli della carta e poi il saldo a febbraio. C’è il parcheggio per le macchine, è un pochino distante, e poi si deve prendere la navetta. Quando però si devono scaricare le valige e se si va via prestissimo al mattino, si può portarla fino al lodge. Comunichiamo che non ci siamo per cena e che domani mattina abbiamo bisogno del breakfast box perchè partiamo presto. Ci servono un the freddo e poi ci portano le valige in camera (domani mattina dovremo portarle noi alla macchina). Il posto è davvero bellissimo. Location da urlo. Le camere sono tendate e in muratura e si raggiungono sul passerelle in legno. Dalla nostra si vede la spaccatura del Sesriem Canyon. Ci sono anche gli accappatoi. Giusto 1/2 ora di stop e poi ripartiamo. Ci chiedono dove andiamo a vedere il tramonto, noi abbiamo deciso per la duna 45. Ci dicono che è ok. Imbocchiamo la stradina che collega il lodge direttamente alla principale senza tornare al gate. Ci fermiamo a fare qualche foto alle dune. Il sole sta tramontando davanti a noi quindi si vede bene il contrasto del lato scuro con il lato ancora illuminato. Arriviamo al parcheggio della Duna 45. L’idea era che, se c’erano altre persone, avremmo cercato una duna solo per noi. Ci sono due signori e un gruppetto di ragazzi che salgono di corsa e scendono immediatamente, avranno l’orario del gate da rispettare. Quindi saremo solo in 6. Camminiamo in cresta ma è battuta quindi non facciamo fatica. In 15 minuti siamo in vetta. Indossiamo le magliette regalo di Laura e Fede e ci facciamo fare la foto di copertina della vacanza, girati di schiena così si leggono i nostri nomi. Ci siamo portati patatine e birra per l’aperitivo ma fa troppo caldo quindi non li apriamo. Vediamo il tramonto e poi di corsa, sul lato della duna, scendiamo. Alle 19 partiamo e siamo al gate puntuali. Parcheggiamo e usciamo a piedi. Il cancello è già chiuso ma lo aprono per farci passare. Raggiungiamo il Sossusvlei Lodge usando le torce. Il posto è sempre affascinante illuminato solo con luci deboli e sotto il cielo stellato. Si sta bene con un golf. La cena è ottima come sempre, tutta a self service con griglia ecc ecc fatte sul momento. Spendiamo N 400 € 26 a testa, compreso il bere. Rientriamo al gate senza accendere le torce perchè c’è la luna piena che illumina tutto. Prendiamo la macchina e andiamo al lodge, parcheggiando come ho detto, direttamente vicino al ristorante. Rimaniamo un attimo sul terrazzo della camera a guardare l’infinità di stelle che riempie il cielo, ci sono 25° quindi si sta benone. Alle 22.00 dormiamo.
4) 23 aprile 2019 martedì – km.521 (391 starrato + 122 asfalto + 8 sabbia) (Sesriem – Aus)
La sveglia suona alle 4.45. Panico. C’è un vento pazzesco. Se c’è tempesta di sabbia è impensabile addentrarsi nel Namib perchè non si vedrebbe assolutamente nulla. Invece c’è vento ma non da sollevare la sabbia. Portiamo le valige alla macchina, prendiamo i breakfast box, riempiamo i thermos e alle 5.30, quando ci danno l’ok, partiamo. Siamo i primi in assoluto oggi ad entrare. Le altre due volte eravamo i primi al gate ma altri erano già dentro da un’ora. Il buio è totale. Bisogna andare piano perchè ci sono diversi oryx e springbok che dormono a bordo strada quindi si alzano di scatto e abbiamo paura possano attraversare la carreggiata. Man mano che procediamo la visibilità aumenta. La cosa positiva di entrare prima è che si vede l’alba o direttamente dalla duna 45, se si decide di fermarsi lì, oppure a metà della Big Daddy, senza nessuno, ma la cosa negativa è che, viaggiando con il buio, non si vedono i contrasti dei colori sulle dune ed è un gran peccato. Consiglio quindi, se si dorme nol parco, di entrare al tramonto il giorno prima per poterli vedere e poi di partire con il buio così ci si gode il posto in completa solitudine per un paio d’ore. Arriviamo al parcheggio dei 2×4. E’ ovviamente deserto. Sgonfiamo velocemente le gomme con il manometro, portandole a 1.8 (se poi non basta le sgonfiamo dopo), e percorriamo senza problemi gli ultimi 5 km. Al parcheggio 4×4, anche questo senza nessuno, lasciamo la macchina. Ci sono 15°. Qui, a sinistra, ci si trova di fronte all’inizio di una piccola duna che poi si unisce alla Big Daddy. Molti sbagliano a iniziare a scalarla da qui, e’ eterna. Altri scalano solo questo piccolo pezzo e poi scendono direttamente nell’Dead Vlei. Altri raggiungo il Dead Vlei e la scalano dal lato destro ma la soluzione migliore è quella di attraversare il Cessna Pan (che si trova a sinistra della piccola duna dell’inizio della Big Daddy) e poi scalare dal fondo di questo. Noi partiamo decisi e in 20 minuti lo attraversiamo. Qui ci rendiamo conto per la prima volta della situazione drammatica di quest’anno della Namibia. Nel 2012, a giugno, questo pan era ancora allagato. Ora, aprile, con la stagione delle piogge finita da pochissimo, non c’è un goccio d’acqua. Qui quest’anno non ha piovuto. Leggendo poi scopriremo che migliaia di capi di bestiame, in Namibia e dintorni, stanno morendo per l’assenza di cibo. Le piogge, dove sono cadute, sono state troppo poche quindi la meravigliosa erba fresca, non è cresciuta o è cresciuta rada e non basta per tutti. Iniziamo la salita. Nel mentre ci raggiungono 5 persone ma dopo poco abbandonano l’impresa. Io sono la prima a salire quindi batto la pista. Il vento è davvero forte e ha cancellato le impronte delle persone che sono salite ieri. La duna è intonsa. Camminando in cresta, con il vendo che ci butta addosso la sabbia e che ci fa perdere l’equilibrio, non è una passeggiata. A metà della salita vediamo l’alba. Fede dopo un pò rinuncia e si ferma, scenderà poi nel Dead Vlei senza arrivare in vetta. Noi tre invece ce la facciamo in 45 minuti. Spettacolare come sempre. Giusto il tempo di una foto e di una condivisione di un pompelmo aromatizzato alla… sabbia… e scendiamo nel pan di corsa. Fede, che è riuscito a guardarsi in giro con calma nel mentre, mi ha notare una cosa vergognosa. Qualche furbo, quando ha piovuto l’anno scorso e quindi quando il sale bianco che ricopre il pan si è ammorbidito, ha pensato bene di fare disegni enormi con i piedi, proprio dove si scende dalla Big Daddy nel Dead Vlei. Questi rimarranno a vita perché i blocchetti circolari di sale sono così da centinaia di anni e sono dovuti al lavoro dell’acqua. Le prossime persone che verranno qui vedranno varie scritte, un cuore e un grosso … pene …di 4 o 5 metri. Io proprio non capisco perché l’uomo deve essere così imbecille. Io sono dell’idea che questo sito dovrebbero chiuderlo transennandolo all’inizio. Arrivi fino a lì, guardi, fai foto oppure lo vedi dall’alto della duna ma far camminare le persone sul pan secondo me è da evitare. C’è il cartello di non arrampicarsi sulle acacie morte, ma il divieto non viene rispettato da tutti, e il continuo camminare intorno alle piante, rovina il sale. I blocchetti, in alcuni punti, sono ormai una superficie liscia e unica. In 7 anni abbiamo vista tanta differenza. Essendo un posto così unico e bello, deve essere tutelato. Dicevo di noi. Scendiamo, ci ricompattiamo con il Fede, ci togliamo un kg di sabbia dalle scarpe e attraversiamo il pan. Qualche foto e torniamo alla macchina. Stanno arrivando parecchie persone e sulla Big Daddy vediamo diversi puntini in salita. Se scalando eravamo coperti, ora fa davvero caldo e scatta l’abbigliamento succinto. Andiamo in macchina la parcheggio di Sossusvlei. Solo una foto al volo e poi troviamo un punto sotto una pianta e leggermente riparato dal vento per fare colazione/pranzo (sono le 10.00 potremmo chiamarlo brunch …). Ripartiamo. Ora guida Fede fino al parcheggio 2×4. Alcune macchine sono insabbiate. Arrivati parcheggiamo e andiamo a piedi alll’Hidden Vlei, il pan nascosto (il sentiero parte a destra dei bagni ed è segnato qua e là con dei bastoni alti un metro). Il percorso è tutto in piano tranne l’ultimo tratto, ma la salita è minima. Arriviamo in 40 minuti. Saremo solo noi, sono pochi quelli che vengono fino a qui. Molto bello, anche se ci sono solo 4 piante morte. Ci sono ancora i segni dei pneumatici di una macchina che ha attraversato il pan anni fa (c’erano già nel 2012). E’ per questo che dico che i disegni del Dead Vlei non andranno via. Fa parecchio caldo. Facciamo qualche foto e torniamo. Arriviamo alle 12.30 alla macchina. Ora i gradi sono 32. Torniamo al gate, andiamo a pagare l’ingresso al bar del campeggio (N 330 , 80 a testa e 10 la macchina) e lasciamo il Namib. Partiamo diretti a sud alle 13.30. Sarà una tappa lunga ma molto bella. Percorriamo la D826 che attraversa il Namib Rand, una riserva privata dove ci sono alcuni lodge. Lungo la strada vediamo qualche otocione (bat eared fox o volpe orecchie di pipistrello), zebre e orix. Ci fermiamo a fare la foto al cartello stradale di pericolo zebre e poi giraffe. In due ore siamo a Betta. In origine avevamo prenotato qui il pernottamento di questa sera (ci sono un benzinaio, un piccolo ristorante con negozietto, il campeggio e alcuni chalets in self catering – https://bettacamp.com/). Il posto è grazioso. Semplice ma, non essendoci nulla in zona a buon mercato, sarebbe stato perfetto. Abbiamo poi fatto il ragionamento che saremmo arrivati qui troppo presto e che conveniva fare qualche km. in più per averne di meno domani. Abbiamo deciso quindi di arrivare ad Aus in modo tale che, così facendo potevamo ripercorrere la D707, una delle strade più belle della Namibia, e vedere i cavalli selvaggi a Garub. Se dormivamo a Betta, non avremmo potuto vedere nessuno dei due perchè domani saremmo dovuti andare diretti al Fish River Canyon. L’abbiamo ragionata giusta visto che arriviamo a Betta alle 15.30 e non avremmo avuto nulla da fare. Ci fermiamo a mangiare qualcosina (ci sono dei tavoli sotto un pergolato). Ripartiamo percorrendo la mitica D707 che attraversa le Tiras Mountain. L’altra volta l’avevamo fatta in senzo opposto. I colori sono bellissimi, dal color albicocca delle rocce, al rosso della terra, al giallo dell’erba. Facciamo diverse soste foto. Anche qui avevamo adocchiato un lodge che sarebbe stato perfetto questa sera, il Namtib Desert Lodge (https://www.namtib.net/) ………. ma era tutto pieno (ha solo 8 camere). Peccato. Arriviamo ad Aus dopo il tramonto, alle 19.00 … un filino cotti. Betta era troppo vicino, Aus forse un pò lontano però quello che vedremo domani mattina … giustificherà la lunga tratta.
Informazioni su Aus:
Questo posto è conosciuto per le nevicate e gli inverni freddi. Qui, il 15 agosto 1915, fu creato un campo tendato di prigionia con 600 guardie e 22 prigionieri di guerra. Il numero è arrivato fino a 1.500. Dopo poco, viste le condizioni climatiche avverse, le tende sono state sostituite dalle case. Alla fine della prima guerra mondiale iniziarono a liberare i prigionieri. L’ultimo gruppo se ne andò il 13 maggio 1919. Ora rimangono solo ruderi ed una targa commemorativa. Il sito Schutztruppe Prisoner of War Camp, monumento nazionale, è aperto al pubblico. Per raggiungerlo si devia dalla B4 sull C13 per circa 3 km dove c’è l’indicazione Rosh Pinas. Si prosegue e si prende la biforcazione a sinistra. Il campo si trova 500 mt. dopo sulla destra. Ad Aus è stata creata una concessione, Koichab Concession Area (15.000 ettari) dove vengono organizzati tour per visitare questa bella zona (Klein-Aus Vista). Qui si possono fare trekking a cavallo di più giorni.
Il lodge di questa sera è il Desert Horse Inn della Gondwana (http://www.klein-aus-vista.com/accommodation/desert-horse-inn/e Inn). Bellino ma non memorabile. Neppure da paragonare a quello di domani sera, il Canyon Village, sempre della stessa catena. Quando abbiamo prenotato avevamo voluto i dettagli della carta di credito ma il pagamento era concordato che lo facessimo in loco. La colazione è compresa. Doccia veloce e subito a cena. Fa freddo ma il ristorante è all’interno. L’antipasto e il dolce sono al tavolo mentre il piatto principale con carne, verdura ecc ecc, è a buffet. Cena senza infamia e senza lode e poi il personale non è neppure il massimo della simpatia. Spendiamo N 420 € 28 a testa, una follia se paragonata alla cena di ieri sera al Sossusvlei Lodge sia per qualità che per quantità e che ci è costata addirittura meno. Andiamo subito dopo a dormire.
5) 24 aprile 2019 mercoledì – km. 424 (213 sterrato + 211 asfalto) (Aus – Fish River Canyon)
L’alba è alle 7.15. Ci sono 8°. Colazione, paghiamo il saldo e alle 8.00 partiamo diretti a Garub, 17 km. verso Luderitz, la casa dei famosi cavalli selvaggi della Namibia.
Informazioni sui cavalli:
Www.wild-horses-namibia.com
Www.namibia-accommodation.com/listing/namib-desert-horses
Video CNN sui cavalli selvaggi: app.frame.io/presentations/8d921b96-c74c-45a7-8f45-5e262a9437b0
I cavalli selvaggi vivono in queste terre (350 kmq) da un centinaio di anni. Sulla loro comparsa ci sono diverse storie. La più veritiera, testimoniata da fotografie, risulta essere quella della presenza, per un poco tempo, durante la prima guerra mondiale, di 10.000 soldati e 6.000 cavalli. Durante un attacco aereo molti sono scappati e si sono adattati a vivere in queste terre estreme. L’unico punto in cui possono abbeverarsi (bevono una volta ogni 5 giorni circa) è la pozza artificiale, costruita per loro, a Garub. Il loro numero è oscillato dai 50 ai 250 (ora sono circa 150) e l’unico metodo per il controllo demografico, è contare quanti corpi trovano durante i periodi di siccità.
Seguo una pagina su facebook (Namibia Wild Horses Foundation) e leggo le loro disavventure. Quest’anno qui la situazione è stata, ed è, davvero pesante. Non è caduta nemmeno una goccia di pioggia quindi il cibo è praticamente zero e oltretutto i cavalli sono costantemente attaccati dalle iene. Ai piani alti hanno fatto molte riunioni, perchè c’erano pareri discordanti su come risolvere il problema. Molti sono dalla parte delle iene perchè dicono che hanno sempre vissuto qui e che queste terre sono casa loro. Altri sostengono che anche i cavalli si sono guadagnati il diritto di vivere qui e che i pochi sopravvissuti hanno patito le pene dell’inferno per adattarsi ad una realtà per loro impossibile. Fatto sta che hanno ritenuto più opportuno sedare le iene e ricollocarle dopo che hanno ucciso tutti i puledrini nati quest’anno. Tutti tranne una. Quando l’hanno trovata ancora viva è stata una gioia immensa per chi li protegge. Sul gruppo facebook hanno chiesto ai seguaci di scegliere il nome che doveva iniziare con la Z (sua mamma si chiama Zen). Io avevo porposto Zoe che significa vita ma alla fine, tra centinaia suggeriementi, hanno scelto Zohra che significa in persiano fiore dei fiori e in arabo Venere, gioiello del cielo. Sul gruppo hanno chiesto di postare delle sue foto, qualora la si vedesse, per avere la certezza che sia ancora viva. Andiamo subito diretti a Garub. I cavalli si possono esser ovunque, anche sulla strada, ma Garub ha l’unica pozza d’acqua della zona quindi è più facile vederli lì ad abbeverarsi. Parcheggiamo e entriamo nell’hide dal quale si può vedere in sicurezza la pozza. Io sono elettrica … e quando mi affaccio … mi manca il fiato. Eccola!!! Non avrei mai pensato di vederla. L’ultimo suo avvistamento risale a due settimane fa e le iene, da quello che ho letto, devono ancora essere spostate. Questa è una gran fortuna. C’è da dire che lei è piccola e quindi è difficile che si sposti molto dall’acqua. Vediamo Zohra, la sua mamma Zen e un’altra femmina che stanno bevendo poi, poco distante, altre tre. Sono tutte femmine. Vista la carenza di cibo, chi li segue, ha portato del fieno e poi notiamo che ci sono diversi meloni nara (meloni selvatici). Loro li mangiano. Una volta finito di bere mamma e figlia si indirizzano verso di noi. Zen allunga il muso e si fa accarezzare. Ha un’espressione tristissima e chiude gli occhi al contatto con la nostra mano. Sembra che cerchi conforto. Mamma mia quanto ce l’hanno dura a vivere qui. Anche Zohra cerca di farsi accarezzare ma troppo piccola e non ci arriva. Non avrei mai pensato che si sarebbero avvicinate. Sono tranquillissime. Non so se abbiamo fatto bene ma siamo usciti e loro si sono avvicinate. Zohra addirittura si appoggia alle nostre gambe. E’ morbidissima e ha il codino tutto riccio. La guardo negli occhi, mi rimarranno impressi … spero che sopravviva tanti anni a questa desolazione. A malincuore dobbiamo proseguire. Pier ricordava una stazione ferroviaria poco distante quindi andiamo a vederla perchè fotogenica. La ferrovia è in disuso ma perfettente conservata. Arriva a Luderitz ma prima della città ricordo che un tratto era sommerso dalla sabbia. Raggiungiamo la stazione velocemente. Ci divertiamo un sacco a farci le foto sui binari … come se fossimo teenagers … Mi spiace non tornare a Luderitz. La cittadina di per se non offre nulla ma ha un non so che di affascinante. E poi Diaz Point e la città fantasma di Kolmanskop meritano una visita. Peccato. Avessimo avuto un giorno in più saremmo andati. Ora dobbiamo partire. Torniamo ad Aus e proseguiamo sempre sulla B4. Dopo 170 km di asfalto, a Seeheim, deviamo sulla C12 e poi C37, sterrate. Il primo tratto della C12 è tenuto malissimo. Dobbiamo fare gasolio. Vediamo il distributore al Canyon Roadhouse (lodge della Gondwana) ma proseguiamo. Alle 12.30 siamo ad Hobas, il gate del Fish River Canyon. Ero convintissima che ci fosse anche qui il distributore ed invece no. C’è solo il campeggio. Dovremo poi tornare indietro … non si può ricordarsi tutto … Andiamo agli uffici a pagare l’ingresso (contanti). Il biglietto è valido per 24 ore e costa N 80 € 5 a testa + N 10 € 0,60 la macchina. Non hanno mappe. Io ho fotografato quella appesa.
Informazioni sul Fish River Canyon:
Www.eishsa.co.za/minisites/fish-river-canyon-sa.html
Www.namibia-1on1.com/fishrivercanyon.html
Www.namibia-travel.net/travelguide/southern-namibia/fish-river-canyon.html
Www.namibia-travel.net/travelguide/southern-namibia/fish-river-canyon/info.html
Www.namibia-accommodation.com/listing/the-fish-river-canyon
Il Fish River Canyon è una delle meraviglie naturali dell’Africa. E’ secondo canyon più grande al mondo (il primo è il Grand Canyon americano). E’ lungo 161 km., ha quasi 27 km. di larghezza e raggiunge i 549 metri di profondità. Si trova in una pianura rocciosa scarsamente coperta di vegetazione ve la siccità permette la vita solo ad alcune piante grasse e agli alberi faretra. C’è una strada che costeggia il canyon per 58 km. sul lato orientale, dove ci sono molti punti panoramici. I biglietti vengono fatti al gate di Hobas. Si pagano Nad 80 (circa 5 €) solo oltre i 16 anni più 10 Nad la macchina. Veduta spettacolare dai punti di osservazione principali: Main View Point, Sulphur Springs View Point e Hiker’s View Point (calcolare almeno due ore per la visita). Il fiume Fish non si prosciuga mai. Ci sono delle sorgenti di acqua calda in alcuni punti delle rive e la più grande si trova nella parte sud del canyon, ad Ai – Ais ove sono stati costruiti impianti termali. Il canyon è abitato da babbuini, klipspringers, zebre di montagna, vari tipi di antilopi, leopardi, serpenti, roditori, varani e molti uccelli. I momenti migliori della giornata sono l’alba ed il tramonto. Per gli appassionati di trekking questo è un paradiso. Si può percorrere il Fish River Canyon Hiking Trail. Il percorso è lungo 85 km. e dura 4/5 giorni e si può fare dal 1°maggio al 15 settembre. Possono partecipare minimo 3 persone e massino 40. Per poter accedere all’escursione bisogna presentare un certificato medico in inglese con data non superiore ai 40 giorni. Bisogna essere attrezzati con tutto.
Percorriamo gli 11 km. che ci separano dal canyon. Qui c’è il punto panoramico più bello, il Main viewpoint. C’è una zona pic-nic con copertura per il sole e i bagni. Torneremo dopo. Prima andiamo in macchina (volendo lo si può raggiungere a piedi percorrendo un sentiero panoramico, sono 1,8 km.) al lookout più a destra, il Hiker’s viewpoint. Da qui parte l’hiking trail di diversi giorni. Laura e Fede rimangono affascinati. E’ davvero bello. Pensavamo di vedere il fiume con molta acqua ed invece, non avendo piovuto, è più in secca di due anni fa ad agosto. Foto di rito e poi torniamo in macchina al Main viewpoint per pranzare. Ci sono 27°. Qui ci sono solo altre 6 persone oltre a noi. Pochi turisti arrivano fin quaggiù. Solitamente si concentrano da Sesriem in su. Peccato. Dopo una breve sosta andiamo a vedere gli altri punti panoramici. Se si va a sinistra del Main viewpoint, guardando il canyon, la strada finisce 1,4 km. dopo ad un altro affaccio al quale non siamo andati pechè non lo ricordavamo un gran che. Gli altri punti panoramici spesso vengono tralasciati perchè non ci sono indicazioni. Alcuni turisti vengono qui e guardano solo questi 3. Bisogna tornare indietro verso il gate di 1,5 km ed imboccare una stradina sulla destra, non segnalata. Questa costeggia tutto il canyon per 58 km. poi si può uscire a sud. Noi arriviamo fino a dove inizia il percorso solo per i 4×4. Al Sulphur Springs viewpoint c’è un’uscita dell’hiking trail. Se si prosegue oltre a questo punto gli escursionisti devono arrivare fino alla fine. Non ci sono altre possibilità di risalita. Facciamo alcune soste foto e poi rientriamo. La visita ha richiesto 3 ore. Prima di uscire vediamo una jeep con un adesivo con la scritta: one life, one world explore it. Bella!! Torniamo al Canyon Roadhouse (https://store.gondwana-collection.com/accommodation/canyon-roadhouse) per fare gasolio. Una sosta questo posto la merita. Come pernottamento assolutamente non c’è paragone a dove dormiremo noi, il Canyon Village, però o per pranzo o per curiosare, consiglio di fermarsi. All’esterno ci sono macchine d’epoca, alcune delle quali hanno gli alberi faretra cresciuti nel cofano. L’interno, la zona ristorante è davvero singolare. Sembra un locale americano. Mentre io faccio foto Pier cerca di fare gasolio ma è saltato il generatore e la pompa non funziona. Grande problema perchè siamo asciutti. Per fortuna risolvono velocemente e riusciamo a fare il pieno (il diesel costa N 15 € 1 al litro). Due ragazzi si sono prodigati l’impossibile per darci una mano. Davvero gentilissimi. Ci spostiamo poi di pochi km. al nostro lodge, il Canyon Village (http://www.gondwana-collection.com/the-fish-river-canyon-experience/accommodation/canyon-village/). Arriviamo alle 16.45. Qui abbiamo pagato tutto al momento della prenotazioine 1 anno fa. La colazione è compresa. Anche qui eravamo giù stati nel 2017. Questo posto è magnifico. L’architetto che lo ha studiato ha fatto davvero un ottimo lavoro. Hanno costruito la struttura centrale della reception/ristorante tra rocce enormi e perfettamente levigate. Entrano nella struttura. Le camere sono distribuite nella conca a semicerchio. Ci sono piccoli alberi faretra ovunque. Ci sono alcune piccole pozze d’acqua, sempre nella conca, dove non è difficile vedere oryx e springbok che bevono. Bellissimo posto. Solitamente le valige vengono portate in camera su un carretto trainato dagli asinelli ma ora ci sono pochi turisti quindi le portano a mano. Ci sistemiamo e poi andiamo in piscina. Pier e Laura fanno il bagno, il poco acquatico Fede non ci pensa proprio e io, incapace di stare ferma, cerco di raggiungere il punto panoramico sulle rocce sopra la piscina ma desisto. Non mi fido. Fa troppo caldo e ho paura dei serpenti. Questo è perfetto per vedere l’alba quando poi il sole entra, poco per volta, nella conca illuminando tutto. Andiamo in camera giusto il tempo di una doccia (in compagnia di un geco che mi fissa a debita distanza) e poi alle 19 siamo a cena. Antipasto e dolce al tavolo e il resto a buffet. Tutto buonissimo. Con il bere spendiamo N 440 € 29 a testa. Chiediamo alla reception info sulla percorribilità della strada che vogliamo fare domani per raggiungere il Sud Africa e poi usciamo. Hanno acceso il fuoco nel boma. Non fa freddo ma è molto scenografico. Il cielo stellato è incredibile. A nanna presto.
6) 25 aprile 2019 giovedì – km.458 (298 sterrato + 160 asfalto) (Fish River – Augrabies Falls in Sud Africa)
Dobbiamo partire prestissimo perchè abbiamo parecchi km da fare e dobbiamo vedere anche il parco delle Augrabies Falls. Ritiriamo i breakfast box, ci facciamo riempire di acqua i thermos e alle 6.00 partiamo. In questo posto vale la pena rimanere due notti, visitando di giorno il canyon, perchè è davvero bello. Torniamo indietro fino alla C12 che seguiamo fino a Grunau. Qui inizia l’asfalto (B3). Lungo la strada vediamo alcune zebre. A Karasburg ci fermiamo a fare colazione con i nostri pacchetti. Ci sono 15° ed è parecchio ventoso quindi io e Laura rimaniamo in macchina, Pier e Fede si siedono su un tavolino. Da qui ricomincia lo sterrato (C10). Alle 10.00 siamo alla frontiera (Vellorsdrift – orari 8.00-16.30) creata naturalmente dal fiume Orange che arriva dalle Augrabies Falls. Impieghiamo circa mezz’ora tra incartamenti vari. Per fortuna siamo solo noi. Gli uffici sono in containers. E ora si entra in Sud Africa. L’ora è la stessa della Namibia. Ci sono molti alberi faretra (o quiver tree o aloe dichotoma). Sono chiamati così perchè i boscimani li usavano per costruire le faretre per contenere le loro frecce. Questa strada consentirebbe anche più degli 80 km/h ma non possiamo assolutamente sgarrare perchè il “cicalillo” come so abbiamo sprannominato, ci trapana il cervello. C’è una strada che taglia l’angolo quindi anzichè arrivare alla N 14 passando da Pofadder, appena poco dopo aver imboccato la R 358, dalla frontiera, giriamo a sinistra su una strada senza numero. Dritta e perfetta. Quando arriviamo alla N14 asfaltata, non capiamo perchè il cicalillo non la riconosce asfaltata quindi non possiamo andare ai 120 consentiti. Ci girano le cosiddette perchè stiamo perdendo tempo. Decidiamo di comune accordo di tirare giù i finestrini, così si sente meno il rumore, e di viaggiare ai 120 consentiti così facendo non perderemo 1 ora se non di più. Arriviamo ad Alheit (ci sono coltivazioni di aranci e uva) e giriamo a sinistra. Raggiungiamo velocemente il gate del parco. Sono le 12.30 quindi dalla frontiera a qui ci vogliono due ore. L’ingresso costa R 210 € 14 a testa al giorno ma noi abbiamo la wild card quindi non paghiamo. Orari: 7-18.
Informazioni sulle Augrabies Falls:
Www.sanparks.org/parks/augrabies/tourism/availability.php (sito sanparks dove prenotare i pernottamenti)
Www.eishsa.co.za/minisites/augrabies-falls.html
Www.sa-venues.com/game-reserves/nc_augrabies.htm
Il gate è aperto dalle 7.00 alle 18.30. I visitatori giornalieri possono rimanere nel parco dalle 07.00 alle 18.00. In pochi km. si arriva all’Augrabies Falls Rest Camp la cui reception è aperta dalle 7.30 alle 18.00. Il costo d’ingresso è compreso nella Wild Card altrimenti si devono pagare R 176 € 11,70 (adulti e ragazzi sopra i 12 anni, bambini sotto i 12 anni R 88 € 5,87).
Il fiume Orange è il principale fiume (dal punto di vista geografico e antropico) del Sudafrica e uno dei più importanti dell’Africa meridionale. Fu scoperto dagli europei nel 1760 e prese il nome dalla Casa d’Orange. La sorgente dell’Orange si trova nelle montagne Drakensberg al confine fra il Sudafrica e Lesotho, a 193 km dall’Oceano Indiano e oltre 3000 m d’altitudine. La parte del fiume che scorre nel Lesotho viene chiamata Senqu e ghiaccia parzialmente d’inverno. Dopo aver raggiunto il suo principale affluente, il Vaal, l’Orange forma il confine naturale fra Sudafrica e Namibia. Negli ultimi 800 km del suo corso riceve numerosi altri affluenti, quasi tutti dalla scarsa portata e secchi nelle stagioni calde (il principale è il Molopo). In questa zona, il livello sul mare del fiume scende di 122 m nell’arco di 26 km, dando luogo anche alle “cento cascate” dell’Augrabies Falls National Park. Il fiume sfocia nell’Oceano Atlantico presso Alexander Bay, località situata a metà strada fra Città del Capo e Walvis Bay. Gli ultimi 30 km circa non sono navigabili a causa di rapide e secche di sabbia. A circa 120 a ovest di Upington si trova il luogo che i Khoi Khoi chiamarono “Aukoerebis” – Luogo del grande rumore. Qui il fiume Orange, dopo essere penetrato in una stretta fenditura fra le rocce, precipita con una serie di cateratte in una straordinaria gola, la più grande del mondo, lunga 9 km e profonda 260 metri con molte rapide e cascate minori e un enorme apertura inesplorata ai piedi della cascata principale . E’ una spettacolare massa d’acqua che precipita con un boato attraverso questa stretta gola. Il fiume compie un salto di 191 metri formando così una delle maggiori cascate a cateratta del mondo. Al massimo della sua portata (dopo il periodo delle piogge) produce ben 19 cascate. Le acque precipitano con un tale rumore che fa tremare il granito delle rocce. I numerosi sentieri che attraversano il parco permettono di goderne facilmente la maestosità anche a piedi. Nel parco si può visitare inoltre la foresta di Kokerboom o alberi faretra, e si possono effettuare itinerari a piedi e percorsi in canoa. Pochi luoghi sono così impressionanti e con un suono così assordante come in questo posto il fiume Orange è in piena. Il parco si sviluppa in 55.383 ettari di terreno a nord e a sud del fiume Orange. Ci sono piante tipiche come gli alberi faretra e le piccole succulenti. Ci sono 49 tipi di mammiferi, molti tipi di roditori e 5 di rettili. Si possono vedere: giraffe (sono di colore più chiaro come contromisura per il calore estremo), klipspringer (saltarupe), steenbok (raficero campestre), springbok, gemsbok (oryx o orice gazzella), kudu, eland, le zebre di montagna di Hartmann (sono a rischio di estinzione quindi sono cosantemente monitorate dai ranger), leopardi (rari ma ci sono), black-backed jackal (sciacallo della gualdrappa), caracal, gatto selvatico africano, aardwolf (protele), honey badger (tasso del miele), pipistrelli, Lontra dalle guance bianche del Capo, babbuini, cercopitechi, volpi, manguste, dassie (procavie del capo), porcospini, lucertole piatte di Broadley (sono colorate e sono tipiche di questi posti, si trovano solo nel raggio di 100 km. dalle cascate), nile monitor (varano), tartaruga leopardo (gli adulti possono raggiungere i 20 kg.), black spitting cobra, cape cobra, puff adder (vipera soffiante), horned adder (vipera cornuta).
Attività:
– Cascate: Quando il fiume Orange si avvicina alle Augrabies Falls si divide in numerosi canali. La cascata principale è alta 56 metri. Il fiume poi continua il suo percorso attraverso una gola di 18 km. La vista e il suono della forza dell’acqua non saranno facilmente dimenticati. Ci sono passerelle in legno che partono dal Rest Camp che portano a 7 punti panoramici, partendo da sopra la cascata, a est, fino a dove si vede la gola verso ovest. Il percorso è di poche centinaia di metri.
– Dassie Trail: percorso circolare 5 km (2 ore) da fare da soli, registrarsi alla reception del rest Camp prima di partire e al rientro tornare a cancellarsi. Si sviluppa in senso antiorario partendo dalla zona campeggio passando per un canneto. Si arriva ad Arrow Point vedendo sulla sinistra le Twin Falls. Si deve poi tornare indietro leggermente e proseguire sulla destra fino alle buche (fori circolari cretati dai mulinelli) e Moon Rock (formazione rocciosa a cupola liscia). Da lì si rientra al Rest Camp.
– Klipspringer Hiking Trail: (chiuso dal 15 Ottobre al 31 marzo), percorso a piedi che dura 3 giorni. La parte iniziale e quella finale sono le stesse del Dassie Trail. Si costeggia per quasi 15 km. la gola e poi si rientra su una strada interna. Anche questo è un anello. Non sono informata su questo ma credo che venga fatto con le guide e che si pernotti in tenda.
– in auto: il percorso da fare in macchina non è da perdere. Considerate almeno cinque o sei ore, ma anche di più a seconda delle soste. Molto belli i punti panoramici segnalati sulla mappa che viene consegnata alla reception, concentrati per lo più nella prima parte del percorso. Per guidare all’interno del Parco è sufficiente un’auto normale, è tutto sterrato (ben battuto) ma a mio avviso è comunque meglio, se non un 4×4, almeno una macchina che non sia una berlina. Una parte del percorso (facoltativa) è riservata ad auto 4×4 (bisogna essere in minimo due veicoli). Il percorso 2×4 è di 90 km. al quale bisogna aggiungere 16 km. per le deviazioni nella parte iniziale del percorso per i 4 punti panoramici. Bisogna tenere presente anche una cosa, se ci si deve organizzare per le tempistiche. I primi 22 km. sono a doppio senso di marcia poi la strada diventa un anello, da fare in senso orario, e la si percorre quindi in un solo senso di marcia. Ci sono comunque due punti in cui si può deviare a destra e ricongiungersi alla strada che torna indietro. Questo è importante così non si è obbligati per forza a fare tutto il giro. Il percorso 4×4 (km.30) invece parte leggermente prima della fine del doppio senso di marcia e si ricongiunge quasi al punto più occidentale dell’anello a senso unico.. Vicino a questo punto c’è una foresta di alberi faretra. Il percorso 4×4 non è indicato sulle cartine scaricabili dal sito del Sanparks. C’è sulla cartina che forniscono alla reception del Rest Camp.
I punti panoramici che si vedono nella prima parte sono:
1) Moon Rock: Una massiccia cupola esfoliazione o “Whaleback”, che è un simbolo importante di Augrabies Falls. Si sale a piedi fino alla vetta dalla quale c’è un bel panorama.
2) Ararat: punto panoramico sulla spettacolare gola
3) Oranjekom: altro punto panoramico di fronte ad Ararat con tavoli sotto una tettoia. Qui c’è l’Oranjekom Gorge Cottage. Si ha la possibilità di dormire sotto la piattaforma. La camera ha le finestre affacciate sulla gola. C’è la cucina attrezzata. Deve essere spettacolare dormire qui (lo mettiamo in agenda …)
4) Swartrante: colline nere.
5) Echo Corner: altro punto panoramico
Dicono di scendere solo nei punti panoramici per non disturbare gli animali.
Velocemente raggiungiamo il lodge che fa parte del SanParks. Lo abbiamo prenotato direttamente sul sito e pagato subito con carta di credito (www.sanparks.org/parks/augrabies/tourism/availability_dates.php?id=1602&resort=27). Facciamo un pochino di spesa al market e poi, siccome le camere non sono ancora pronte, andiamo a pranzare con le nostre cose sulla terrazza del ristorante. Ci sono diverse procavie del capo (dassie). Sembrano delle marmotte. Andiamo poi in macchina a vedere le camere. Avevamo scelto due doppie ma decidiamo che per comodità è meglio avere una family. Siccome passiamo davanti alla n°31, dove eravamo stati io e Pier con i nostri ragazzi nel 2016, andiamo alla reception a chiedere se possiamo fare il cambio. La family è effettivamente libera e costando di meno, ci dicono che non ci sono problemi. Ha due camere da letto, due bagni, in comune il salotto e la cucina poi il portico con il braai. Davanti c’è la piscina. Bello!!! E’ fin esagerato un chalet così grosso qui. Non credo che qualcuno venga in vacanza per tanti giorni …. Sistemiamo le borse e le cose da frigo e partiamo alle 14.00. Ci sono 27°. Dobbiamo superare due guadi. Non c’è tanta acqua quindi è fattibile anche con una berlina. Poco dopo troviamo un gruppo di una decina di giraffe. Due maschi stanno lottando. Picchiano delle testate pazzesche ma sempre con molta grazia. Le femmine li guardano. Andiamo prima all’Oranjekom e poi all’Ararat. Entrambi i punti panoramici sono un gran bel colpo d’occhio sulla gola. L’acqua è esattamente allo stesso livello della nostra precedente visita, ed era agosto. Se in queste zone ha piovuto poco anche le cascate non saranno al massimo della portata. Abbiamo voluto di proposito tornare per vederle super piene di acqua ma non è l’annata giusta. Peccato. Comunque il posto è sempre molto bello. Vediamo anche due klipspringer (saltarupe), maschio e femmina, 1 springbok e 3 oryx. Arriviamo fino all’Echo Corner, nulla di che, e poi torniamo. Andiamo a piedi fino al Moon Rock. Impressionante le dimensioni di questa enorme roccia levigata. Alle 17 siamo al lodge. Lasciamo la macchina fuori dalla camera e andiamo a piedi alla cascata e agli altri punti panoramici che si raggiungono tutti su passerelle il legno. La cascata è uguale all’altra volta. Accipicchia. Andiamo nel punto panoramico più ad ovest per vedere il tramonto. I romanticoni di Pier e Laura si guardano il tramonto mentre io e Fede, anche lui patito di animali, diamo le spalle al sole, e guardiamo le procavie del capo che giocano …. Torniamo alla camera. Doccia e cenetta con pastasciutta e verdure sul portico. Anche se non facciamo la griglia accendiamo ugualmente il fuoco. Finiamo la solita bottiglia di vino sudafricano e poi andiamo a dormire subito. Domani è il grande giorno dell’ingresso al Kgalagadi … non sto più nella pelle …
7) 26 aprile 2019 venerdì – km.443 (asfalto 370 + 73 sabbia) (Augrabies Falls – Rooiputs: Kgalagadi)
Facciamo colazione in camera e alle 7.00 partiamo. Volevamo andare fino all’Arrow Point, gran bel punto panoramico, ma la camminata richiede 1 ora in tutto. Abbiamo idea di doverci fare 370 km. agli 80 all’ora per non far suonare il cicalillo quindi dobbiamo rinunciare per i tempi stretti. Quando usciamo dal parco il tormento della vacanza non fa nessun rumore. Forse l’abbiamo fuso ieri …. Pier accelera oltre i 120 ed eccolo … puntuale ci stordisce. Quindi non è rotto. Probabilmente avendo spento il motore ha resettato le mappe del computer di bordo. Averlo saputo potevamo andare all’Arrow Point. Va beh. Raggiungiamo la N14 e poi arriviamo ad Upington. Fino al Kgalagadi tutte le strade sono asfaltate. Facciamo la spesa in due diversi market. Abbiamo necessità di fare una bella scorta perché nei 3 negozietti del kgalagadi le scelte sono davvero limitate e, a parte questa sera e domani mattina, saremo completamente autonomi per 6 giorni. Acquistiamo legna, acqua, vino, succhi, scatolame, dolci, formaggio ecc ecc. Pier va in banca a cambiare dei soldi mentre noi sistemiamo la macchina. Ci impiega una vita con le scartoffie. E’ entrato perché ha visto che la banca era vuota altrimenti avrebbe prelevato al bancomat. Non pensava che fossero così lenti… Facciamo benzina. Alle 10.30 ripartiamo sulla R360. Ci fermiamo a fare la foto al cartello stradale che indica la direzione del Kgalagadi. Ci sono 27°. Vediamo numerosi nidi condominiali degli uccelli tessitori, anche sui pali della luce. In due ore siamo ad Askam. La popolazione che abita qui è boscimane. Ne abbiamo visti anche diversi ad Upington ma tutti hanno abiti normali. Pochi vivono ancora nel deserto secondo le antiche tradizioni. Qui si potrebbe visitare un loro villaggio (www.khomanisan.com/info/). Bisogna prenotare e ci vogliono un paio d’ore. C’è anche la possibilità di dormire all’Erin Game Ranch. E’ ora di pranzo. Cerchiamo un posticino carino e lo troviamo. Come fa ad esserci un posto così grazioso in mezzo al nulla??? Si chiama Diamond Coffee & gift. E’ una casetta in legno bianco con un piccolo giardino con fontane. Ci sediamo nel portico. Prendiamo hamburger e toast (R 120 € 8 a testa). In ciascun piatto hanno messo un bigliettino con dei passi del Vangelo. Molto apprezzato il tutto. Ripartiamo dopo aver fatto benzina. Preferiamo arrivare al parco con il pieno fatto non sapendo come sono messi i distributori all’interno. In 45 minuti, sono le 14.15, arriviamo al gate, all’ingresso ufficiale di Twee Rivieren / Two Rivers. Qui c’è la frontiera sia del Sud Africa che del Botswana. Se si esce da un gate diverso da questo bisogna fare frontiera qui e rimanere minimo due noti nel parco. Parcheggiamo e andiamo alla frontiera del Sud Africa, anche se questa sera dormiremo nel lato del Botswnana. Ci mettono i vari timbri. L’ingresso in Namibia lo faremo tra 6 giorni. Orari di aprile del gate: 7.00-18.30 mentre la frontiera 7.30-16.00. Facciamo il check-in per il parco, ci danno il solito foglietto da non perdere e da mostrare ad ogni lodge dove dormiremo. Ce lo ritireranno all’arrivo e ce lo ridaranno alla partenza. Dichiara che tutto è pagato e che siamo in regola. Dopo mezz’ora finalmente entriamo. Ci sono 30°. Facciamo l’ennesima foto di gruppo con il cavalletto e andiamo.
Informazioni sul Kgalagadi Transfrontier Park:
Il Kgalagadi è un parco transfrontaliero, una delle poche aree di conservazione naturalistica di tale grandezza rimasta al mondo. L’area è di circa 38.000 kmq, come i Paesi Bassi, 9.600 sono sudafricani 28.400 fanno parte del Botswana. Ha un ingresso dalla Namibia (Mata-Mata), uno dal Sud Africa(Twee Rivieren) e tre dal Botswana (Two Rivier, vicino a Twee Rivieren, Kaa e Mabuasehube). E’ stato creato il 12 maggio 2000, dal presidente Festus Mogae del Botswana e dal presidente Thabo Mbeki del Sudafrica, unendo il Gemsbok National Park del Botswana (proclamato nel 1971) con il Kalahari Gemsbok National Park del Sud Africa (proclamato il 31 luglio 1931) e successivamente esteso per incorporare la Mabuasehube Game Reserve. Il nome in lingua Boscimane (che abitano queste terre) significa “place of thirst”, luogo assetato. E’ un posto unico, caratterizzato da condizioni climatiche estreme (d’estate le temperature arrivano anche a 40° mentre d’inverno anche diversi gradi sotto lo zero). Durante i mesi invernali, quando il gelo è comune, la temperatura di superficie del terreno può essere di 25°C inferiore alla temperatura dell’aria. Le piogge sono da dicembre a marzo. Solo in questo frangente i due fiumi (Nossob e Auob) non sono asciutti. Le uniche due strade presenti nel parco (a parte altre due che passano tra le dune e le collegano in due punti diversi) costeggiano i letti di questi due fiumi. Il paesaggio è particolare. Ci sono le dune rosse del deserto del Kalahari, perennemente in movimento, interrotte da arbusti. Non sono inusuali le tempeste di sabbia. E’ un parco meraviglioso ma non semplice da vivere. Bisogna essere ben a conoscenza di quello al quale si va incontro quando si prenota. Se si è preparati sarà un’esperienza unica ma se non lo si è, si potrebbero avere dei problemi seri. Le strade non sono semplici quindi si deve avere dimistichezza con la guida su sabbia, non ci sono recinzioni quindi gli animali vagano ovunque. Bisogna controllare dove si mettono i piedi e con le torce guardare ogni angolo delle camere quando si entra. Controllare anche quando ci si ferma nei bagni delle aree pic-nic. Sono su un gruppo facebook (Kgalagadi Sightings), e spesso postano cose davvero toste, soprattutto nelle aree campeggio dove i turisti dormono con tende sul tetto delle jeep. Bisogna usare qualche accortezza in più rispetto agli altri parchi africani ma se si sta attenti filerà tutto liscio. A me personalmente non incutevano timore i predatori ma serpenti e scorpioni si. Diciamo che girano molto quando fa caldo, nei mesi invernali sono molto più rallentati. I turisti non sono molti quindi gli animali sono meno disturbati e vanno dove vogliono. Altra cosa che si deve sapere sul parco è che i lodge non hanno il ristorante (a parte Twee Rivieren) quindi ci si deve organizzare (le cucine sono attrezzate con pentole, piatti, posate, detersivo per lavare i piatti e spugnetta. Chi sceglie l’opzione campeggio dovrà portarsi tutto il necessario (fornelletto, stoviglie ecc ecc) e ha i bagni in comune. Un altro scoglio non indifferente è la prenotazione. Bisogna farla on-line tantissimi mesi prima. Noi ci siamo avvicinati a questo parco dopo anni di Africa. Era un nostro grande sogno più volte rimandato perchè non riuscivamo a trovare disponibilità per i pernottamenti (dovendo fare le prenotazioni con 11 mesi di anticipo). Ora spiego nel dettaglio tutto quello che c’è da sapere sulla parte sudafricana, quella che abbiamo visitato noi.
Siti:
– www.sanparks.org/parks/kgalagadi/ (SITO UFFICIALE)
– www.sanparks.org/images/parks/kgalagadi/maps/full_parkmap08.jpg (MAPPA)
– www.aridexperiences.com/#!kgalagadi/cr6j
– www.expertafrica.com/south-africa/kgalagadi-transfrontier-park
– www.eishsa.co.za/minisites/kgalagadi-transfrontier-park.html
– www.sa-venues.com/game-reserves/nc_kgalagadi-transfrontier-park.htm
– www.findtripinfo.com/south-africa/northern-cape/kgalagadi-transfrontier-park.html
– www.lastampa.it/2018/10/09/scienza/lultima-frontiera-dellafrica-selvaggia-sulle-tracce-dei-leoni-del-kalahari-etXLB86voR5C3qM2Vum0ZO/pagina.html (articolo della Stampa)
Prenotazioni: vedi parte iniziale dell’itinerario. In breve: devono essere fatte on-line sul sito ufficial del San Parks (https://www.sanparks.org/)
Costo ingresso giornaliero: se non si acquista la Wild Card (vedi info nella parte iniziale dell’itinerario, le conservation fee sono R 356 adulto R 178 bambino sotto i 12 anni (prezzi dal 01.11.2018 al 31.10.2019). Si paga questo importo sia che si è visitatori giornalieri, sia che si pernotta. Il sito con tutti i prezzi è: https://www.sanparks.org/parks/kgalagadi/tourism/tariffs.php.
Pernottamenti: ci sono 108 camere in tutto con 323 posti letto e 80 posti campeggio per 480 persone. Quindi in totale possono pernottare solo 803 anime .. il tutto è distribuito così:
Campi tradizionali (campi recintati) con acqua potabile:
-Twee Rivieren: 31 camere (116 persone) e 30 posti campeggio (180 persone)
Www.sanparks.org/parks/kgalagadi/tourism/availability.php?resort=57&camp_id=54
– Mata Mata: 13 camere (42 persone) e 20 posti campeggio (120 persone)
Www.sanparks.org/parks/kgalagadi/tourism/availability.php?resort=44&camp_id=55
– Nossob: 28 camere (85 persone) e 30 posti campeggio (180 persone)
Www.sanparks.org/parks/kgalagadi/tourism/availability.php?resort=58&camp_id=56
Wilderness Camp (campi non recintati) con acqua non potabile:
– Bitterpan: 4 camere (8 persone) www.sanparks.org/parks/kgalagadi/tourism/availability.php?resort=52&camp_id=57
– Grootkolk: 4 camere (8 persone) www.sanparks.org/parks/kgalagadi/tourism/availability.php?resort=55&camp_id=58
– Kalahari: 15 camere (38 persone) www.sanparks.org/parks/kgalagadi/tourism/availability.php?resort=56&camp_id=59
– Kieliekrankie: 4 camere (8 persone) www.sanparks.org/parks/kgalagadi/tourism/availability.php?resort=164&camp_id=90
– Urikaruus: 5 camere (10 persone) www.sanparks.org/parks/kgalagadi/tourism/availability.php?resort=165&camp_id=91
– Gharagab: 4 camere (8 persone) www.sanparks.org/parks/kgalagadi/tourism/availability.php?resort=166&camp_id=89
Campo di lusso:
– !Xaus prenotabile non sul sito SanParks ma direttamente su http://www.xauslodge.co.za.
Per la parte del Botswana, a parte 2 lodge (Rooiputs e Polentswa) prenotabili su http://tashebube.co.bw/, le altre sono tutte solo aree campeggio prenotabili su www.namibweb.com/kgalagadiparkcamping.htm.
Importante:
– Gli ospiti di Kieliekrankie e Urikaruus devono effettuare il check in a Twee Rivieren o Mata Mata
– Gli ospiti di Gharagab e Grootkolk e Bitterpan devono effettuare il check in presso Nossob
– per raggiungere Bitterpan e Gharabab è obbligatorio il 4×4 e non si possono portare trailer.
Strade e tipo di auto: Le berline sono sconsigliatissime. Possono andare bene delle jeep 2×4 ideale 4×4. Le piste sono tutte sterrate e sabbiose. Bisogna studiare bene la cartina anche prima di prenotare perché gli spostamenti sono lunghi e avendo dei vincoli di strada, si rischia di non riuscire a raggiungere in tempo i lodge dove si pernotta. Le strade per il Bitterpan e il Gharagab possono essere percorse solo da chi pernotta nei due campi. Sono piste per 4×4 quindi al giorno passano al massimo 4 veicoli per strada e sono a senso unico di marcia. E’ suggerita la pressione delle gomme a 1,5 bar ma secondo noi è troppo quindi le portiamo a 1,3
Velocità: massimo 50 km/h
Orari dei gate:
– gennaio e febbraio: 6.00 – 19.30
– marzo: 6.30 -19.00
– aprile: 7.00 – 18.30
– maggio: 7.00 – 18.00
– giugno e luglio: 7.30 – 18.00
– agosto: 7.00 – 18.30
– settembre: 6.30 – 18.30
– ottobre: 6.00 – 19.00
– novembre e dicembre: 5.30 – 19.30
Tempi di percorrenza:
– Mata Mata/ Urikaruus: km. 48 minuti 30
– Urikaruus/Twee Rivieren: km. 73 h.2,00
-Twee Rivieren/Kieliekrankie (senso antiorario): km. 68 h.1,30
– Twee Rivieren/Nossob: km.161 h.3,30
– Nossob/ Grootkolk: km.112 h.2,30
– Grootkolk/Gharagab: km.52 h.2,00
– Gharagab/Nossob: km.114 h.3,00
– Nossob/Bitterpan: km.53 h.2,30
– Bitterpan/Mata Mata: km.61 h.2,00
Animali: https://www.sanparks.org/parks/kgalagadi/conservation/ff/mammals.php
Questo è il posto migliore al mondo per avvistare i grandi felini. I predatori sono molti mentre gli erbivori in numero inferiore rispetto agli altri parchi africani. Ci sono circa 1775 predatori: 450 leoni dalla criniera nera, 200 ghepardi,150 leopardi, 600 iene marroni e 375 iene maculate. Ci sono poi antilopi come oryx, springbok, gnu, red heartebeast ed eland poi, giraffe, sciacalli dalla gualdrappa, otocioni, aardwark, wild dog (rarissimi e solo nella parte del Botswana), volpi del capo, caracal, pangolini, honey badger (tasso del miele), roditori come i suricati, tanti tipi di rapaci e uccelli, serpenti come puff adder e il cape cobra, scorpioni letali. Quelli “speciali” sono: Honey Badger, Pangolin, Aardwark e Otocione.
Negozi: Mata Mata, Nossob e Twee Rivieren vendono prodotti di prima necessità. Sono aperti dalle 7.30 a 15 minuti dopo la chiusura dei gate. Il bancomat o la carta di credito le accettano solo a Twee Rivieren. Si trovano: acqua in bottiglia e bibite varie, liquori e birra, formaggi, a volte frutta e verdura fresche, scatolame, dolci, pane in cassetta, crechers, biltong (carne secca), carne surgelata, patatine, sughi, uova, legna da ardere ecc. ecc. Non sempre hanno tutto. Non so ogni quanto vengono riforniti ma spesso le cose principali mancano.
Prese corrente: per caricare dispositivi sono presenti solo nelle camere a Mata-Mata, Nossob e Twee Riviren
Bancomat: Twee Rivieren
Ristorante: solo al Twee Rivieren Camp. Colazione 7.30/10.00, cena 18.00/21.00, take away 10.00/18.00. Gli altri lodge hanno cucine attrezzate in camera mentre i campeggi non hanno nessun servizio a parte i bagni pubblici
Aree Pic-nic: sono 6 e hanno tavoli con braai (griglie) e ci sono le toilettes
Telefoni: solo a Twee Rivieren c’è un telefono a gettoni o a scheda. Il segnale del cellulare prende poco a Mata-Mata e Twee Rivieren, per il resto non c’è copertura
Benzina: Twee Rivieren, Nossob e Mata Mata. Si può pagare con la carta di credito. Importantissimo. Viste le alte temperature che reggiunge il Kgalagadi d’estate, i distributori riescono a rifornire benzina solo al mattino presto o la sera tardi. Durante le ore centrali si surriscalda e la pompa non lavora. Per il diesel nessun problema.
Piscine: Twee Rivieren, Kalahari, Mata Mata e Nossob
Hide (capanni per gli avvistamenti) con waterhole (Pozza di abbeveramento): Mata Mata, Nossob e Twee Rivieren (da agosto 2019)
Waterhole: a Bitterpan, Grootkolk, Kieliekrankie, Urikaruus, Gharagab e Kalahari
Centro informazioni: Twee Rivieren
Cartellone degli avvistamenti: ci sono a Teew Rivieren, Nossob e Mata-Mata. C’è una grossa mappa del parco e alcune calamite colorate di fianco. Ogni colore un animale diverso. Quando si vede avvista qualcosa, si mette la calamita giusta nel punto corretto. La sera poi vengono tolte tutte quindi è sempre aggiornato. Questo piò essere d’aiuto se gli animali sono stanziali.
Auchterlonie museum: 31 km. a nord di Twee Rivieren (allo svincolo per il Kieliekrankie)
Centro predatori: Nossob
Game Drive: con i ranger la mattina e la sera si possono fare a Twee Rivieren, Nossob, Mata-Mata e al Kalahari per minimo 2 persone ma non sono vengono fatti sempre.
Lavanderia e stireria (senza ferro): nella zona campeggio di Twee Rivieren, Nossob e Mata-Mata.
Frontiera: gli uffici a Twee Rivieren sono aperti dalle 7.30 alle 16.00 mentre a Mata-Mata dalle 8.00 alle 16,30. Se si entra e si esce da Twee Riviern non ci sono problemi con i documenti. Per girare il parco, anche la parte del Botswana, non è necessario il controllo passaporti, Se si entra e si esce da Mata-Mata cambiando stato, anche se c’è scritto sul sito con non controllavano i passaporti, in realtà lo fanno facendoci compilare i vari form. Se si entra da uno stato e si esce da un altro gli unici due punti di frontiera ufficiali sono Twee Rivieren per il Sud Africa e Two Riviers per il Botswana ma anche negli altri punti viene fatto un controllo veloce e richiedono 2 notti nel parco in modo tale che si riescono a trasferire i dati da un gate all’altro. Se si entra da Twee Rivieren, si esce a Mata Mata e si va in Namibia le auto devono avere l’adesivo bianco con le lettere nere: ZA e se le macchine sono sudafricane devono pagare dal 01.05.2017 una tassa di percorrenza delle strade namibiane di Nad 277, circa 18 €.
Telefono: il segnale prende solo a Twee Rivieren (sudafricano) e al Kgalahari/Mata-Mata (namibiano). L’abbaimo trovato anche in un punto sulla strada per il Gharagab (sempre namibiano). Volendo a Nossob si può comperare il wi-fi (R 75 per pochi giga). Non sempre funziona e dicono cha comunque non funziona per niente bene. Per il resto non c’è campo da nessuna parte.
Percorsi per 4×4 da prenotare:
– Leeuwdril Trail: km.13 https://www.sanparks.org/parks/kgalagadi/tourism/leeudril4x4.php
ad 11 km. da Twee Rivieren. – si deve chiedere il permesso al mattino a Twee Rivieren e quando si rientra bisogna andare a comunicarlo. Il permesso è giornaliero e deve essere usato nella stessa giornata. Il percorso è a senso unico di marcia. Costa R 180 circa € 12
– Nossob Ecotrail: km.214 https://www.sanparks.org/parks/kgalagadi/tourism/nossob4x4.php
Https://www.youtube.com/watch?v=DlH6Mwr_uT8&app=desktop KGALAGADI (video di youtube)
Parte o da Nossob o da Twee Rivieren a mesi alterni. Si parte sempre di lunedì alle 9.00 e si arriva il giovedì. E’ a senso unico di marcia. Se si percorre da sud a nord è necessario prenotare una notte a Nossob alla fine. Costa R 2950 circa € 196 a vettura con massimo 5 persone a bordo. Non sono ammessi ragazzini di età inferiore a 12 anni. Vengono fornite radioline. Minimo 2 mezzi massimo 5. Bisogna portare tutto dalla legna da ardere all’acqua per farsi la doccia.
Parte del Botswana: i due lodge, Rooiputs e Polentswa si possono raggiungere con jeep normali. Tutte le strade per raggiungere i campeggi nella parte del Botswana sono solo per 4×4. I trail 4×4 sono da prenotare e sono a senso unico di marcia:
– Mabuasehube Wilderness Trail (partenza da Mabuasehube – arrivo a Nossob): 155 km.
– Polentswa Wilderness Trail (partenza da Polentswa si arriva a Kaa e poi si torna in Sud Africa a Lijersdraai): 257 km.
Queste strade invece sono sempre per 4×4 ma sono a doppio senso di marcia e non sono da prenotare:
– da Kannanguass a Kaa: 84 km.
– da Nossob a Bosogobolo: 140 km.
Ci sono poi delle piste 4×4 solo in Botswana e a doppio senso di marcia:
– con ingresso a Mabuasehube dove ci sono molti campeggi
– Kaa Game Viewing 4×4 trail che parte ed arriva a Kaa
Regole:
– si può girare nel parco da soli
– Animali domestici non sono ammessi.
– Armi da fuoco devono essere dichiarate e sigillate presso ai gate.
– Indossare sempre le scarpe nelle sere d’estate per evitare punture di scorpione.
– tenere una riserva d’acqua di emergenza di 10 litri nella jeep. In caso di guasto chiamare i numeri di emergenza ed attenere in auto
– se si entra dalla Namibia non si possono portare legna da ardere, carne ed alcolici (la birra è consentita)
– l’illuminazione esterna è limitata quindi bisogna essere attrezzati con pile per gli spostamenti
– l’uso di droni è severamente vietato
– prima di partire verificare la situazione strade sul sito http://www.sanparks.org/tourism/get_there/road_conditions.php
Torniamo a noi. Finalmente dopo 1 anno e 8 mesi siamo di nuovo qui. Questo parco ha un’atmosfera particolare che ti entra sotto pelle. Non è un parco con tutti i classici animali e non ci sono i fiumi che rendono uniche tante immagini africane ma è comunque bellissimo. Sicuramente il fatto che c’è poca gente e che regna il silenzio e il rispetto di tutto, contribuisce notevolmente. Abbiamo visto in tanti anni di parchi, in altri posti, comportamenti poco piacevoli tenuti da turisti per niente rispettosi della natura e degli animali, quindi per noi questo è un piccolo paradiso.
Riassiumo … “in breve” … io non ho dote di sintesi quindi non sarà breve … la situazione molto pesante del parco quest’anno. Avevamo già letto prima di partire vari post del gruppo facebook Kgalagadi Sightings che dicevano che il parco era asciuttissimo perchè ha piovuto troppo poco e che gli avvistamenti erano difficili. Parlando in questi giorni con diverse persone, addetti anche dei campi in cui abbiamo dormito, tutti hanno dato la stessa versione: il parco è dry, dry, very dry …… Gli erbivori si sono resi conto che il cibo scarseggerà a breve quindi la gran parte si è spostata nel lato del Botswana dove invece risulta aver piovuto parecchio. I leoni li hanno seguiti. Ghepardi e leopardi sono più stanziali e si accontentano di prede più piccole come springbok. Ad un gruppo di leoni uno springbok ovviamente non basta. Hanno bisogno di più cibo. Giusto per dare un’idea due anni fa in 5 giorni avevamo visto 29 leoni da vicino, ora, in 6 giorni, solo due da lontano. Ci sono mancati anche i grossi gruppi di gnu, springbok ed oryx. Però abbiamo visto altro. Ovviamente i predatori sono quello che ci aspetta in primis da un parco africano, ma ci sono un’infinità di altri animali che comunque sono da ritenere sempre avvistamenti. Vedendo le foto che hanno poi postato dei giorni in cui eravamo noi lì e nel periodo seguente, di leoni ne hanno visti ma sono avvistamenti rari. Ci siamo rimasti un pò male di questa realtà, non tanto per noi perchè già solo essere qui, anche vedendo poco, è una grande gioia, ma per Laura e Fede. Abbiamo poi ragionato che se il parco ora ha solo questo da offrici, dobbiamo essere felici di qualsiasi avvistamento quindi ci siamo ritrovati a guardare animaletti che prima non consideravamo proprio. Possiamo definire questo viaggio il Kgalagadi delle piccole cose (anche se lascio un pò di suspense e non dico subito cosa abbiamo visto di unico …). Avendo nella mente tutte le foto che avevo fatto e sapendo perfettamente dove erano state scattate, ho trovato davvero paurosa la diversità di paesaggio. La zona di Mata-Mata è la peggiore. Dove c’era meravigliosa erba gialla lunga due spanne, ora c’è sabbia. Paesaggio desolato. Di porposito ho scattato le stesse foto per poi paragonarle a casa. Non sembrano nemmeno gli stessi posti. Comuque io e Pier siamo venuti via dal parco con ancora più voglia di tornarci perchè sappiamo in primis, quanto può far vedere e poi, come ho già detto, perchè questi posti ci trasmettono una serenità e una pace pazzesca. A distanza di giorni dal viaggio anche Laura e Fede ci diranno che gli manca tanto l’atmosfera … Sul gruppo del Kgalagadi la chiamano magia … non prendeteci per pazzi … l’adrenalina dell’avvistamento fa tanto ma c’è altro … ci sono i colori, i profumi, l’organizzarsi per i pasti, gli sguardi di complicità che ci sono con gli altri turisti (di delusione perchè non si vede nulla o di gioia infinita se si è riusciti a fare l’avvistamento della vacanza), l’arrivare nei vari lodge isolati nel tardo pomeriggio con un filo di ansia per la strada che quel giorno percorrono solo altre 2 macchine, accendere il fuoco e sentire come unico rumore lo scoppiettio della legna interrotto dal verso di qualche animale, i cieli stellati, i tramonti e le albe infuocate, il nervoso quando ti cala la palpebra ma in realtà vorresti rimanere tutta la notte a guardare la pozza, il guardare i fuochi accesi negli altri chalets percependo le aspettative delle persone sulle presenze notturne intorno alla camera …, e poi il silenzio che per lo più regna sovrano … piccole cose ma che a noi piacciono tanto … lasciateci qui per sempre!!!!!
Dicevo che siamo partiti da Twee Rivieren. Questo tratto di strada non l’avevamo mai fatto. Ci sono diversi animali (struzzi con i piccoli, oryx e springbok) alla pozza Leeuwdril. Oryx, springbok, alcefali rossi (red hartebeest) e raciferi campestri (steenbok) non li nomino come avvistamenti perchè ce ne sono parecchi, in piccoli gruppi ma parecchi. Appena oltre, sulla sinistra, troviamo la pianta simbolo del parco. E’ chiamata “that tree”. E’ un albero di camelthorn strapieno di nidi condominiali degli uccelli tessitori. Qui abita un cobra del capo (cape cobra) e spesso lo si vede salire sull’albero ed entrare ed unisce dai fori del nido per catturare gli uccellini. Noi non lo vediamo. Ci indirizziamo subito al nostro lodge, il Rooiputs (tashebube.co.bw/content/id/76/Rooiputs/) che si trova nel lato del Botswana. A livello di frontiera non si deve fare nulla. Qui c’è il lodge con 11 camere ed il campeggio. Questo posto è stata la follia della vacanza. Avevamo pagato 100 € di acconto al momento della prenotazione 1 anno fa e il saldo 1 mese prima della partenza, dando il numero della carta di credito. Meranda, cena e colazione sono comprese. E’ tutto bellissimo. Si trova, rivolto ad est, su una collina di sabbia rossa. La zona centrale è meravigliosa. Avevamo visto un’immagine di un leone che camminava in mezzo alla zona ristorante. Qui non ci sono recinzioni. Le camere sono distribuite sui due lati. Saremo gli unici ospiti. Ci portano una bevanda quando arriviamo. Ci chiedono cosa vogliamo di cena. La guida del lodge ci chiede se vogliamo fare un game drive di 3 ore al costo di 12,50 € a testa. Accettiamo. Decidiamo di andare domani mattina perchè se lo facessimo adesso vedremmo le stesse cose che possiamo vedere da soli perchè la strada da percorrere è solo una. Domani mattina invece, da soli potremmo partire alle 7.00 mentre con lui alle 6.00 quindi guadagnamo 1 ora. Quindi gli diamo l’ok per domani mattina. Ci godiamo un attimo il posto poi andiamo in camera. Molto graziosa. La doccia è esterna. Ci sistemiamo, andiamo a fare merenda al ristorante e alle 17.15 andiamo a fare un giretto. La guida ci ha detto di percorrere la strada parallela alla principale che è riservata agli ospiti del lodge. Ci dice che è sabbiosa quindi, se c’è qualche predatore in movimento, è più facile trovarlo su questa perchè preferiscono camminare su sabbia. In realtà la distanza tra le due è di una ventina di metri e in alcuni punti ci sono i segni dei pneumatici di chi passa da una parte all’altra. Il sole si sta abbassando quindi viaggiamo all’ombra di una duna. Vediamo una iena marrone, io non l’avevo mai vista, Pier una notte al Gharabab due anni fa. Sta camminando sulla strada principale. Arriviamo fino alla pozza di Kij Kij vediamo solo uno sciacallo della gualdrappa (black backed jackal). Da qui usciamo sulla strada principale e rientriamo da questa. La iena se ne è andata e non la troviamo più. Puntuali alle 18.30 siamo al lodge. Doccia e andiamo a cena. Sarà molto buona anche se il ragazzo che ci serve è giovane ed è proprio imbranato, poverino. Chiediamo se possono accendere il fuoco nel boma ma ci dicono che non hanno la legna. Se gli diamo la nostra è ok …. mah … in un posto come questo si perdono per due pezzi di legna? Punto a demerito. La guida del game drive viene a scambiare due parole. Ci dice che è una settimana che non vedono leoni qui. Solitamente è un posto molto battuto. Gli chiediamo di raccontarci cosa è successo quando è stata scattata la foto del leone vicino ai tavoli. Dice che capita diverse volte, anche con i clienti seduti al tavolo. Ci dice che se non ti muovi di un millimetro e non urli, il leone non ti guarda. Se fai qualche movimento di scatto e urli, si spaventa e ti attacca. Se te lo trovi di fronte quando sei in piedi è bene che tutte le persone vicino a te si avvicinino. Se vede una figura unica molto grossa non attacca perchè ha paura delle dimensioni. Gli chiediamo varie info perchè fra tre mesi, io, Pier e nostri figli, faremo il tour del Botswana (Okavango, Moremi, Savuti ecc ecc) e una parte della vacanza sarà con la jeep con la tenda sul tetto, quindi ogni informazione è preziosissima. Subito dopo cena ci ritiriamo nelle nostre graziosissime camerette, scortati dalla guida.
8) 27 aprile 2019 sabato – km.182 (sabbia)
Anche questa mattina ci vengono a prendere con le torce. Troviamo una colazione leggera molto gradita e alle 6.00 partiamo. Abbiamo detto alla guida che non avevamo giacche pesanti quindi ci porta dei poncho plastificati fuori e imbottiti all’interno. Viaggiando sulla jeep aperta fa un freddo pazzesco. Ripercorriamo la strada di ieri fino a Kij Kij e poi imbocchiamo quella che va ad ovest fino alla pozza Tierkop. Il sole sorge alle 7.00. Il paesaggio è molto bello con le dune di sabbia rossa ricoperte da erba gialla. Vediamo un tasso del miele o mellivora (honey badger) a caccia. Un falco ed uno sciacallo attendono per portargli via la preda. Laura, occhio d’acquila, vede un gatto (african wild cat) nascosto nell’erba. Alla pozza Kij Kij, in rientro, c’è un grosso gruppo di tortore (dove) che bevono e ad ogni piccolo rumore si mettono in volo facendo un gran rumore di ali, per poi tornare a bere. La guida ci dice che c’è una iena marrone in lontantanza ma noi non la vediamo neppure con il teleobiettivo. Vediamo poi una volpe del capo (cape fox), un gruppo di suricati (meerkat o suricate), è la prima volta e sono felicissima perchè mi piacciono un sacco, e poi sulla duna, che scruta l’orizzonte, un ghepardo. E’ un pò distante ma anche questa è una prima volta per noi nel Kgalagadi, quindi siamo contenti. Focalizziamo il punto in cui si trova in modo tale da tornare qui dopo con la nostra macchina (ritroveremo il posto esatto ma del ghepardo nessuna traccia). Alle 9.00 siamo al lodge. Colazione con salsicce e uova. Anche qui il cameriere ci fa sorridere. Ognuno di noi ha un piattino con un piccolo burro, la marmellata ed una palettina per spalmarli. Si presuppone che il pane debba arrivare, altrimenti cosa servono? Dopo un pò lo chiediamo. Il ragazzino stupito della richiesta corre in cucina e dopo un attimo torna con … 3 fette di pane … gli facciamo notare che siamo in 4 … e allora ancora più stupito … va ancora di là a prenderne …. giustamente ancora solo una …. mah … come per la legna di ieri sera … si perdono in un bicchiere d’acqua. Non so se avessero 22 persone (il massimo per questo posto) quanto sarebbero in tilt. Paghiamo il bere di ieri sera che non era compreso e il game drive di questa mattina (€ 25 a coppia) e poi a malincuore partiamo. Questo posto è davvero bello. Sono le 10.30 e ci sono 27°. Dopo questi agi, ci tuffiamo a capofitto in quello che è il vero Kgalagadi dei self catering in autogestione. Ripercorriamo la strada fatta questa mattina, a Kij Kij imbocchiamo quella che va a sinistra e scolliniamo fino al museo Auchterlonie (www.roxannereid.co.za/blog/kgalagadis-auchterlonie-museum) che si trova sull’altra strada lungo il fiume Aoub. Dal lodge a qui impieghiamo 1 ora e mezza. In questo piccola casetta, ora museo, abitava una coppia di allevatori. Ora un leopardo vive nei dintorni. Ci sono i bagni e dei tavoli con braai sotto alcune tettoie. Facciamo un giro e poi pranziamo. Delle manguste gialle (yellow mangoose) arrivano a rubarci le briciole. Ora raggiungiamo i 32°. Imbocchiamo la strada che porta verso Mata-Mata. Lungo la strada vediamo per la prima volta un piccolo di oryx e poi due kudu, un maschio ed una femmina. La femmina viene fotografata più volte dalle persone che postano le foto sul gruppo Facebook (per sapere che è ancora viva, essendo limitata nella corsa). Ha le unghie degli zoccoli lunghissime. Si sono sviluppate nella parte anteriore. Questo è un problema che possono avere gli animali del parco perché, camminando sempre su sabbia, non le limano. Man mano che ci avviciniamo a Mata-Mata notiamo veramente la differenza di paesaggio rispetto a due anni fa. E’ tutto secco e senza erba. Che tristezza. Dalla pozza Kamqua a Mata-Mata c’era il delirio di erbivori …. e non solo … ora … quasi nulla. Alle 15.00 siamo al nostro campo, il Kalahari tented camp (www.sanparks.org/parks/kgalagadi/tourism/availability_dates.php?id=352&resort=56). C’è anche una piccola piscina vicino alla reception. Notiamo subito che le tende delle camere sono tutte nuove. Gli interni no ma le tende le hanno cambiate tutte. Abbiamo prenotato due camere family perchè è quello che avevamo trovato. Una di quelle che ci assegnano è la n°10, la stessa dove aveamo dormito con i nostri figli 2 anni fa. Corro subito a vedere se sotto la tenda che ricopre il tetto c’è ancora la civetta che dorme … ed invece nulla … Ogni tenda è formata da due locali, in uno c’è la camera con il bagno, nell’altro la cucina e un piccolo terrazzo con il braai. La macchina la si lascia vicino alla struttura, dentro ad un cancello in modo tale che si scaricano i bagagli in sicurezza. Decidiamo di dormire tutti in una tenda così non dobbiamo più spostarci dopo cena. Averlo saputo, a parte risparmiare 124 €, potevamo dare la possibilità di pernottamento a qualcun altro. Non l’avevamo preso in considerazione perché qui i letti sono tutti insieme e io avevo paura che il Fede russasse e mi tenesse sveglia tutta la notte …. ma farà il bravo e nessun suono uscirà dalla sua bocca… Ci sistemiamo, guardiamo uno sciacallo ed una mangusta gialla che girano intorno alla tenda sperando di trovare qualcosa da mangiare. Uno struzzo arriva alla pozza a bere. Dopo 1 ora e mezza siamo di nuovo in macchina. Riprendiamo il foglietto del permesso. Anche se si esce solo per poco bisogna prenderlo perché loro devono sapere esattamente se sei nel campo o se sei ancora in giro oltre l’orario consentito. Andiamo a Mata-Mata, altro campo dove ci sono sia camere che zona campeggio. E’ tutto recintato. Ci sono market e benzinaio e c’è la frontiera per entrare in Namibia. Facciamo benzina, un pò di spesa, facciamo una puntatina all’hide che si affaccia sulla pozza e poi partiamo. Vediamo una giraffa con un piccolo ed poi un piccolo di sprinbok, sembra appena nato, sdraiato vicino alla strada, da solo. Sarà il mio chiodo fisso tutta la serata. Mi continuo a vedere quegli occhioni. Sopravviverà alla notte? Arriviamo fino alla pozza Craig Lochart dove solitamente si vede un leopardo sull’albero vicino a questa. Noi ovviamente non lo vediamo … Alle 18.30 puntuali siamo al campo. Accendiamo il fuoco, doccia e mega cena con riso bollito, t-bones acquistate ieri ad Upington e piselli. Ovviamente vino sudafricano per Pier, Laura e Fede mentre classica birra Windhoek per me. Silenzio totale. Le stelle sembra che si possano toccare con un dito. Siamo felicissimi di essere qui!!!!
9) 28 aprile 2019 domenica – km.255 (sabbia)
Notte silenziosa ma quando stiamo caricando la macchina sentiamo 3 volte il ruggito del leone. Sale l’adrenalina, corriamo subito alla reception a prendere il permesso e partiamo. Occhi fuori dalle orbite ma non troviamo nulla. In compenso, nel punto esatto in cui avevamo visto il piccolo springbok ieri sera (Pier aveva fatto dei segni con le ruote sulla sabbia sul lato della strada per sapere dov’era) lo troviamo in piedi con la sua mamma. Ora sono tranquilla …. Puntiamo alle pozze Sitsas e Craig Lockhart, dove avevamo visto grandi cose, ma sono vuote. Poco oltre troviamo un grosso gruppo di giraffe. Saranno una ventina e sono, come la stragrande maggioranza degli animali, nel letto del fiume. I leopardi e ghepardi invece è più facile vederli sulla sommità delle dune perché scrutano da lontano le prede prima di muoversi. Oltre, vediamo alcuni gnu, due avvoltoi e dei rapaci, falchi e aquile. Superiamo lo svincolo per il mitico campo Urikaruus e Pier inchioda, nel mentre anche Laura nota la stessa cosa. Sulle rocce alla nostra destra spunta una testolina. Pier dice che è una iena ma io quando mi abbasso per guardare dico subito: leopardo!!!!!! Impugno la macchina con il tele e dico: cucciolo!! WOW WOW WOW. L’idea è che la mamma è andata a caccia e lui la aspetta controllando la zona. Rimaniamo a guardarlo più di un’ora. Si vede che è agitato. Probabilmente non si sente al sicuro perché troppo esposto, anche se noi vediamo sempre solo la testa. Poi sparisce e capiamo che va verso sinistra. Avanziamo e lo vediamo per intero, seduto. Torna ancora verso destra, sotto un cespuglio e poi scende verso di noi. Non stiamo più nella pelle, in macchina c’è un’agitazione…. tutto acquattato arriva a 5 metri da noi e si nasconde dietro ad un grosso cespuglio. Nel mentre arrivano un paio di macchine e spieghiamo cosa abbiamo visto. Gli occhi sono increduli. Solo questo avvistamento giustifica il viaggio fino a qui. Tanta gente viene più volte al Kgalagadi senza vedere il leopardo!! Non crediamo che esca di nuovo perché avrà trovato un punto sicuro quindi proseguiamo ancora qualche km. e e dopo una mezz’oretta torniamo poi indietro. Ci sono 5 macchine ferme. Sono tutti euforici e non sapendo chi siamo, ci raccontano quello che in realtà solo noi abbiamo visto. La stessa versione che abbiamo dato alle due macchine che ci avevano raggiunto. Come in tutti i parchi si crea il tam tam dell’avvistamento. Comunque, nell’oretta che noi siamo stati via, non è più uscito. Una volta a casa ho postato le foto sul gruppo Facebook del Kgalagadi e su quello del Kgalagadi leopard project (dove sono schedati tutti i leopardi avvistati) dicendo anche dove l’abbiamo visto e mi risponderanno che quella zona è territorio di Itumeleng, una giovane femmina (la si vede spesso alla pozza dell’Urikaruus) e di Botshelo (giovane maschio) quindi quello per forza è loro figlio. Non lo avevano ancora identificato quindi terranno le foto. Sarà Eric, il gestore del campo Urikaruus a decidere il nome, ma al momento non lo ha ancora fatto. Alle 11.00 imbocchiamo la strada che attraversa le dune, dalla pozza di Kamqua all’area pic-nic di Dikbaardskolk. Bisogna tenere bene la destra perché è tutta un saliscendi e non si ha visibilità. Su questa strada è risaputo che non si fanno avvistamenti perché gli animali stanno tutti nei letti dei due fiumi Aoub e Nossob. Qui è più verde. Vediamo l’uscita a senso unico del campo Bitterpan, dove dormiremo questa sera. In un’ora siamo dall’altra parte. Entriamo nel territorio ufficiale dei leoni, come Mata-Mata lo è dei ghepardi (ma anche degli altri predatori, solo che i ghepardi sono più numerosi là), Nossob è il paradiso dei leoni. Ci fermiamo a pranzare all’area pic-nic. Veniamo circondati dagli uccellini tessitori che aspettano solo di ripulire le briciole. Ripartiamo alle 13.00. Decidiamo di fare il loop che passa per Marie se Draai prima di raggiungere Nossob. Io e Pier ad un certo punto focalizziamo gli occhi su una cosa in mezzo alla strada e diciamo contemporaneamente, avendo intuito cos’era: … è lui!!!! Il tanto sospirato puff adder, la vipera soffiante. Lo si riconosce da il fatto che non si muove a S come gli altri serpenti, ma si sposta perfettamente diritto. Se non si sta attenti lo si scambia per un bastone. Che gran colpo di fortuna. L’avevamo visto solo 7 anni fa all’Etosha. Lo vediamo benissimo perché ci accostiamo. In pochi secondi esce dalla carreggiata e sparisce. Altro WOW della giornata. Marie se Draai chiamata anche Marie se Gat è vuota. A questa pozza tanti turisti postano foto pazzesche. Io guardo in giro per vedere se trovo i resti… Un paio di settimane fa hanno messo sul gruppo una foto che mi ha toccata… il commento era: l’ultimo sguardo di una regina. Chi ha fatto lo scatto in questo punto, ha assistito alla morte di una vecchia leonessa. Che tristezza. Comunque non vediamo nulla. Nulla viene sprecato… Raggiungiamo Nossob alle 14.00. Qui dormiremo fra 3 sere. Vediamo la camera dove siamo stati con i ragazzi, andiamo all’hide (vuoto), facciamo un pochino di spesa anche se non c’è molto, sono in attesa dei rifornimenti che arriveranno martedì. Non vendono le birre perché è domenica. Andiamo alla reception. Come prima cosa attacco sul cartellone degli avvistamenti la calamita del leopardo … con grande orgoglio … Facciamo poi il check-in per il Bitterpan (www.sanparks.org/parks/kgalagadi/tourism/availability_dates.php?id=345&resort=52), dove dormiremo. Ci accompagnano al cancello che viene aperto solo per far passare chi pernotta là. Questa strada quindi è privata e al giorno passano solo 4 macchine perché ci sono solo 4 camere (massimo 8 persone). Essendo noi in 4 con una macchina, oggi ne passano solo 3 (in realtà 2 perché una camera sarà vuota, qualcuno avrà dovuto rinunciare al viaggio…). Sono 53 km. che noi percorriamo con la dovuta calma, in 2 ore e mezza. Il paesaggio è molto bello. La strada è tutta un saliscendi sulle dune rosse. Non è battuta ed è solo sabbia quindi è obbligatorio il 4×4. Alcune salite sono impegnative ma con le gomme belle sgonfie non abbiamo problemi e poi abbiamo il miglior autista su piazza… come si definisce lui… Facciamo alcune soste foto. Vediamo diverse cacche di iena (si riconoscono perché mangiando soprattutto ossa quindi sono bianche) e un gruppetto di oryx. All’arrivo, sempre gran bel colpo d’occhio, vediamo gli due altri ospiti che ci salutano alzando il bicchiere di vino. Consegniamo il permesso, ci sistemiamo nelle camere 1 e 2 e poi ci godiamo il posto. L’altra volta io e Martina avevamo dormito nella 3, Pier nella 4. Questo campo ha un’unica struttura in legno, leggermente rialzata e tutta collegata, con due camere da una parte e due dall’altra, ciascuna camera ha esternamente un pezzo di terreno recintato con un braai privato. Al centro c’è un locale cucina con frigo e un grande tavolo, ed all’esterno il boma con 8 sedie. La struttura si affaccia su un pan bianchissimo. Il tramonto è dietro al pan. Se ci si mette d’accordo con gli altri ospiti, anziché fare il braai ognuno per conto proprio, si può accendere il fuoco nel boma. C’è una grossa griglia da mettere sopra. L’altra coppia ha già acceso il suo e dicono che cucinano là. Li vediamo solo per un saluto. Noi, pur non facendo la carne alla griglia, accendiamo ugualmente il fuoco nel boma per poter rimanere a guardare le stelle dopo cena. Sistemiamo le cose e poi ci sediamo intorno al fuoco per un aperitivo al tramonto. Doccia e poi cena nella cucina centrale. Pier e Fede faranno la carbonara. Rimaniamo a goderci il silenzio fino a quando cala la palpebra.
10) 29 aprile 2019 lunedì – km.275 (sabbia)
Notte silenziosa. Prepariamo i thermos e poi alle 7.00 partiamo. Ci sono 15°. Vediamo un’alba bellissima davanti a noi. In 30 minuti usciamo dall’exit route arrivando alla pozza Moravet. Ripercorriamo la strada fatta ieri fino all’area pic-nic Dikbaardskolk dove ci fermiamo a fare colazione. Raggiungiamo poi direttamente Nossob. Facciamo un pochino di spesa al market, puntatina all’hide, check-in per il pernottamento di questa sera al Gharagab (ci danno un pacco da portare al gestore del Gharagab) e partiamo. Vediamo alcuni grossi gruppi di oryx e struzzi. Arriviamo alla pozza Polentswa. Abbiamo ben chiara l’immagine che avevamo visto l’altra volta: erba alta gialla e un gruppo enorme di gnu. Ora è tutta sabbia e non c’è nessun animale. Che tristezza. In due ore da Nossob siamo all’exit route del Gharagab, da dove usciremo domani. Ci fermiamo per pranzo all’area pic-nic dopo la pozza Geinab, e arriviamo poi a Union’s End. Ci sono 31°. Questo è il punto più a nord del parco e l’incontro tra Sud Africa, Botswana e Namibia. La Namibia è oltre la recinzione, il Botswana oltre il letto secco del fiume Nossob. Solo dei paletti in cemento indicano dove si trova. In questo punto c’è una tettoia con informazioni, un palo con le direzioni di alcune città con i km e poi la mitica cassettina dei ricordi. La apro con foga e prendo subito il quaderno sul quale vengono scritti i pensieri. Vado alla prima pagina. Inizia con il 2017. Sfoglio ed eccolo… 2 agosto 2017 ore 12.00: il messaggio che aveva lasciato nostro figlio Matteo… e mi scatta di nuovo la nostalgia …. scrivo il pensiero di ora, lascio il frutto dell’albero di camelthorn (preso il primo giorno in Namibia) con le nostre iniziali e la data e ripongo il tutto di nuovo nella cassettina. Fede mi chiama e corro. C’è una grossa tartaruga oltre la recinzione. Wow, carinissima. Facciamo foto con l’autoscatto e il cavalletto. Deve aver piovuto da poco perché ci sono alcune pozzanghere e in un punto ci sono tantissimi fiorellini gialli. Questo posto ha il suo fascino. Torniamo indietro di pochi km ed imbocchiamo l’entrance route per i Gharagab. Da qui, come il Bitterpan possono passare solo 4 macchine quindi oggi altre due oltre a noi. Sono 32 km. di sabbia ma quasi tutto in piano. Molto più semplice del Bitterpan. Il paesaggio è bello, rosso e giallo. In alcuni punti ci sono parecchi fiori. In un’ora e mezza, alle 16.00, raggiungiamo il Gharagab Camp (www.sanparks.org/parks/kgalagadi/tourism/availability_dates.php?id=1041&resort=166). Questo è un posto che mi piace tantissimo, forse quello che preferisco al Kgalagadi. Le 4 camere, distanti l’una dall’altra una ventina di metri, si trovano su una duna verso est. Ai piedi della duna c’è la pozza illuminata di notte. Le camere, molto semplici, hanno la cucina interna e il terrazzino con il braai. Ogni camera ha un diario per scrivere i pensieri. Su nostro c’è scritto che una settimana fa i leoni sono stati qui fissi qualche giorno. Eric, il gestore del posto, ci dice che da allora non ne hanno più visti … saranno andati anche loro in Botswana… uffa. Noi abbiamo la camera n°3, dove avevano dormito Pier e Martina l’altra volta. Io e Matteo avevamo la 2. Cazzeggiamo, alla pozza ci sono solo sciacalli. Andiamo a vedere il tramonto e a fare un’aperitivo sulla torretta. Accendiamo il braai nella nostra camera e ceniamo presto tutti qui. Eric arriva a chiederci se va tutto bene. Gli chiediamo se vuole un bicchiere di vino, accetta. Lo invitiamo ad entrare, accetta. Gli diamo una sedia, accetta. Gli chiediamo se vuole un pezzo di bistecca con verdura, accetta. Non gli abbiamo chiesto se voleva fermarsi a dormire perché avevamo paura della risposta …. Chiacchiera volentieri e noi gli facciamo parecchie domande. Rimane qui due settimane e poi torna a casa per altre due. Settimana scorsa ha trovato un cape cobra (vedremo poi una sua foto sul gruppo Facebook) ma dice che è una cosa rara. Nel mentre che parliamo vediamo due iene marroni che vengono a bere. Quando lui, Laura e Fede si ritirano nei loro appartamenti, io e Pier rimaniamo ancora parecchio fuori nel portico a guardare le stelle. L’unico rumore è lo scoppiettio del fuoco.
11) 30 aprile 2019 martedì – km.189 (sabbia)
L’altra volta Pier aveva passato la notte avanti e indietro dal letto al terrazzo e ogni volta c’erano animali diversi che bevevano alla pozza. Questa notte ha fatto lo stesso, ma non ne ha visto nemmeno uno … Guardiamo l’alba davanti a noi, salutiamo Eric (ci ha dato 3 sacchi di biancheria da portare a Nossob) e a super malincuore partiamo. Sono le 7.15. Anche l’exit route è molto bella a livello paesaggistico. In 1 ora e 45 siamo alla fine dell’exit route. Fede butta un occhio fuori dal finestrino e vede delle impronte super nitide. Il predatore è passato da poco. Le seguiamo ma finiscono poi nel bush. Non sappiamo se sono di un giovane leone o di un leopardo. Una volta a casa chiederò info ai miei informatori. Sono di leopardo. Alle 12.00 siamo a Nossob. Guardo il cartellone degli avvistamenti ma ci sono pochissimi segnaposto, ma più che altro nulla di interessante. Spesa al market, ordiniamo pane fresco per stasera, facciamo gasolio pagando con carta e poi andiamo a pranzare su un tavolo dell’area campeggio. Mi diverto a fare foto seguendo alcuni scoiattolini che entrano ed escono dalla tana. Proprio non sono capace a stare ferma … facciamo due passi fino alla piscina e poi alle 13.30 ci danno le chiavi delle camere. Siamo riusciti ad accaparrarci due nuovissimi chalets waterfront. Li hanno aperti 14 mesi fa. Li avevamo visti in costruzione l’altra volta (http://www.sanparks.org/parks/kgalagadi/tourism/availability.php?resort=58&camp_id=56). La nostra camera, la 15, è proprio bella, ha aria condizionata, televisore, cucina enorme super accessoriata, salotto e il terrazzo, con tavolo e braai, è separato dal letto del fiume dove possono esserci i predatori, solo da una rete. Il terrazzo è rialzato e la rete sarà alta un metro. Si vede da lontano la pozza. E’ triste però pensare di essere nel paradiso dei leoni, senza leoni. Solitamente di notte è un ruggito unico e fuori dalle camere waterfront non è difficile vederli che camminano. Noi ora vediamo solo qualche sciacallo. Rimaniamo in relax 3 ore. O meglio loro stanno in relax … io sto un pò sul portico poi faccio che trasferirmi all’hide. Ci rimango tutto il tempo. C’è un andarivieni di springbok, sciacalli e uccellini. Uffa … quanto mi girano le cosiddette … Alle 16.15 siamo tutti di nuovo in macchina. Ripuntiamo alla pozza Marie se Draai, sempre vuota. Appena oltre ci fermiamo perchè c’è un millepiedi gigante africano (possono raggiungere i 40 cm.). Forte, non l’avevamo mai visto. Appena oltre 3 otocioni o volpi orecchie di pipistrello (bat-eared fox). Ci attraversano la strada. Bellissimi. Devono essere cuccioloni. Hanno una pelliccia ed una coda stupendi. Ci accostiamo e ci ringhiano … Niente predatori ma qualcosina si vede sempre. Alle 18.30 puntualissimi siamo al campo. Questa sera ceniamo da Laura e Fede. Tutte le cose le abbiamo scaricate di là. Apparecchiamo nel portico. Pier va a recuperare il pane (R 90 € 4, 10 paninetti). Li ha fatti apposta una signora. Molto buoni. Ottima cena come sempre. Puntatina all’hide a piedi con le torce, è vuoto e poi ci ritiriamo. Alle 10.00 tolgono la corrente quindi anche il condizionatore si spegne.
12) 01 maggio 2019 mercoledì – km.321 (sabbia)
Notte completamente silenziosa… nervoso… io e Pier andiamo all’hide a vedere l’alba. Non vediamo nulla. Con oggi scatta l’orario invernale quindi si può girare nel parco per 1 ora di meno, dalle 7.00 alle 18.00. Recuperiamo Laura e Fede, non prendiamo il permesso (grazie all’idea di Pier di recuperarlo al rientro… avremo una bella sorpresa…), andiamo ancora verso nord, fino a Cubitje Quap (c’è solo uno gnu) e poi rientriamo a Nossob. Vado alla reception a prendere il permesso e nel mentre mi cade l’occhio sul cartellone degli avvistamenti… ci metto meno di una frazione di secondo a collegare: Nossob… calamita rossa… nessuno può essere già uscito e rientrato per metterla sul cartellone…. quindi leone all’hide. Mi giro, vedo alcune persone che corrono in quell direzione… corro da Pier, Laura e Fede che mi vedono arrivare con una faccia da spiritata… senza capire… spalanco la portiera per prendere al volo la macchina foto e nel mentre dico solo: parcheggia, leone. E corro verso l’hide. Avevo l’immagine fissa che fosse alla pozza a bere. Ci sono alcune persone. In un attimo lo vedo. Purtroppo non sta bevendo, è distante. Meglio che niente. E’ un anno che non vedo leoni quini va benissimo anche così. Certo da vicino sarebbe stata un’altra cosa … E’ sulla riva opposta del fiume. E’ sdraiato come una sfinge. Avrà una quindicina di super teleobiettivi puntati addosso. Ci dicono che è lì dall’alba ma io e Pier non l’avevamo visto anche perché era in controluce. E ora aspettiamo. Pazzesca la gente che viene qui e si esalta per ogni suo movimento. Si alza e si gira e tutti dicono: wow. E poi si incomincia a fare congetture. Indicano degli oryx distanti che vengono verso di noi, quindi c’è l’attesa di una possibile scena di caccia. Non si sa se ha già mangiato oppure no quindi le aspettative sono alte. Gli oryx cambiano direzione ma arrivano gli springbok. Alcuni bevono ma altri sfilano davanti al leone continuando a guardarlo. Lui non è interessato, anche perché solitamente puntano a prede più grandi. Lo spingobk va bene per ghepardi e leopardi. Non succede nulla. Io guardo tutt’intorno con il tele perché è strano che sia solo. In un punto vedo una cosa che prima non c’era e dopo un attimo non c’è più di nuovo. Metto a fuoco meglio. E’ proprio una criniera. La indico al mio vicino, un signore di Cape Town tutto euforico, e lui la indica anche agli altri. Quindi gli obiettivi vengono spostati in quella direzione. Ed ecco che il secondo leone si alza. Mega sussurri di gioia. Si sposta di 10 metri verso di noi e verso l’altro leone. Trova un punto all’ombra e si butta giù con una delicatezza pari ad un elefante in una cristalleria. Ed ecco che tutte le persone, in primis io, dicono: nooooooooo. Ora abbiamo la certezza che hanno la pancia piena e che sono interessati solo a dormire. Nel mentre Pier ha portato la colazione. Io non avrei mai lasciato il posto per andare a prendere da mangiare. Lo so che sono un pochino esagerata ma queste cose mi prendono da morire. Potrei stare anche 12 ore a seguire un animale. Dopo 1 ora e mezza, alle 9.30 partiamo. Sul gruppo Facebook del Kgalagadi metteranno poi una foto fatta questa sera dopo le 21 con la scritta: dopo 14 ore di pazienza siamo stati ripagati. Quei due leoni con due femmine e un altro maschio, dopo il tramonto, sono venuti tutti a bere … Dopo 1 ora e mezza, alle 9.30 partiamo. Decidiamo di arrivare fino alla pozza di Kij Kij e poi da lì scollinare verso il museo anziché fare la strada dall’area pic-nic Dikbaardskolk a Kamqua. In 4 ore ci arriviamo. Lungo la strada abbiamo visto parecchi struzzi, sprinbok, red hartebeest e poi una piccola tartaruga leopardo. Pier l’ha schivata per un pelo. Se non avesse avuto gli occhi fissi sulla carreggiata l’avrebbe presa in pieno. Decidiamo di scendere e spostarla perché era lì ferma a prendere il sole. La macchina dopo di noi l’avrebbe sicuramente uccisa. Passiamo alla mitica pozza Melkvlei. Qui spessissimo i leoni dormono all’ombra dei bagni. Ora, deserto. Arriviamo per pranzo al museo. Ci sono 35° ma è ventilato. Quando ripartiamo facciamo una deviazione verso un punto panoramico sulla destra. Vediamo un bel gruppo di suricati vicinissimi quindi rimaniamo a guardarli. Sono super buffi. Uno guarda il cielo per vedere se arrivano i loro più acerrimi nemici, i rapaci, e gli altri mangiano. Poi si da il cambio con un altro e lui va a cercare cibo. Scavano nel terreno alla ricerca di lucertole e altri piccoli animali. Uno trova la preda e in un secondo se la mangia a due metri da noi. Ripartiamo. Passiamo per il punto dove avevamo visto il cucciolo di leopardo ma ovviamente non c’è … oltre, alla Dertiende Boorgat (vuol dire tredicesima pozza, perché da Twee Rivieren a prima di questa, ce ne sono altre 12, appena oltre c’è la Veertiende che vuol dire quattordicesima) vediamo nuovamente le giraffe, ogni volta che siamo passati di qui c’erano. Dalla pozza di Kamqua fino a prima di Craig Lockhart ci sono diversi piccoli loop da percorrere. Le pozze si trovano lungo questi, non sulla strada principale. Alle 16 siamo a Mata-Mata (www.sanparks.org/parks/kgalagadi/tourism/availability_dates.php?id=2369&resort=58). Questa sera abbiamo una camera family riverfront con due camere da letto e due bagni, la cucina con salotto in comune e un grosso portico con braai. La bassa recinzione elettrificata, ci separa da probabili predatori. Davanti a noi c’è la pozza illuminata. Ci sistemiamo, io vado fino all’hide e noto che nella zona campeggio, oltre agli scoiattoli, ci sono anche diversi suricati. Questi non sono per niente timorosi perché convivono con gli uomini. Alle 17.00 usciamo di nuovo per andare a fare l’ultimo aperitivo alla pozza Craig Lockhart. Il tramonto non lo vediamo da là perché alle 18.00 dobbiamo essere di nuovo al campo. Cena con pastasciuttona e ultima bottiglia di vino sudafricano, guardiamo un oryx e uno gnu che bevono, ultimo occhiata al cielo stellato (domani sera a Windhoek non si vedrà nulla) e andiamo a dormire.
13) 02 maggio 2019 giovedì – km.668 (66 sabbia + 334 sterrato + 268 asfalto)
Alle 7.00 puntuali usciamo. C’è un leggero vento che alza la polvere quindi, con il sole davanti a noi, si crea un gran bell’effetto. Vediamo uno gnu completamente a pancia all’aria che si gratta la schiena, buffo e poi ancora due otocioni, sempre volti orecchie di pipistrello. Arriviamo a Craig Lockhart e poi torniamo indietro. Non possiamo dire di non avre sfruttato ogni minuto a disposizioine nel parco … Torniamo in camera, carichiamo tutte le nostre cose, andiamo a riportare le chiavi, facciamo frontiera sudafricana (c’è un poliziotto che scrive i nostri dati sul cofano della macchina) e passiamo i cancelli. Sappiamo quello che il parco ha da offrire e in questo viaggio, non avendo dato il massimo, ci lascia ancor di più la voglia di tornare. Poi noi ci facciamo del male perché guardiamo tutte le notifiche delle foto pubblicate sul gruppo Facebook, quindi non riusciamo mai a staccare con la testa. Anche se in realtà non vogliamo staccare. Pensare all’Africa per noi sono alcuni dei pensieri più belli. Andiamo alla frontiera namibiana ad espletare le formalità di ingresso. Alle 9.30 partiamo. Ci fermiamo lungo a strada a lasciare il cibo che abbiamo avanzato ad un gruppo di bambini (facciamo diverse foto) e poi a dei pastori. In 4 ore, tutto su sterrato viaggiando sulla C15 fino a Gochas poi C18 D1047, D1049 e M29, arriviamo a Marienthal. Ci fermiamo per pranzo al grazioso Padlangs Padstal, ristorantino e market. Si può anche pernottare nei River Chalets (riverchalets.com/shop/). Ci sono diversi animali da cortile perfettamente tenuti. Prendiamo toast con patatine e hamburger. In 3 ore, alle 17.30, con sosta gasolio a Windhoek, siamo al nostro hotel, Casa Piccolo (www.casa-piccolo.com/main.html). Paghiamo tutto ora. Al momento della prenotazione non hanno voluto nulla. Il posto è grazioso. C’è il parcheggio interno, cosa importante nella capitale. Ricompattiamo i borsoni, doccia e usciamo perché dobbiamo trovarci con una famiglia del nostro paese che vive qui da due anni per lavoro. La loro figlia andava a scuola con la mia Martina alle medie. C’eravamo già trovati qui ad agosto 2017. Ci tengono a farci vedere il loro negozio (fanno formaggi come mozzarelle e scamorze e altre cose tipiche italiane). E’ graziosissimo e in un bel quartiere dove si trovano diversi ristoranti. Abituati ai terribili ceddar e gouda, i loro formaggi stanno andando a ruba. Andiamo poi a cena alla Joe’s Beerhouse (www.joesbeerhouse.com/), il locale più caratteristiche della capitale. Bisogna assolutamente prenotare. Mangiamo bene come sempre (per me e Pier N 500 € 33). La serata passa tranquilla con i racconti di Cinzia e Christian e poi torniamo in albergo.
14) 03 maggio 2019 venerdì – km.7 (asfalto)
Facciamo colazione brindando ai nostri 22 anni di matrimonio… con the e caffè… e poi andiamo all’Asco Car a rendere la macchina. E’ perfetta quindi non dobbiamo pagare nulla. Ci sono alcune jeep con la tenda sul tetto aperta quindi guardiamo come sono fatte e come sono organizzati i cassoni. La nostra prossima vacanza, fra 3 mesi esatti, sarà così. Siccome un viaggio in Botswana di 3 settimane in 4, tutto in hotel, costa una cifra impossibile (alcuni lodge chiedono 1000 $ a notte a testa, vedi Moremi, Khway, Savuti, Makgadikgadi e Nxai) alterneremo campeggio e lodge. Al curio shop compriamo una bellissima cortina della Namibia con indicati tutti i campeggi… speriamo che l’esperienza con la tenda sul tetto ci piaccia tantissimo così potremo tornare qui e fare delle piste dove non c’è altra possibilità di pernottamento se non in campeggio (vedi parte nord-ovest della Namibia, il percorso per raggiungere il relitto dell’Eduard Bohlen, nel Namib o lo Sperrgebiet, sotto Luderitz). Con la navetta raggiungiamo l’aeroporto. Pier ha il volo con Qatar alle 12.40, noi Ethiopian alle 14.30 ma partiremo insieme. Lo imbarcano all’ora giusta ma hanno problemi con alcune valige quindi fanno aspettare due ore sull’aereo. Viaggio tranquillo di 5 ore e mezza fino ad Addis Abeba.
15) 04 maggio 2019 sabato
Si riparte a mezzanotte e siamo a Milano, con scalo tecnico di 1 ora a Roma, alle 7.00. Pier è arrivato 1 ora prima. Nostro figlio Matteo con mia suocera hanno voluto venire a prenderlo quindi non ha aspettato noi. Noi ritiriamo la macchina e, dopo sosta veloce per colazione, andiamo diretti a casa.
E anche questa è andata. Tutto è filato liscio, qualche predatore in più non avrebbe guastato ma è stata una bella vacanza. Decidiamo che ci piacerebbe fare insieme i viaggi primaverili. Inizialmente pensavamo al Madagascar ma poi abbiamo cambiato destinazione. Ora (giugno) stiamo guardando lo Zimbabwe … vedremo …
Siccome i messaggi privati di Turisti per Caso non vengono recapitati e il sito ha qualche problema, se qualcuno vuole qualche info non esiti a scrivermi: african.dreams2019@gmail.com.
Alla prossima!!!!